Fra gli arrestati nei giorni dello sciopero si notano tutte figure Jugoslave, note per i loro sentimenti

Il porto di Fiume nel 1900 – Fonte: Wikipedia

[4.]
REGIO GOVERNATORATO DELLA VENEZIA GIULIA Stato Maggiore, UFFICIO I. T. O.
N° 6748 di prot. Trieste, 10 Maggio 1919
AL REGIO GOVERNATORATO DELLA VENEZIA GIULIA
per i provvedimenti che riterrà opportuni e per conoscenza AL COMANDO SUPREMO = SERVIZIO INFORMAZIONI AL COMANDO SUPREMO = SEGR. GENERALE AFFARI CIVILI AL COMANDO DELLA 3a ARMATA AL COMANDO DELLA 8a ARMATA A TUTTI I SIGG. COMMISSARI CIVILI AL COMANDO LEGIONE CC. RR. DELLA VENEZIA GIULIA AL COMANDO DELLA DIFESA MARITTIMA DI TRIESTE A TUTTI I CENTRI I. P. DIPENDENTI
RIASSUNTO QUINDICINALE SULLO SPIRITO DELLA POPOLAZIONE DELLA VENEZIA GIULIA
TRIESTE E TERRITORIO.
La questione di Fiume scosse la città che dimostrò in un imponentissimo comizio di partecipare all’ansia patriottica di tutto il popolo italiano. La sua anima è tuttora tesa nell’aspettazione delle decisioni di Parigi sulla sorte dell’Adriatico Il 1° Maggio passò tranquilissimo tra una festa di tricolori alle case dei quartieri centrali della città e uno sventolio di drappi rossi nei rioni operai. I socialisti avevano in mente per quel giorno una «rassegna» delle proprie forze con un comizio e un grandioso corteo che avrebbe dovuto mostrare al Governo e agli avversari che «tutta la città è con loro» per usare un’espressione enfatica che torna sovente nei loro discorsi… Minacciarono essi lo sciopero generale se il comizio fosse stato proibito e si adattarono mormorando alla proibizione del corteo. Ma il comizio riuscì molto affollato e si ritennero soddisfatti lo stesso anche per la «maturità» del proletariato che obbedì ai loro incitamenti alla calma. Dopo le dimissioni del comitato politico con Pittoni, ecc. causate dalla vittoria degli estremisti, <20 si nota nel partito un certo smarrimento per la deficenza di persone che siano in grado di sostituire i capi detronizzati. Gli uomini preposti alla direzione del partito nell’ultima asemblea, tutti simpatizzanti bolscevichi, hanno scarsissimo valore politico. È interessante rilevare che i socialisti sloveni sono tuttora associati in un partito autonomo del titolo: «Partito Socialista Jugoslavo – Sezione di Trieste» il quale soggiace più all’influenza dei centri socialisti della Jugoslavia che a quelli italiani di Trieste. […] II numero delle persone che aspettano ancora l’avvento della Jugoslavia nella Venezia Giulia si assottiglia sempre più; anzi il gruppo è formato soltanto di fanatici senza seguito e di individui affatto incolti, senza nessun ascendente. Però la grande maggioranza aspetta la definitiva annessione di queste terre al Regno, per assumere un atteggiamento ben definito di fronte al fatto compiuto; tale atteggiamento se dovessero prevalere le idee di certi gruppi in contatto continuo coi circoli dirigenti della Jugoslavia, sarebbe la resistenza passiva opposta sistematicamente a tutte le nostre autorità.
L’organizzazione politica italiana procede alacremente. Nel costituendo «Fascio d’azione operaio nazionale» vanno raggruppandosi tutti gli elementi migliori dell’ex partito liberale-nazionale. L’opera di propaganda è svolta con indefessa costanza, suscitando gravi preoccupazioni nel partito bolscevico. La sua propaganda è attivissima e feconda nella città di Gorizia; quasi nulla invece nella parte italiana della provincia (dove il socialismo ufficiale fa continui progressi) e ciò, (str. 4:) per l’assoluta mancanza di mezzi adeguati allo svolgimento opportuno di un’azione. In tali condizioni è da prevedersi che il «Fascio» dovrà limitare la sua attività esclusivamente alla città di Gorizia, abbandonando il campo ai bolscevichi nella montagna friulana.
