La tanto discussa opera dello scultore Leoncillo Leonardi

Leoncillo Leonardi, Il Monumento ai Caduti di tutte le guerre sulla Passeggiata degli Artisti di Albissola Marina: cartolina del 1961

In Albissola Marina, indicata da sempre come terra dedicata all’arte della ceramica, si trova, collocato sul lungomare identificato dagli inizi degli anni ’60 come Passeggiata degli Artisti, una delle più importanti opere del nostro patrimonio nazionale.
Si tratta del “Monumento ai caduti di tutte le guerre”, opera di Leoncillo Leonardi (Spoleto 1915 – Roma 1968), qui eretto in un’epoca nella quale ottimi artisti frequentavano il territorio locale, con punte d’eccellenza in Albissola Marina appunto, e a Calice Ligure intorno al cenacolo lì creato da Emilio Scanavino.
Il monumento di Albissola Marina riveste particolare valenza considerata una serie di questioni che esulano anche dal valore artistico a se stante.
Le origini dell’opera, vanno collocate nel momento in cui (1949) la locale Associazione dei Combattenti e Reduci propose all’Amministrazione Comunale di dare una migliore collocazione all’altorilievo in bronzo ed alle lapidi con i nomi dei caduti nelle varie guerre, ubicati nell’atrio del Palazzo Civico.
L’Amministrazione del tempo, allora presieduta dal Sindaco Giuseppe Ciarlo ed avente tra i suoi consiglieri di maggioranza il prezioso Adolfo Testa, operaio metallurgico che nel 1956 sarà il padre creatore del locale Circolo degli Artisti, raccolse l’invito e ritenne di meglio operare promuovendo un Concorso Nazionale tra una rosa selezionata di artisti ai quali venne chiesto di interpretare la tragedia della guerra con loro personale stile.
La gestazione fu abbastanza lunga anche perché, a seguire, si ipotizzarono collocazioni in spazi pubblici diversi che di volta in volta suscitarono contestazioni di vario tipo da parte di privati cittadini od altri soggetti: ad esempio la locale Azienda di Soggiorno.
Va anche ricordato, per dare giusta valenza a questa avventura, che quella di Albissola Marina era un’Amministrazione Comunale nella quale il Partito Comunista Italiano rappresentava in quel tempo parte preponderante ed esprimeva il Primo Cittadino; si trattava proprio di quel partito il cui leader indiscusso Palmiro Togliatti, nell’autunno del 1948, dalle colonne della rivista ideologica Rinascita aveva lanciato l’anatema contro l’arte astratta, (“…come si fa’ a
chiamare arte…questa roba…esposizione di orrori e scemenze…lasciateci la libertà di dirvi che ciò che avete fatto sarà tutto quello che volete, non opera d’arte…non comprendiamo nulla delle vostre studiate, fredde inespressive e ultra accademiche stravaganze…”) intervenendo, come già aveva fatto nel 1946 nei confronti delle scelte culturali de Il Politecnico di Elio Vittorini, in maniera pesante ed indiscutibilmente arbitraria nel dibattito artistico e provocando una cesura che nel periodo successivo sarà foriera di gravi ripercussioni nel rapporto tra lo stesso partito e i migliori ambienti intellettuali.
Ciò non ostante, le vicende albissolesi che daranno seguito alla nascita del monumento ai Caduti, non subiranno alcuna conseguenza dallo scontro culturale in atto a livello nazionale, segno di una maggiore avvedutezza dei dirigenti locali del PCI.
Il 5 novembre 1949, con delibera del Consiglio Comunale, venne costituito un “Comitato organizzatore erigendo monumento ai caduti di tutte le guerre” composto da tredici rappresentanti di partiti, associazione combattentistiche ed altri soggetti.
Ma l’elemento più importante rispetto a questa vicenda fu che, anzichè provvedere al semplice spostamento in altra sede del manufatto in bronzo e marmo (che ancora oggi si trova collocato nell’atrio del Municipio) riportante i nomi delle vittime degli eventi bellici, si decise di bandire un Concorso Nazionale per un nuovo monumento ai Caduti.
