Sulle prime missioni della Marina Militare Italiana a fianco degli alleati

Il sommergibile Axum – Fonte: G. Manzari, Op. cit. infra

[…] prof. Ottorino Balduzzi, dirigente di quella organizzazione clandestina «Otto» che nacque in Genova nell’autunno del 1943 e che prese il nome, appunto, dalle lettere iniziali del suo Comandante. L’organizzazione «Otto», com’è risaputo, era formata da valorosi antifascisti, civili e militari, e svolse un molo importantissimo nell’ambito della lotta resistenziale. Tra l’altro i suoi componenti presero contatto in Corsica (coraggiosamente ed abilmente raggiunta su un’imbarcazione partita dal litorale di Voltri) con i Comandi ed i servizi segreti anglo­americani (16). Furono così stabiliti contatti tra gli Alleati, il CLNAI e le forze della nostra Resistenza, favorendo l’insediamento di commandos e di esperti in sabotaggi nell’Italia ancora occupata dai Tedeschi; fu perfezionata l’opera di soccorso dei prigionieri fuggiaschi inglesi ed americani, create stazioni radio trasmittenti, preparato il terreno per i lanci alle formazioni partigiane della montagna. L’organizzazione «Otto» diventò tanto importante che fu proposto ai suoi dirigenti di estenderne l’attività praticamente a quasi tutta l’Italia settentrionale ed alla Toscana. Sfortunatamente sgominata a seguito di arresti a catena, la «Otto» non fu più ricostituita. Ma i suoi aderenti scampati agli arresti ed alla morte continuarono la lotta portando la loro esperienza in altre organizzazioni resistenziali. (16) La prima traversata da Voltri alla Corsica fu effettuata il 1° novembre 1943 (cfr. G. Gimelli, Cronache militari della Resistenza in Liguria, op. cit., vol. 1°, pag. 102). Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) – Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992

[…] missione Law che avrebbe consentito a due ardimentosi, Guglielmo Steiner (Mino) e Fausto Bazzi, entrambi addestrati frettolosamente ad Algeri dal Soe britannico (Special operations executive) e dall’Oss americano (Office of strategic services, precursore dell’odierna Cia), di sbarcare dal sommergibile britannico Hms Sykle sulla spiaggia di Cavi di Lavagna ai primi di ottobre del ’43 muniti d’un apparecchio ricetrasmittente consegnato infine, dopo rocambolesche avventure, al referente ligure della missione, il genovese Piero Caleffi, a sua volta a stretto contatto sia con l’organizzazione Otto di Ottorino Balduzzi sia con gli esponenti milanesi della cospirazione di matrice azionista e giellista facente capo a Ferruccio Parri. Vittorio Civitella *, Zolesio e l’opera di intelligence di Fellner e Unger di Löwenberg in Storia e Memoria, Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, anno XXV, n. 2/2016 – * Testo dell’intervento tenuto al convegno “Momenti e figure della Resistenza nel Tigullio. Una storia che non può essere travisata”, organizzato dall’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Chiavari, Civico auditorium San Francesco, 23 aprile 2016)

