So che ti chiami Alba (di Guido Seborga)

Guido Seborga e la moglie Alba Galleano – Fonte: Laura Hess

Non so lasciare il paese di sole
Non ho animo per vivere
Nel deserto di pietra della città
Soltanto nel caos materiale
Di cielo di mare mi sento nascere
Tra gli scogli di capo Ampeglio
Sono uno scoglio tagliato dal tempo
Libero nel vento di ponente
Odio la società che mi ha lacerato
Amo troppo l’essere umano
Per diventare un robot miserabile
Con te in pochi giorni ho avuto chiarezza
Alba nel mio cuore hai riposto sollievo
Tu così nera d’occhi e di capelli
Sei la madonna nera
Ma ora so che ti chiami Alba per me
Sei nata in un paese che non conosco
Sei giunta sulla riva del mare
Hai sfiorato la mia vita torbida
Col tuo passo di gazzella
L’antica intimità del tuo cuore
E del tuo corpo tenero e caldo
Sei la vergine che non si dimentica
Lontano dal tuo puro splendore
Nell’inferno del mio animo
Più non vedo la nostra stella
Nel nero della notte cittadina piove
E il buio della notte mi perseguita
Col terrore di non vederti più
Il mio cuore stanotte è un sepolcro.

Guido Seborga