Il giorno dopo fui seguito dalla missione Norma

Passo della Foppa (Mortirolo) – Fonte: Wikipedia

[…] due importanti missioni paracadutate ai primi di aprile 1945: la missione Franconia in Friuli e la missione Grape II comandata da Santini (mio nome di adozione). Preciso che fui paracadutato al Passo del Mortirolo in Alta Valle Camonica. Il giorno dopo fui seguito dalla missione Norma del Capitano Christopher de Hartungen, alla sua seconda missione. Durante la prima, fece un ottimo lavoro informativo essendo riuscito ad occupare il ruolo di Podestà di un Comune importante del Friuli. Per queste sue vicende è stato accusato di essere un doppiogiochista e neanche il lungo tempo trascorso ha risolto il problema. Ennio Tassinari, La campagna d’Italia dell’OSS e di Max Corvo, Patria Indipendente,  18 febbraio 2007

Raggiungiamo Bari, poi Napoli, da poco liberata e con altri venti antifascisti, alla testa dei quali era Raimondo Craveri e l’appoggio di Benedetto Croce, costituiamo l’ORI (Organizzazione della Resistenza Italiana) che a sua volta viene accolta dall’O.S.S. (Servizio Segreto Americano) e dopo un accelerato corso di formazione divento agente del servizio strategico americano e ufficiale di collegamento tra l’esercito alleato e le formazioni partigiane del nord. Durante i venti mesi della Resistenza svolgo quattro missioni in territorio nemico. Con sempre al fianco un radiotelegrafista vengo sbarcato da un sottomarino alle foci del Po. In seguito sono paracadutato in Toscana. La terza volta attraverso la linea tedesca sull’appennino bolognese e la quarta volta vengo paracadutato al Lago del Mortirolo dove finisco la guerra il primo maggio 1945. Ennio Tassinari su Patria Indipendente,  23 luglio 2006

Ennio Tassinari entrò nell’ORI (Organizzazione Resistenza Italiana), poche decine di uomini che ricevettero dall’OSS USA un addestramento da agenti speciali incursori.
Il miglior modo per descrivere l’ORI è citando Ferruccio Parri, capo del CVL (Corpo Volontari della Libertà): “Assicurò il servizio di informazione, il servizio di rifornimento di armi, di munizioni e di equipaggiamento ai partigiani, assumendo poi la direzione dei servizi essenziali del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà”.
Ennio compì quattro missioni: nella prima venne sbarcato da un sommergibile alle foci del Po per poi arrivare a Bologna ed entrare in contatto con i partigiani operanti in città, dove rimase un certo periodo coordinando importanti azioni di guerriglia. In seguito raggiunse la montagna modenese dove operò con i partigiani della divisione Modena Armando, da qui raggiunse la città di Lucca ancora occupata dai tedeschi dove, con l’aiuto degli antifascisti locali, riuscì a trafugare i disegni della Linea Gotica ed a consegnarli al comando Alleato. Nell’autunno del 1944, quando gli Alleati dopo l’ordine del generale Alexander sospesero l’avanzata, venne paracadutato sull’Appennino Tosco Emiliano, con l’ordine dal Comando Alleato di fermare i partigiani che operavano in zona e si stavano organizzando per scendere in pianura per la liberazione di Bologna, per evitare il probabile annientamento delle truppe partigiane. Poco dopo in collaborazione con il comandante “Armando” Mario Ricci, riuscì, per la prima volta nella storia della Campagna d’Italia, ad ottenere dal Comando Alleato che truppe partigiane combattessero al fronte a fianco delle truppe regolari Alleate, invece che essere disarmati ed inviati nelle retrovie come accadeva di solito. Finì la guerra al Passo del Mortirolo, sulle Alpi lombarde combattendo con le Fiamme Verdi […]
Giuliano Zanaglia, Ci ha lasciato lo scorso febbraio Ennio Tassinari, l’Agente speciale della Resistenza, Resistenza & Antifascismo Oggi, ANPI Modena, 10 Aprile 2013

