L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio

Dick Mallaby – Fonte: CSIR

Chi scrive iniziò a indagare in merito a Cecil Richard Mallaby, detto Dick, cercando di comprendere come un inglese si fosse trovato a far parte della ristretta élite, composta da esponenti della famiglia reale e dei vertici politico-militari italiani, che viaggiò da Roma a Brindisi nel settembre 1943 a seguito della proclamazione dell’armistizio tra italiani e Alleati. La ricerca pareva muoversi nell’ambito della microstoria, ma i suoi risultati, concretizzatisi nel saggio L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio – Le missioni dell’agente speciale Dick Mallaby, hanno evidenziato rilevanti profili di fondamentale macrostoria. In realtà un personaggio fondamentale nella storia della II guerra mondiale era rimasto sconosciuto per settanta anni.
L’eccezionalità delle missioni di Mallaby non consegue solo al fatto che siano rimaste sconosciute tanto a lungo per ovvi motivi di segretezza, ma deriva anche dalla definitiva e completa conoscenza di due eventi fondamentali della storia della II guerra mondiale: la resa italiana agli Alleati del settembre 1943 e quella dei tedeschi dell’aprile 1945, definita comunemente ‘la resa degli ottocentomila’. Oggi, infatti, sappiamo che di ambedue gli storici eventi, Dick Mallaby fu protagonista operativo e testimone unico. Attraverso la ricostruzione delle due missioni dell’inglese – basata su documentazione desecretata, proveniente dagli archivi italiani, statunitensi e inglesi e dall’archivio personale di Mallaby – è emersa, dopo decenni di ricostruzioni incomplete, la completa e definitiva verità.
Mallaby era un agente dello Special Operations Executive (SOE), il corpo britannico rimasto per decenni segretissimo e creato allo scopo di compiere attività non convenzionali. Solo a partire dagli anni ’70 le istituzioni britanniche cominciarono ad ammetterne l’esistenza. Le avventure degli uomini e donne del SOE costituirono la principale ispirazione per Ian Fleming, il cui fratello Peter aveva militato nel corpo, per la creazione di James Bond. In Italia, peraltro, il SOE fu oggetto di un’opera di infiltrazione da manuale da parte degli uomini del SIM (ed in parte dell’OVRA), che gli inglesi scoprirono, con comprensibile panico, solo quando venne loro rivelata dagli stessi membri dei servizi informativi italiani che, dopo l’armistizio, avevano iniziato a collaborare con gli inglesi stessi […]
Dick Mallaby fu l’elemento decisivo nello svolgimento delle trattative tra italiani ed Alleati del 1943. Ciò per un semplice motivo: Mallaby, per quanto inglese, fu l’unico operatore radiotelegrafico utilizzato dagli italiani e, dal 29 agosto 1943, attraverso le sue orecchie e le sue dita transitarono tutte le segretissime comunicazioni in codice trasmesse dai vertici italiani agli Alleati e viceversa. E, quando la situazione precipitò dopo la proclamazione dell’armistizio, anche Mallaby fu chiamato a far parte del ristretto gruppo, comprendente come noto il sovrano e la moglie, il principe ereditario, il capo del governo ed i vertici delle tre forze armate, che viaggiò da Roma e Brindisi.
La seconda missione di Mallaby fu altrettanto clamorosa e quasi inverosimile. L’agente inglese, entrato clandestinamente in Italia e catturato per la seconda volta, per evitare la fucilazione improvvisò al volo come un grande attore. Comunicò, infatti, ai militi della Repubblica Sociale Italiana di esser stato incaricato dal Maresciallo Alexander di interloquire con il Maresciallo Graziani per verificare le possibilità di una resa concordata che evitasse ulteriori spargimenti di sangue e distruzioni nel nord Italia. Sorprendentemente la balla trovò terreno fertile sia tra gli italiani che tra i tedeschi. Così Mallaby, dopo giorni di serrati interrogatori, si trovò a interloquire nientemeno che con il capo supremo delle forze di polizia tedesche in Italia, il generale delle S.S. Karl Wolff, e lo convinse a intraprendere, senza il consenso di Hitler e Himmler, quelle trattative con gli Alleati che sfociarono nella resa firmata a Caserta il 29 aprile 1945.
Fu il generale Eisenwhower in persona a ordinare che per la prima missione «fosse mantenuta al minimo» la divulgazione del ruolo avuto dall’agente del SOE nelle vicende dell’armistizio italiano. Invece, per quanto concerne la seconda, i suoi imprevisti sviluppi generarono enormi preoccupazioni, lasciando addirittura sospettosi coloro che ne vennero a conoscenza. Qualcuno arrivò addirittura a sospettare Mallaby di doppio gioco. Il suo capo Cecil Roseberry, che ne conosceva bene le qualità, commentò compiaciuto: «Dick sembra aver messo su un bello spettacolo. La volta precedente era riuscito a liberarsi e aveva una possibilità su un milione; questa volta una su mille. Penserà che queste cose siano facili!».
Ma dai rapporti segreti del marzo 1945, traspaiono valutazioni tutt’altro che compiaciute. I vertici britannici consideravano quanto combinato da Mallaby non divulgabile neanche all’interno del SOE e l’agente fu attentamente interrogato per approfondire dettagli e sospetti in merito alla sua sorprendente interlocuzione con il generale Wolff. Un riservatissimo dispaccio spedito da Berna a Londra il 22 marzo 1945 recita: «Viste le circostanze dell’operazione di Mallaby va considerato essenziale per motivi di sicurezza avere una storia di copertura da far circolare nell’ambiente del SOE. Suggerisci di inventare una storia con Mallaby, basata semplicemente sulla sua diretta liberazione in cambio di prigionieri tedeschi nelle nostre mani» […]
Gian Luca Barneschi su CSIR
Bibliografia essenziale
G.L. Barneschi, L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio, LEG, Gorizia, III edizione, 2016
R. Bailey, Target Italy, Faber And Faber, Londra 2014, pubblicato in Italia da Utet, Milano 2014
D. Stafford, Mission Accomplished: SOE and Italy, Vintage Books, Londra 2011
W. Mackenzie, The secret History of S.O.E., Londra 2002
M. Pawley, In obedience to instructions: FANY with the SOE in the Mediterranean, Leo Cooper, Barnsley, 1999
M.R.D. Foot, SOE, The Special Operations Executive, Arrow Books, Londra 1984

