La conclusione della serie di convegni nazionali degli studenti segna una cesura inequivocabile nella periodizzazione del Sessantotto italiano

Se il movimento di Roma ha opinioni diversificate quello di Palazzo Campana a Torino si era espresso chiaramente già due mesi prima del voto. I leader studenteschi torinesi avevano dato indicazioni per la scheda bianca nel corso del Convegno nazionale del movimento studentesco di Milano, tenuto il 10 e l’11 marzo 1968 alla Statale occupata.
“Il gruppo di Torino […] ha svolto un attacco alla classe politica italiana in toto, non risparmiando dure critiche perfino al Partito comunista e al PSIUP. I torinesi hanno affermato in sostanza che il PCI ha utilizzato la ribellione studentesca strumentalmente per suoi fini generali, e che il PSIUP, pur lasciando una certa libertà ai suoi simpatizzanti, non ha ben capito il valore dell’attuale “svolta” studentesca. I torinesi quindi – conseguenti a tali categoriche considerazioni – hanno invitato gli studenti italiani ad astenersi dal voto nelle prossime elezioni politiche generali del Paese. “Votate scheda bianca”, è stato il loro slogan, che non ha mancato di suscitare sensazione nell’assemblea, e che non mancherà evidentemente di lasciare interdetti i dirigenti dei due partiti […]”. <636
Le elezioni politiche del 19 maggio non risvegliarono l’interesse degli studenti italiani in agitazione, o comunque, a mio modesto avviso, non costituirono uno dei principali nodi attorno a cui alimentare dibattiti ed assemblee pubbliche, soprattutto nel periodo delle prime settimane di maggio.
A prescindere da queste prese di posizione dei leader, infatti, cui si contrapponeva fra l’altro una certa ambiguità da parte dei vertici dello stesso Pci <637, gli studenti in quel momento storico guardavano prevalentemente a Parigi e alla sua insurrezione, semmai, che rubava moltissimo spazio alle tradizionali tribune politiche pur presenti sulla stampa quotidiana nazionale.
A Milano, fra l’altro, erano riprese le agitazioni all’interno degli atenei cittadini, prima alla Statale e poi alla Cattolica.
Forse proprio queste ultime occupazioni di facoltà possono spiegare la breve cesura nella sequenza di cortei studenteschi ricostruita tra la fine di marzo ’68 e il corteo del 17 maggio descritto sopra.
D’altra parte ormai le manifestazioni pubbliche del movimento studentesco sono entrate nel mainstream dell’informazione giornalistica quotidiana, dove si intrecciano indifferentemente le notizie provenienti dalla Francia con quelle raccolte dalle agitazioni studentesche italiane.
Solo per limitarmi alle città analizzate voglio ricordare che proprio tra la fine di maggio e l’inizio di giugno tanto a Torino (1° giugno, come si è visto) che a Roma (31 maggio, come si vedrà nel prossimo capitolo) si erano tenuti degli importanti cortei di solidarietà con gli studenti e i lavoratori francesi in sciopero.
[…] Il movimento di Palazzo Campana [a Torino] era stato uno dei più importanti poli dell’anima antiautoritaria del Sessantotto italiano. Tendenza, quella antiautoritaria, che nel corso dei vari convegni nazionali si era andata confrontando con l’eterogenea area a matrice marxista, che aveva invece trovato particolare radicamento in università come la Sapienza di Roma e la Statale di Milano.
D’altra parte anche nell’ateneo torinese vi era naturalmente una forte componente operaista, derivata dal gruppo dei “Quaderni Rossi” che aveva nei fratelli Lanzardo e in Vittorio Rieser degli esponenti qualificati e rappresentativi. Non per nulla uno dei primissimi gruppi tra quelli nati dal tronco del movimento studentesco in tutta Italia nasce proprio a Torino, già nel giugno 1968. Si tratta della “Lega studenti e operai” <687, che poi sarebbe divenuta una delle premesse organizzative delle più note Assemblee operai-studenti che avrebbero tenuto a battesimo l’agitazione operaia negli stabilimenti torinesi della Fiat, a partire dalla primavera 1969.
Per tornare al ricordo di Bobbio è possibile riconoscere come il percorso di politicizzazione che aveva permesso l’allargamento della ribellione universitaria fosse stato successivamente influenzato dagli eventi del Maggio parigino, in cui nel giro di poche settimane alle agitazioni studentesche erano seguiti gli scioperi operai. Se infatti la fase di uscita dalle università simboleggiata dalla parola d’ordine della contestazione globale è uno snodo che ha interessato tutti i movimenti italiani, il tragitto che anche in Italia ha portato agli scioperi operai è assolutamente meno lineare rispetto al caso francese.
La componente studentesca ha svolto senza ombra di dubbio un ruolo originale negli eventi del Sessantanove operaio, ma è altrettanto vero che le agitazioni sindacali del noto autunno caldo rappresentano un momento autonomo e originale nella crisi politica italiana apertasi alla fine degli anni sessanta, un momento che non può ovviamente essere ridotto al semplice e consequenziale epilogo delle vicende studentesche dell’anno precedente.
Per tornare al problema della periodizzazione mi sembra opportuno convenire con quanto affermato dallo storico tedesco Gerd-Rainer Horn, che inquadra proprio a partire dal settembre 1968 una fase di progressivo riflusso (“reflux”) dei movimenti italiani. Anche per lui la conclusione della serie di convegni nazionali degli studenti segna una cesura inequivocabile nella periodizzazione del Sessantotto italiano.
