Il poliziotto partigiano Ameglio Sguazzin

Ameglio Sguazzin, “Gianni”

Sguazzin Amelio […] Cadde il 19 dicembre ad Arba (PN) ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con militari tedeschi.
Subito dopo l’8 Settembre 1943, data dell’armistizio e della dissoluzione dello Stato e delle Forze Armate italiane, l’agente Amelio Sguazzin, all’epoca in servizio presso la Questura di Udine, aveva iniziato a collaborare con la Resistenza italiana. Arrestato, era stato poi liberato e trasferito alla Questura di Pola, da dove era riuscito a fuggire ritornando in Friuli dove si era unito ai partigiani della formazione Osoppo-Friuli , insieme ai fratelli Azelmo ( suo gemello) e Aquilino ( un altro fratello, Albino, vicebrigadiere della Guardia di Finanza, era Caduto in Grecia nel 1941).
La guardia Sguazzin, con il nome di battaglia di “Gianni” diventava comandante della forza di polizia interna della Osoppo, lottando duramente contro le spie fasciste, le infiltrazioni di comodo da parte di criminali comuni che tentavano di arruolarsi per potere commettere sopraffazioni con l’alibi degli atti di guerra e contro i falsi partigiani. Il comandante “Gianni” si creò rapidamente la fama di partigiano valoroso e di investigatore scrupoloso e deciso, tanto da infastidire anche alcuni partigiani di altre formazioni che lo accusavano di mettere troppo impegno nei suoi compiti.
Nel settembre 1944, dopo avere combattuto i nazifascisti nel Friuli orientale, Sguazzin venne destinato alle unità della Osoppo che combattevano sulle Prealpi Pordenonesi. Qui la Osoppo venne investita durante l’autunno inverno 1944 da grandi rastrellamenti che ai primi di dicembre costrinsero i partigiani alla ritirata attraverso le montagne. Sguazzin, insieme ad altri patrioti riuscì a sgusciare attraverso le maglie dello schieramento nemico ed a raggiungere il paesino di Arba, dove il gruppo si sistemò in due fienili in attesa di attraversare il fiume Tagliamento per riunirsi alle unità della Osoppo sulla riva opposta.
Nel pomeriggio del 19 Dicembre 1944 i fienili vennero circondati da un numeroso reparto tedesco che intimò ai partigiani di arrendersi e aprì il fuoco attraverso la porta di uno degli edifici.
Il comandante “Gianni” rimase ferito mortalmente, morendo dopo pochi minuti di agonia e gli altri sei partigiani furono costretti ad arrendersi ai tedeschi.
I due fratelli dell’agente Sguazzin, Azelmo e Aquilino, caddero anch’essi durante la Resistenza, rispettivamente il 29 Settembre 1944 ed il 28 Aprile 1945, combattendo contro le truppe tedesche.
Alla Memoria dell’agente Amelio Sguazzin, il comandante “Gianni” venne concessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
Guardia di P.S., dopo l’8 settembre 1943 dava adesione entusiasta al movimento di resistenza, fornendo ai comandi partigiani e alle organizzazioni cospirative preziose informazioni sul nemico e, ai ricercati dalla polizia tedesca, tempestiva possibilità di salvezza.
Scoperto, raggiungeva le formazioni di montagna, ove organizzava la Polizia partigiana, con compiti di controspionaggio e di informazione. Prendeva parte a vari scontri col nemico, facendo rifulgere le sue singolari doti di animatore e di combattente. Accerchiato da forze nemiche soverchianti, alle intimazioni di resa opponeva disperata resistenza finché, stremato di forze e sopraffatto, cadeva con fierezza di soldato”.
Arba (Udine), 6 dicembre 1944
.
Fonte: “L’Osoppo-Friuli nella Bassa” di Giannino Angeli, edito a cura dell’Associazione Partigiani Osoppo, Udine 2002. I Caduti della Polizia di Stato

