Le prime missioni dell’OSS nel 1943 consistettero in operazioni speciali dalle finalità molteplici

Una strada di Napoli – Foto: Gian-Maria Lojacono

A quell’epoca, settembre 1943, la sede dell’Official Headquarters fu trasferita da Algeri a San Leucio, Caserta, nella vecchia base operativa dell’OSS/5th Army Detachment. Il lavoro di reclutamento di agenti, che sarebbe poi continuato durante il periodo dell’avanzata alleata verso Anzio, non fu, peraltro, l’unico compito delle strutture dell’OSS in Italia. I primi contatti con i partigiani italiani furono, in particolare, funzionali alle fondamentali attività di raccolta d’informazioni segrete, sabotaggio delle linee nemiche, organizzazione e conduzione di operazioni speciali in quella parte del territorio italiano ancora occupata dal nemico nazifascista, spesso a sostegno della V Armata, man mano che questa avanzava lungo la parte settentrionale della penisola. In tal senso, i primi contatti con la Resistenza in Italia furono volti, principalmente, alla creazione di una capillare rete d’intelligence oltre le linee nemiche. In base al rapporto redatto dal citato capitano Bourgoin, altro agente distaccato presso l’OSS /V Army Detachment e personaggio ambiguo, in particolare, per i suoi controversi rapporti con il SIM <40, il lavoro dei componenti l’unità dell’OSS aggregata alla V Armata in Italia, consisteva in:
– raccolta d’informazioni militari per la V Armata, ottenute mediante interrogatori sia di militari sia di civili che attraversavano le linee -dalle cinquanta alle ottanta persone il giorno erano interrogate dalle sei del mattino alle undici della sera. Si trattò d’informazioni molto utili che furono raccolte anche più volte il giorno sia mediante i corrieri sia, le più urgenti, mediante le comunicazioni radio;
– conduzione di missioni speciali oltre le linee nemiche, su richiesta della V Armata. Nel citato rapporto, Bourgoin ha descritto almeno tre missioni d’intelligence a breve raggio compiute nel periodo in esame, di cui si narrerà in maniera più articolata infra, tra le quali vanno annoverate le seguenti:
“a) Il Colonnello Darby, comandante dei Rangers, fece richiesta di un agente molto capace per una pericolosa missione. Io gli procurai un ufficiale dell’Aeronautica Italiana del SIM, Gastone Famos, nome in codice “Gastone” <41. Quest’agente attraversò le linee tedesche ma fu catturato: riuscì a carpire le loro confidenze e, finalmente, fu utilizzato dai tedeschi come interprete. Ritornò quattro giorni più tardi e procurò all’OSS informazioni e rapporti utilissimi.
b) Le batterie pesanti germaniche stavano bombardando le truppe al fronte e l’armata americana richiese un agente per scoprire la loro posizione. Io reclutai un ufficiale d’Artiglieria Italiana, Roberto Correale, che si offrì volontario per tale missione. Grazie al suo accurato rapporto, le batterie tedesche sul Monte Belvedere e ad Agerola furono completamente distrutte dal fuoco navale degli incrociatori alleati.
c) Mentre la V Armata si avvicinava a Napoli, era necessario acquisire un’informazione riguardante la situazione militare tra questa città e il fiume Volturno. Fu inviata, così, una missione speciale agli ordini di un ufficiale italiano di Fanteria, tale Visnara, che atterrato sulla costa vicino a Gaeta, attraversò le linee nemiche da dietro e riuscì a unirsi agli Alleati in Napoli, dopo che la città era stata liberata dall’occupazione dei tedeschi. Egli fornì informazioni militari estremamente utili per l’avanzata della V Armata”. <42.
Vi erano, poi, le attività di controspionaggio, con riguardo alle quali ancora Bourgoin ne tratteggiava i contenuti, riferendo i dettagli di tre particolari eventi:
“a) Tra i rifugiati che attraversavano le linee alleate il 24 settembre un agente tedesco di nome Ernest Nickel, Ubergefreiter [sic], appartenente al 215th Panzor Grenadior Regt, è comparso in abiti civili in mezzo ad alcuni rifugiati italiani e tentò di farsi passare quale un civile italiano. Lo scoprimmo immediatamente con il mio agente Pinkus, il quale aveva cambiato il suo nome in “Romulus”. Dopo sei ore d’interrogatorio, Nickel finalmente crollò e confessò di aver ricevuto l’ordine di compiere una missione da parte del suo superiore al Comando dei Servizi Segreti Tedeschi. Egli fu quindi deferito innanzi alla Corte Marziale per essere sottoposto al processo.
b) Dopo la liberazione di Napoli, il 7 ottobre 1943 un giovane francese, presentatosi quale rifugiato da un campo italiano di POW [Prisoners of War, nda], voleva arruolarsi volontario nell’OSS per una missione dietro le linee nemiche. Sennonché, dopo aver parlato con lui per un po’, scoprii che egli era un paracadutista tedesco che era restato nascosto a Napoli dopo l’ingresso delle truppe alleate. Costui fu deferito al CIC [Counterintelligence Corps, nda] per essere processato dalla Corte Marziale.
c) Il 17 ottobre, mentre camminavo per le strade di Napoli di primo mattino con uno dei miei impiegati, vidi un civile e notai che questi indossava scarpe militari tedesche. Immediatamente lo arrestammo e quello, minacciato di essere fucilato, confessò che era un ufficiale tedesco. Lo consegnai al CIC” <43.
Da quando gli Alleati iniziarono la loro avanzata verso Napoli il 2 ottobre 1943, gli agenti dell’OSS/V Army Detachment, oltre a continuare a svolgere le attività sopra descritte e in particolare, quella di raccolta e analisi d’intelligence, si dedicarono al reclutamento di agenti da arruolare in operazioni speciali di lungo raggio (long-range Intelligence missions).