Fu una scelta lungimirante anch’essa, considerato che il momento storico-politico era caratterizzato anche da una forte contrapposizione di vedute pure sui temi del ricordo e dell’omaggio ai caduti dei bui tempi precedenti.
Discreto e per nulla invadente suggeritore nella scelta dei nomi da proporre per la Commissione selezionatrice delle opere che si andava costituendo e degli artisti da invitare apparve, in un primo tempo, il Prof. Mario Penelope, prestigiosa figura di intellettuale militante, in allora Presidente della Federazione Nazionale Artisti aderente alla CGIL.
Il concorso nazionale venne ufficialmente bandito con delibera del Consiglio Comunale del 5 aprile 1954; il successivo 11 ottobre venne decisa altresì la costituzione della sopracitata giuria, formata da “…elementi competenti in campo nazionale, scelti in differenti centri regionali: 2 scultori, 1 pittore, 1 ceramista, 1 architetto, 3 critici, 1 rappresentante del Comune…”; risulta evidente lo sforzo tanto di elevare il livello della commissione giudicante, quanto di mettersi al riparo da interessi e particolarismi locali.
[…] Il 9 maggio del 1957 iniziarono i lavori di erezione del monumento, affidati all’impresa del costruttore Antonio Marson, coadiuvata dai giardinieri dell’Azienda di Soggiorno.
La storia dell’erigendo monumento non sembrò più subire ostacoli ed il 5 gennaio del 1958, con una cerimonia pubblica alla presenza di tutte autorità civili e militari della cittadina e della provincia di Savona e qualche assenza di esponenti della sinistra, l’imponente scultura ceramica veniva ufficialmente inaugurata.
In conclusione di questo breve excursus, credo sia utile considerare che Leoncillo realizzò due grandi opere celebrative: “La partigiana veneta” ed il monumento di Albissola Marina.
La prima, a lui commissionata dall’Istituto per la Storia della Resistenza delle tre Venezie e collocata in Venezia nel 1957, andò distrutta in uno attentato dinamitardo di matrice fascista nella notte del 27 luglio 1961; ad Albissola Marina, si trova di conseguenza un capolavoro del grande Leoncillo unico nel suo genere.
Spesso bistrattato, trascurato nelle zone circostanti, gravato di inutili orpelli quali brutti vasi e fioriere di contorno, maltrattato dalle varie corone che nei momenti dedicati vengono collocate sopra le delicate maioliche, scarsamente segnalato; in esso è comunque racchiusa tutta una storia preziosa, nata dalla lungimiranza di Amministratori che reduci dalle lotte della Resistenza, avevano saputo impegnarsi nelle battaglie per la rinascita morale e culturale del Paese, essendo capaci di guardare oltre l’orizzonte localistico e di scavalcare resistenze e conservatorismi anche quando provenienti dalla propria stessa collocazione ideale.
Leoncillo proseguirà successivamente nel suo percorso di ricerca estetica e di partecipazione al sociale; uscito ufficialmente dal PCI nel gennaio del 1957, dopo riflessione seguita ai fatti di Ungheria, continuerà comunque ad essere legato idealmente e concretamente al mondo che lo circondava; l’anno stesso della morte, nel 1968, ospite della Biennale di Venezia, velerà le opere del padiglione a lui dedicato per solidarietà con i giovani artisti contestatori di
quel momento… ma questa è un’altra storia.
Mauro Baracco, Il Monumento ai Caduti di tutte le guerre di Albisola dell’artista Leoncillo in Savona in guerra. Militari e vittime della provincia di Savona caduti durante il secondo conflitto mondiale (1940-’43/1943-’45), ISREC Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Savona, 21 gennaio 2013

Fonte: MUDA cit. infra

Fonte: MUDA cit. infra

Prima che il Lungomare degli Artisti [di Albissola Marina] venisse realizzato e inaugurato nel 1963, la storica piazzetta dei pescatori venne designata a sede del Monumento ai Caduti di tutte le guerre, realizzato da Leoncillo Leonardi (Spoleto 1914-Roma 1968).