[…] Il 27 agosto 1968 <694 Palazzo Campana viene nuovamente occupato dal movimento torinese, anche se l’ateneo viene fatto sgombrare il giorno immediatamente successivo <695.
Il 2 settembre seguente gli attivisti si presentano alla prima lezione e distribuiscono ai cento studenti presenti un ciclostilato che invita a partecipare alla “riorganizzazione del movimento studentesco”, per definire insieme “la linea d’azione degli studenti torinesi per il prossimo anno scolastico”.
“Si comunica che stamane è stato regolarmente riaperto – con ripresa delle lezioni – Palazzo Campana, sede delle facoltà umanistiche della locale Università. Ai circa 100 studenti intervenuti alla prima lezione è stato distribuito un ciclostilato nel quale viene fatto il punto della situazione universitaria di questi ultimi giorni, si accenna all’occupazione del 27 agosto, al successivo intervento della polizia e si ribadisce che il governo Leone ha chiaramente dimostrato, sin dalle sue prime dichiarazioni, di non voler attuare una radicale riforma delle strutture universitarie, ma di voler seguire solo una tattica dilazionatrice. Il ciclostilato, inoltre, preannuncia un’attività per la riorganizzazione del movimento studentesco mediante la costituzione di “commissioni di lavoro”, che dovranno utilizzare il mese di settembre per impostare, attraverso una discussione il più larga possibile, la linea d’azione degli studenti torinesi per il prossimo anno scolastico”. <696
Questo volantino e quell’occupazione estiva sono senza dubbio due segnali di continuità, di permanenza del movimento all’interno dell’ateneo di Torino. Anche se la frammentazione dei luoghi di espressione del conflitto è particolarmente evidente anche in Piemonte, come le stesse fonti di polizia possono suggestivamente confermare.
[NOTE]
636 Da G. Barillà, Il convegno degli universitari aperto a Milano – A confronto i metodi e gli scopi della protesta, «Il Messaggero», 11/3/1968, p. 13.
637 Anche il partito comunista aveva diversi punti di vista sul movimento studentesco, a ben guardare. In estrema sintesi è possibile dire che una parte vedeva con favore le tesi che aprivano agli studenti, ed era quella rappresentata da Longo, segretario del Pci (cfr. L. Longo, Il movimento studentesco nella lotta anticapitalista, «Rinascita», 3/5/1968), mentre un’altra si schierava nettamente contro l’“estremismo” del movimento, e poneva semmai al partito l’idea di dover lottare “su due fronti”, la Dc e gli studenti (cfr. G. Amendola, Necessità della lotta su due fronti, «Rinascita», 6/6/1968).
687 Già dal giugno ’68 la componente più direttamente legata ai «Quaderni Rossi», Liliana e Dario Lanzardo e Vittorio Rieser, fonda la Lega studenti e operai, da non confondersi con l’Assemblea operai-studenti dell’anno successivo. “Nei primi giorni del corrente mese è stata aperta, in questa via Saluzzo n. 43, la sede della c.d. “Lega studenti e operai”. Trattasi di un’iniziativa del locale “Istituto Rodolfo Morandi”: […] la “Lega” […] si propone di raccogliere studenti e operai […] nel tentativo di legare le lotte studentesche a quelle operaie. […] La “Lega studenti e operai” […] è coordinata dal signor Dario Lanzardo. La sede, per il cui affitto mensile viene corrisposta la somma di L. 40.000, è frequentata, nelle ore diurne, specialmente al sabato pomeriggio, da 15-20 giovani, quasi tutti studenti noti per essersi messi in evidenza in occasione delle recenti agitazioni studentesche. […] La costituzione della “Lega” non è il primo tentativo di creare un organismo in grado di rendere permanenti ed organici i collegamenti tra movimento studentesco e movimento operaio.”; dalla comunicazione riservata del prefetto del 28/6/1968, in ACS, Ministero
Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 355, fasc. 15.584/81, Torino Università, sottofasc. 2.
694 “Pomeriggio oggi habent avuto luogo a Palazzo Campana sede facoltà umanistiche assemblea indetta movimento studentesco per discutere programma future agitazioni. At termine assemblea cui habent partecipato circa 180 tra studenti universitari et medi est stata approvata mozione per occupazione università et pertanto circa 80 studenti sono rimasti interno ateneo stesso.”; dal telegramma prefettizio del 27/8/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 355, fasc. 15.584/81, Torino Università, sottofasc. 2.
695 “Seguito precedente segnalazione comunicasi che ore 13,30 oggi forza pubblica est intervenuta per procedere sgombero Palazzo Campana sede facoltà umanistiche. Circa venti studenti che la occupavano evidentemente informati approssimarsi forza pubblica sonosi spontaneamente allontanati da suddetto palazzo, uscendone da qualche ingresso secondario.”; dal telegramma prefettizio del 27/8/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 355, fasc. 15.584/81, Torino Università, sottofasc. 3.
696 Dalla comunicazione riservata del prefetto del 2/9/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 355, fasc. 15.584/81, Torino Università, sottofasc. 6.
Fabio Papalia, Il Sessantotto italiano nella dinamica delle occupazioni e dei cortei. Un confronto tra i movimenti studenteschi di Torino, Milano e Roma, Tesi di dottorato, Università degli Studi Roma Tre, Anno accademico 2010/2011