La satira al tempo della Conferenza di Sanremo

[ Sulla Conferenza di Sanremo del 1920 anche la stampa umoristica si esercitò con viva forza. Si presentano qui alcune pagine di “Le Rire” del 24 aprile 1920, accompagnate da qualche considerazione (in un caso, rimaneggiata) tratta da “The Times” del 22 aprile 1920. Il tutto frutto di una ricerca di Alfredo Moreschi. Si è pensato bene, tuttavia, di aggiungere a questo lavoro qualche copertina sia di “Le Rire” che di “Le cri de Paris“]

Uno sguardo alla stampa francese mostra quanto fosse intenso il risentimento nei confronti del Primo Ministro britannico. La stampa satirica e pittorica sembrava già aver recuperato i colori degli artisti dei tempi di Fashoda e della guerra boera. Se Mr. Lloyd George al suo arrivo a Sanremo avesse potuto aprire una copia di Le Rire avrebbe visto sulla prima pagina se stesso mentre assisteva ad un Poilu francese, raffigurato nell’atto di sostituire un dipinto raffigurante uno sgargiante “Tommy” britannico, ponendo al suo posto un raccapricciante ritratto della perfida Albione. Sotto nella didascalia si leggeva “Come, è già qui, Lloyd George I°?”.

“La copertina di Cri de Paris di questa settimana rappresenta la Germania che sta spazzando via frammenti del Trattato di Pace, e sotto, in inglese, “Lloyd George è un bravo ragazzo“. La stampa satirica di Parigi non è la sola in tali commenti, e sarà un disastro se qualcosa non verrà corretto alla riunione di domani dove si chiarirà la Gran Bretagna dai sospetti che le gravano sulle spalle: che si preoccupa esclusivamente del suo apparato industriale e dei propri problemi economici, dell’intenzione di acquisire una posizione dominante per se stessa nel commercio mondiale, per essere sorda agli appelli francesi e cieca ai suoi desideri immediati e clamorosi di potere. Il Partito di Lloyd George, che ora include anche il signor Balfour, convocato da Cannes, intende partire per Londra sabato. Millerand partirà domenica”.

“I francesi sperano naturalmente che, se sono costretti a fare, in ultima istanza, passi che non comportano la continuazione del possesso di Francoforte, ma forse, anche l’estensione dell’occupazione nei campi di carbone della Ruhr potrebbe godere del sostegno della Gran Bretagna e dell’Italia”.