DISTRETTO POLITICO DI TOLMINO.
La situazione generale si mantiene buona; si manifesta un certo malumore fra i contadini e le persone di minor levatura a causa del rittardo nella forma del trattato di pace, poiché esse credono che l’attuale schieramento delle nostre truppe nelle vicinanze della linea di confine, dipenda in gran parte da ciò.
Risulta che a Circhina <57 più volte alla settimana varie persone del paese si riuniscano in alcune «gostilne» per discutere sugli attuali avvenimenti politici.
È quasi sicuro che a queste persone arrivano dei corrieri d’oltre linea d’armistizio e che poi esse si prestino per l’inoltro della corrispondenza a Gorizia e a Trieste.
La situazione economica si mantiene buona, specialmente quanto riguarda commercio.
A Bukovo in occasione della processione del «Corpus Domini», sono state esposte due bandiere jugoslave. I CC. RR. [Carabinieri Reali] le hanno subito sequestrate e arrestato il proprietario.
DISTRETTO POLITICO DI LONGATICO.
I mutamenti della situazione si possono desumere dal fatto che la stampa jugoslava ha creduto opportuno di dover riprendere più attiva la propaganda antiitaliana. Nella ultima settimana di giugno i giornali jugoslavi, certi della vittoria, tacevano aspettando gli eventi; ora invece dopo il ritorno del Dott. Brejc, capo del Governo regionale di Lubiana, da Parigi, sorgono nuove incertezze e si crede opportuno di iniziare di bel nuovo la propaganda fra gli sloveni irredenti.
È stato istituito al varco di Nauporto <58 un posto di controllo serbo, (sic!) che verifica i passaporti delle persone provenienti o dirette a Longatico. Il posto è al comando da un sott’ufficiale serbo. I nostri passaporti, per rientrare in Italia, devono portare il visto della Polizia di Lubiana e quello del Comando della Divisione della Drava. Uno o due individui ritenuti pericolosi dalle autorità serbe, non furono lasciati passare nel territorio S. H. S. benché muniti di nostro passaporto.
Gli ufficiali alleati, dopo aver passato una severa visita dalla nostra finanza e dai CC. RR. come è prescritto dalle nostre leggi si vedono d’un tratto complimentati ed accolti con tutti gli onori dalla guardia serba del posto di controllo.
In relazione alla notizia risaputa dell’arresto di certo Ancic Albino mentre stava varcando la frontiera, si sono notate le buone relazioni che correvano fra l’Ancic, che passava spesso la frontiera con regolare permesso, e l’ufficiale francese addetto alla stazione di Longatico. Detto ufficiale ha tentato di stringere relazioni con impiegate del Commissariato Civile, per attingere informazioni politiche. Fortunatamente non è riuscito.
Il Commissario del Comune di Idria, S. Tenente Briganti, continua l’opera di riordinamento del Comune. Fu regolato il servizio dell’approvvigionamento, della posta civile, della pubblica netezza; qualsiasi manifesto, qualsiasi pratica d’ufficio viene redatta nelle due lingue italiana (Str. 5:) e slovena, mentre per il passato tutti gli atti erano compilati in sloveno. Furono completamente riordinate le questioni finanziarie.
DISTRETTO POLITICO DI POSTUMIA.
La situazione politica va migliorando tanto che di tutta la propaganda jugoslava non rimarranno in breve che deboli tracce.
Tale trasformazione a così breve distanza dal periodo più acuto, è dovuta al senso di benessere e di sicurezza, che va diffondendosi nel paese, ed alle voci sconfortanti per i nazionalisti jugoslavi, sulla perdita certa di queste terre.