Nel 1954 il Comune di Albissola Marina bandì un concorso nazionale per il monumento ai caduti, che doveva essere realizzato in ceramica e pensato per essere collocato sul lungomare, a pochi metri dalla spiaggia. Leoncillo si aggiudicò il concorso nel 1955 e realizzò le sculture in ceramica che lo compongono tra il 1956 e il 1957.
Si tratta del fregio dei Caduti (lato monte), e il gruppo dei Superstiti, (lato mare), divisi da un blocco di cemento scalpellato.
Il monumento, antiretorico e diviso tra linguaggio espressionista, neo-cubista e informale, è innovativo per il suo inedito dialogo con lo spazio urbano, ed è l’unica opera pubblica di Leoncillo ancora oggi esistente in Italia. Venne inaugurato nel gennaio 1958.
Redazione, Il Monumento ai Caduti di Leoncillo, MUDA

Tutti conoscono, a Savona, il Monumento ai Caduti di piazza Mameli. Decisamente meno noto, invece, è un analogo monumento che esiste tuttora ad Albissola Marina, lungo la Passeggiata degli Artisti: ciò, è bene sottolinearlo, nonostante si tratti di un’opera di grande valore, che fu realizzata, a metà degli anni Cinquanta, da uno dei maggiori artisti italiani del Novecento: Leoncillo Leonardi (Spoleto, 18 novembre 1915 – Roma, 3 settembre 1968). Leoncillo fu, insieme a Manzù e Martini, uno dei “tre grandi” della scultura italiana. Le sue opere, di singolare bellezza e lucida introspezione, hanno lasciato un segno profondissimo nella storia dell’arte italiana contemporanea, influenzando con grande vigore tutti gli artisti venuti dopo di lui. Ma non solo: convinto antifascista, iscritto al Partito Comunista Italiano, Leoncillo partecipò attivamente agli eventi storici del suo tempo e aderì alle formazioni partigiane, offrendo il proprio contributo alla lotta contro l’affermazione del totalitarismo nazista. Il Monumento ai Caduti di tutte le guerre da lui realizzato per il Comune ligure si inserisce a pieno titolo nell’elenco dei capolavori dell’arte italiana contemporanea: specializzatosi nella lavorazione della ceramica, Leoncillo seppe utilizzare la materia in modo assolutamente straordinario e innovativo, ricorrendo all’uso di accesi cromatismi che lo portarono a risultati di livello elevatissimo. Nelle sue opere ceramiche, in particolare, con uno stile convincente ed altamente ispirato, egli seppe esprimere tutto l’orrore per la guerra appena trascorsa: le sue sculture ci rimandano l’immagine di una natura sconvolta e straziata, rappresentata attraverso una materia ceramica informe e contorta, percorsa da tagli netti e profondissimi, quasi ad alludere alle fonti primigenie del dolore e della sofferenza; ma in quelle sue opere si possono anche intuire le forme dei corpi, di membra, di arti rappresentati in forma allucinata, stravolta, quasi irriconoscibile, riproducenti le immagini reali, e sacre, delle donne e degli uomini violati dalla barbarie della guerra.
Pare dunque oggi assolutamente naturale che l’opera di un artista come Leoncillo abbia trovato il proprio posto in una località come Albissola Marina, da sempre tradizionalmente legata alla lavorazione della ceramica. Eppure, se dobbiamo ricostruire la vicenda della realizzazione di quell’opera, dobbiamo affermare che le cose, allora, andarono in modo ben diverso da come si potrebbe immaginare. All’inaugurazione del Monumento ai Caduti di tutte le guerre è infatti legato il ricordo di un’accesa polemica che caratterizzò l’estate del 1957 e che fu determinato dall’incomprensione, da parte di alcuni albisolesi di allora, della grandezza dell’arte di Leoncillo e del valore della sua opera. Cercheremo di ricostruire quella vicenda facendo ricorso agli articoli di giornale di quella “caldissima” estate.
