Presto adombrata dalla ben più strutturata Alleanza Atlantica, la Western European Union nacque con una propria struttura istituzionale interna

Tra le organizzazioni regionali multilaterali impegnate a garantire la sicurezza in Europa e che, pur in un anonimato operativo quasi del tutto assoluto solo a tratti illuminato dalla storiografia, la Western European Union (WEU), istituita con il trattato di Parigi il 23 ottobre 1954, si occupò ripetutamente di avanzare e proporre delle riflessioni sullo scenario securitario mediterraneo.
L’Unione Europea Occidentale (UEO) venne siglata dagli originari firmatari del Patto di Bruxelles del 17 marzo 1948 (Gran Bretagna, Francia e i paesi del Benelux) con l’aggiunta di altri due paesi europei, ossia la Repubblica Federale di Germania e Italia <291. Le origini di tale alleanza si collocano direttamente nella fase più drammatica dello stentato processo europeo di integrazione nel campo della sicurezza e della difesa, all’indomani della bocciatura, il 30 agosto 1954, da parte del Parlamento francese dell’adozione del Trattato sulla Comunità Europea di Difesa (CED). Fallito il grande disegno federalista di costituire un esercito europeo guidato da un comune ministro della Difesa proprio per l’alta dose di federalismo che il progetto possedeva che risultò inviso alla Francia, madrina e matrigna ultima dello stesso, i motivi che avevano spinto sin dal 1950 l’opportunità che i paesi europei approfondissero la propria cooperazione anche nel campo militare rimanevano in attesa di una urgente risposta. Tra questi, quello della necessità di procedere ad un riarmo della Germania, sostenuto dagli Stati Uniti ed anche dalla Francia di Mendès France, ma che sarebbe dovuto avvenire necessariamente entro un quadro europeo.
In questo quadro, nella prima metà del settembre 1954 la Gran Bretagna assunse l’iniziativa e, attraverso il proprio ministro degli Esteri Anthony Eden, delineò una soluzione che muoveva da una riscoperta del Patto di Bruxelles del marzo 1948 ed intorno ad esso cercava di tratteggiare i contorni di una nuova forma di difesa europea, che annoverasse la stessa Gran Bretagna (esclusa dalla CED), coinvolgesse Germania e Italia (escluse dal novero originario del Patto di Bruxelles) così da permettere il riarmo e l’ingresso nel Patto Atlantico della prima, prefigurando una forma associativa però assai meno federalista rispetto alla CED. Eden avanzò l’ipotesi di convocare una conferenza a Londra per il 27 settembre tra i paesi dell’ex-trattato CED più Stati Uniti e Canada per discutere del presente scenario. Un significativo assenso alla linea britannica giunse dallo stesso Mendès France che, nel corso della sua prolusione il 20 dello stesso mese al Consiglio d’Europa, accettò che Londra facesse parte di tale rinnovato disegno securitario europeo, ma soprattutto che questo non contenesse tratti sovranazionali così accentuati <292.
Alla Conferenza di Londra si raggiunse l’assenso sui punti citati e circa l’istituzione di una Agenzia per il Controllo degli Armamenti, che avrebbe annualmente fissato il tetto massimo di effettivi e di materiale bellico a disposizione di ciascun stato partecipante di questo nuovo framework, il cui progetto fu inviato per una approvazione la più rapida possibile da parte dei parlamenti nazionali. Si guardò certamente con apprensione a Parigi, che approvò il testo, ora pronto per la firma ufficiale. A tale scopo, i paesi di quello che venne prima definito il ‘Trattato di Bruxelles allargato’, ossia Gran Bretagna, Francia, Benelux, Germania e Italia, s’incontrano nuovamente a Londra il 23 ottobre per dar vita all’Unione dell’Europa Occidentale (UEO) con lo scopo di «strengthening peace and security and of promoting unity» <293.
Sin dalla sua istituzione, essa apparì più un escamotage istituzionale per rendere possibile la decisione politica del riarmo della Germania e del suo ingresso nel Patto Atlantico, piuttosto che il convinto strumento multilaterale attraverso il quale poter compiere passi decisivi nell’integrazione europea nel campo della difesa e della sicurezza. Inoltre, nonostante apparisse quale soluzione minoritaria di ciò che non fu possibile, e presto adombrata dalla ben più strutturata Alleanza Atlantica, la Western European Union nacque con una propria struttura istituzionale interna, costituita di organi e comitati specifici.
Lo stesso trattato istitutivo prevedeva – agli articoli VIII e IX – che si istituisse anzitutto un ‘Consiglio’, al fine di poter dare esecuzione al trattato stesso. Presto denominato Council of Western European Union, esso era formato dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi membri, rappresentando l’organo esecutivo dell’organizzazione: si riuniva regolarmente una volta l’anno (solamente a partire dal 1984, in seguito al rilancio del WEU, passò a due riunioni all’anno), ma le sue decisioni non avevano peso vincolante, ma solamente di indirizzo politico sui temi della sicurezza europea. Inoltre, il Consiglio e poteva essere convocato in qualsiasi momento da ciascuna delle parti contraenti in caso di percepite minacce alla pace.
Al fine di consentire la continuità dei lavori, il Consiglio nominò dei Rappresentanti Permanenti provenienti da ciascun stato. In questa composizione, il Consiglio Permanente si riuniva ogni settimana ed era presieduto dal Segretario Generale del WEU, il quale veniva eletto dal Consiglio e che esercitava una figura di indirizzo politico e di rappresentanza dell’Unione, oltre ad essere capo del Segretariato, organo quest’ultimo di supporto al Segretario con+ funzioni amministrative.
