La missione partì da Brindisi sul sommergibile Nichelio

Il sommergibile Nichelio
Fonte: G. Manzari, I sommergibili… , op. cit. infra

Il 16 febbraio 1944 le prime tre squadre reclutate dall’ORI e addestrate dall’O.S.S. erano pronte a imbarcare sul sommergibile Platino per infiltrarsi nel Nord Italia e appurare quali danni si potessero infliggere alla Linea Gotica, ancora in costruzione. Si trattava delle missioni Raisin, Banana e Lemon, oltre a una missione del S.I.M./O.S.S. di Bourgoin. (119) Le prime due dovevano essere sbarcate poco a nord di Ravenna, nei pressi di Porto Garibaldi, per operare nell’Emilia Romagna; Lemon doveva sbarcare a Cortellazzo e operare a Venezia. I nove componenti, lasciata Ostuni, imbarcarono a Brindisi sul sommergibile Platino assieme all’ufficiale dell’O.S.S. addetto allo sbarco, sergente Peter C. Durante (Pete, che in effetti gli americani facevano passare per un ufficiale). Per la violenza del mare non fu possibile sbarcare la missione Lemon nel punto prescelto; il comandante Patrelli propose, allora, di portarla sulla costa istriana, tra Cittanova e Parenzo, e qui lo sbarco avvenne nella notte fra il 20 e il 21. Il sommergibile, quindi, riattraversò l’Adriatico e si portò nei pressi di Porto Garibaldi, alla foce del Reno, ove, con due battellini di gomma, furono sbarcate le altre due missioni (sei operatori) in condizioni di mare e di tempo quasi proibitive. Al limite del collasso i sei uomini giunsero a terra. Dopo numerose peripezie le squadre si divisero: Raisin coprì l’area Ravenna-Rimini, Banana quella Faenza-Forlì. Sorsero, poi, problemi di impiego della radio e, al 15 marzo, nessun collegamento con la base era stato ancora attuato. Fu deciso l’invio di altre missioni, la Medlar e la Prune, complessivamente quattro operatori, (120) con lo stesso sommergibile che, durante la navigazione, fu scortato da una sezione di due MAS con funzioni anti sommergibile. A bordo vi sarebbero state anche due squadre SO (Special Operations) per complessive sette persone; queste furono regolarmente sbarcate nelle prime ore del 21 marzo alla foce del Reno. (121).

(119) Le missioni erano formate, ciascuna, da tre uomini: comandante, assistente e operatore radiotelegrafista, con relativa radio. – Raisin: Farneti, Minardi, Zanco; quest’ultimo fu catturato durante le operazioni di controguerriglia fasciste dell’estate 1944 e fu fucilato a Bologna il 22 agosto; – Banana: Savelli, Roncucci; – Lemon: Montevecchi e [?]; la missione fu probabilmente catturata al suo arrivo nella zona d’operazioni e i componenti furono fucilati.
(120) In effetti lo sbarco avvenne a una decina di chilometri dal punto previsto. – Medlar (radio Aurora): Ennio Tassinari, Pasquale Recapito e il radiotelegrafista Paolo Ventura; – Prune: Paride Baccarini, Franco, capitano Antonio (o Giuseppe o Francesco) Fiorentino, sergente radiotelegrafista Domenico Fogliani, l’operatore radio Aldo Donati. Furono catturati dopo lo sbarco da uomini della X MAS. Fiorentino e Fogliani furono fucilati, successivamente, nel campo di prigionia di Bolzano. Donati fu poi passato ai tedeschi e doveva essere fucilato a Verona. Fu in seguito liberato e costretto, sotto la minaccia di gravi rappresaglie contro la famiglia, a collaborare. Baccarini fu tenuto per impiegarlo come agente doppio; le SS, per ordine dell’obergruppenführer Karl Wolff, capo di tutte le forze di sicurezza in Italia, proposero a Baccarini di lavorare per loro per neutralizzare le rete ORI. Questi fece finta di accettare e riuscì a prendere contatto, discretamente, con operatori dell’ORI, avendo notizie sulle varie radio; venne così a sapere che la radio di Sirotti era stata catturata dalla GNR e che Sirotti si manteneva nascosto. Successivamente Baccarini, in divisa da SS e con un loro automezzo, si portò verso il fronte, che raggiunse a Poggio Mirteto, e riuscì ad attraversare le linee a piedi rientrando a Brindisi, dove riferì tutto all’ufficiale responsabile dell’O.S.S., Max Corvo. Baccarini, in seguito, fu impiegato come ufficiale dei Servizi Segreti della 28a Brigata Garibaldi.
(121) Erano missioni condotte da appartenenti a reparti regolari impegnati in compiti di sabotaggio e rifornimento armi. Non avevano compiti informativi.