Al rapporto in esame è, altresì, allegato un elenco completo degli agenti di cui Bourgoin si avvalse durante la campagna dell’OSS in Italia, per un numero totale di duecentosettantacinque, dei quali trenta furono trovati morti, uccisi o fucilati dai tedeschi o suicida per sfuggire alle inevitabili torture ed evitare di essere costretti a rivelare i nomi dei loro compagni: molti di essi ‹‹uomini e donne hanno mostrato un grandissimo coraggio nel compiere le loro missioni e il sacrificio di uomini, quali Giglio, Tavernari e Bertini, rappresenta il più grande esempio di abnegazione per il proprio Paese›› <44. Tutti gli agenti ivi menzionati furono reclutati e istruiti dall’Area n. 3, diretta dal capitano Bourgoin e impiegati in operazioni speciali via marittima, aerea e/o terrestre, lanciate tra il 20 settembre 1943 e il 31 gennaio 1945. L’opera di reclutamento del capitano Bourgoin si svolse innanzitutto tra i leaders di quel primo movimento antifascista che, in particolare durante gli ultimi giorni dell’occupazione tedesca di Napoli, risvegliò gli antichi sentimenti di avversione ai tedeschi e, combattendo con coraggio contro il nemico, si dichiarò a favore della causa degli Alleati. Bourgoin reclutò alcuni tra i patrioti napoletani che avevano preso parte alle “quattro giornate di Napoli”, tra i quali: il tenente Clemente Menicanti, nome in codice “Coniglio” <45, il capitano Enzo Stimolo, alias “Corvo” e il tenente Luigi Stimolo, conosciuto come “Civetta” <46. A costoro si aggiunse il tenente di fanteria, Maurizio Giglio, alias “Cervo” <47, che, quattro giorni dopo la liberazione di Napoli, attraversate le linee nemiche provenendo da Roma, offrì i suoi servigi all’OSS, ponendosi a disposizione del CLN a Roma e, in particolare, del Servizio Informazioni Militari del Partito Socialista Italiano (PSI), quale ufficiale di collegamento dell’OSS <48, nonché il tenente Paolo Poletti, “Lepre” <49, il quale, sin dallo sbarco alleato a Salerno, si schierò dalla parte alleata e si arruolò volontario per la prima missione per l’OSS, stabilendo un contatto con la base. Inoltre, il capitano Bourgoin si pose in contatto con l’Ammiraglio Italiano Comandante di Marina a Napoli allo scopo di chiedere agli ufficiali superiori la disponibilità di radio operatori che si offrissero volontari per una missione a sostegno delle operazioni speciali dell’OSS presso la V Armata. Una prima squadra fu composta dei sopra nominati ufficiali e un radiotelegrafista, Vincenzo Converti, il quale partì per Napoli il 12 ottobre ’43. I primi tre attraversarono le linee nemiche lo stesso giorno nel settore del Maiella, mentre gli altri due le attraversarono il 16 ottobre in un’altra zona. Le due squadre arrivarono, quindi, a Roma dopo un viaggio molto difficile e, immediatamente, si disposero assicurandosi i necessari collegamenti per iniziare il loro lavoro. Sennonché, il radio operatore che non aveva il necessario addestramento per utilizzare le apparecchiature in dotazione degli agenti statunitensi, nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscì a stabilire alcun contatto con la base. Menicanti, che era il capo della squadra, si procurò, quindi, un tecnico delle comunicazioni radio, tale Walter de Rossi. Nonostante i consigli del tecnico, non si riuscì, però, a stabilire alcun contatto e, a quel punto, Stimolo decise di attraversare le linee per congiungersi con la missione a Napoli. Egli arrivò a Pozzuoli solo il 25 novembre 1943, dopo una dura traversata delle linee tedesche che, in quel periodo della “campagna d’Italia”, erano ancora solidamente installate, portando con sé ogni genere di posta e tutti i giornali clandestini stampati a Roma, al pari delle mappe recanti informazioni militari che si rivelarono della massima importanza.
Secondo la testimonianza di Bourgoin, durante questo primo periodo della campagna d’Italia, alcune delle personalità più eminenti dell’industria, dell’esercito e della marina italiana attraversarono le linee nemiche per unirsi agli Alleati e offrire il loro aiuto in nome della comune causa <50. Si trattava, invero, di due agenti del SIM che, secondo Tompkins, furono inviati da Badoglio per controllare le attività dell’OSS: Niccolò Theodoli e Filippo Naldi, alias “Pippo”. Niccolò Theodoli si presentò il 3 ottobre 1943 presso il Comando di Napoli al cospetto di Bourgoin, il quale ha riferito di essere stato favorevolmente impressionato da questo ‹‹gentiluomo›› che ‹‹parlava fluentemente inglese e francese›› e si offrì di collaborare con l’OSS nel reclutare e istruire agenti per il compimento di missioni al di là delle linee nemiche. Bourgoin si avvalse, così, della sua collaborazione nei primi due mesi della missione in Italia, cooperazione che gli ‹‹fu molto utile, al pari della sua perfetta conoscenza del paese e di una gran quantità di persone››. Alla fine di novembre ’43, però, Theodoli dovette essere congedato, in quanto ‹‹parlava troppo›› e ‹‹per la
sicurezza›› dell’organizzazione, si rese necessario licenziarlo <51. Theodoli, invece, dichiarò a sua discolpa che, avendo Bourgoin scelto di lavorare con elementi collegati al SIM, contrariamente alle sue indicazioni, e vedendo che il servizio continuava a essere organizzato in collaborazione con ‹‹l’onorevole Dino Philipson <52, sottosegretario di Stato e confidente del maresciallo Badoglio, e Maurizio Moris, un amico di Philipson, con grande pericolo per la sicurezza e la serietà dell’organizzazione››, a metà dicembre ’43 chiese al Maggiore Smith di essere aggregato alla sezione operativa da lui comandata e inviato in missione a Roma. <53 Anche il sessantacinquenne Filippo “Pippo” Naldi, personaggio controverso <54, riuscì a oltrepassare le linee nemiche verso gli Alleati allo scopo di offrire i suoi servigi alla causa comune. Naldi presentò a Bourgoin uno degli uomini ‹‹più utili che io abbia utilizzato durante la campagna dei servizi segreti americani in Italia (…), esponente molto agiato della finanza e dell’industria›› <55: Tullio Benedetti, denominato “Pippo”. Residente a quel tempo a Santa Lucia Uzzanese in Toscana, Benedetti aveva formato il primo gruppo di resistenti immediatamente dopo l’8 settembre, i quali erano collocati sulle regioni montuose degli Appennini, in attesa di ricevere aiuto dagli Alleati nella guerra contro il nemico. Nello stesso periodo arrivò a Villa Lauro, Quartier Generale di Bourgoin, anche un altro rappresentante dell’aristocrazia dell’Italia meridionale, il principe siciliano Raimondo Lanza Branciforte di Trabia, nome in codice “Dottor Lima”, anch’egli agente del SIM “dato in prestito” all’OSS e personaggio enigmatico <56.