Nulla v’è da segnalare in fatto di propaganda jugoslava o bolscevica, malgrado venissero svolte per quest’ultima accurate indagini, tanto fra l’elemento civile che fra quello militare.
DISTRETTO POLITICO DI TARVISIO.
Nessun fatto nuovo da registrare in questi ultimi tempi; la situazione del distretto rimane generalmente buona.
Di bolscevismo nessuna traccia. I Carinziani esprimono in ogni occasione il desiderio che truppe italiane occupino la conca di Klagenfurt, come s’è fatto per la regione di Villacco. Le nostre truppe seppero guadagnarsi la simpatia generale.
Il decreto che autorizza il Tesoro Italiano a contrassegnare i titoli del debito a. u. è stato accolto con la massima simpatia dalla popolazione del Distretto. Moltissimi cittadini sono preoccupati, pel fatto che i loro titoli sono depositati presso banche ed istituti dell’Austria tedesca, e chiedono provvedimenti in merito.
Il Commissariato civile, interessatosene prontamente ha ottenuto che per quest’ultimi bastasse una ricevuta, della banca o istituto che fosse, con l’elenco dei titoli e rispettivi numeri, per essere ammessi al contrassegno degli stessi.
Nel distretto e precisamente a Pontafel e Tarvisio, sono stati istituti i nuovi uffici doganali, gli impiegati però, sono quasi tutti slavi, qualcuno anzi non si tiene a nascondere i suoi sentimenti jugoslavi.
È necessario provvedere d’urgenza alla sostituzione dei più facinorosi.
Niente si è ancora fatto per eliminare il personale infido di questo giudizio distrettuale. Lo stesso dicasi per i parroci di Thòrl e Weissenfels.
In questi ultimi tempi, nei boschi demaniali del distretto si svilupparono dei gravissimi incendi, le cui cause rimasero ignote. Sarebbe opportuno nominare qualche tecnico e del personale di fiducia, per controllare l’operato dell’attuale personale forestale ch’è del tutto tedesco e deve essere continuamente sorvegliato.
(Žig ljubičaste boje. U sredini istog savojski grb, a okolo natpis:)
«R. Governatorato della Venezia Giulia — Ufficio
I. T. O.»
IL TENENTE COLONNELLO CAPO UFFICIO I. T. 0.
(C. Finzi)
C. Finzi s. r.

[9.]
REGIO GOVERNATORATO DELLA VENEZIA GIULIA Stato Maggiore — Ufficcio I. T. O.
N° 10588 di prot. Trieste, 26 luglio 1919
AL COMANDO SUPREMO — SERVIZIO INFORMAZIONI
AL COMANDO SUPREMO — SEGR. GEN. AFFARI CIVILI
AL R. GOVERNATORATO DELLA VENEZIA GIULIA (UFF. CAPO S. M.)
AL R. GOVERNATORATO DELLA VENEZIA GIULIA (UFF. AF. CIVILI)
AL COMANDO DELLA 8 ARMATA
A TUTTI I SIGG.COMMISSARI CIVILI
AL COMANDO LEGIONE CC. RR. DELLA VENEZIA GIULIA
AL COMANDO DELLA DIFESA MARITTIMA DI TRIESTE
A TUTTI I CENTRI I. P. DIPENDENTI
RIASSUNTO QUINDICINALE SULLO SPIRITO DELLA POPOLAZIONE DELLA VENEZIA GIULIA
DISTRETTO POLITICO DI CAPODISTRIA.
Si nota un pò di nervosismo in seguito al proclamato sciopero generale sfruttato per scopi tedenziosi da socialisti, da bolscevichi e da jugoslavi. Quest’ultimi spargono ad arte nelle campagne le più fantastiche dicerie, che preconizzano, per le giornate dello sciopero, l’arrivo degli jugoslavi nel distretto.