Il secondo maggiore organo collegiale all’interno della WEU era l’Assemblea, anch’essa prevista dal trattato (articolo IX) e formata dai rappresentanti nazionali (parlamentari) dei paesi partecipanti presso Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. In base ai poteri ad essa accordati dal trattato, l’Assemblea – che presto iniziò a fregiarsi dell’aggettivo Parlamentare – si riuniva in seduta plenaria due volte l’anno e aveva il compito di ricevere il rapporto annuale preparato dal Consiglio circa le attività realizzate da quest’ultimo, ma ben più interessante si rivelò essere la sua azione di iniziativa politica, alimentata di volta in volta da uno o più stati, e che si esplicava nella elaborazione di report periodici e raccomandazioni da sottoporre all’attenzione del Consiglio su molteplici aspetti della sicurezza europea.
Incaricati operativamente di dare seguito a ciò erano i Comitati ed i gruppi di lavoro formati dagli stessi parlamentari <294. Tra questi, un ruolo di rilievo lo ebbero sin dalle prime fasi il ‘Committee on Defence Questions and Armaments’ e il ‘Committee on General Affairs’. Questi comitati erano incaricati talvolta dal Consiglio, talvolta dalla stessa Assemblea, ad elaborare rapporti d’analisi e raccomandazioni sui principali aspetti della sicurezza europea, generalmente per aree geografiche (esempio: Europa Centrale; Mediterraneo; deterrenza nucleare, ecc).
Individuato l’oggetto di studio, dopo la necessaria fase d’istruttoria interna, ciascun comitato era tenuto ad approvare al suo interno – con voto di maggioranza semplice – e successivamente a presentare l’esito delle sue riflessioni all’Assemblea per il tramite di un Rapporteur, nominato tra i parlamentari componenti il comitato stesso. La fase di dibattito risultava cruciale in quanto sovente il rapporto e le raccomandazioni erano oggetto di revisione, prima di essere adottati dall’Assemblea in seduta plenaria – ancora mediante voto a maggioranza semplice – e inviati all’attenzione del Consiglio, il quale era a sua volta obbligato a fornire una risposta scritta all’Assemblea sul merito delle sollecitazioni ricevute; qualora fossero state ritenute meritevoli, il Consiglio poteva adottare le raccomandazioni ad esso pervenute dall’Assemblea e su di queste ricamare iniziative e posizioni ufficiali la condotta della WEU, che tuttavia potevano essere adottate solamente all’unanimità dei suoi membri <295.
[NOTE]
291 Sul patto di Bruxelles si veda E. FURSDON, The European Defence Community: A History, Macmillan, London, 1980; A. VARSORI, Il Patto di Bruxelles 1948: Tra integrazione europea e alleanza atlantica, Bonacci Editore, Roma, 1999; O. BARIÈ, L’Alleanza occidentale: nascita e sviluppi di un sistema di sicurezza collettivo, Il Mulino, Bologna, 1988. Sulla nascita della WEU si veda: ROHAN, cit; G. MAMMARELLA, Storia d’Europa dal 1945 a oggi, Editori Laterza, Roma-Bari, 1999; M. BUCCARELLI, La politica di sicurezza europea negli anni Ottanta: la ‘riattivazione’ dell’Unione Europea Occidentale, pp. 265-284, cit; E. CALANDRI, ll Mediterraneo e la difesa dell’Occidente, 1947-1956: eredità imperiali e logiche di guerra fredda, Manent, 1997; M.E. CAVALLARO, La Nascita Dell’Unione Europea Occidentale: Una Parentesi o Un Passo in Avanti Nel Processo Di Costruzione Europea? in Ventunesimo Secolo, vol. 6, no. 14, 2007, pp. 17–44, in JSTOR, in www.jstor.org/stable/23719510. G. Wyn REES, The Western European Union at The Crossroads: Between Trans-atlantic solidarity and European integration, Westview Press, Boulder, Colorado, 1998. E. R. PAPA, Storia dell’unificazione europea, Le origini e la crisi di un progetto rivoluzionario, Bompiani, Firenze, 2017; B. OLIVI, L’Europa difficile. Storia politica dell’integrazione europea 1948-2000, Il Mulino, Bologna, 2001, paragrafo 9, capitolo primo; G. MAMMARELLA, P. CACACE, Storia e politica dell’Unione europea: 1926-2013, Editori Laterza, Roma-Bari, 2015, capitolo terzo.
292 MAMMARELLA, cit; A. DUCE, Storia della politica internazionale (1917-1957) Dalla Rivoluzione d’ottobre ai Trattati di Roma, Edizioni Studium, Roma, 2009, pp. 433-436
293 Article VIII of the Modified Brussels Treaty, in http://www.weu.int/.
294 CVCE, The statutory bodies of WEU, https://www.cvce.eu/en/recherche/unit-content/-/unit/72d9869d-ff72-493e-a0e3-bedb3e671faa/f3e0b990-132f-4ecf-90e9-9208cb385b2f.
295 Sulla struttura organizzativa della WEU si rimanda soprattutto alle opere citate di ROHAN e BLOED, rispettivamente ai capitoli I (pp. 1-62).
Gian Lorenzo Zichi, Una centrale perifericità. Il Mediterraneo e le organizzazioni internazionali regionali di sicurezza negli anni Settanta e Ottanta: NATO, WEU, CSCE, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Cagliari, 2020