Il 17 ottobre ’43, Bourgoin fu anche visitato dal tenente generale Matteini del corpo ingegneri della marina italiana, il capitano Max Ponxo, uno dei leaders dell’Italian Naval Secret Services (SIS) della marina italiana, il sig. Maurizio Moris, un noto industriale e direttore generale delle compagnie “Bombrini Parodi Delfino” e “Innocenti”, i quali, arrivati a Napoli, fornirono alla missione dell’OSS informazioni militari d’interesse.
Maurizio Moris <57, in particolare, che parlava molto fluentemente italiano, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e inglese, si offrì di ritornare immediatamente a Roma e di porsi a completa disposizione dei servizi segreti americani al fine di costruire una rete molto potente di agenti. La sua proposta fu accettata e la sua collaborazione fu, sin dall’inizio, orientata su speciali soggetti d’importanza militare.
Le prime missioni dell’OSS, che si svolsero nel territorio italiano al di là delle linee nemiche negli ultimi mesi del 1943, consistettero in operazioni speciali dalle finalità molteplici, delle quali sopra si è ampiamente detto. Le missioni d’intelligence a breve raggio furono per lo più sollecitate dalla V Armata, Distaccamento G-2, e si contrassegnarono per gli specifici obiettivi a esse assegnati nonché per la conoscenza della regione nella quale gli agenti furono preposti ad operare. Esempi di tale tipologia di operazioni speciali furono:
– Una missione d’intelligence a breve raggio nella regione di Mondragone (Campania), che rappresentava una località chiave nelle linee della resistenza tedesca alle pendici del Monte Massico sulla riva destra del fiume Volturno. La missione fu eseguita da una squadra di tre uomini che fornirono il rapporto informativo richiesto dalla V Armata.
– Un’altra missione d’intelligence a breve distanza fu inviata sul fiume Volturno sino a Sessa Aurunca (Campania).
Una terza fu compiuta dal citato Gastone Famos che, avendo già effettuato una prima missione per i Rangers del Generale Darby ad Amalfi, si offrì di effettuare una ricognizione completa del paese dal Monte Cassino al fiume Garigliano, Frosinone, Itri, Terracina e i Monti Lepini (Lazio). “Gastone” attraversò le linee nemiche e, dopo una peculiare missione durata quattordici giorni e contrassegnata da enormi difficoltà, riuscì a tornare indietro dopo aver nuotato nel fiume Garigliano sotto una pioggia di fuoco tedesco. Catturato due volte dai tedeschi, quando stava per essere fucilato, riuscì a scappare grazie a un’incursione aerea alleata. Alla fine, un rapporto di venti pagine concernente le posizioni delle batterie, i depositi di carburante e munizioni, nonché il Quartiere Generale dell’Armata tedesca nel settore da lui visitato, fu consegnato al Comando Generale Alleato.
[NOTE]
40 A tal proposito, va citata la testimonianza di un altro agente dell’OSS, Peter Tompkins, che, con nota polemica, dipinse il collega Andrè Bourgoin quale un inesperto e sprovveduto agente che finì per prestarsi a strumento nelle mani di Badoglio e del SIM per controllare la missione dell’OSS presso la V Armata in Italia, così compromettendone l’esito. ‹‹Bourgoin, abbandonato da Downes a Villa Lauro, non parlando l’italiano e non sapendo distinguere un italiano dall’altro (nemmeno con l’aiuto del suo sicario Pinkus che aveva cambiato nome in Romulus più adatto all’idioma partenopeo) era impressionato, quanto Huntington, dagli ufficiali con stivali ben lucidi e titoli nobiliari. Fu facilmente adescato da Philipson…›› P. Tompkins, L’altra Resistenza cit, p. 54.
41 “Gastone” fu reclutato da Bourgoin a Maiori nel settembre 1943 e inviato quindi oltre le linee nemiche per individuare l’artiglieria tedesca sulle colline. Cfr. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., p. 316.
42 ‹‹(a) Colonel Darby, commanding the Rangers, requested a very capable agent for a dangerous mission. I supplied him an Italian Air Force Office of the SIM named Gastone Famos. This agent crossed the lines, was captured by the Germans and he succeeded in getting their confidence and he was finally utilized as an interpreter. He returned four days afterwards supplying to the organization the most useful information and reports. (b) German heavy batteries were shelling the front line troops and the Army requested an agent to discover their location. I presented an Italian Artillery officer by the name of Roberto Correale who volunteered for that mission. Thanks to his very accurate information the German heavy batteries of the Monte Belvedere and Agerola were completely destroyed by the Naval fire of the cruisers. (c) The Army approaching Naples, information was needed between this city and the Volturno River. A special mission
was sent under the orders of an Italian Infantry Officer by the name of Visnara, who was landed on the coast near Gaeta and who crossed the lines on his way back and joined the detachment in Naples after the town fell in allied hands. He supplied useful information to the Army.›› A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945, in National Archives and Records Administration, College Park, MD (NARA), R.G. 226, E. 211, B. 73, pp. 30 e 31.
