Lettere dal fronte: i soldati italiani nella Jugoslavia occupata

Soldati italiani mentre fucilano degli ostaggi in Jugoslavia

“…Ho avuto modo, dove ero prima,di assistere alla fucilazione di 50 ribelli…è una cosa terribile,ma non puoi fare a meno che godere quando pensi alle torture cui hanno sottoposto i nostri valorosi alpini caduti loro prigionieri ed…è sempre ancora troppo poco far loro saltar (letteralmente) le cervella e squarciare la loro pancia e le loro membra a raffiche di mitraglia.”Lettera censurata della prima quindicina del maggio 1942, cit. in Gorgio Manca, Lettere dal fronte: i soldati italiani nella Jugoslavia occupata (aprile 1941-luglio 1943) in “Passato e presente”, 2006 n.68 pp. 115 – 130 E.Aga Rossi M.T. Giusti Una guerra a parte I militari italiani nei Balcani 1940 – 1945

“Caro amico tu mi scrivi che fai la guerra alla pulci,mentre noi qui facciamo la guerra contro questa gente che è il popolo meno civilizzato e la canaglia comunista…bevono l’olio di ricino come acqua fresca e ne fuciliamo molti…”Un soldato della 86°Compagnia scrive a Ippolito Raffael. 30 luglio 1941 E. Collotti, L’occupazione nazista in Europa, Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 543.

“Abbiamo distrutto tutto da cima a fondo senza risparmiare gli innocenti. Uccidiamo intere famiglie ogni sera, picchiandoli a morte o sparando contro di loro. Se cercano soltanto di muoversi tiriamo senza pietà e chi muore muore.Anche questa notte vi sono stati cinque morti,due donne,un bambino e due uomini..»Lettera inviata da Salvatore Seldi Ariano P.M. 141, alla famiglia il 1º luglio 1942 E. Collotti, L’occupazione nazista in Europa, Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 543.

“..qui Angelina non fa tanto freddo;non c’è neanche la neve ma neppure l’acqua potabile,perché loro hanno distrutto tutto;noi abbiamo l’ordine di uccidere tutti e di incendiare tutto quello che incontriamo sul nostro cammino,di modo che contiamo di finirla rapidamente…”Lettera scritta da Ottavio Luccheto artigliere del 34° reggimento Sassari alla moglie Angelina Luccheto a Moniga il 10 febbraio 1942. E. Collotti, L’occupazione nazista in Europa, Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 543.

“…Cara Tota, ora ti raconterò di nuovo i disastri che stiamo facendo perché eravamo partiti per andare ad abruciare due paesi di ribelli,e così non ti spiego che stragge(sic) abiamo fatto,e io carico come un mulo e portavo due vestiti da uomo da sciatore più un paio di pantaloni alla zoava tre lenzuoli un paio di gambali una borsa nuova da studente un paio di scarpe da donna che anche a te stanno bene.”Lettera del fante Lorenzo Tamburini alla moglie Antonia a Tuscania nel Lazio.Vittorio Gorresio, La vita ingenua – E. Aga Rossi M.T. Giusti Una guerra a parte I militari italiani nei Balcani 1940 – 1945

“…noi semo andati prima abbiamo saccheggiati tutte le cose e poi subito infiamme,dove c’erano tante sorte di robbe vestiti lenzuola macchine da cucire inzomma tutto infiamme,ma ce chi apotuto portare via alla svelta,ma io non potevo collare tanta roba,e così e preso quel poco che potevo portare e seno tornati al solito posto e li granatieri cilanno comperato ma io non lavolevo vedare perchè pensavo che sila portavo a casa quanto era meglio.”Lettera del caporale Giuseppe Cherubini alla fidanzata a Capranica (Viterbo) Vittorio Gorresio, La vita ingenua – E. Aga Rossi M.T. Giusti Una guerra a parte I militari italiani nei Balcani 1940 – 1945

Battaglione della camice nere nei primi giorni di invasione della Jugoslavia – Fonte: Il Manifesto

Padri e Madri della Libertà