Tutto aveva avuto inizio nell’ottobre del 1954, tre anni prima: a quel tempo, essendo stata decisa la realizzazione di un Monumento ai Caduti in Albissola Marina, era sorto un vivace dibattito riguardo al luogo dove quell’opera avrebbe dovuto essere collocata; una discussione che aveva visto protagonisti gli stessi membri del Comitato Organizzatore (di cui facevano parte, tra gli altri, i rappresentanti degli enti municipali delle due Albisole, il pittore Mario Gambetta e lo scultore Antonio Siri) e ciò nonostante che il bando di concorso avesse fatto specifico riferimento al luogo preciso dove il monumento avrebbe dovuto avere la sua sistemazione finale, sulla piazzetta dei Pescatori. Alcuni componenti del Comitato, infatti, erano favorevoli ad una sua collocazione in piazza del Popolo, altri nella zona di San Benedetto, dove, prima della guerra, esistevano un Parco della Rimembranza ed una storica torre, andati distrutti nel corso del Secondo Conflitto Mondiale; un’altra proposta era stata avanzata da Tullio Mazzotti, che aveva suggerito di erigere il monumento sullo scoglio della Margonara, di fronte a San Benedetto; per il Sindaco Ciarlo, infine, l’ubicazione del monumento avrebbe dovuto dipendere dalla scelta del bozzetto, che, naturalmente, non avrebbe dovuto contrastare con il paesaggio e con l’ambiente circostante. E proprio in tal senso andarono le valutazioni effettuate dalla Giuria il 24 aprile 1955, con cui il bozzetto realizzato da Leoncillo Leonardi fu scelto come vincitore tra tutti quelli proposti al fine della realizzazione del monumento: esso, infatti, oltre che esser risultato pienamente aderente al soggetto proposto – raggiunto con un modellato in ceramica dove i motivi umani ed eroici del sacrificio dei combattenti erano interpretati e risolti in assoluta libertà di forma, attraverso il modellato e la mossa articolazione degli elementi plastici ed architettonici – rispondeva pienamente al profilo della zona prescelta per l’ubicazione e le condizioni luminose dell’ambiente.
Il 9 maggio del 1957, sulla piazzetta dei Pescatori di Albissola Marina, iniziarono quindi i lavori per l’erezione del monumento ai Caduti che era stato realizzato da Leoncillo, in previsione di un suo scoprimento, che sarebbe dovuto avvenire nella prima decade di settembre. Già nel mese di luglio la scultura risultava essere già sostanzialmente sistemata, mancando soltanto delle aiuole circostanti. Come l’opera iniziò a divenire visibile ai passanti, in quei giorni d’inizio estate, si scatenarono le polemiche. Il carattere dell’opera, «ispirato ad un astrattismo spinto», sollevò infatti «un coro di proteste». Alla redazione savonese del giornale Il Nuovo Cittadino e a quella de Il Secolo XIX, così come a quella de Il Lavoro Nuovo, giunsero numerose lettere di aperto dissenso, recapitate «da mamme, spose, sorelle e congiunte di Caduti». Tra esse, quella che suscitò il maggior scalpore fu quella inviata dal rag. Gerolamo Assereto, Presidente della Federazione Provinciale di Savona dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci: una durissima lettera, con la quale, esprimendo pesanti osservazioni critiche all’opera realizzata da Leoncillo e comunicando che l’Associazione da lui guidata non avrebbe presenziato alla cerimonia di inaugurazione del monumento, Assereto invitò sostanzialmente l’amministrazione comunale di Albissola Marina a rimuovere immediatamente il monumento e ad annullare la votazione della Giuria espresso il 24 aprile 1955 con cui era stato deciso di affidare l’incarico di realizzazione del Monumento ai Caduti a Leoncillo.
