Gli articoli di Pecorelli su Aldo Moro furono caratterizzati da diverse allusioni di morte

Fonte: giovannipetta.eu

«Osservatore politico» scrisse di quanto la politica italiana venisse influenzata dal volere del dipartimento di stato americano, decidendo il nuovo potere politico; una santa alleanza fra un Psi ed una Dc rinnovati. Quello che avverrà dopo l’uccisione di Aldo Moro. Carmine Pecorelli colse tutta l’ostilità nei confronti della politica di Moro e la scrisse nei suoi articoli. “Ore 13: Il ministro deve morire” del 19 giugno 1975, una nota pubblicata da «Op» successivamente alle elezioni amministrative in Italia. Risultati ritenuti catastrofici per l’atlantismo e gli Stati Uniti, che attribuivano le colpe a Moro. In “Moro-bondo” del 2 luglio 1975 o “L’America, esperta, scherza e prevede” del 13 settembre 1975: «Un funzionario, al seguito di Ford in visita a Roma, ebbe a dichiararci: «Vedo nero. C’è una Jaqueline nel futuro della vostra penisola» <196. I riferimenti al possibile omicidio dell’uomo politico furono presenti in diversi articoli <197 del giornalista e raggiunsero il culmine in tale nota, in cui il direttore di «Osservatore politico» menzionò la moglie di John Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963, ipotizzando un futuro delitto di natura politica anche in Italia.
Gli articoli di Pecorelli su Aldo Moro furono caratterizzati da diverse allusioni di morte, sebbene il politico fosse tra i bersagli democristiani più risparmiati di «Op». Probabilmente Moro, da ministro degli Esteri, lavorò diverse volte in stretta collaborazione con il generale Miceli, amico del giornalista. Inoltre tra il materiale sequestrato nella sede di «Osservatore politico» si trovarono alcune fotografie che ritraevano Moro insieme a Pecorelli <198.
Il 7 gennaio 1976, il Psi revocò la fiducia al governo Moro che si dimise. I socialisti mirarono ad un’alternativa di sinistra con un governo di emergenza nazionale. La copertina di «Osservatore politico» presentava dunque una caricatura di Moro intitolata “Il santo del compromesso: vergine, martire e…dismesso”.
“Il compromesso storico è nato come appoggio esterno al centrosinistra. Oggi, assassinato con Moro l’ultimo centrosinistra possibile, muore insieme al leader pugliese ogni possibilità di sedimentazione indolore delle strategie di
Berlinguer” <199.
Pecorelli scrisse, in un articolo successivo, riguardo la possibilità che il segretario del Psi De Martino avesse revocato la fiducia al governo in seguito a pressioni dei Servizi statunitensi.
“C’è perfino chi insinua che la decisione di De Martino sia legata alla visita avuta dal segretario socialista da parte di un personaggio (alcuni dicono turco, altri lasciano intendere che sia tedesco): quelli che ne sono al corrente interrompono subito il dialogo quando si domanda loro se per caso il personaggio misterioso sia un agente della Cia” <200.
Sottolineando le preoccupazioni, sia a livello nazionale che internazionale, per l’ipotesi di un’intesa governativa tra la Dc e il Pci, Carmine Pecorelli disapprovò l’incarico di Leone affidato a Moro per formare il nuovo governo. “Il male oscuro del nostro paese è che vuol alimentare, a dispetto di Yalta, un’opposizione che significa alterazione degli equilibri mondiali. E’ per questo che basta che un sindaco Dc ceda le chiavi ad un collega comunista che entrano subito in allarme i servizi segreti dei cinque continenti” <201.
Il 12 febbraio Moro varerà il suo quinto governo, un monocolore votato da Dc e Psdi, che durò fino al 30 aprile. Sebbene la Democrazia cristiana confermasse il suo primato, con il terzo governo Andreotti, il pericolo del sorpasso e del primato comunista in Italia restò forte. Il 14 aprile 1976 Aldo Moro diventò presidente del partito, la strada verso il compromesso storico sembrò sempre più vicina.
[NOTE]
196 «Osservatore politico», 13 settembre 1975.
197 Il primo accenno venne da «Mondo d’oggi» nel novembre 1967. In un articolo Carmine Pecorelli scrisse di un possibile rapimento dello statista, già in piano dal 1964, ad opera del tenente colonnello Roberto Podestà, DI GIOVACCHINO, Scoop mortale, p. 200.
198 FLAMIGNI, Le Idi di marzo, p. 58.
199 Dopo Moro: la crisi oltre i suoi promotori, «Osservatore politico», 9 gennaio 1976.
200 Che relazione c’è tra il furto a Moro e la crisi governativa?, «Osservatore politico», 13 gennaio 1976.
201 Il saggio Ulisse, le sirene e la cera alle orecchie, Ivi, 15 gennaio 1976.
Giacomo Fiorini, Penne di piombo: il giornalismo d’assalto di Carmine Pecorelli, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Anno accademico 2012-2013

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