In quel di Strugnano notasi una più viva propaganda da parte del partito clericale capeggiato dall’onorevole Spadaro, il binomio Austria e religione fu radicato sì bene nell’anima di quei contadini, che di conseguenza vedono nell’Italia un accerrimo nemico, e quantunque quasi tutti di nazionalità italiana, spesso si abbandonano a grida ed atti antiitaliani. Domenica 5 corrente ad esempio alcuni contadini nell’osteria della Lega Nazionale gridarono ripetutamente «abbasso l’Italia abbasso le pigne (per pigne sotto il governo austriaco si classificavano i nostri soldati); alcune guardie di finanza intervenute vennero insultate e dovettero sparare in aria qualche colpo di fucile. Due caporioni arrestati vennero deferiti all’autorità giudiziaria.
Il 13 corr., nella stessa località nessuno si presentò alla festicciola che i francescani del locale santuario avevano preparata per la chiusura dell’anno scolastico, disertando in quel giorno anche la messa. La festicciola aveva carattere altamente patriottico. Credesi opportuno proporre che in questo villaggio sia destinato un distaccamento di RR. CC.
(Str. 2:) Paugnano è senza parroco da oltre due mesi. Quello di Monte che dovrebbe sostituirlo è uno slavo fanatico, fa una viva propaganda anti italiana e osteggia il maestro che si è incaricato dell’istruzione religiosa nella scuola. Urgerebbe provvedere ad inviare a Paugnano magari un prete Italiano pur di togliere a quello di Monte D. Giacomo C. Mazar una nuova zona alla sua propaganda deleteria.
[…] Nei centri minori la vita è trascorsa quasi normale, poiché ciò che avrebbe dovuto preoccupare le popolazioni, era il problema dei viveri, provveduti, questi copiosamente dalle commissioni d’approvviggionamento locali.
A Rovigno qualche disoccupato ha motivo di lamentarsi, pel motivo di dover abbandonare la città nativa, per trovare da vivere in altri posti. Generalmente tocca quasi sempre a coloro che si comportarono italianamente, motivo per quale furono internati o costretti ad esiliare mentre coloro che si comportarono o si comportano diversamente, hanno il loro posto (Str. 8 prazna, na str. 9 nastavak:) nella fabbrica dei tabacchi o in altri pubblici uffici.
I beni erariali di Canfanaro sono amministrati da certo Korsi Giovani, croato accanito, contro l’elemento italiano. Noto propagandista italofobo, e ciò lo dimostrò, anche la moglie Maria, benché di nazionalità italiana, si espresse contraria alla sua patria.
II Giornale «L’Azione» di questa città, pubblica giornalmente un’articolet to della lega degl’inquilini, così concepito: «Attendiamo dal Comando Supremo le richieste delucidazioni sul decreto Badoglio che dovrebbe regolare le pigioni della Venezia Giulia. La confusione di idee fra gli interessati non è diminuita.» Si comunica a codesto ufficio acciochè possa interessarsi a sollecitare le delucidazioni richieste.
Situazione sanitaria. Le condizioni di salute della popolazione del distretto continuano normali.
Disarmo della popolazione. È corsa voce che in Villa Otto (Isole Brioni), vi sia del materiale bellico e viveri di riserva, lasciato dalle truppe austriache.
Si è, pure vociferato, che in detta villa, si tengono delle sedute in presenza del signor Kuppelwieser. Non si sa a che scopo.
Vario. Si lamente, ancora da parte degli insegnanti, che lo stipendio viene corrisposto sempre in ritardo.
Si è vociferato che 300 villeggianti tedeschi, verranno quanto prima, nelle Isole Brioni.
Oggi nel cortile delle carceri della marina è stato inaugurata una targa monumentale a Nazario Sauro. Erano presenti la famiglia del martire le autorità civili e militari, ed una rappresentanza della lega navale. Furono pronunciati discorsi, vari inneggianti tutti alle gesta dell’eroe.
Per iniziativa del tenente Rocco Renato, cittadino di Rovigno, il giorno 7 corrente fu commemorato l’anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Anche qui i Rovignesi accorsero numerosi alla patriottica cerimonia.
