Alla ricerca del comandante partigiano Brunero

Gennarino “Gino” Brunero, in memoria del quale è stata dedicata la Sezione ANPI di Ciriè, era un uomo semplice, che svolgeva il lavoro di operaio presso la sua città natale. Grande appassionato di montagna e istruttore CAI, molto spesso portava i figli con sé nelle sue escursioni, per esentarli in questo modo dalle attività del sabato fascista. Gino era anche stato Sergente Maggiore degli Alpini: la sua esperienza sia in campo militare che nell’ambito montano è stata per lui – e per altri – estremamente preziosa nel momento in cui ha deciso di diventare un partigiano. Ha combattuto valorosamente per la Resistenza fino al momento della sua morte, avvenuta nel febbraio 1945, lasciando però una moglie e tre figli piccoli: la maggiore di 7 anni, il secondogenito di 4 e il più piccolo che non aveva ancora compiuto i 2 anni. La storia di Gino, ma anche della sua famiglia, è raccontata nel libro Cercando Gino – In ricordo di Gennarino Brunero. Una storia partigiana tra Corio e Cirié, scritto da Sergio Bardino, Vilma Demetri e Luisa Giacometti.
“La genesi di quest’opera è piuttosto lunga – spiega uno degli autori, Sergio Bardino – ma sostanzialmente nasce del desiderio di un partigiano, Marco Fassio, di testimoniare quanto accaduto. Fassio, che attualmente ha 94 anni, ma che all’epoca dei fatti ne aveva 17, aveva fortemente legato con il suo Comandante, Gennarino Brunero – che in quegli anni era poco più che trentenne – vedendolo come una sorta di figura paterna”. Un modo, insomma, per onorare Brunero, di raccontare una parte della vita del suo Comandante, di cui gli stessi figli di Gennarino erano all’oscuro. Il filo conduttore del libro è quindi dato dai ricordi di Fassio: ricordi che vanno a intersecarsi con quelli di Vincenzo Bertetto, figlio del partigiano Alessandro “Paulinet” Bertetto, e quelli dei tre figli di Brunero. “Vincenzo aveva solo 8 anni quando ha assistito alla cattura e all’uccisione del padre – membro dello stesso gruppo di partigiani di Brunero – avvenuta in casa il 26 giugno 1944 e successivamente, nel febbraio 1945, alla cattura di Gennarino. Testimonianze importanti e toccanti sono anche quelle dei figli di Brunero, che a seguito della morte del padre hanno affrontato una vita di stenti. Subito dopo la guerra, infatti, la madre si ammala di tubercolosi e i ragazzi, più o meno all’età di 10 anni, sono costretti ad abbandonare la scuola per andare a lavorare in fabbrica”. […]
Giada Rapa, Un libro su Gennarino Brunero, partigiano di Ciriè, SullaScia.net, 2 maggio 2021

La Resistenza non è stata fatta da eroi ma da gente comune che si è trovata a fare delle scelte: aspettare l’intervento degli alleati e salire sul carro del vincitore oppure impegnarsi in prima persona, rischiando sovente la propria vita, riscattando, almeno in parte, la guerra e le nefandezze del regime dittatoriale fascista. È grazie a queste persone se viviamo, oggi, liberi. Quando si intraprende una ricerca storica non si sa dove si andrà a finire e cosa si scoprirà e soprattutto non può mai dirsi conclusa. Partiti con l’intenzione di raccontare la vicenda di Gennarino Brunero ci si è trovati davanti alle storie di molte altre persone, coinvolte a vario titolo nei fatti narrati. La narrazione si dipana attraverso le testimonianze dei protagonisti e dei testimoni di allora. Il filo conduttore è il ricordo di Marco, la sua riconoscenza nei confronti del suo Comandante e infine la restituzione a chi legge dell’importanza dell’amicizia e della condivisione che, in momenti così duri come furono quegli anni, salvò e formò delle vite. Attraverso questa ricerca si sono dischiuse molte finestre che chiedono solo di essere spalancate per vedere cosa c’è oltre.
Sinossi, Giacometti Luisa, Bardino Sergio, Demitri Vilma, Cercando Gino. In ricordo di Gennarino Brunero. Una storia partigiana tra Corio e Ciriè, Editrice Tipografia Baima-Ronchetti, 2021

[…] La mattinata, accompagnata dalla presenza della Filarmonica Devesina, si è conclusa con la commemorazione del Comandante Partigiano Gennarino Brunero, Medaglia d’Argento al Valor Militare. Presenti sia i figli – Margherita, Carloantonio e Ferdinando – che il partigiano ed amico Marco Fassio che ha ricordato la figura di “Gino”, nome di battaglia di Gennarino Brunero.
“Ero giovanissimo al tempo e Gennarino mi accolse come un figlio – ha raccontato -. Fu per tutti noi partigiani una guida e un riferimento in quegli anni difficili. Sapeva organizzare ogni azione e non mandò mai nessuno allo sbaraglio. È stato per noi più di un Comandante: è stato un eroe”.
Redazione, Ciriè. Il 25 aprile in ricordo di Gennarino Brunero, La Voce, 4 maggio 2018

Ciriè – Mercoledì 25 aprile, nella sala consiliare di palazzo D’Oria, la città ha commemorato il comandante partigiano Gennarino Brunero.
L’iniziativa si è svolta nell’ambito della giornata della liberazione dall’esercito nazifascista che ha determinato la fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia. Ha affermato Piergianni Genta, presidente della sezione locale dell’Anpi: “Il vessillo dell’Anpi di Ciriè e una via cittadina sono intitolati a Brunero. A lui è dedicato questo 25 Aprile”.
L’iniziativa è stata voluta da Marco Fassio per cui il comandante partigiano è stato come un genitore: “Sono andato via dopo che hanno rastrellato mio padre in borgo San Martino. Ringrazio monsignor Giachetti per avergli salvato la vita. Gennarino mi ha sempre trattato come un figlio”.
È stato proiettato il video nel quale sono stati ricordati i fatti del 1944 raccontati da Fassio. Gennarino Brunero nasce nel 1911 e svolge la professione d’operaio chimico. Durante la Seconda Guerra Mondiale è sottoufficiale nel terzo Reggimento Alpini del Battaglione Susa. L’8 settembre 1943 prende la via dei monti e viene ucciso in un’imboscata a ponte Masino a Nole da alcuni rappresentanti della Folgore. Muore il 26 febbraio 1945 […]
Cristiano Cravero, Ciriè. Commemorato il 25 Aprile, dedicato a Gennarino Brunero, Obiettivo News, 27 aprile 2018