Intenso periodo di attività clandestina nei locali della parrocchia del Cristo Re

Igino Giordani negli anni ’70 – Fonte: Wikipedia

[…] Igino Giordani visse dal 1894 al 1980. Tre anni prima della sua nascita vennero costituiti i Fasci siciliani e nel decennio della sua morte cadde il Muro di Berlino. Il primo avvenimento, tratto dalla storia locale e caratterizzato dal decisivo intervento delle masse quali protagoniste della storia, è esempio di quella che è stata definita la “crisi della democrazia” in Europa. <2 L’altro è un evento determinante nello scenario mondiale, segno che una nuova dimensione della vita politica – dopo lo sconvolgimento degli equilibri tradizionali – era stata raggiunta.
[…] Semplificando molto la complessità della situazione, si presentano in queste pagine due diverse direttrici: quella di non compromissione con il potere, di orientamento apologetico nei confronti della verità cristiana, anche in relazione al rapporto sacroprofano, ma non estranea a un dibattito culturale con il moderno; e quella di “confessionalizzazione” del fascismo, trovando nel sistema corporativo da esso proposto la risposta al forte individualismo sociale, causa principale della crisi. La prima, più influente nei circoli F.U.C.I. e nel Movimento Laureati, è anche quella di cui si fanno portavoce due importanti organi a stampa dipendenti dal Vaticano: «Fides», con Bevilacqua e Giordani, e la «Civiltà Cattolica», sotto la guida di padre Enrico Rosa.
Eppure sembra che l’atteggiamento assunto dal Vaticano nei confronti del regime fosse in linea con il progetto di una parte del mondo cattolico di trasformare l’Italia fascista in uno «Stato cattolico». In questa direzione si muoveva, infatti, l’Azione Cattolica e l’Università fondata da padre Gemelli. Ma c’era anche chi, come Bargellini e De Luca – e al loro seguito il gruppo fiorentino de «Il Frontespizio» – si rifiutava di prendere parte al dibattito sulla “crisi” ed evitava di toccare l’argomento politico.
Giordani, pur mantenendo nei confronti del fascismo un atteggiamento di opposizione che esercitò attivamente, fu un intellettuale capace di incontrare e talora di raccordare le diverse esperienze che il mondo cattolico italiano veniva maturando. Si è tentato di dare assoluto rilievo alla sua notevole apertura culturale e di dialogo, utilizzando gli articoli da lui pubblicati su varie riviste e le numerose missive conservate nel suo Archivio. Tale progetto, lungi dall’essere esaustivo, raggiunge alcune conclusioni significative e presenta aspetti originali, non prima indagati.
[…] Nel 1943, per non cedere ad un atteggiamento diffuso di “cristiano in pensione”, Giordani, messa al riparo la famiglia a Capranica Prenestina, mantiene la sua residenza per lo più a Roma, dove in settembre assiste all’entrata dei tedeschi. <204 A trattenerlo nella capitale è il desiderio di proseguire la militanza antifascista. Comincia infatti «un intenso periodo di attività clandestina nei locali della parrocchia del Cristo Re, per invito di padre Zambetti, il quale si preoccupava di formare nuovi dirigenti cattolici, che potessero entrare in campo politico con la fine della guerra». <205 In particolare, Giordani offre il suo contributo tenendo dei corsi di formazione negli incontri del “Martedì culturale” che vedono riuniti personaggi come Spataro, La Pira, Petrilli, e molti giovani, contattati tramite circolari distribuite segretamente. I suoi interventi sono incentrati sulla dottrina sociale della Chiesa, cui si dedica con proficua dedizione. Infatti, in quegli anni vedono la luce “Le Encicliche sociali dei Papi. Da Pio IX a Pio XII (1942)”, e i quattro volumi poi riuniti col titolo “Messaggio sociale del cristianesimo” (1935-1947). <206