43‹‹(a) Among the refugees who were passing the Allied lines on the 24th of September, a German by the name of Ernest Nickel, Ubergefreiter [sic], from the 215th Panzor Grenadier Regt., presented himself in civilian clothes amongst some Italian refugees and tried to make himself pass as an Italian civilian. We discovered him immediately with my Agent, Pinkus, who had changed his name to Romulus, and after six hours of interrogating, Nickel finally broke down and admitted his mission which he had received from his Commanding Officer of the German Intelligence Service […] (b) After the fall of Naples on the 7th of October, a young Frenchman presenting himself as an escape from an Italian POW Camp was willing to enlist in OSS for a mission behind the enemy lines. I found, after talking with him for a while, that he was a German parachutist who had remained hidden in Naples after the entrance of the Allied troops. He was deferred to CIC for being Court-martialed. (c) On the 17th of October, while walking on the streets in Naples early in the morning with one of my employees, I saw a civilian and I remarked that he wore German Army rest shoes. We arrested this man and out of the point of gun, he immediately agreed that he was a German non – commissioned officer. I delivered him to the CIC.›› A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., pp. 31 e 32.                                                                                                                                      44 Ivi, p. 92.
45 Secondo la testimonianza di Tompkins, Menicanti era un agente del SIM mandato da Badoglio nell’Italia occupata. Egli fu ‹‹il primo che si presentò a Villa Lauro [quartier generale del Bourgoin] (…) meridionale di bassa statura (…) con il nome di battaglia di “Coniglio”. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., p. 54.
46 I fratelli Stimolo Enzo e Luigi, nomi di battaglia, rispettivamente, “Corvo” e “Civetta ”, secondo la versione di Tompkins, erano anch’essi due agenti del SIM. P. Tompkins, Ibidem.
47 Maurizio Giglio, tenente di Fanteria a Roma, aveva preso parte ai combattimenti contro le truppe tedesche il 10 settembre a Roma. Partì per il Sud il 17 settembre e nei pressi di Benevento incontrò la V Armata alla quale fornì importanti informazioni militari. In cambio, gli fu proposto di raggiungere il comando dell’OSS a Napoli. Qui incontrò Bourgoin, il quale lo invitò a partire con la prima squadra capitanata dal tenente Menicanti alla volta di Roma il 12 ottobre 1943. Tompkins ha raccontato che, per facilitare il proprio compito di agente dell’OSS, entrò nella Polizia ausiliaria con l’aiuto del padre, che era stato capo dell’OVRA a Bologna. Entrò in contatto con il CLN e con gli esponenti dei vari partiti antifascisti clandestini. Si occupò così di ‹‹cercare informazioni militari, trasmetterle via radio, preparare basi sulla costa tirrenica nell’area di Capalbio per ricevere imbarcazioni soprattutto dalla Corsica (…) Svolse per l’OSS un lavoro brillante›› P. Tompkins, Ivi., nt. 1, p. 397. Per una descrizione dettagliata della missione di “Cervo”a Roma, si cfr. anche P. Tompkins, Una spia a Roma cit., p. 30.
48 Il Servizio Informazioni Militari del Partito Socialista a Roma svolse una preziosa attività durante il periodo dell’occupazione tedesca consistente soprattutto nella raccolta d’informazioni militari, sia di carattere generale concernenti i piani dei tedeschi, i progetti di spostamenti di grandi unità, etc., che le notizie particolari quali le opere difensive, i depositi, le posizioni di artiglieria, etc. Tali informazioni erano quotidianamente raccolte in un bollettino d’informazioni che veniva trasmesso all’OSS. ‹‹Il bollettino di questo servizio veniva passato all’organizzazione di radio trasmittenti della V Armata (OSS, G2), in un primo tempo, tramite l’agente “Cervo” (Maurizio Giglio) e, poi dal febbraio scorso, direttamente a “Pietro” [Peter Tompkins] che funzionava come capo del servizio OSS nella zona di Roma.›› Si cfr. la Relazione sull’attività svolta durante il periodo di occupazione tedesca, del 17 giugno 1944, che è l’allegato n. 2 alla lettera, senza data, al colonnello Ricca, della Sezione italiana del SI dell’OSS, dal sig. Giuseppe Gracceva, Capo dell’Ufficio Stralcio O.M. (Servizio Informazioni) del Partito Socialista. Cfr. Relazione sull’attività svolta durante il periodo di occupazione tedesca, in NARA, College Park, MD, RG. 226, E. 215, B.8.
49 Anche il tenente Paolo Poletti, “Lepre”, fu -secondo la testimonianza di Tompkins- un agente del SIM.
50 ‹‹During the first period amongst the people I interrogated, I received the visits of the most outstanding personalities of the Italian industry, army and navy who crossed the lines in order to join the Allies and offer their help for the common cause.›› A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., p. 34.
51 A. Bourgoin, Ivi, p. 35.
52 Dino Philipson, che all’epoca lavorava con il Ministro della Real Casa, il duca Pietro d’Acquarone, fu il trait d’union tra il SIM e l’unità dell’OSS aggregata alla V Armata. Schedato dalla polizia fascista quale “dottore, antifascista, massone, ex deputato”, Philipson aveva inizialmente aderito al fascismo come dirigente e squadrista e poi se ne era allontanato dedicandosi agli affari finanziari. Alla fine del 1938, fu colpito, in quanto ebreo, dalle leggi razziali e inviato al confino. Dopo l’8 settembre, aderì al governo Badoglio. Una nota biografica di Philipson è rinvenibile in P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., nt. 1, p. 394.
53 Il rapporto Theodoli all’OSS del 1945 è riportato in stralcio da P. Tompkins, Ivi, p. 393.
54 Secondo la testimonianza di Bourgoin, il ‹‹gentleman›› Filippo Naldi, noto giornalista prima del ventennio e impegnato in missioni di pace con il Governo Giolitti, fu esiliato dal regime fascista nel 1925 e fino al 9 agosto 1943 visse a Parigi. A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., p. 36. Peter Tompkins, invece, ha scritto che “Pippo” Naldi aveva procurato a Mussolini finanziamenti francesi per il suo ‹‹Popolo d’Italia››. Poi, in disaccordo con il Duce, si era rifugiato a Parigi, dove nel 1937 aveva incontrato un altro esule, Indro Montanelli, che, nel 1953, in un elzeviro fece un ritratto alquanto impietoso di ‹‹Pippo Naldi faccendiere››. Per Tompkins, anche il Naldi era stato mandato da Badoglio per controllare la missione dell’OSS aggregato alla V Armata. Cfr. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., p. 395.