La dichiarazione di guerra alla Francia (1940) mi apre la mente offuscata dalla retorica fascista, ed ha inizio la mia attività antifascista clandestina anche nell’ambiente militare. Scoperto, insieme ad altri, vengo incarcerato a Ferrara poche settimane prima della caduta del fascismo (25 luglio 1943). Scarcerato con la qualifica di comunista riprendo la lotta politica per la cessazione della guerra. Dopo l’otto settembre, l’indecisione tra i partiti di iniziare la lotta armata per la sconfitta definitiva e la cacciata dell’invasore tedesco, mi fa decidere, insieme ad altri sei amici di partire in bicicletta per raggiungere le truppe alleate e unirci a loro per riscattare la nostra Patria dal fango fascista. Raggiungiamo Bari, poi Napoli, da poco liberata e con altri venti antifascisti, alla testa dei quali era Raimondo Craveri e l’appoggio di Benedetto Croce, costituiamo l’ORI (Organizzazione della Resistenza Italiana) che a sua volta viene accolta dall’O.S.S. (Servizio Segreto Americano) e dopo un accelerato corso di formazione divento agente del servizio strategico americano e ufficiale di collegamento tra l’esercito alleato e le formazioni partigiane del nord. Durante i venti mesi della Resistenza svolgo quattro missioni in territorio nemico. Con sempre al fianco un radiotelegrafista vengo sbarcato da un sottomarino alle foci del Po. In seguito sono paracadutato in Toscana. La terza volta attraverso la linea tedesca sull’appennino bolognese e la quarta volta vengo paracadutato al Lago del Mortirolo dove finisco la guerra il primo maggio 1945. Ennio Tassinari su Patria Indipendente,  23 luglio 2006

Raimondo Craveri («Mondo», nella clandestinità), azionista in quanto «giovane tra i giovani» (Croce 2004, 166), realizzò il progetto di Croce di una partecipazione italiana al processo di liberazione dal nazifascismo fondando nel ’43 l’O.R.I. (Organizzazione della Resistenza Italiana) che avrebbe collaborato con l’O.S.S. (Office of Strategic Services, diventato C.I.A. nel 1947) in numerose missioni nell’Italia settentrionale, stabilendo un raccordo tra gli Alleati e la Resistenza partigiana e svolgendo compiti di informazione e propaganda. Cfr. IVESER 1995 (in particolare le testimonianze di Lussi 1995 e di Tompkins 1995).
La vicenda dell’O.R.I. era nata nell’Italia liberata dall’incontro di Craveri con un ufficiale americano, Peter Tompkins, che si era presentato a Croce nel periodo caprese. Tompkins, giornalista di professione e uomo dei servizi segreti, aveva soggiornato a lungo in Italia in anni precedenti e avrebbe mantenuto rapporti d’amicizia con l’ambiente degli intellettuali liberali anche dopo la guerra; ricorderò più avanti la sua collaborazione alle attività letterarie anglo-italiane di Marguerite Caetani. Si veda Craveri 1980 («crociano, filobritannico e filofrancese erano gli ancoraggi del mio essere antifascista», dice in un breve autoritratto); e Tompkins 2005, libro dedicato a Craveri, «e a tutti quei coraggiosi partigiani che hanno sacrificato liberamente la vita per ridare all’Italia una vera democrazia». Democrazia era la parola, diffusa con una nuova verginità dalla propaganda filoamericana, che aveva entusiasmato Craveri: «La democrazia indicava a un tempo libertà più sostanziali rispetto al periodo prefascista, nuove forme di comunicatività sociale e creatività politica» (Lussi 1995, 92).
Serenella Baggio, «Niente retorica». Liberalismo linguistico nei diari di una signora del Novecento [Elena Albertini], Labirinti N. 142, Università degli Studi di Trento, 2012