Giuliano Manzari, La partecipazione della Marina alla guerra di liberazione (1943-1945), Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Periodico trimestrale – Anno XXIX – 2015, Editore Ministero della Difesa

5: Missione Prune team Lemon / Radio Lupo 65
Uccisi a Bolzano il 12.09.1944: Domenico Montevecchi e Vilores Apollonio.
Carattere della missione: informativo.
Collaborazione ORI e OSS.
Componenti del team: Domenico Montevecchi alias Musmeci; Gianni De Bortoli alias Dottor Bianchi; Giacomo Marson, marconista. 66
Compiti della missione: svolgere in Alto Adige compiti di informazione.
Attività della missione: dal 16.02.1944 al 20.02.1944.
Destinazione della missione: Alto Adige. 67
Itinerario e destinazione della Missione Lemon / Radio Lupo 68
Il 16.02.1944 il sommergibile Platino imbarcò a Brindisi il team Lemon / Radio Lupo.
La missione sarebbe dovuta sbarcare sulla spiaggia di Cortellazzo (Venezia). Il forte vento impedì lo sbarco nel luogo stabilito: i tre operatori furono quindi sbarcati sull’opposta costa istriana fra Novigrad (Cittanova) e Porec (Parenzo) nella n otte del 20.02.1944.
Così descrive Peter Tompkins lo sbarco della missione: Lungo la costa veneta il mare era troppo burrascoso e il sergente Durante sospese lo sbarco. Era l’una e trenta del 20 (febbraio 1944). Il capitano, dopo qualche esitazione, suggerì di attraversare l’Adriatico portandosi a ridosso della costa istriana, vicino a Parenzo, dove sperava che l’impetuoso vento del nord infuriasse di meno. A dieci miglia dalla costa la propulsione diesel fu sostituita dai più silenziosi motori elettrici, e il sommergibile si accostò fino a 400 metri dalla spiaggia, mentre la squadra si arrampicava nella torretta di comando. Lo sbarco avveniva in condizioni pressochè perfette; così la missione Lemon – il suo comandante Montevecchi, il suo vice e un operatore radio – salirono sul loro canotto e remarono verso la spiaggia, scomparendo nella notte. Toccata terra, il team di Montevecchi iniziò dalla lontana Istria la marcia clandestina di avvicinamento all’obiettivo, ossia l’Alto Adige, allora parte della Zona di Operazioni nelle Prealpi. La radio della missione “entrò in aria” una volta, forse su iniziativa del nemico che aveva catturato ben presto l’intera missione.
Arresto di Domenico Montevecchi (e Vilores Apollonio?)
Individuati poco dopo l’approdo in Istria, i tre agenti furono catturati da forze armate tedesche.
Furono rinchiusi nel Forte S. Leonardo di Verona, dove Gianni De Bortoli, nel timore di non resistere alle torture e di rivelare i piani dell’organizzazione, si tolse la vita.
Notizie su Domenico Montevecchi
Domenico Montevecchi, dopo il 25.07.1943 e fino all’8.09.43, era entrato nel comitato del popolo a Faenza e aveva collaborato assieme ad altri cattolici all’organismo che divenne il Comitato di Liberazione Nazionale. Verso la metà di settembre 1943 decise di partire per il sud, giunse a Napoli, entrò dapprima nel gruppo del generale Pavone 69 e poi nell’ORI, che si andava allora costituendo.