55 Bourgoin, così, lo definisce ‹‹a very wealthy financier and industrialist, Tullio Benedetti››. A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., p. 36. In un rapporto dell’OSS, Tullio Benedetti è ritratto quale ‹‹uomo d’affari, monarchico, con uno spiccato carattere impetuoso e deciso. Dirige Il Giornale della sera››. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., nt. 5, p. 395.
56 Secondo un rapporto all’OSS del 12 marzo 1944 firmato dal capitano M. E. Brod, il principe era ‹‹ben noto fascista (…) l’emissario segreto di Mussolini, Ciano, Starace e altri fascisti di primo piano (…) La sua comparsa a Palermo ha suscitato grande sorpresa e indignazione (…) la sua presenza ha procurato molte critiche al governo militare alleato che viene accusato non solo di aver dimenticato il passato del soggetto, ma di averlo addirittura autorizzato ad indossare l’uniforme americana››. (NARA, RG 226, E. 190, B. 147). A mente di un’altra relazione all’OSS dell’agente speciale del CIC, Renè R. Francazzi, il principe Raimondo Lanza di Trabia dopo il 25 luglio, era diventato aiutante di campo del generale Carboni, capo del SIM sino al settembre 1943, e, a causa della sua ottima conoscenza dell’inglese, aveva partecipato attivamente alle trattative per l’armistizio con gli angloamericani. Dopo il 23 settembre, si era recato a Brindisi, dove aveva iniziato a lavorare per il SIM di Badoglio che lo aveva “dato in prestito” all’OSS. Nel marzo 1944, fu assegnato all’OSS/AFHQ di Caserta, garantito tra gli altri da Bourgoin e Scamporino. (NARA, RG 226,
E.190, B. 147). In questa veste, operò quindi nella Roma occupata dai nazisti, dichiarando di essere stato incaricato di attivare il servizio di collegamento radio per la guerra partigiana e di organizzare il servizio di aviolancio di armi alle bande partigiane. Secondo la testimonianza di P. Tompkins, confortata da quella di Franco Malfatti, noto esponente del PSI a Roma, il “dottor Lima”, al contrario, restò inattivo fino alla liberazione di Roma. Cfr. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., pp. 394, 395, 401 e 402.
57 Maurizio Moris, nato a Moncalieri (Torino) nel 1893, era ingegnere. Iscritto al Partito Nazionale Fascista (PNF) ma descritto quale ‹‹intimamente antifascista››. Rimpatriato nel 1936, fu nominato Direttore tecnico della società Parodi – Delfino di proprietà dell’ingegner Leopoldo Parodi Delfino, nonché dell’Innocenti & Co. Anche Moris fu presentato a Bourgoin da “Pippo” Naldi e dunque faceva parte della medesima rete di agenti vicini al SIM. P. Tompkins riporta un rapporto OSS secondo il quale ‹‹sia Parodi che Innocenti elargivano fondi per i partigiani e agenti ma i soldi non sempre giungevano a destinazione››. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., nt. 6, p. 395.
Michaela Sapio, Servizi e segreti in Italia (1943-1945). Lo spionaggio americano dalla caduta di Mussolini alla liberazione, Tesi di Dottorato, Università degli Studi del Molise, 2012

La prima e più importante missione militare di collegamento distaccata dallo Stato maggiore del Regio esercito già prima della dichiarazione di cobelligeranza si insediava presso il quartier generale del XV Gruppo di armate alleato sotto il comando di Harold Alexander, a capo delle operazioni militari nella penisola. Composta di tre ufficiali dell’esercito (di cui un capo, uno proveniente dal servizio informazioni, e uno dallo Stato maggiore) e uno della Regia aeronautica, la missione veniva costituita il 18 ottobre 1943 e dislocata a stretto contatto con il quartier generale delle armate in Italia, spostandosi quindi da Bari, in villa Amendoni, al palazzo Reale di Caserta, e infine all’ex palazzo del ministero dell’Aeronautica a Roma, risalendo la penisola al fianco del comando alleato <32. La missione, affidata prima al generale Umberto Utili, poi a Giorgio Negroni, costituiva il canale ufficiale attraverso il quale ottenere aggiornamenti sull’andamento della guerra al fronte e nei territori occupati <33. Grazie al giornaliero scambio di notizie con gli Alleati, con i quali si avviava una discussione sugli argomenti più vari, dalle esigenze pratiche alla conduzione delle operazioni militari, la missione si trovava nella posizione ideale per fornire alle autorità italiane aggiornamenti sulla situazione bellica nei territori non amministrati dagli italiani <34. Dal suo quartiere generale giungevano infatti a Brindisi resoconti quotidiani delle interazioni con il comando alleato in Italia, utili nella formazione di un quadro di riferimento sulla base del quale costruire le iniziative tanto politiche quanto militari dei governi italiani.
[NOTE]
32 I-3, b. 230, 7 ottobre 1943, Comando supremo, Collegamento con il 15° Gruppo Armate anglo americano.
33 20 ottobre 1943, Cs, Uff. op. a Smre, Missione Utili, b. 4209. Missione formata dal Cs il 7 ottobre e dipendente dallo Smre.
34 La missione, che come primo incarico avrebbe visitato nell’ottobre 1943 il quartier generale di Mark Clark a Napoli, sarebbe stata sciolta il 27 luglio 1945 con la reintegrazione nello Smre.