Attraverso questi e altri incarichi, ad esempio quello di relatore ai convegni dei laureati cattolici, <207 Giordani dà un contributo notevole alla formazione della futura classe intellettuale dell’Italia post-fascista. <208 Aderisce e promuove anche il neonato partito clandestino della Democrazia Cristiana, <209 anche se guarda con preoccupazione tanto a un partito unico di cattolici quanto alla scelta di inserire nel nome del partito l’attributo di cristiano. Monsignor Montini lo dissuade da queste perplessità. <210
L’amicizia con il futuro Paolo VI risale ai primi anni Trenta ed è documentata da diverse lettere, biglietti e cartoline, in gran parte di natura personale e dal tono semplice e familiare. <211 Il rapporto di stima reciproca e stretta collaborazione si approfondisce ulteriormente nel 1944, quando Giordani accetta la proposta di dirigere «Il Quotidiano», il nuovo giornale dell’A.C.I. Grazie all’interessamento di Montini, ottiene per diversi mesi l’aspettativa dal lavoro alla Biblioteca Vaticana, per potersi dedicare all’attività giornalistica: «Tornare all’apostolato diretto, alla lotta di idee, era quello che più desideravo, sicché accettai [l’incarico] con entusiasmo e smobilitai il mio cervello di bibliotecario per attrezzarlo da giornalista». <212
Prima ancora di assumerne la direzione (nel maggio del 1944), Giordani partecipa alle riunioni indette dall’A.C. per decidere le sorti de «L’Avvenire», che sarebbe stato sostituito da «Il Quotidiano». <213 Si espone in prima persona contro chi afferma che una nuova testata possa risultare d’intralcio a «Il Popolo» e a «L’Osservatore Romano»; redige una nota intitolata “Per un quotidiano nazionale d’Azione Cattolica”, per delinearne l’opera di «pacificazione e ricostruzione», di «recupero dalla distruzione di ideologie e di conflitti», di «conquista dei cittadini alla Chiesa e trasmissione del pensiero cristiano alla società». <214 Nella stessa nota, Giordani ribadisce un concetto
ricorrente in molti suoi scritti: la necessità di un cristianesimo “integrale”. Con l’esortazione a «vivere integralmente la vita soprannaturale», Giordani – nota Casella – palesa definitivamente i suoi intenti: egli parla non «in quanto cattolico», cioè come esponente significativo del mondo cattolico, ma «da cattolico», da semplice cristiano che si rivolge ad altri cristiani. <215
[…] Inizia in questo periodo la collaborazione di Piero Bargellini al giornale. <224 Da alcune sue lettere si comprende con quanta delicata insistenza Giordani abbia cercato di coinvolgere l’amico, la cui famiglia versava in gravi difficoltà economiche a seguito della distruzione di entrambe le case di Firenze e della Verna. Giordani gli propone di curare la terza pagina letteraria e artistica, ma Bargellini è incerto se intraprendere o meno il lavoro giornalistico, perché – come emerge da una lettera del 19 settembre 1945 – esso: «ti prende, ti spreme, ti inaridisce, ti rende sterile. Lì per lì ti dà soddisfazione; poi ti lascia con un pugno di foglie secche». <225 Alla fine, spinto dalle parole di Giordani e dai consigli di don Benvenuto Matteucci, <226 che gli ricordano il suo dovere di apostolato, Bargellini accetta, proponendo di curare una terza pagina culturale due giorni a settimana (giovedì e domenica). Ed ecco che un po’ alla volta anche il tono delle lettere all’amico abbandona il cupo pessimismo e si riveste di nuova speranza: «riusciremo a raddrizzare il mondo?» scrive a Giordani il 3 ottobre. <227
In un’altra lettera, scritta il 25 gennaio 1946, Bargellini confida a Giordani che sta cercando di cambiare il suo stile di scrittura: ha capito che il giornale di Giordani vuole rivolgersi a tutti, e che i suoi articoli devono poter essere compresi anche dalle famiglie di operai; deve imparare quindi a rendere le pagine letterarie e culturali più accessibili e la sua lingua più elementare. <228
L’esperienza de «Il Quotidiano» si chiude per Giordani nel maggio 1946, quando comincia la campagna elettorale per la Costituente e per il referendum del 2 giugno.