6: Missione Advent
Uccisi a Bolzano il 12.09.1944:
Pompilio Faggiano, Ernesto Paiano.
Carattere della missione: sabotaggio.
Collaborazione SIM e No.1 Special Force.70
Componenti della missione: Ernesto Paiano alias Primo; Pompilio Faggiano alias Tommaso; degli altri 8 componenti conosciamo i cognomi e i nomi in codice: Schiffo alias Alfredo, Dell’Aquila alias Bruno, Di Cesare alias Fausto, Mazzoni alias Enea, Lezzi alias Lamberto, Menichetti alias Giuseppe, Loffrano alias Mattia, Maggi alias Gavino. 71
Possiamo dedurre la data di inizio dell’ingaggio di Faggiano da una comunicazione che il Ministero della Difesa inviò alla famiglia nel 2003, secondo la quale Faggiano fu assunto in forza da una speciale organizzazione il 17.12.1943 quale volontario per una missione in territorio occupato. Faggiano e Paiano avevano seguito un corso accelerato di paracadutismo nel dicembre 1943 per conto del SIM.
Compiti della missione: non noti.
Attività della missione: dal 25.02.1944 a data non nota.
Destinazione della missione: non nota.
Gli altri membri della missione rientrarono alla base.
Itinerario e destinazione della Missione Advent
La missione partì il 25.02.1944 da Brindisi sul sommergibile Nichelio 72 che sbarcò gli agenti nella notte tra il 27 ed il 28 febbraio 1944 a sud di Pesaro. Forse a Pesaro la missione Advent si sarebbe dovuta ricongiungere al 185. Reggimento Paracadutisti Divisione “Nembo”, di cui Faggiano era sergente maggiore effettivo.
Ignota la destinazione finale della Missione Advent.
Arresto di Ernesto Paiano e di Pompilio Faggiano
Paiano e Faggiano furono arrestati nelle Marche in momenti diversi. A motivo delle rivelazioni fatte da Paiano, arrestato per primo, furono catturati Faggiano, Schiffo e Mazzoni.

7: Missione Prune / team Grape I73
Uccisi a Bolzano il 12.09.1944: Antonio Fiorentini e Domenico Fogliani.
Carattere della missione: informativo.
Missione OSS.
Componenti del team: Antonio Fiorentini, comandante della missione e Domenico Fogliani (alias Dal Rin?), marconista.
Compiti della missione: non noti.
Attività della missione: dal 19.03.1944 al 22.03.1944.
Destinazione della missione: Veneto?
Compiti della missione: non noti.
Attività della missione: dal 19.03.1944 al 22.03.1944.
Destinazione della missione: Veneto?
Itinerario e destinazione della Missione Prune / team Grape I
Il 19.03.1944 il sommergibile “Platino” imbarcò a Brindisi cinque gruppi, tra cui anche il team Grape I. Era presente sul sottomarino un ufficiale americano.
Nella notte tra il 22 e il 23.03.1944 il team Grape I fu sbarcato sulla penisola di Cavallino, nei pressi di Jesolo (VE), insieme con il team di Paride Baccarini e Aldo Donati.
Arresto di Antonio Fiorentini e Domenico Fogliani
Il team Grape I subito dopo l’approdo fu arrestato dal Battaglione NP (Nuotatori Paracadutisti), unità della Decima Flottiglia Mas dell’esercito della RSI, in quel periodo di stanza a Jesolo per addestramento. Poi furono consegnati ai tedeschi.
Giorgio Pisanò, 74 nella sua storia dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, nel capitolo dedicato all’unità NP della Decima Mas riporta il momento dell’arresto dei due teams, tra cui cita Fiorentini e il suo radiotelegrafista, secondo le parole del sottotenente di vascello Armando Zanotti: Gli informatori sbarcati sul litorale di Jesolo erano quattro e tutti appartenenti al Partito d’Azione; il pittore Baccarini, il radiotelegrafista Donati (che poi venne arruolato nel battaglione con il nome di Dinelli), il capitano Fiorentino (sic) di Bologna e il sergente radiotelegrafista Dal Rin. Lasciati al largo da un sommergibile, questi uomini avevano raggiunto la riva su un canotto pneumatico, ma furono catturati dai miei marò poche ore dopo, insieme agli apparecchi radio, ai cifrari ed alla valuta italiana ed estera di cui erano abbondantemente forniti. Il pittore Baccarini venne alloggiato dal comandante Buttazzoni, con cui concordò un piano di intesa; Fiorentino rientrò in famiglia a Bologna; il sergente Dal Rin partì come radiotelegrafista per il fronte, ma presto, approfittando di un’esplosione avvenuta su un autocarro durante la marcia di trasferimento, si allontanò dal reparto e non fu più trovato. (…) Avuta notizia dell’arresto un maggiore tedesco si presentò al nostro comando per chiedere la consegna degli informatori, ma fu congedato con molta fermezza. Il comandante Buttazzoni, poche ore dopo, venne chiamato al comando tedesco e arrestato. Poi liberato per intervento del comandante (Junio Valerio) Borghese, del sottosegretario alla Marina Spartani e di Graziani stesso.
La precisazione dell’appartenenza dei quattro agenti al Partito d’Azione lascia intendere che essi siano stati interrogati dal comandante Buttazzoni stesso o da altri della Decima Mas prima della consegna al comando tedesco.
Non vi sono elementi per inquadrare le vicende di Fiorentini e di Fogliani che, così come le indica Pisanò, non preludono certo alla tragica fine di entrambi.