Marco Maria Aterrano, Gli uffici di collegamento tra le Forze armate italiane e le autorità anglo-americane nella cobelligeranza in (a cura di) Marco Maria Aterrano, La ricostituzione del Regio esercito dalla resa alla liberazione, 1943-1945, Rodorigo, 2017

Tre missioni short range furono compiute da Bourgoin in persona, in compagnia di alcuni pescatori italiani e con l’aiuto della Marina Britannica, ‹‹aventi l’obiettivo di fornire informazioni segrete alla V Armata, Distaccamento G-5, concernenti le spiagge di Mondragone, Terracina e Sperlonga, allo scopo di preparare operazioni anfibie e raccogliere le necessarie informazioni sulle barriere di sabbia, le profondità del mare e le attrezzature sulle spiagge››.
In questo periodo furono, altresì, avviate le prime operazioni di aviolancio di rifornimenti ai primi gruppi di partigiani che combattevano nell’Italia occupata. A tale scopo l’unità dell’OSS assegnata alla V Armata si mise in contatto con il citato Tullio Benedetti, il quale aveva formato alcune squadre di patrioti sugli Appennini Toscani. Furono quindi inviati, su richiesta della V Armata, G-2, due agenti allo scopo di procurare informazioni militari sui percorsi di marcia dell’agro pontino e sulle traiettorie di montagna tra Gaeta e Roma (Lazio). I due agenti, che rispondevano ai nomi di De Maria e Visnara, attraversate le linee nemiche il 22 ottobre 1943, compirono la loro missione con successo e, successivamente, si unirono alla squadra di Tullio Benedetti in attesa di ulteriori istruzioni.
La missione di Maurizio Moris, per conto dell’OSS, mirava alla creazione di una rete di agenti nella Roma ancora occupata dai nazisti. Il 1° novembre 1943, insieme con due agenti e un radio operatore, che furono identificati nelle persone di Salvatore Piazza, Alfredo Rizza e del radio operatore, Giuseppe Auriemma, alias “Teresa”, essi attraversarono le linee nemiche nei pressi della regione di Alfedena. Il secondo giorno di viaggio, Moris e Piazza che si erano separati dai loro compagni Rizza e Auriemma, si imbatterono sciaguratamente in un campo minato tedesco. Moris restò gravemente ferito tanto che pensò che fosse in procinto di morire sul posto. Quindi mandò indietro Piazza affinché facesse rapporto a Bourgoin. Fu così prelevato dai tedeschi, trasportato in ospedale e grazie alla sua perfetta conoscenza del tedesco in grado di ricevere il necessario primo soccorso. Durante la notte, nonostante le ferite e il dolore, scappò dall’ospedale e facendo l’autostop raggiunse Roma a bordo di un carro armato tedesco. Una volta arrivato a Roma, fu curato da uno dei suoi amici e si nascose nell’appartamento di quest’ultimo. Finalmente fu sottoposto a un’operazione chirurgica durante la quale gli fu estratta dall’addome una scheggia di mina tedesca che lo aveva colpito e, infine, si rimise dopo ventidue giorni di ricovero. Mr. Moris si mise subito in contatto con la prima squadra di Roma agli ordini del tenente Menicanti e procurò loro un ingegnere esperto che riuscì a metterli in contatto con la base. Due volte il giorno venivano quindi inviate informazioni militari al Quartier Generale Alleato. Di fronte alla necessità di coordinare le azioni di tutti gli agenti che operavano nell’Italia occupata dai tedeschi, Moris e Menicanti chiesero di essere condotti sulla costa per poi recarsi a Caserta e discutere ivi le questioni di cui si stavano occupando a Roma.
Intanto, gli agenti Rizza e Auriemma, che avevano attraversato le linee nemiche il 1̊ novembre con Mr. Moris, arrivarono a Roma. Grazie al senatore Parodi, Auriemma fu impiegato sotto copertura nella compagnia “B.P.D”, mentre Rizza si mise in contatto con le autorità tedesche nella persona del tenente appartenente all’Abwehrlienst, Von Weich. Rizza fu, così, arruolato quale agente simulatore per ingannare i patrioti italiani combattenti nella regione di Faenza e, in seguito, accompagnato al fronte, dove gli furono fatte attraversare le linee verso gli Alleati sul fiume Garigliano, e dotato di un questionario sulle forze alleate. Rizza si presentò a Bourgoin, il quale ebbe forti dubbi sulla fedeltà dello stesso, tanto da essere indotto a contattare, il giorno seguente al suo arrivo, l’italiano CIC e la polizia, alle quali organizzazioni chiese di pedinare l’uomo durante la sua permanenza a Napoli. Due volte al giorno, la polizia compilava uno speciale rapporto sulle attività di questi e attraverso una donna appartenente alla stessa organizzazione, Bourgoin ottenne la prova che Rizza era più sotto il controllo tedesco che alleato e, dopo essersi consultato con il Commander in Chief dell’OSS presso la V Armata, colonnello Ellery Huntington Jr., decise di farlo arrestare dal CIC. Fu così che un’intera organizzazione di spie fu sgominata e arrestata nella stessa epoca nella regione di Napoli. Secondo la testimonianza di Bourgoin, Rizza fu, infine, trasportato negli Stati Uniti e collocato in un campo di concentramento <59.
Quando il sig. Moris fu ferito il 2 Novembre, egli ordinò a Piazza di tornare allo scopo di fare rapporto a Bourgoin ma, temendo che quest’agente potesse essere ucciso, mandò un soprintendente, tale Langella, per relazionare sulla medesima questione nonché attraversare le linee verso gli Alleati. Langella arrivò il 10 novembre e attraversò le linee nemiche a nord di Venafro con un radio operatore di nome Antonio Grandini, nome di battaglia Trieste, il 2 dicembre 1943. Nonostante le difficoltà, i due uomini arrivarono incolumi al Comando Operativo di Napoli e a Grandini fu dato un lavoro di copertura nella fattoria della “B. P. D.” quale contabile nonché un regolare passaporto tedesco per circolare in Italia.
