Il 22 marzo 1951 Barbie si imbarcò a Genova

Il passaporto della CICR utilizzato da Klaus Barbie per imbarcarsi a Genova. In alto a destra si legge chiaramente la firma di avallo di Padre Draganovic. Fonte: Livia Zampolini, Op. cit.

Uno dei maggiori criminali di guerra passati per le mani della Chiesa fu certamente lo sterminatore delle SS Klaus Barbie, capo della Gestapo e responsabile dell’uccisione di migliaia di ebrei nella Francia occupata. Nato a Bad Godesberg, sobborgo di Bonn, da genitori insegnanti cattolici, nel 1933 si iscrisse alla Gioventù Hitleriana. Nel 1935 entrò a far parte delle SS, e successivamente dell’SD, il servizio segreto nazista. Nel 1937, in quanto membro delle SS, venne iscritto d’ufficio al Partito nazionalsocialista. Dopo aver prestato servizio nell’SD di Amsterdam, nell’Olanda occupata, dove fu incaricato della deportazione degli ebrei olandesi e dove si distinse per freddezza e spietatezza, nel 1942 fu trasferito a Lione e nominato capo della Gestapo dell’omonima città. Qui, in veste di capitano, contribuì alla cattura, tortura, deportazione ed eliminazione di migliaia di ebrei e partigiani francesi. Nel 1946 il CIC (Counter Intelligence Corpse) venne a conoscenza di un gruppo di ex ufficiali delle SS che avevano intenzione di collaborare col governo alleato ai danni del comunismo. Tra questi, Klaus Barbie, che invece di essere arrestato, venne arruolato perché potenziale fonte di informazione e spia ai danni dei servizi segreti sovietici che operavano nella Germania gestita dagli americani. Dal 1948 Barbie lavorò con il compito principale di infiltrarsi tra i comunisti tedeschi. Nel 1949 venne trasferito con tutta la famiglia ad Augusta, nella Baviera meridionale controllata dalle forze statunitensi, per continuare ad occuparsi del partito comunista tedesco. Nonostante le richieste dei francesi, supportate da partigiani ed ex combattenti, i servizi americani continuarono a rispondere che egli non era sotto la loro custodia. Ricercato da francesi e tedeschi, gli americani decisero di evacuarlo dalla Germania. Con un salvacondotto e sotto falso nome, a Barbie fu permesso di raggiungere l’Italia. A conferma della connivenza dell’intelligence americana con la rete salva-nazisti, nel marzo 1951 l’uomo fu consegnato a padre Draganovic che ricevette 1400 dollari americani al fine di scortarlo fino in Sud America. Con in mano una lettera di raccomandazione del governo argentino, Barbie riteneva che Buenos Aires sarebbe stata la tappa finale della sua fuga. Draganovic, invece, lo accompagnò presso il consolato boliviano di Genova che gli concesse subito un visto di ingresso. Poco tempo dopo i due si recarono presso gli uffici della Croce Rossa dove il croato firmò la richiesta di passaporto di Barbie con lo pseudonimo di Klaus Altmann. Tre giorni dopo fu la volta della DAIE di Peròn, dove Barbie venne accolto con uno “Heil Hitler” dai funzionari argentini che gli fornirono subito i visti di transito in Argentina necessari per raggiungere la Bolivia. Il 22 marzo 1951 Barbie si imbarcò a Genova sul transatlantico “Corrientes”; raggiunse l’Argentina tre settimane dopo e infine la Bolivia.

Livia Zampolini, Operazione ODESSA: la svastica e la croce. Complicità nella fuga dei criminali nazisti verso il santuario argentino, Tesi di Laurea, Università LUISS “Guido Carli”, Anno Accademico 2012-2013