Pietro Campilli, a nome della Democrazia Cristiana di Roma, sollecita la candidatura di Giordani; insieme chiedono e ottengono il parere favorevole di monsignor Montini. <229 Il 3 aprile, poi, l’avvocato Vittorino Veronese, <230 direttore dell’Azione Cattolica, scrive a Montini per suggerire di sostituire Giordani alla direzione del giornale nel periodo della campagna elettorale. <231 A conferma di ciò, arriva poco dopo al candidato una lettera ufficiale dell’Azione Cattolica, in cui gli viene concesso un congedo dalla direzione del giornale, per potersi dedicare alla campagna elettorale per la Costituente, nella lista democratico-cristiana: “[il congedo] non gli impedirà di dare al giornale tutto il prezioso contributo del suo pensiero e della sua penna valorosa, l’A.C.I. ben si augura che egli, trasferendo nell’azione politica gl’insegnamenti propugnati nell’azione cattolica, validamente cooperi alla costruzione di quella città cristianamente ordinata e ispirata che è al sommo dei voti, delle preghiere e dell’azione dei cattolici italiani”. <232
Dopo un periodo elettorale trascorso tra accese discussioni anche all’interno del mondo cattolico, diviso tra filomonarchici e repubblicani, Giordani viene eletto deputato all’Assemblea Costituente nel XX collegio elettorale di Roma, nelle liste della Democrazia Cristiana. <233 L’8 giugno 1946 Giordani annota nel suo “Diario Inglese” il successo, ma registra pure l’amarezza per l’ostilità dimostrata da una parte del clero e da alcuni esponenti dell’Azione Cattolica che sostengono la monarchia. Nella seduta del 19 luglio 1946, sotto la presidenza Saragat, Giordani è chiamato a far parte della Commissione per i Trattati Internazionali; <234 al principio di agosto, inoltre, assume la direzione de «Il Popolo», il quotidiano del suo partito, <235 succedendo all’amico Guido Gonella. <236 […]
2 R. MORO, La formazione della classe dirigente cattolica (1929-1937), Il Mulino, Bologna 1979, p. 414.
204 A seguito dell’armistizio di Cassibile (3 settembre 1943), con cui il governo Badoglio dichiara la resa degli Alleati. Giordani ricorda l’invasione tedesca in GIORDANI, Memorie, cit., p. 102.
205 GIORDANO, L’impegno politico, cit., p. 115.
206 Ibid., pp. 115-16. I due lavori di Giordani, cui si fa riferimento, sono i già citati: I. GIORDANI, Le
Encicliche sociali dei Papi. Da Pio IX a Pio XII, Studium, Roma, 19564 [1942] e ID., Il messaggio sociale
del cristianesimo, Città Nuova, Roma 20019 [1958].
207 G. SPATARO, I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica, Mondadori, Milano 1968, p. 330.
208 R. MORO, La formazione della classe dirigente cattolica (1929-1937), Il Mulino, Bologna 1979, p. 82.
209 SPATARO, I democratici cristiani, cit., p. 359.
210 GIORDANI, Memorie, cit., pp. 103-104. Giovanni Battista Montini (1897-1978), aderisce alla F.U.C.I. nel 1919, ordinato sacerdote nel 1920, studia come diplomatico per la Segreteria di Stato della Santa Sede. Nel 1923 papa Pio XI lo invia come nunzio a Varsavia, ma rientra dopo pochi mesi per collaborare alla Segreteria di Stato; nel 1937 viene nominato sostituto e lavora al fianco del Segretario di Stato Eugenio Pacelli. Nel 1939, alla morte di Pio XI, il cardinale Pacelli diviene papa Pio XII. Montini, nominato pro-segretario di Stato nel 1944, si adopera all’assistenza dei rifugiati, specialmente ebrei. Arcivescovo di Milano dal 1954. Diviene papa nel 1963 col nome di Paolo VI. La bibliografia su di lui è abbondante, dunque si preferisce indicare all’occorrenza i volumi consultati.
211 La corrispondenza è conservata in AIG I, 4.2 e comprende sia le lettere del periodo in cui Montini lavora presso la Segreteria di Stato Vaticano, sia quelle da arcivescovo di Milano, sia infine quelle degli anni del pontificato. Per maggiori informazioni si rimanda al Cap. II.VI, n. 476.
212 GIORDANI, Memorie, cit., p. 104.
213 «L’Avvenire» a partire dal 1933 è l’edizione romana de «L’Avvenire d’Italia», ma alla vigilia della liberazione di Roma, per le sue compromissioni con il fascismo, deve – secondo alcuni, tra cui Vittorino Veronese, Giulio Andreotti e lo stesso Giordani – essere sostituito da una nuova testata. Cfr. su questo tema: M. CASELLA, «Il Quotidiano» diretto da Igino Giordani (1944-1946), in SORGI, Politica e morale, cit., pp. 287-316: 287-88.