In questi ultimi tempi, a Pola, col permesso delle autorità, è sorta la società «Audax». Si è saputo che di questa, fanno parte molti membri della società Sokol, sciolta dalle autorità per le idee politiche (Str. 10 prazna, nastavak na str. 11:) (propaganda Jugoslava) alla quale tendeva. Saranno date informazioni con lettera a parte, non appena sarano terminate le indagini in proposito.
Come si è detto nel secondo articolo della presente relazione il giorno 21 corrente dovrebbe esservi l’annunciato sciopero generale. Qui a Pola si pone poca fiducia.
Il Capo Centro fo. Benedetti Capo S. Benedetti, s. r.L5.
REGIO GOVERNATORATO DELLA VENEZIA GIULIA
Stato Maggiore – Ufficio J. T. O.
Centro J. P.
No. 635 di prot. Pola, li 28 luglio 1919.
Oggetto – Informazioni politiche ed andamento delle popolazioni del distretto di Pola.
All’Ufficio J. T. 0.
Trieste
per conoscenza ai
Commissariati Civili
Pola e Rovigno.
Situazione generale. I giorni che precedettero lo scioperissimo, furono angosciosi per la popolazione di Pola. Resi tali dalle voci messe in giro da pochi elementi del partito socialista internazionale, il quale nei giorni 20 e 21 corrente, avrebbe dovuto assumere il governo della città con Commissari nominati in precedenza quindi giungere alla realizzazione delle loro idee.
[…] I giorni 20 e 21 corrente trascorsero in relativa tranquilità. Il giorno 21 tutte le classi di operai scioperarono, malgrado i manifesti, consiglianti il contrario, fatti effiggere dal Comando di questa Piazza e solo una piccola parte di essi, riprese il lavoro. Nel bosco di Siana, gli operai tennero un comizio ove, parlarono Poduie, Bresaz e Dorigo dirigenti del partito socialista. In città in seguito ad ordini dati dalle autorità (Str. 2 prazna, a na str. 3 nastavak:) ai dirigenti della Camera di Lavoro, fu proibito qualunque specie di assembramento. Pattuglie di Carabinieri e truppa percorrevano le vie della città per far rispettare gli ordini. Durante i due giorni tutti i negozi e ritrovi publici, rimasero chiusi; le tramvie non circolarono, così pure d veicoli di ogni specie.
Le truppe di questo Presidio, durante i giorni di sciopero, rimasero consegnate.
Durante lo sciopero, non si ebbero a verificare fatti gravi, ad eccezione di arresti fatti dall’arma dei Reali Carabinieri, per dimostrazioni antiitaliane, a Marzana ove furono arrestati 6 individui (Ved. Giornaletto del 26 corr.), a Promontore ed Montegrande (Pola), ove complessivamente, furono arrestati oltre 18 persone (ved. L’Azione del giorno 23 corr.) tutti di nazionalità Jugoslava.
Da ciò si arguisce, come gli slavi approffitando dello scioperissimo, camuffati da socialisti, inscenarono dimostrazioni prò Jugoslavia.
Si è sempre stati persuasi, che gli Slavi, avrebbero approffittato di qualunque occasione, malcontento del proletariato, molto adatto, per sfruttarla a scopi politici. Si notò apertamente, quando, nei giorni che precedettero lo sciopero, la Camera del Lavoro, mise ai voti, se dovevano o non scioperare. Nel risultato delle votazioni si ebbero No. 76 voti contrari allo sciopero e No. 36 favorevoli; constatandosi, in quest’ultimi quasi tutto Jugoslavi fanatici, noti per i loro sentimenti anti-italiani.
A Rovigno e a Dignano, una parte degli operai, pur astenendosi dal lavoro del giorno 21 per timore di essere minacciati dai crumiri, non avvennero fatti di notevole importanza. Vi furono piccole dimostrazioni contro lo sciopero, con inbandieramento delle abitazioni.
Nei piccoli centri, all’infuori di quelli sopramenzionati, ove furono operati arresti non si ebbe a verificare nulla, pur regnando un certo fermento, maggiormente nei centri slavi.