§ 3.2. A bordo del sottomarino Axum: da Brindisi a Castel di Mezzo (Marche)
A metà novembre 1943, il Colonnello Ellery Huntington Jr., Commanding Officer dell’OSS presso la V Armata in Italia, decise di inviare cinque missioni speciali allo scopo di instaurare contatti via radio con i gruppi di patrioti italiani che stavano formandosi in ogni parte del Paese e ai quali si stava pianificando di estendere la rete di aiuti e rifornimenti nella guerra contro la Germania. Il capitano Bourgoin ne ha descritti dettagliatamente i componenti, gli ambiti territoriali di competenza e gli scopi:
(1) Distretto di Roma:
Capitano Sorrentino
Tenente Casamassima
Franco Fabbri, radio operatore
(2) Distretto di Palombara (Monti Sabini):
1. Tenente Arrigo Paladini
2. Tenente Palotta
3. Franco Panico, radio operatore
(3) Regione Toscana:
1. Tenente Rivano
2. Tenente Parenti
3. Alberto Fabbri, radio operatore
(4) Distretto di Valli di Comacchio, Ravenna e Venezia:
1. Tenente Roberto Correale
2. Tancredi Ballerini
3. Antonio Madalozzo, radio operatore
(5) Stimolo Enzo, che apparteneva alla Prima Squadra su Roma e che aveva attraversato le linee nemiche alcuni giorni prima, si offrì di ritornare immediatamente con i suoi amici e io gli fornii un altro radio operatore che rispondeva al nome di Aldo Montesi <60.
Tutte queste squadre furono addestrate e istruite separatamente e, finalmente, il 27 novembre 1943, accompagnate dal capitano Pacatte dell’Operation Section dell’OSS/V Army Detachment, furono imbarcate sul sottomarino italiano Axum che salpò da Brindisi il 30 Novembre. Dopo un viaggio molto avventuroso, essendo stato il sottomarino attaccato da cariche profonde, tutte le squadre approdarono con successo la notte del 5 dicembre sulla costa dell’Adriatico a Castel di Mezzo (Marche). I radiotelegrafisti non avevano le attrezzature radio necessarie al compimento della missione, poiché era programmato che Bourgoin gliele avrebbe aviolanciate con l’ausilio di paracadute in alcuni luoghi compresi nei campi sotto il controllo della Resistenza, che gli agenti dell’OSS si accingevano a raggiungere. La comunicazione dei segnali relativi ai tempi delle operazioni di sbarco di Axum doveva essere, quindi, trasmessa dalla stazione radio in funzione a Roma con il citato agente Menicanti. Le operazioni speciali che si dipartirono dall’Axum ebbero esiti non sempre felici. Il sottomarino approdò il 6 dicembre ’43. La prima missione fu diretta a Roma e affidata al capitano Enrico Sorrentino, con il tenente Nicola Casamassima, quale aiutante e il radiotelegrafista Franco Fabbri, nome in codice “Siria”. La missione ebbe un esito disastroso, tanto da essere completamente omessa nel rapporto di Bourgoin. Secondo la testimonianza di Tompkins, l’esito fallimentare fu da imputarsi al capo Enrico Sorrentino, un tipo ‹‹viscido, untuoso e ambiguo››, inaffidabile al punto da essere sospettato quale un agente tedesco e che, per tali motivi, era stato licenziato da Tompkins per poi essere reclutato da Bourgoin. Sorrentino abbandonò la missione e i due operatori, senza ordini né fondi, scomparendo e lasciando debiti milionari. Infine, fu fucilato dalle SS tedesche sulla via Cassia a nord di Roma, in località La Storta, poco prima della liberazione della capitale <61. La seconda missione, con destinazione Monti Sabini, fu comandata dal tenente d’artiglieria, Arrigo Paladini, nome in codice “Eugenio”, e, come la prima, ebbe un epilogo fallimentare, a causa del boicottaggio posto in atto dall’agente “Coniglio” che, secondo Tompkins, pretendeva essere il ‹‹responsabile dell’OSS per tutta l’Italia›› <62. Anche Paladini e il suo radiotelegrafista Franco Panico, nome in codice “Iris”, furono abbandonati da Sorrentino e, quindi, lavorarono, insieme con l’altro telegrafista “Siria”, con Peter Tompkins nella Roma occupata dai nazisti. La terza squadra, composta degli agenti Roberto Correale, Tancredi Ballerini e il radio operatore Antonio Madalozzo, alias “Cassano”, appena sbarcata, contattò immediatamente un amico di Ballerini che viveva nei pressi di Ravenna. Due giorni dopo, grazie alla grande esperienza del radio operatore, fu stabilito il primo contatto con la base operativa. Il primo compito assegnato loro fu quello di unirsi ad un gruppo dei “Patrioti Resistenti” nella regione di Alfonsine (Valle di Comacchio). Sennonché, appena arrivarono sul posto, scoprirono che il gruppo era stato rastrellato dai tedeschi e disperso. Pertanto chiesero istruzioni al Quartier Generale, che ordinò loro di installarsi nel Distretto di Venezia. La loro base fu, quindi, fissata a Mogliano Veneto, a sette miglia a nord di Venezia. Il tenente Correale contattò alcuni gruppi di patrioti che operavano nella regione e, in particolare, sul Cismon del Monte Grappa e sul Monte Pertica. La radio fu trasportata sulla cima del Monte Cismon e qui furono richieste operazioni di lancio che, però, tardarono ad arrivare soprattutto a causa del deficit organizzativo che caratterizzò quel primo periodo della campagna dei servizi segreti americani in Italia. Anche la testimonianza di Bourgoin confermava, così, tale complessa questione. “In quel primo periodo delle nostre attività in Italia, non fummo in grado di assicurare il necessario trasporto aereo al fine di accompagnare queste operazioni di avio lancio, cosa che invece costituì un compito ordinario della nostra organizzazione alcuni mesi più tardi” <63.
Gli agenti, dopo aver atteso invano, ritornarono a Mogliano Veneto dove trasmisero informazioni militari concernenti l’area di Venezia.
[NOTE]
59 La missione Teresa fu descritta senza significative divergenze da P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., p. 55.