8: Missione Viola 75
Ucciso a Bolzano il 12.09.1944: Francesco Colusso.
Carattere della missione: informativo
Missione OSS.
Componenti della missione: Francesco Colusso, comandante della missione; Margherita
Mezzi alias Viola.
Compiti della missione: non noti.
Attività della missione: marzo – aprile 1944?
Destinazione della missione: non nota.
Itinerario e destinazione della Missione Viola
Notizie circa l’itinerario della missione di Colusso provengono unicamente dalle parole di commemorazione pronunciate da don Longhi nel settembre 1945: Catturato da tre repubblicani al suo sbarco da un sottomarino a Caorle (Venezia) ai primi di aprile e poi trasferito a Bolzano. Probabilmente la missione Viola era sul sommergibile Platino insieme con il team Grape I, partito da Brindisi il 19.03.1944 e sbarcato presso Cortellazzo (vicino a Caorle) il 23.03.1944.
Arresto di Francesco Colusso
Secondo il documento americano, il capomissione Colusso fu catturato dai tedeschi subito dopo lo sbarco insieme con l’agente Mezzi, liberata in un secondo momento, mentre Colusso fu trattenuto in carcere. Il documento dice anche che entrò in contatto con la missione don Carlo Signorato di Verona, che prestò denaro ad un agente della missione Viola.
Allo stato attuale delle conoscenze non è purtroppo possibile capire molto di più di questa nota, molto significativa perché indica un legame con colui che, dopo la guerra, fornì nomi e identità dei 23 al Comune di Bolzano. Il documento cita nel breve paragrafo dedicato alla missione Viola anche “di Fonso (Avv.)”, pur avendo chiarito che i membri della missione Viola erano due, ovvero Colusso e Mezzi. Non è chiaro il ruolo del “di Fonso”, non specificato, né se si possa identificare in esso l’agente Domenico Di Fonzo, qui trattato separatamente.

65 Il nome “Lemon / radio Lupo” è fornito da Tassinari e dall’Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, vol. IV, voce O.R.I., pagg. 273 – 274. Invece il documento americano chiamato “SI Debriefing Reports, Folder 1” elenca per l’Operation PRUNE, tra gli altri, “Fogliani fnu” cioè first name unknown (nome sconosciuto), “Apollonio fnu, Montevecchi fnu”.
66 Sembra verosimile che Giacomo Marson fosse il nome in codice di Vilores Apollonio: le fonti italiane dicono che Giacomo Marson era di Pola, la fonte americana del “SI Debriefing Report Prune Operation” elenca tra i membri di questa missione anche “Apollonio, fnu” ovvero “Apollonio, nome sconosciuto”.
67 Nozzoli 1957 pag. 80
68 Tutta la descrizione del viaggio del Platino da Fioravanzo 1971 pag. 403. Altre notizie sulla missione in Tompkins 1995 pagg. 177 – 178
69 Sul Gruppo Volontari del generale Pavone vedi nota 156.
70 La famiglia Faggiano conserva un Attestato di benemerenza a nome del sergente maggiore Faggiano Pompilio emesso a Siena il 31.08.1945 dal Comando No. 1 Special Force.
71 NA HS 9 / 1137 /1 (Paiano), NA HS 9 / 495 / 1 (Faggiano).
72Il sommergibile Nichelio portò a destinazione sette missioni dal 26.11.1943 al 27.07.1944: questa fu la terza. Fioravanzo fornisce dati lievemente difformi dai documenti inglesi: scrive che lo sbarco degli informatori avvenne a nord di Pesaro poco dopo la mezzanotte del 26 febbraio, dopodichè il Nichelio tornò a Brindisi ostacolato dal mare grosso da scirocco, che lo aveva accompagnato in poppa durante la traversata di andata (Fioravanzo 1971 pag. 397).
73 Vedi nota 65.
74 Pisanò 1967 vol. 2 p. 1144.
75 NARA SI Debriefing Reports, Folder 33, Viola Mission, RG 226, Entry 124, Box 8.