Ebbe così inizio quella che, oggi, non esiteremmo a definire una “polemica ferragostana”, con numerosi articoli che riempirono le pagine dei quotidiani savonesi di allora e che, sostanzialmente, finì per assumere le caratteristiche di una vera e propria disputa sul valore artistico dell’astrattismo. Non fu un caso, quindi, se in quei giorni d’agosto alcuni importanti artisti di fama nazionale sentirono il dovere di intervenire e di affermare il loro pensiero in merito alla questione del monumento ai Caduti di Leoncillo. Lucio Fontana, Mario Porcù, Gian Mario Pollero, Aligi Sassu e Tinin Mantegazza non esitarono a dichiararsi assolutamente favorevoli all’opera realizzata dal maestro spoletino, «considerata come una geniale risoluzione di un tema tradizionale, ammalato di troppa retorica e di schemi tradizionali». Fontana, in particolare, fu il più deciso nel suo giudizio, arrivando a definire il momento di Leoncillo «la scultura più importante in questo campo dal 1945 ad oggi»; Porcù e Pollero, però, non dissentendo dallo stile, rilevarono in essa «alcune deficienze che nel bozzetto originale non apparivano». Non del tutto contrario – ma neppure completamente favorevole – fu il giudizio del pittore e ceramista Giovanni Battista De Salvo. Decisamente contrari all’opera, invece, si dichiararono il critico Luigi Pennone ed il pittore Eso Peluzzi.
L’ing. Silvio Volta, l’ex Sindaco di Celle Ligure nonché ben noto autore della celebre Commedia Çellasca, all’epoca Presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo, fece pervenire a titolo personale una lettera di solidarietà al Presidente Assereto per la posizione da lui assunta. L’avv. Piero Boidi, Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Sassello, il rag. Vezio Angelotti, Direttore della Galleria d’Arte Letizia, l’ing. Damonte e l’avv. Costantino Barile, Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Albisola, si espressero tutti negativamente sul valore artistico dell’opera di Leoncillo. Sulla questione, come registrarono i giornali locali, il Sindaco Ciarlo cercò di «scantonare abilmente», tentando di non farsi coinvolgere nelle polemiche e ricordando come, trent’anni addietro, analoghe accese discussioni fossero divampate in occasione dell’erezione del monumento ai Caduti di Arturo Martini a Vado Ligure.
Ma la questione, con il trascorrere dei giorni, non accennava ad appianarsi. Mentre altre lettere di protesta di ex combattenti giungevano alla redazione dei giornali e alla sede municipale, il 22 agosto la Presidenza della Federazione Provinciale di Savona dell’A.N.C.R. comunicava a livello ufficiale che, a titolo di protesta, non avrebbe partecipato alla cerimonia d’inaugurazione del monumento ai Caduti di Albissola Marina. Una dichiarazione, questa, che sembrò creare un grave motivo di rottura tra l’amministrazione municipale di Albissola Marina e l’Associazione che, nel 1949, si era fatta promotrice dell’erezione del monumento.
A quel punto, clamorosamente, vi fu il colpo di scena. Pochi giorni dopo, infatti, Gin Testa, il Vicepresidente della Federazione Provinciale di Savona dell’A.N.C.R., inviò ai giornali savonesi una lettera con la quale prendeva le distanze dalla decisione comunicata dal Presidente dell’Associazione Gerolamo Assereto di non partecipare alla cerimonia di inaugurazione del monumento, sconfessandone così apertamente le affermazioni.
Quella che, all’inizio, era sembrata una semplice polemica sviluppatasi sul valore artistico dell’astrattismo aveva finito invece per rivelare gravi motivi di frizione e di contrasto all’interno dell’A.N.C.R. di Savona. Alla luce di ciò, il Sindaco Ciarlo decise di rinviare la cerimonia d’inaugurazione del monumento – che si sarebbe dovuta svolgere entro sole due settimane – a data da destinarsi.
Pochi giorni dopo, il 14 settembre, si svolse un’infuocata seduta della Federazione Provinciale cittadina dell’A.N.C.R., al termine della quale il Consiglio Direttivo espresse un voto di sfiducia sull’operato del Presidente Assereto riguardo alla vicenda del monumento ai Caduti di Leoncillo; contemporaneamente, esso ribadì la volontà dell’A.N.C.R. di partecipare alla cerimonia d’inaugurazione del monumento e ne diede quindi immediata comunicazione all’amministrazione comunale di Albissola Marina, con il quale veniva appianato, di conseguenza, ogni possibile motivo di contrasto. Prendendo atto di quel voto, Assereto decise dunque di presentare le dimissioni.