Altre missioni, completato l’addestramento, erano pronte per essere inviate nell’Italia occupata ‹‹appena le condizioni meteorologiche, i trasporti e le circostanze lo avessero permesso››.
La missione Franconia (Elinor), che sarebbe stata paracadutata nella Val Camonica, aveva lo scopo di instaurare un collegamento con tutte le bande partigiane dell’area.
Altra missione in programma, denominata Morristown (Rosetta), avrebbe lavorato in cooperazione con le brigate “Mauri” nelle Langhe e Piemonte.
La missione Dick (Anita) fu istituita, poi, su richiesta del XV Gruppo d’Armata che mirava ad acquisire informazioni sulle difese e fortificazioni dei tedeschi nell’area del Bergamasco.
Norma (Westfield) avrebbe lavorato a nord di Brescia, mentre la missione Diana (Pineapple) si sarebbe mossa tra la Val Camonica, il Passo dello Stelvio e il Tonale.
Sarebbero state poi paracadutate le missioni Zita (Zita) che, una volta perfezionato l’addestramento nella base di Brindisi, avrebbero coperto l’area di Venezia e Trieste, Apple III (Betty) e Pomegranate (Portland) per la provincia di Belluno, e Mitraglia (Linda), Mitraglia (Linda) per il Veneto <50.
Fervente fu, dunque, l’attività delle missioni del SI dell’OSS nell’Italia settentrionale che, in buona parte, furono trasferite, verso la fine di novembre 1944, alla Sezione italiana del SI dal SO, che faceva capo alla rete formata dal citato capitano Bourgoin <51, per ordine dell’OSS /AFHQ e quale conseguenza della dipartita di quest’ultimo dall’OSS e dall’Italia e, probabilmente, dell’inefficienza del suo lavoro in Italia <52.
[NOTE]
50 Cfr. Secret Report on Operational Activities and Political and Economic Intelligence cit., pp. 5-6. Per un elenco completo delle missioni dell’OSS in Italia con indicazione delle singole operazioni, i nomi in codice per le trasmissioni radio e i relativi rapporti contenenti le informazioni raccolte, si cfr. il rapporto segreto dell’OSS, senza data, Italian Source List, in NARA, R.G. 226, E. 210, B. 73.
51 Di interesse, con particolare riferimento alle missioni Franconia e Morristown, il citato rapporto del capitano Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., pp. 88 e 89.
52 Cfr. Max Corvo, La campagna d’Italia dei servizi segreti americani cit., p. 296.
Michaela Sapio, Servizi e segreti in Italia (1943-1945). Lo spionaggio americano dalla caduta di Mussolini alla liberazione, Tesi di Dottorato, Università degli Studi del Molise, 2012

La missione Grape II fu lanciata il 4 aprile su un’area bersaglio predisposta dalla squadra Franconia in Friuli, proprio a ridosso del confine con la Jugoslavia. Il capo della missione, Santini, si era già distinto guidando altre missioni del SI. Il 5 aprile, invece, Christopher de Hartugen con la sua Norma fu paracadutato sulla zona di Trento e Bolzano, ovvero in un’area operativa estremamente pericolosa perché di qui sarebbero passate le truppe tedesche dirette ai loro rifugi. Contemporaneamente veniva lanciata una radio per la missione Lorelei, che avrebbe dovuto lavorare agli ordini di Gastone Famos. De Hartungen era un capitano degli Alpini e nel gennaio del 1944 aveva comandato al nostra missione Fig, per poi tornare al di qua delle linee in ottobre. Passai molto tempo a discutere la situazione della provincia di Bolzano, incorporata nel Grande Reich e focolaio dell’annessionismo austriaco e dei sentimenti anti-italiani.
De Hartungen era uno degli ufficiali che il SIM ci aveva messo a disposizione, ed egli aveva creato una sua rete di contatti al servizio del CLNAI. Mentre si trovavano a Siena, Cadorna e Parri incontrarono anche de Hartungen per discutere con lui come si potesse gestire la situazione a Bolzano, essendoci il rischio che i gruppi filo-austriaci si preparassero ad eliminare i capi della minoranza italiana. Il capitano ebbe anche occasione per conferire con il Colonnello Agrifoglio e con il Tenente Colonnello Massaioli del SIM esponendo la sua visione degli eventi […] Le trattative segrete di resa fra Allen Dulles ed il Generale Wolff, in Svizzera, ormai non erano più un mistero per nessuno. La nostra missione Norma da Bolzano trasmetteva gli appelli con cui il Generale Vietinghoff chiedeva al Generale Clark di mandare degli emissari a Bolzano per accogliere la resa delle forze tedesche in Italia. Ai negoziati di Bolzano fra Vietinghoff e De Angelis, presidente del CLN, era presente anche il capo della nostra missione, il Capitano Chris de Hartungen, che teneva aggiornato il nostro comando su tutto ciò che avveniva in quella città, e nell’Alto Adige in generale. La situazione era tanto più sbalorditiva, in quando le discussioni segrete tra Wolff e Dulles e AFHQ erano iniziate già a marzo. Era evidente che le proposte di Wolff erano state neutralizzate solo dal fatto che, nel momento in cui i Tedeschi riuscirono finalmente a riordinare le loro idee, la guerra in Italia era praticamente finita, e la resistenza militare organizzata dei Tedeschi stessi si era completamente disintegrata. Perché Dulles e OSS/AFHQ avevano ritenuto necessario perdere tempo per mandare un operatore radio, nome in codice “Little Wally”, al comando di Wolff a Bolzano quando c’era già la nostra Norma? Impossibile rispondere.
L’area di Bolzano, dove si era ritirata la maggior parte delle forze tedesche che non erano state costrette alla resa o immobilizzate, era considerata tuttora parte della Germania ed era governata dal Gauleiter Hofer. A ciò si aggiungeva il forte sentimento anti-italiano attizzato dai nazionalisti austriaci. Il primo maggio, Norma trasmise il suo messaggio n. 15:
Contatto stabilito con De Angelis e Franco del CNL Alto Adige che sono appena arrivati con un messaggio per il Gen. Clark, rpt. Clark, da Gen. Vietingoff, rpt. Vietinghoff. De Angelis e Franco attendono risposta al nostro posto di comando. Saremo in onda ogni ora. Per il Gen. Clark: abbiamo negoziato con il Gen. Vietinghoff, ufficiale in comando dell’esercito dell’Alto Adige. Abbiamo raggiunto un accordo di principio sul controllo di Bolzano e Merano. Il motivo della nostra iniziativa è di evitare un conflitto fra Italiani ed allogeni (popolazione locale di lingua tedesca). Riteniamo assolutamente necessaria la presenza del vostro plenipotenziario. Prego informare CLNAI e Gen. Fiore. Fateci avere la vostra risposta. Il vostro rappresentante potrà giungere ad un accordo con Vietinghoff. Un aereo può atterrare all’aeroporto di Bolzano alle 21:00. Firmato Bruno De Angelis, Presidente CLN Alto Adige.
Poco più tardi arrivò un altro messaggio:
La nostra missione è stata ufficialmente riconosciuta dal CLN di Bolzano e dal Comando tedesco. Questa sera è stato raggiunto un accordo preliminare con il Generale Brumer, SS Brigadier Fuhrer, in forza del quale il cessate il fuoco avrà inizio domani mattina alle 5, e durerà fino a quando il rappresentante del Generale Clark arriverà a negoziare la resa incondizionata con l’esercito dell’Alto Adige. Potete comunicare il nome del rappresentante del Generale Clark tramite questa radio.
Questi messaggi continuavano arrivare da Norma, a Bolzano, al quartier generale della Compagnia D e all’OSS, in Caserta, ma gli uomini al comando non vi prestavano molta attenzione. Tutti presi dai dettagli della resa “segreta” che arrivavano da altre fonti, non facevano i dovuti collegamenti fra questi dati: io non ne venni informato. A Milano eravamo molto impegnati nell’attuazione della fase di controspionaggio della nostra missione. Max Corvo, La campagna d’Italia dei servizi segreti americani 1942-1945, Libreria Editrice Goriziana, 2006