214 Per un’accurata documentazione sulla nascita e lo sviluppo de «Il Quotidiano» e per il contributo fondamentale ad esso offerto da Giordani, cfr. GIORDANO, L’impegno politico, cit., pp. 125-46 e CASELLA, «Il Quotidiano», cit., pp. 287-316. La nota programmatica è proposta in forma integrale in M. CASELLA, L’Azione cattolica alla caduta del Fascismo. Attività e progetti per il dopoguerra (1942-1945), Studium, Roma 1984, pp. 167-68.
215 CASELLA, «Il Quotidiano», cit., pp. 287-316: 295.
224 Piero Bargellini (1897-1980), scrittore e politico fiorentino. Inizia la sua carriera come maestro di scuola, avendo l’abilitazione magistrale. Mentre svolge l’attività didattica, fonda nel 1929 «Il Frontespizio», rivista di cultura cattolica e apologetica. Quindi, necessitando si buone penne, scrive la sua prima lettera a Giordani, per invitarlo a collaborare (lettera del 1 novembre 1929, in AIG I, 43.1, 3). Di qui nasce un intenso scambio di collaborazioni, per cui Bargellini ricambia con articoli per «Fides», prima, e per «Il Quotidiano», poi. I due non condividono le stesse idee politiche, legandosi Bargellini al fascismo. Ciò nonostante il rispetto reciproco non viene a mancare. La relazione amichevole si rafforza quando, nel dopoguerra, il fiorentino aderisce alla D.C. e affianca La Pira per una riedificazione della sua città, di cui diviene sindaco negli anni Sessanta, trovandosi ad affrontare l’immane catastrofe dell’alluvione. Il carteggio, che dagli anni Trenta ripercorre la vita dei due uomini di cultura fino alla morte (avvenuta per entrambi nel 1980), è conservato in AIG I, 43.1. Essendo estremamente significativo anche per tratteggiare il profilo di Giordani, viene presentato e commentato in queste pagine (Appendice II). Per notizie biografiche più approfondite su Bargellini si veda: R. BERTACCHINI, “Piero Bargellini”, in DBI, cit., vol. XXXIV, 1988, pp. 252-54 [consultabile all’indirizzo elettronico: http://www.treccani.it/enciclopedia/piero-bargellini_(Dizionario Biografico)/ (ult. cons: 06-05-12)]. Manca, invece, un’opera biografica esaustiva sull’autore. Un profilo essenziale si ricava da: C. FUSERO, Bargellini, Vallecchi, Firenze 1949; offre qualche spunto interessante il libro di P.F. LISTRI, Tutto Bargellini: L’uomo, lo scrittore, il sindaco, Nardini, Firenze 1989, che in appendice riporta la bibliografia completa delle opere di Bargellini. Si veda anche la voce “Bargellini Piero” in Dizionario generale degli autori italiani contemporanei, vol. I, Vallecchi, Firenze 1974; E. BALDUCCI, voce “Bargellini, Piero” in Dizionario della letteratura mondiale del Novecento, Paoline, Roma 1980; e il profilo tracciato da L. BEDESCHI in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia (1860-1995), vol. III/1, Le figure rappresentative, cit., pp. 55-56. Molto di lui si conosce dalla pubblicazione delle lettere con Betocchi, Bo, De Luca e Papini.
225 Lettere di Bargellini a Giordani, 4 agosto 1945 e 19 settembre 1945: AIG I, 43.1, 43 e 44.
226 Benvenuto Matteucci (1910-1993), teologo, scrittore e fine studioso pisano. È stato insegnante di teologia dal 1935 al ’38, dal 1938 al ’60 parroco di Poggio alla Malva; dal 1960 al ’68 docente nel seminario e canonico della Cattedrale di Pistoia; infine dal 1968 Vescovo di Pisa. Collaboratore del «Ragguaglio Librario» e dei Convegni degli scrittori cattolici insieme a don Paolo Ratti; autore, già negli anni del dopoguerra, di numerose pubblicazioni e di voci per l’Enciclopedia Cattolica e per l’Enciclopedia Ecclesiastica. Un suo profilo bio-bibliografico è offerto dal fascicolo di «Pietraserena» a lui interamente dedicato (n. 25, 1995). Un dato importante per questa ricerca è l’ospitalità da lui offerta a Bargellini, in seguito alla distruzione della sua casa a La Verna, dove è sfollato con la numerosa famiglia. Nella canonica di Poggio alla Malva, Matteucci gli offre non solo alimenti, ma la possibilità di inserirsi nuovamente nel panorama culturale.