Passato l’incubo dello scioperissimo, le popolazioni ritornarono tranquille alle loro occupazioni sodisfatte dell’esito infelice, delle voci messe in giro, dal partito socialista, nei giorni che precedettero (Str. 4 prazna, nastavak na str. 5:) le giornate del 20 e 21 corrente.
Non fu così per i socialisti che a Pola, demoralizzati per l’esito del sciopero, mal sopportando le puntate dei giornali locali, del 23 corrente,  specialmente i due articoli del giornale «L’Azione» intitolati  Viva l’Italia! e La delusione  provocarono un risentimento tale da parte di Poduie Giuseppe, Gellich Attilio, Bresaz Antonio ed altri due non conosciuti, dirigenti del partito socialista, che recatisi nella redazione del giornale, aggredirono il direttore signor De Berti e l’amministratore signor Stanich, facendosi capire offesi, per i due capitoli pubblicati, con i quali ritenevansi di essere stati accusati di Jugoslavismo. (ved. L’Azione del 24 corrente.)
Non è da poner fede alle ritenute offese dei socialisti, poiché, qualcuno, dei sopranominati, e precisamente il Poduie Giuseppe, capo partito, ebbe più volte occasione di esprimersi con sentimenti antiitaliani. Il motivo che li spinse a tale atto è da ritenersi sia stato quello che dopo aver visto la meschina fine dello sciopero, con la non aderenza della società« Funzionari pubblici» per la quale veniva espulsa dalla «Camera del Lavoro» (ved. L’azione del 24 corrente.) e di altri operai di varie categorie ed organizzazioni diverse e dall’atteggiamento preso da queste, per la importunità dello sciopero, si sentirono meno forti dei giorni precedenti attribuendo la causa della disgregazione ai due articoli pubblicati dal giornale «L’Azione». Da ciò ne nacque il boicottaggio del giornale propugnato dalla Camera del Lavoro e che malgrado le imposizioni di alcuni, che furono arrestati, gli operai lo comperarono lo stesso.
Dopo i fatti sopradescritti, nacque unanime il risentimento da parte di alcune personalità di Pola e dei giovani del fascio nazionale G. Grion, e la sera 23 corrente riunitisi nella sala del fascio, deliberarono di costituire l’Unione socialista Italiana – Comitato regionale Istriano – Pola (Vedi l’Azione del 24 e 26 corrente) ove, operai di ogni organizzazione, aderiscono in gran numero, abbandonando il partito socialista ufficiale.
Propaganda Jugoslava e bolscevica. – La propaganda Jugoslava e bolscevica si è svolta sotto il manto di socialismo attraverso i fatti avvenuti in questa quindicina e descritti nell’articolo precedente.
Fra gli arrestati nei giorni dello sciopero si notano tutte figure Jugoslave, note per i loro sentimenti. Nelle dimostrazioni che fecero oltreché furono con bandiere e con coccarde rosse, furono emesse anche grida di «Viva la Jugoslavia, abbasso l’Italia, viva il bolscevismo».
Nei giorni che precedettero lo sciopero, le associazioni nazionali svolsero un intensa propaganda, riuscendo, con ciò, ad inscenare qualche dimostrazione contro lo scioperissimo. A Rovigno tale iniziativa devesi al «Fascio democratico Giovanile», Dignano (sic!) alla «Società democratica Dignanese, a Pola dopo visto apertamente, quali scopi si proponevano i dirigenti del partito socialista ufficiale i giovani del fascio Nazionale G. Grion, si sono messi all’opera, per formare un partito socialista iatliano, accennato nell’articolo precedente. Sono associazioni giovani, sorta da pocchissimo tempo; queste potrebbero far molto, per la propaganda nazionale, se si venisse, in aiuto in qualche maniera.