La missione Franconia (Elinor), la cui squadra fu composta degli agenti Levi, inviato dal Comando Generale della Brigata partigiana “Fiamme Verdi”, Starvaggi e il radiotelegrafista Marracchione, pur essendo pronta, non riuscì, invece, a partire prima del 31 gennaio 1945 per l’Italia occupata dal nemico a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Raggiunto il campo il 13 febbraio, la missione, come programmato, si mise in contatto con la “Fiamme Verdi”. Il 28 febbraio instaurò il primo contatto via radio con la base, che informò del fatto che la formazione partigiana, con la quale stava cooperando, era esposta a continui attacchi nemici sin dal 22 febbraio. La missione, quindi, chiese e ottenne rifornimenti di armi e munizioni e preparò, altresì, un comitato di accoglienza per la missione Norma, il cui lancio era stato sospeso, in attesa che fossero predisposti tutti i dispositivi di sicurezza. Domandò, inoltre, istruzioni sull’avvio di un servizio di corrieri in Svizzera.
Michaela Sapio, Op. cit.

SI maintained direct contact with SI team NORMA that had contact with CLN in Bolzano and German Colonel General Heinrich Gottfried Otto Richard von Vietinghoff’s headquarters. Thanks to the preparation and supply of the team, this radio link could send the request to General Clark for the dispatching of an official Allied mission to Bolzano to accept the surrender of the German South Tryol Armies under Vietinghoff.
Erik K. Griebling, INTELLIGENCE PROFESSIONALISM: A STUDY OF DEVELOPING INTELLIGENCE PROFESSIONALISM IN THE OFFICE OF STRATEGIC SERVICES IN ITALY AND THE CENTRAL MEDITERRANEAN 1941-1945, A Dissertation Submitted to The Temple University Graduate Board, In Partial Fulfillment Of the Requirements for the Degree DOCTOR OF PHILOSOPHY, August 2017