227 Cartolina di Bargellini a Giordani, 3 ottobre 1945: AIG I, 43.1, 45.
228 Lettera di Bargellini a Giordani, 25 gennaio 1946: AIG I, 43.1, 47.
229 GIORDANI, Memorie, cit., p. 109.
230 Vittorino Veronese (1910-1986), avvocato antifascista, direttore dell’I.C.A.S. e dal 1944 dell’Azione Cattolica. Membro dell’U.N.E.S.C.O. dal 1952 e suo direttore generale nel 1958.
231 Lettera di Veronese a Montini, 3 aprile 1946: AIG I, 23.2.2, 8.
232 Lettera dell’Azione Cattolica a Giordani, non datata: AIG I, 23.2.1, 57.
233 «Giordani risultò terzo tra gli eletti con 35.389 voti, dopo De Gasperi (197.936) e Corsenego (46.157), monarchico»: GIORDANO, L’impegno politico, cit., p. 153.
234 Cfr. Atti dell’Assemblea Costituente, VIII, seduta di venerdì 19 luglio 1946: AIG I, 15.4.3, 2.
235 Nel Diario inglese, in data 2 agosto 1946, si legge: «Yesterday the Popolo went out with my signature of director. I started the work the last night of July, and I replaced Guido Gonella, now State Secretary for Education». Inoltre, in un articolo scritto tempo dopo la cessazione di questo incarico, Giordani scrive: «Il 1 agosto 1946 presi la direzione de «Il Popolo», succedendo all’amico Guido Gonella. […] Vedevo una continuità dal «Popolo Nuovo» del Partito Popolare, da me diretto, e dal «Popolo» di Donati, al quale avevo collaborato, al «Popolo» della Democrazia Cristiana, dove il mio predecessore aveva così bene rappresentato la sintesi di democrazia e di cristianesimo. Di continuare tale sintesi fu la mia aspirazione, in quei giorni frementi di furie rivoluzionarie e anarchiche, tra la scarsezza del pane e l’incertezza dell’avvenire politico dell’Italia a motivo del discusso Trattato di pace, contro cui Sturzo tuonava […]» (I. GIORDANI, Contro l’offensiva del laicismo difendemmo la vera libertà, «Il Popolo», ed. speciale, senza data: AIG I, 22.3, 1).
236 Guido Gonella (1905-1982), politico e giornalista veronese. Conseguita la laurea in Filosofia e Giurisprudenza, si dedica all’insegnamento universitario e al giornalismo cattolico. Esponente dell’Azione Cattolica e della F.U.C.I., lavora per le principali riviste della Federazione. Collaboratore dell’«Osservatore Romano», nel corso degli anni Trenta cura la rubrica Acta diurna. Nei suoi articoli Gonella prende posizione contro il regime, attirandosi le ire di Mussolini che, nel 1939, decide di arrestarlo. Liberato su intervento della Santa Sede, Gonella è esonerato dall’insegnamento universitario. Nel corso della seconda guerra mondiale è al fianco di De Gasperi nella ricostruzione di un partito cattolico. Direttore de «Il Popolo», viene eletto alla Camera e poi al Senato nelle file della Democrazia Cristiana. È stato più volte ministro della Pubblica Istruzione e ministro di Grazia e Giustizia. Nel 1963 diventa il primo presidente dell’ordine dei giornalisti. Su Gonella cfr.: AA.VV., Guido Gonella tra governo, parlamento e partito, a c. di G. BERTAGNA – A. CANAVERO – A. D’ANGELO – A. SIMONCINI, 2 voll., Istituto Luigi Sturzo-Rubettino, Roma-Soveria Mannelli 2007.
Carla Pagliarulo, I. GIORDANI, UOMO DI LETTERE E DI CULTURA, E L’IDEALE DI UN «CRISTIANESIMO INTEGRALE»: ALCUNI CARTEGGI INEDITI, Tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, anno accademico 2011/12