Carla Giacomozzi, 23. Un eccidio a Bolzano, Quaderni di Storia Cittadina, Volume 4, Città di Bolzano / Assessorato alla Cultura, alla Convivenza, all’Ambiente e alle Pari Opportunità, Ufficio Servizi Museali e Storico-Artistici, Archivio Storico, 2011

Fra il 25 febbraio, alle 09:58, e il 2 marzo, alle 07:40, il sommergibile Nichelio (ten. vasc. Ugo Esmenard) effettuò una missione (operazione ADVENT), sbarcando un gruppo di dieci operatori della N° 1 Special Force del SOE, alle 01:40 del 28 febbraio, poco a nord di Pesaro. Il capo missione era Ernesto Paiano, Primo; gli operatori erano Pompilio Faggiano, Tommaso Schiffo, Alfredo Dell’Aquila, Bruno Di Cesare, Fausto Mazzoni, Enea Lezzi, Lamberto Menichetti, Giuseppe Loffrano, Mattia Maggi, Gavino. In seguito Paiano fu arrestato mentre operava nelle Marche; poco dopo fu la volta di Faggiano, Schiffo e Mazzoni. Paiano e Faggiano furono uccisi nell’eccidio a Bolzano.
[…] Il 22 marzo fu la volta della missione informativa OSS-ORI APPLE I, piano di collegamento radio AURORA, capo missione agente dell’ORI Ennio Tassinari, Santini Mario, senza radiotelegrafista. Da metà giugno, come si vedrà, giunsero di rinforzo l’operatore Pasquale Recapito e il radiotelegrafista Paolo Ventura. Compito iniziale di Tassinari era quello di vedere che fine avessero fatto le missioni sbarcate nel mese precedente sulle coste adriatiche delle quali non si avevano notizie. Tassinari trovò subito Savelli, che lo informò del regolare arrivo della sua missione e di quella di Farneti, ma anche del fatto che le radio si erano bagnate e non funzionavano. Subito dopo Farneti riuscì a far funzionare il proprio apparato radio. Assieme a Savelli, Tassinari si spostò a Bologna. In aprile ebbe la notizia che il team LEMON/Radio LUPO, di Domenico Montevecchi, sbarcato in Istria, era stato catturato allo sbarco. La stessa fine avevano fatto i team GRAPE I di Antonio Fiorentini e il PRUNE di Paride Baccarini, sbarcati insieme nella penisola del Cavallino, Venezia. Tutti erano stati trasferiti a Verona, interrogati e torturati, e tutti poi furono fucilati, meno Baccarini che fu liberato ma che morì l’anno seguente in seguito ai maltrattamenti subiti.
[…] Il 22 marzo sbarcò, nella penisola del Cavallino (Venezia), la missione del SOE-SIM PRUNE, capo missione Paride Beccarini, Franco, operatore radiotelegrafista il caporal maggiore Aldo Donati, Dino Dinelli. La missione fu catturata allo sbarco. I suoi componenti furono trasportati a Verona, dove vennero interrogati e torturati. Beccarini venne inviato al Sud, come agente doppio. Morirà nel 1945 in seguito ai maltrattamenti subiti. Dinelli si arruolò nella Xa MAS. Ripassate le linee e catturato dai britannici, fu prima messo in campo di concentramento e poi liberato.
Lo stesso giorno sbarcò la missione dell’OSS GRAPE I, capo missione Emanuele Caironi[?], componente il capitano dell’Aeronautica Antonio Fiorentini, marinaio radiotelegrafista Domenico Fogliani, Del Rin[?]. La missione doveva sbarcare in Istria. Per problemi di navigazione si decise di sbarcarla, assieme alla missione Prune, sulla penisola del Cavallino, nei pressi di Jesolo (Venezia). Doveva operare in Veneto. Venne subito catturata da appartenenti al Battaglione NP (Nuotatori Paracadutisti) della Xa MAS. I suoi componenti furono consegnati ai tedeschi e vennero trasferiti a Verona, dove furono interrogati e torturati e, quindi, trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli (Carpi) e poi di Bolzano, dove Fiorentini, e Fogliani furono uccisi nella strage del 12 settembre.
Giuliano Manzari, I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945, Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Dicembre 2011