Ameglio Sguazzin – Fonte: I Caduti della Polizia di Stato

Il poliziotto partigiano Ameglio Sguazzin nacque a San Giorgio (NO). Il poliziotto lavorava in Questura ad Udine e, prima di diventare partigiano, era vicino al regime fascista come tanti altri. Poi vide le scene di tortura e quelle dei prigionieri di guerra in fuga. A fargli scegliere la Resistenza fu la morte di suo fratello Albino, milite della Guardia di finanza che perse la vita in Grecia durante un’operazione militare.
Per Ameglio fu uno choc. Profondamente cattolico, si accorse di non poter accettare la vita del regime e decise di schierarsi con i partigiani per mettere fine a quelle atrocità. Si schierò con il movimento dei partigiani Osoppo, di orientamento cattolico, a lui più vicino. Vide cadere anche il fratello gemello Azelmo (morto il 29 settembre 1944, sempre tra le fila della Resistenza). Il 19 dicembre dello stesso anno Ameglio venne freddato ad Arba [in provincia di Pordenone] dai militari tedeschi. Aveva 32 anni. Si era rifugiato in un fienile insieme un gruppo di partigiani. I tedeschi avanzavano, così fece fuggire i compagni di grado più alto e andò incontro ai nemici con un mitra in mano per rallentarne la marcia. Gli spararono e i soccorsi non valsero a nulla. Anche un altro suo fratello, Aquilino, cadde da partigiano il 28 aprile 1945.
Elena Placitelli, IL PICCOLO, 23 aprile 2012

Subito dopo l’8 Settembre 1943, data dell’armistizio e della dissoluzione dello Stato e delle Forze Armate italiane, l’agente Ameglio Sguazzin, nato a San Giorgio il 2 settembre 1912, all’epoca in servizio presso la Questura di Udine, aveva iniziato a collaborare con la Resistenza italiana. Arrestato, era stato poi liberato e trasferito alla Questura di Pola, da dove era riuscito a fuggire ritornando in Friuli, dove si era unito ai partigiani della formazione Osoppo-Friuli, insieme ai fratelli Azelmo (suo gemello) e Aquilino (un altro fratello, Albino, vicebrigadiere della Guardia di Finanza, era Caduto in Grecia nel 1941). Ameglio Sguazzin, con il nome di battaglia di “Gianni” diventava comandante della forza di polizia interna della Osoppo, lottando duramente contro le spie fasciste, le infiltrazioni di comodo da parte di criminali comuni che tentavano di arruolarsi per potere commettere sopraffazioni con l’alibi degli atti di guerra e contro i falsi partigiani. Il comandante “Gianni” si creò rapidamente la fama di partigiano valoroso e di investigatore scrupoloso e deciso, tanto da infastidire anche alcuni partigiani di altre formazioni che lo accusavano di mettere troppo impegno nei suoi compiti. Nel settembre 1944, dopo avere combattuto i nazifascisti nel Friuli orientale, Sguazzin venne destinato alle unità della Osoppo che combattevano sulle Prealpi Pordenonesi. Qui la Osoppo venne investita durante l’autunno inverno 1944 da grandi rastrellamenti che ai primi di dicembre costrinsero i partigiani alla ritirata attraverso le montagne. Sguazzin insieme ad altri patrioti riuscì a sgusciare attraverso le maglie dello schieramento nemico ed a raggiungere il paesino di Arba, dove il gruppo si sistemò in due fienili in attesa di attraversare il fiume Tagliamento per riunirsi alle unità della Osoppo sulla riva opposta. Nel pomeriggio del 19 Dicembre 1944 i fienili vennero circondati da un numeroso reparto tedesco che intimò ai partigiani di arrendersi e aprì il fuoco attraverso la porta di uno degli edifici. Il comandante “Gianni” rimase ferito mortalmente, morendo dopo pochi minuti di agonia e gli altri sei partigiani furono costretti ad arrendersi ai tedeschi. I due fratelli dell’agente Sguazzin, Azelmo e Aquilino, caddero anch’essi durante la Resistenza, rispettivamente il 29 Settembre 1944 ed il 28 Aprile 1945, combattendo contro le truppe tedesche. Alla Memoria dell’agente Ameglio Sguazzin, il comandante “Gianni” venne concessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “Guardia di P.S., dopo l’8 settembre 1943 dava adesione entusiasta al movimento di resistenza, fornendo ai comandi partigiani e alle organizzazioni cospirative preziose informazioni sul nemico e, ai ricercati dalla polizia tedesca, tempestiva possibilità di salvezza. Scoperto, raggiungeva le formazioni di montagna, ove organizzava la Polizia partigiana, con compiti di controspionaggio e di informazione. Prendeva parte a vari scontri col nemico, facendo rifulgere le sue singolari doti di animatore e di combattente. Accerchiato da forze nemiche soverchianti, alle intimazioni di resa opponeva disperata resistenza finché, stremato di forze e sopraffatto, cadeva con fierezza di soldato”. Arba (Udine), dicembre 1944. Fonte: “L’Osoppo-Friuli nella Bassa” di Giannino Angeli, edito a cura dell’Associazione Partigiani Osoppo, Udine 2002. Padri e Madri della Libertà