60 ‹‹(1)Rome District:
Captain Sorrentino
Lt. Casamassima
Franco Fabri, Radio Operator
(2) Palombara District:
(Sabina Mountains)
Lt. Arrigo Paladini
Lt. Palotta
Franco Panico, Radio Operator
(3) Tuscany Province
Lt. Rivano
Lt. Parenti
Alberto Fabbri, radio operator
(4) Valle di Comacchio, Ravenna and Venice District:
Lt. Roberto Correale
Tancredi Ballerini
Antonio Madalezzo, radio operator
(5) Stimolo Enzo, who belonged to the first Rome Team and who crossed the lines a few days before, volunteered immediately to return with his friends and I gave him another radio operator by the name of Aldo Montesi.›› A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., pp. 47 e 48.
61 P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., pp. 64, 65, 114–117.
62 P. Tompkins, Ivi., p. 117.
63 ‹‹In that early period of our activities in Italy we had not been able to secure the necessary air transportation to accomplish those dropping operations, which were a current task of the organization a few months afterwards.›› A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., p. 62.
Michaela Sapio, Op. cit.

Frenchmen Captain H. E. Andrè Bourgoin and Lieutenant John Croze were two of the most successful examples of OSS recruitment of foreign officers to participate in OSS behind-the-line operations. Bourgoin, a French national, had spent the better part of the last twenty-four years managing petroleum concerns in North Africa, and now served as a Mediterranean SO specialist for the OSS. Croze, a former French Army officer, had received a commission into the US Army as a Second Lieutenant. The two men had participated in many different OSS Italy operations, most prominently alongside the OSS in Salerno with Downes later as part of the OSS French desk running operations in southern France from Corsica. Captain Bourgoin brought along Croze to Morocco in early 1943. <65
Bourgoin and Croze participated in the second wave of the Allied invasion of the Italian mainland in the winter of 1943. While the Allied Armies fought their way up the peninsula, Bourgoin and Croze recruited a group a young Italians who would ultimately render great service to the OSS. The group consisted of Italians either too young to have joined the Italian army or who deserted and wanted to fight on the Allied side. Many Italians had a positive perception of the Allies, especially the Americans, which made it much easier for OSS agents, even Frenchmen like Bourgoin and Croze, to recruit locals for OSS operations. <66
They recruited approximately sixty Italians from areas in North Africa and Sicily. The two men quickly trained and sent them behind enemy lines in southern Italy on short one to two day intelligence trips to gather vital German Order of Battle information. Their team also collected details on the location of supply and ammunition dumps, gun emplacements, and other high value intelligence. Once the Allies secured Naples and the OSS set up a headquarters on the Italian mainland, OSS MEDTO sent the entire group to training areas where they received further instruction on obtaining accurate information and correct map reading. <67 Captain Bourgoin would later open and command an OSS training area in August 1944, assisting with SO agents.
The group’s greatest achievement came during the Allied Anzio landings in January 1944. With the Anzio beachhead established, the group went ashore with the earliest OSS arrivals. On the beach, Croze remained in constant contact with Sixth Corps headquarters with the assistance of a jeep with a built in radio transmitter and receiver. <68 Sixth Corps gave Croze daily requests for specific information needed in the conduct of the battle. Croze’s equipment also allowed him to communicate directly with “Station Victoria,” the group of OSS agents stationed in Rome led by Peter Tompkins. Tompkins and his Rome agents worked closely with Croze and furnished timely answers to Sixth Corps’ demands for information. Croze also served as a pipeline for all the useful information at the beachhead coming from the north of Italy to OSS headquarters. <69
He would eventually relay the beachhead-saving information that originated in Rome regarding an impending German counter-attack. <70 During the Allied crisis at the Anzio beachhead, the Rome station provided five reports a day, sometimes an hour in length. Its intelligence came directly from Kesselring’s headquarters through an OSS sub-agent who worked on Kesselring’s staff. The Rome team, through Croze, warned Sixth Corps’ G-2, Colonel Langeman, of a developing German counter-attack aimed for the sector between the American and British forces. <71 The advance warning allowed the Americans to prepare for the attack and reinforce the British. Langeman credited the information with saving the beachhead. <72
In addition to his invaluable liaison service, Croze helped train and brief the agents who furnished the majority of the combat intelligence received at Sixth Corps through the early part of 1944. His agents fared well in southern Italy, working with great success in addition to their contributions at Anzio. They operated in pairs, without weapons, and slipped through German lines at night. There they spent four or five days as “natives with homes” near the battle zone. Without supplies, they “lived off the land” receiving food from Italian families and even at times, the Germans themselves. <73 After gathering all they could about their sector, they returned and reported to the OSS base station with Sixth Corps. Langeman admitted that the information the OSS provided could not be obtained by the American or British armies on their own and proved of great value. <74
64 Col. W. A. Eddy and Lt. Col. A. D. Dodds-Parker to Assistant Chief of Staff, G-3, A.F.H.Q., “OSS/SOE Resources for Operations in Italy September – December 1943,” September 18, 1943, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
65 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
66 Alessandro Cagiati to Major R. J. Koch, “Forward Echelons,” April 12, 1944, Folder 279, Box 31, Entry 165; Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
67 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
68 Edward Breed Commander USNR, Attached to HQ, Co. G-2, 5th Army to Colonel Edward J. F. Glavin, “Report on OSS Activities during Invasion of Italian Mainland, September 12 to October 21 inclusive (with recommendations), October 23, 1943, Folder 37, Box 91, Entry 190, NARA-CP, 4-5; Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
69 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
70 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
71 Charles S. Cheston, “OSS Intelligence Teams in Italy,” July 11, 1945, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
72 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
73 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
74 Report, “John Croze,” undated, Folder 3, Box 39, Entry 99, RG 226, NARA-CP.
Erik K. Griebling, INTELLIGENCE PROFESSIONALISM: A STUDY OF DEVELOPING INTELLIGENCE PROFESSIONALISM IN THE OFFICE OF STRATEGIC SERVICES IN ITALY AND THE CENTRAL MEDITERRANEAN 1941-1945, A Dissertation Submitted to The Temple University Graduate Board, In Partial Fulfillment Of the Requirements for the Degree DOCTOR OF PHILOSOPHY, August 2017