Fare il il nido e la tana ovunque

Airole (IM): uno scorcio di Val Roia

Ci fu una notte in cui, ancora meglio del teletrasporto, molti italiani passarono la frontiera, stando fermi nel loro letto.

Era il 12 ottobre del 1947.

Ci furono cittadini italiani che vendettero la loro casa e scesero verso il mare per rimanere italiani ed altri (si racconta di famiglie siciliane) che le comprarono per acquisire la nazionalità francese al momento di quello che in Francia si chiama rattachement, annessione.

E una piazza Rattachement è presente in quasi tutti i paesi della Val Roia francese.

L’Italia mise a disposizione di chi partiva camion dell’esercito, ma il fenomeno fu limitato per non influenzare l’andamento del referendum che si sarebbe svolto in seguito e che comunque risultò plebiscitario a favore della Francia. Il contrabbando si intensificò anche grazie alla disattenzione interessata dei doganieri. Si giunse ad accelerare il taglio della legna nei boschi e si cercò addirittura di trasportare a Limone Piemonte (CN) i banchi delle scuole di Briga e Tenda che dipendevano dalla provincia di Cuneo. Nei territori che stavano per diventare francesi furono accumulate merci che avrebbero avuto dei vantaggi a non pagare diritti doganali e si racconta la leggenda di sette milioni di scope fatte trasportare in Val Roia prima della mezzanotte.

Ci sono in Val Roia dei cimiteri con vecchie lapidi in ardesia, croci in metallo, smalti con scritte in italiano, e a fianco o all’interno della stessa tomba di famiglia, altri marmi con scritte in francese dove anche i nomi sono stati tradotti.

E c’è anche una curiosità nella zona, l’indicazione sulle lapidi dell’età del defunto, tipo “rapita ai suoi cari il 15 aprile 1929 nella verde età d’anni 15”, mentre spesso non è indicata la data di nascita.

Beati i pesci del mare e gli uccelli del cielo e tutte le bestie selvatiche che non hanno paese e frontiera e fanno il nido e la tana ovunque.

di Arturo Viale di Ventimiglia (IM), autore di