Nikolaus Barbie era un nazionalsocialista già da ragazzo. Nel 1933, già membro della Hitlerjugend e responsabile in Renania della NSDAP, decise di entrare a far parte delle SS. Finì allora per essere assegnato alla sezione SD per i servizi di sicurezza. Successivamente Barbie fu spostato a Berlino dove prestò servizio come membro del servizio di sicurezza delle SS ed effettuò alcune ricerche nei confronti dei tedeschi ebrei. Trasferito ad Amsterdam, Barbie si occupò del saccheggio di beni e del denaro appartenente alle famiglie di ebrei, dirigendo, inoltre, il rastrellamento e la deportazione di quasi 110 mila persone. Nel 1942, dopo essere stato insignito della Croce di Ferro per le azioni in Olanda, fu mandato in Francia, a Lione, per gestire la centrale della Gestapo. Oltre 8 mila ebrei furono rastrellati, deportati o uccisi. Interi villaggi furono dati alle fiamme e in centinaia furono assassinati con un secco colpo alla testa. In molti furono torturati e arrestati per aver fornito aiuto e nascondiglio agli ebrei. Queste atrocità continuarono, sotto l’ordine di Barbie, fino al 1944, anno in cui gli Alleati sbarcarono sulle coste francesi e i tedeschi furono obbligati alla ritirata.
Nell’estate del 1944, Barbie, noto come il “Boia di Lione”, fuggì verso Berlino per poi riunirsi nella Germania settentrionale con la famiglia. Nonostante sia stato fermato ripetutamente e arrestato dagli eserciti alleati, non fu mai identificato. Nel frattempo, Barbie iniziò a stringere forti legami con un gruppo di ex SS e formò la ODS, Organizzazione per il socialismo tedesco, il cui obiettivo era dare vita ad un nuovo Reich. Nel 1947, dopo alcune attività portate avanti dall’ODS, l’identità di Barbie era ormai nota. Fu proprio in questo momento che conobbe Abwehr Kurt Merk, un ex ufficiale che stava lavorando come spia per l’esercito statunitense. Grazie a Merk, Barbie riuscì a contattare il CIC, Counter Intelligence Corps (il controspionaggio statunitense), offrendo ai servizi di intelligence americani reti e canali di contatto, in cambio di una rinuncia agli arresti <152. Così, il Boia di Lione, considerato un pesce piccolo a confronto di Mengele o Eichmann, lavorò per gli americani e coordinò reti di informatori, principalmente ex nazisti, per supportare le attività di spionaggio contro il nuovo nemico, il comunismo. Nonostante ciò, le pressioni francesi per ottenere Barbie aumentarono, e gli americani decisero di liberarsene. In possesso di un documento fornito dal CIC, e di un falso nome, Klaus Altmann, Barbie arrivò a Genova <153, dove ottenne il passaporto della Croce Rossa, un visto per l’Argentina, e si imbarcò sulla Corrientes, per Buenos Aires. Punto di transito per la sua meta finale, La Paz, Bolivia.
Nel 1957 Altmann ottenne la cittadinanza boliviana. Nel 1964 il generale Barrientos prese il potere attraverso un colpo di stato, così Barbie offrì la sua esperienza militare per le operazioni di guerriglia contro il nemico comunista, tra cui l’esercito guidato da Ernesto Che Guevara. Nel 1971 un nuovo colpo di stato scosse il governo boliviano. Hugo Banzer, colonnello, prese il potere e instaurò un regime simile a quello nazista. I suoi militari vedevano in Barbie un mito vivente, così, il Boia di Lione, noto come Don Klaus, approfittò della notorietà ottenuta per gestire alcune attività redditizie. Per prima cosa vendette la materia prima necessaria per la produzione di chinino154 ad un’industria chimica tedesca; in secondo luogo, fondò una compagnia navale, la Transmaritima Boliviana, nonostante la Bolivia non avesse uno sbocco sull’oceano. Tutto ciò era alla base di un ricco traffico di armi destinate alle dittature in Sud America, tra cui quella boliviana. Così, per ripagarlo, il governo concesse a Barbie un passaporto diplomatico che gli permise di spostarsi in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1980 un nuovo colpo di stato, noto come il colpo di stato della “cocaina” <155, guidato dal generale Luis Garcia Meza Tejada, vide la partecipazione, alla guida dei militari di destra, dello stesso Barbie. Nel 1983 però Barbie fu arrestato per frode fiscale, della Transmaritima a danno del governo boliviano. In seguito, fu confermata la sua entrata nel paese sotto falso nome. Così le autorità di La Paz decisero di estradarlo in Francia, nel 1984 <156.
Nel 1987 ebbe inizio il processo contro Barbie. Durante il processo l’ex SS non fece altro che ripetere che durante la guerra lui si era limitato a combattere comunisti e partigiani. Il suo vero obiettivo però era un altro: uccidere. Gli ordini erano chiari, si doveva uccidere il più possibile. <157
Il Boia di Lione fu condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità, e morì nel 1991 a causa di una leucemia.
[NOTE]
152 Milano, Rogan, Soldiers, Spies and the Rat Line: America’s Undeclared War Against the Soviets, Potomac Books, 2000
153 Steinacher Gerald, La via segreta dei nazisti, Rizzoli, 2010
154 Il chinino, formula chimica C20H24N2O2, è un alcaloide naturale con proprietà antipiretiche, antimalariche e analgesiche
155 Il 17 luglio 1980 Luis García Meza e Luis Arce Gómez, politici molto vicini al narcotraffico e alla dittatura militare argentina, realizzarono un colpo di stato. Il regime fece del terrorismo di stato il suo principale strumento di governo.
156 Ophuls Marcel, Hotel Terminus: The life and times of Klaus Barbie, Samuel Goldwyn Company,
157 Linklater, Hilton, Ascherson, The Fourt Reich: Klaus Barbie and the Neo-Fascist Connection, Coronet Books, 1985
Giorgia Cardillo, La fuga dei criminali nazisti verso l’Argentina di Perón e la rete internazionale che li ha protetti. Il ruolo della Chiesa cattolica e dei servizi di intelligence, Tesi di Laurea, Università LUISS “Guido Carli”, Anno Accademico 2018/2019