Situazione economica. Il provvedimento per il ribasso del 30 e 40 per cento sui prezzi dei generi di prima necessità, fu delle popolazioni accolto con molta soddisfazione. L’inconveniente che si notò subito, nei negozi e sui mercati, fu, quello della sparizione, in pocchissimi giorni dei generi ribassati. Ne venne di conseguenza che, nei mercati di generi alimentari, si ritornarono nuovamente, a vedere le lunghe file delle massaie accalcarsi sui pochi venditori. Ora, però, la situazione è stata migliorata avendo il signor Commissario Civile, preso le disposizioni in proposito, nominando una Commissione che stabilisce i prezzi delle derrate alimentari. Il giusto operato di questa Commissione fu evidente dal fatto che i mercati ritornarono nuovamente a riempirsi di generi, che in questi ultimi giorni, fu venduto a qualche centesimo in meno, dei prezzi stabiliti.
Situazione sanitaria.  Le condizioni sanitarie della popolazione del distretto di Pola, sono normali.
Disarmo della popolazione. Notti fa nei pressi di Barbana una banda di dieci uomini vestiti da militi italiani, con fucili austriaci, (Str. 8 prazna, nastavak na str. 9:) assalirono un’abitazione di un contadino di 60 anni circa, saccheggiandolo di oggetti e danaro. Ciò fa supporre che malgrado le ordinanze di queste autorità, le popolazioni continuano a tenere abusivamente armi nascoste. Infatti, continuano sempre le voci di armi nascoste da parte di Jugoslavi e che malgrado le frequenti perquisizioni dei reali Carabinieri, raramente ne trovano.
Vario. A Rovigno regna un certo malcontento fra alcuni impiegati della fabbrica dei tabacchi, dal giorno i cui lo stabilimento, fu ispezionato da un personaggio delle Regie Privative. Le lamentele deplorate devonsi alle dichiarazioni fatte da detto personaggio, nel voler far retrocedere di tre gradi, gli impiegati in discorso. Ora questi dicono di essere stati ben trattati, sotto il governo austriaco, pur sapendogli di nazionalità e sentimenti italiani, mentre, invece, sotto il governo italiano, si vedono diminuiti moralmente e finanziariamente, pur disimpegnando le proprie attribuzioni con maggior zelo ed intelletto. A proposito di ciò, si fanno diverse voci, che non meriterebbero essere riferite, poiché possono essere pettegolezzi, ma giachè corrono, se non autentici i fatti, qualche principio di verità, potrà esservi, perciò compioil dovere di riferle (!) a codesto ufficio. Pare che il sopradetto Ispettore, non abbia adempiuto bene il suo mandato e che una signorina, impiegata nella fabbrica di tabacchi, con la quale, sembra abbia avute relazioni molto intime, abbia influito sul suo giudizio, determinando con ciò, la diversità di trattamento, fra gli operai austriacanti, sempre stati e gli impiegati italianissimi, costretti a sollevare lamentele.
L’ex tenente Enzo Ferrari, nei giorni 24 e 25 corrente tenne due conferenze a Pola ed a Rovigno, sul tema «Il domani d’Italia» ispirate ai nobili sentimenti d’italianità.
Vi parteciparono cittadini di ogni classe. In occasione dell’anniversario della morte di Cesare Battisti, Rovigno, lo commemorò col concorso di molta gente.
La sera del 14 corrente, dopo il dibatimento contro Radollovich per l’uccisione del tenente Ghionne una folla, di una cinquantina di (Str. 10 prazna, nastavak na str. 11:) persone forse per influire sulla condanna assalì, la casa della signora Tersich, protagonista dell’assassinio, per far vendetta dell’accaduto. Fortunatamente la Tersich non si trovava in casa. Furono operati dieci arresti, (ved. L’Azione del giorno 19 corrente).
Il Capo – Centro firmato Benedetti.
20 Vidi, Giuseppe PIEMONTESE, Il movimento operaio a Trieste, Udine 1961, str. 171
57 »Circhina« = Cirkno.
58 »Nauporto« = Vrhnika.
Danilo Klen, L’Intelligence Militare Italiana nell’ex Regione Giulia. 1919, Vidi Vjesnik historijskih arhiva u Rijeci i Pazinu sv. XXI 1977