L’autore
Gian Luca Barneschi, avvocato, ha pubblicato saggi in Nuova Storia Contemporanea, quotidiani e periodici. Il suo volume d’esordio, Balvano 1944, è stato vincitore del Premio Basilicata 2005. Il successivo volume, L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio, è risultato vincitore assoluto del Premio Cerruglio Unuci 2014 ed è giunto alla terza edizione. Nel 2014 ha pubblicato Balvano 1944. Indagine su un disastro rimosso.

I retroscena dell’8 settembre 1943, con particolari inediti e in parte clamorosi, affiorano in queste pagine, attraverso la misconosciuta storia dell’agente segreto britannico Dick Mallaby.
Mallaby appare misteriosamente a bordo della corvetta “Baionetta” che portò in gran segreto, da Roma a Brindisi, la famiglia reale e Pietro Badoglio nel settembre del 1943.
Com’è possibile che l’inglese fosse a bordo della corvetta? È da questa domanda (o felice intuizione) che Barneschi sviluppa la sua ricerca storiografica, scoprendo, a poco a poco, che in realtà Mallaby, membro del Special Operations Executive (S.O.E.), fu testimone e protagonista di rilevanti episodi della storia della Seconda guerra mondiale in Italia. L’agente del S.O.E. fu, soprattutto, il trait d’union fra italiani e Alleati nelle trattative per l’armistizio del settembre 1943.
Il libro è frutto di una decennale ricerca presso gli archivi italiani, statunitensi e inglesi, corredata da nuove testimonianze (si avvale, per la prima volta, anche del memoriale dello stesso Mallaby).
ANPI, 13 Novembre 2013

Cosa ci faceva un agente britannico insieme alla famiglia reale e a Pietro Badoglio nel settembre del 1943? Nel volume firmato da Gianluca Barneschi, “L’inglese che viaggiò con il re e Badoglio. Le missioni dell’agente speciale Dick Mallaby”, edito da Libreria Editrice Goriziana, l’autore ci spiega come questa figura inglese misteriosa sia riuscito ad accompagnare i reali da Roma a Brindisi, celando la sua presenza per molto tempo.
Nell’ambito degli incontri “Un Libro, un Autore, tra Storia e Attualità” che si terrà domani 14 gennaio presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Gianluca Barneschi, introdotto dal presidente della Fondazione Giuseppe Parlato, svelerà i retroscena contenuti nel suo libro che spiegano come il quasi sconosciuto Dick Mallaby potesse essere presente a bordo della corvetta Baionetta con la famiglia reale e Badoglio.
Mallaby, secondo la ricerca storiografica di Barneschi, era membro del segretissimo Special operations executive (S.O.E.) e fu testimone e protagonista di due dei più rilevanti episodi della storia della Seconda guerra mondiale in Italia.
L’agente del S.O.E. divenne, infatti, il trait d’union fra italiani e alleati nelle trattative per l’armistizio del settembre del 1943 e, nel febbraio del 1945, riuscì a convincere il capo delle S.S. in Italia, Karl Wolff, a intraprendere i colloqui segreti per quella che sarebbe divenuta la famosa “resa degli ottocentomila”.
Francesca Scaringella, f! formiche, 13 gennaio 2017