Com’era inevitabile, la clamorosa risoluzione di Assereto suscitò un’infinità di commenti sui giornali cittadini del tempo. In particolare, quelle dimissioni furono messe in collegamento con la vicenda politica che, in quel periodo, era dominante in città: Assereto, infatti, era assessore per il P.S.I. nella Giunta guidata da Amilcare Lunardelli e, proprio in quel periodo, si stavano evidenziando alcuni forti contrasti tra il P.C.I. ed il P.S.I., a causa dei quali, poche settimane dopo, il Sindaco sarebbe stato costretto a presentare le dimissioni.
Il 21 settembre, riunitosi nuovamente il Consiglio Direttivo dell’A.N.C.R., questo respinse ogni possibile ipotesi, formulata dagli organi di stampa, riguardo all’esistenza di contrasti di ordine politico esistenti all’interno dell’Associazione.
Quale ultimo atto di quella querelle, il 28 settembre il Consiglio Direttivo della Federazione Provinciale cittadina dell’A.N.C.R., respingendo ancora una volta ogni possibile illazione, respinse le dimissioni presentate dal Presidente dell’Associazione, Gerolamo Assereto. Questi, però, decise di confermarle nuovamente, in maniera irrevocabile, e si ritirò per qualche anno dalla vita politica attiva.
Chiusa la polemica, qualche tempo dopo, il 5 gennaio 1958, «la tanto discussa opera» dello scultore Leoncillo Leonardi che aveva sollevato «non poche polemiche sul piano artistico e non su quello politico, come in taluni ambienti si tentò di fare», poté dunque essere inaugurata.
Non sappiamo quali furono le reazioni di Leoncillo alle polemiche che accompagnarono e precedettero l’inaugurazione della sua opera. Sicuramente lo amareggiarono moltissimo; la sua assenza, ad Albissola Marina, in occasione dell’inaugurazione del monumento, ne costituisce probabilmente la prova.
Oggi il Monumento ai Caduti di tutte le guerre fa bella mostra di sé lungo la Passeggiata degli Artisti, in mezzo agli eleganti stabilimenti balneari di Albissola Marina.
Giuseppe Milazzo, Arte e politica nell’acceso dibattito sul Monumento di Leoncillo in Savona in guerra op. cit.

Fonte: Redazione News cit. infra

La giornata di studi sulla Conservazione della ceramica all’aperto promossa dall’Igiic (Italian Group of the International Institute for Conservation) presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, ha avuto fra i protagonisti Albissola Marina e l’Opificio Pietre Dure Firenze.
Infatti sono stati presentati i primi risultati dei testi scientifici su alcuni campioni prelevati dal Monumento ai Caduti che è una delle opere in ceramica più importanti dello scultore Leoncillo Leonardi (1915-1968).
I campioni sono stati ottenuti da alcuni frammenti che si erano staccati dal monumento a causa del persistere di condizioni atmosferiche e ambientali sfavorevoli alla conservazione di questa tipologia di manufatto all’aperto.
Questo studio preliminare è stato presentato al convegno da Luca Bochicchio, direttore del MuDA di Albissola Marina, e da Shirin Afra, Chiara Fornari e Chiara Gabbriellini, restauratrici dell’Opificio delle Pietre Dure (nella foto).
E’ in corso un progetto di recupero, promosso e finanziato dal Comune e dalla Fondazione De Mari, sul quale sta lavorando una squadra di studiosi e professionisti della Soprintendenza di Savona e Imperia, Università Genova e Opificio Pietre Dure Firenze […]
G.D., Albisola Marina sotto la lente dell’Opificio Pietre Dure Firenze, Redazione News RN, 13 giugno 2021