Nell’assoluta necessità di reperire informazioni sulla consistenza, la dislocazione, i movimenti delle truppe tedesche, gli Alleati fecero ricorso ai propri servizi segreti (Special Operations Executive, SOE, britannico e Office of Strategic Services, OSS, degli Stati Uniti). Nella difficile situazione brindisina, con mancanza di uomini, di mezzi, di spazio e con le continue interferenze alleate, il S.I.M. fu faticosamente ricostituito; al suo comando fu posto il colonnello Pompeo Agrifoglio, già appartenente al Servizio, caduto prigioniero in Africa e fatto rientrare apposta dagli Alleati dal campo di prigionia negli Stati Uniti dove si trovava […] I Servizi alleati presero quindi contatto con organizzazioni partigiane già impiantate che agivano più che altro a fini informativi. Fu questo il caso dell’Organizzazione Otto del professore Ottorino Balduzzi, costituita a Genova […] Il secondo capo Piccinini era imbarcato, quale sottufficiale radiotelegrafista, sul sommergibile Onice; entrò nell’O.S.S. e passò le linee a piedi, il 3 dicembre 1943, nella zona di Castelnuovo di Benevento; il giorno successivo, a Colleferro, fu catturato, ma riuscì a evadere portandosi dietro l’apparecchio radio e proseguì nella missione affidatagli raggiungendo Milano a fine febbraio 1944. Da questa città trasmetteva le informazioni reperite dalla Brigata partigiana […] La prima missione speciale in Adriatico, alle dipendenze del S.I.M./N° 1SF, fu condotta dal MAS 514 (guardiamarina Pierluigi Antonini). Il 2 ottobre il MAS si trasferì da Brindisi a Barletta. Il 3, imbarcato il capitano di corvetta Raul Galletti, responsabile del S.I.S. a Brindisi, il maggiore Luigi Marchesi del S.I.M., il sottotenente di vascello inglese Wallis e il personale da sbarcare (un ufficiale e un sottufficiale radiotelegrafista triestini, poiché la missione era diretta a Trieste, località peraltro non raggiungibile impiegando un’unità navale di tale tipo), il MAS si trasferì alle Isole Tremiti, ove era stato inviato, in precedenza, un peschereccio carico di carburante; infatti il problema principale di tale unità era l’elevato consumo di carburante alle alte velocità, con conseguente consistente riduzione del raggio d’azione.
La sosta si prolungò per sopravvenuti problemi, e solo il 7 il MAS lasciò le Isole Tremiti sbarcando nella notte fra l’8-9 gli operatori a nord di Ancona […] Nell’ottobre 1943 la base SOE fu spostata dalla Sicilia a Bari (in effetti a Monopoli), mentre il maggiore Andrew Croft lasciò Algeri sul peschereccio britannico F.P.V. 2017 portandosi a Bastia, in Corsica, ove costituì la Base Balaclava, che divenne quella più importante in Tirreno, con La Maddalena come base di sostegno. Da queste basi operarono i MAS italiani della V Flottiglia MAS (capitano di fregata Enrico Marano), le motosiluranti inglesi della 28th Motor Torpedo Boats (MTB) Flottilla e quelle statunitensi del PT ROM 15 (Lieutenant Commander Stanley L. Barnes), coordinati da Patrick Whinney. Il 21 novembre la base delle PT USA si spostò dalla Maddalena a Bastia, così il raggio d’azione delle missioni fu esteso alla Provenza e alla Liguria […] Tra il 26 novembre e il 3 dicembre [1943] si svolse l’operazione condotta dal Nichelio (tenente di vascello Claudio Celli), con sbarco, nella notte fra il 28 e il 29, di due gruppi di informatori destinati alla Venezia Giulia-Alto Adige, sulle coste italiane dell’alto Adriatico.
Il mese di novembre si aprì, per le motosiluranti, con una lunga e rischiosa missione della MS 31, che condusse un’azione in profondità nello schieramento tedesco e sbarcò alcuni informatori a Sottomarina (Venezia). Il 2 la MS 33, con a bordo alcuni informatori, un tenente di vascello inglese e un gruppo di paracadutisti-sabotatori alleati, si portò a Silvi e sbarcò un informatore; successivamente, verso le 23, fu localizzata e colpita dal fuoco proveniente da terra. Un motorista rimase ucciso, mentre il comandante, un altro motorista, un nocchiere e il radiotelegrafista rimasero feriti. La MS affondò all’alba del 3. Sempre il 3, la MS 61 (sottotenente di vascello Antonio Tedeschi), con a bordo il comandante Nichols, il tenente di vascello della RN Martin e alcuni marinai inglesi, recuperò un gruppo di 16 commando inglesi alla foce del Vomano. Il 16 la MS 61 con a bordo tre ufficiali inglesi (Nichols, Martin e il maggiore Lefroy), e 20 commando inglesi, effettuò una ricognizione alle Isole Tremiti. Il 18 la MS 56 (sottotenente di vascello Leonardo Zanoni) sbarcò informatori a Civitanova e informatori e guastatori a sud di Ancona. Il 24 la MS 56 sbarcò informatori e recuperò ex-prigionieri a Porto Civitanova e Porto Recanati. Il 26 la MS 56 trasportò a Potenza Picena un gruppo di guastatori. Il giorno dopo la MS 61 recuperò i commando a Porto Civitanova, mentre la MS 73 sbarcava guastatori a sud di Ancona. Il 29 la MS 61 trasportò un gruppo di commando e un informatore alla foce del Tronto. Il 30 la stessa motosilurante portò un gruppo di commando a Numana, recuperandoli dopo l’azione. Il 1° dicembre 1943 la 10a Flottiglia sommergibili britannica si spostò da Malta alla Maddalena. Il 3 il MAS 546 trasportò un informatore da Bastia all’Isola del Giglio. Il 10 il MAS 541 trasportò da Bastia 9 uomini di una missione OG all’Isola di Gorgona per costituire il presidio dell’isola. Il 18, lo stesso MAS trasportò a Capraia un gruppo di ufficiali americani per effettuare il sopralluogo dell’isola e trasportare viveri e materiali al presidio americano. Operazione che ripeté il 27. Il 28, cinque operatori del S.I.M. di due missioni dirette in Toscana (Livorno e Firenze), furono sbarcati dal MAS 510, partito dalla Maddalena, vicino al punto di sbarco di Castiglioncello (Buca dei Corvi). Sul versante adriatico, per le avverse condizioni meteorologiche, nel mese di dicembre 1943 si ebbe una sola missione, il 23, quando la MS 31 sbarcò informatori e guastatori a Bellaria (in Emilia). Nel mese di dicembre (23-29) il sommergibile Marea portò a termine un’operazione di sbarco sulle coste adriatiche (26), trasportando un ufficiale inglese e cinque civili. L’Axum (tenente di vascello Giovanni Sorrentino) effettuò due operazioni: il 4 dicembre fu sbarcato a Gabicce Mare (Cattolica) il 2° capo segnalatore Antonio Maddalozzo, che aveva già preso parte ai combattimenti per liberare Napoli e, arruolatosi nell’O.S.S., aveva effettuato una breve missione (novembre 1943, assieme al sottotenente Correale), nella zona Alfedena-Atina, ma era stato costretto a rientrare, attraversando le linee a piedi, perché la radio si era rotta. Maddalozzo raggiunse il Friuli e si unì alla banda di Cismon del Grappa (sottotenente Walter) e del colonnello Zampelli di Feltre, per studiare un lancio di rifornimenti, non effettuato per l’arresto dei partigiani. Per quattro mesi operò nella zona di Mogliano, quindi, braccato da vicino, riattraversò a piedi le linee rientrando con preziose informazioni a fine maggio 1944. Grazie alle sue comunicazioni quasi giornaliere con la base, fornì informazioni sui concentramenti, movimenti e postazioni di truppe; sulle linee ferroviarie, sui movimenti e sulla posizione dei depositi, provocando azioni di bombardamento alleate nell’aerea Treviso-Mestre-Marghera-Padova […] Entro la fine del 1943 la N° 1 Special Force poteva disporre di cinque fra agenti e operatori radio in territorio nemico […] Intanto, a Roma, l’ammiraglio Ferreri prese contatto con il colonnello Montezemolo e con l’ammiraglio Franco Maugeri per organizzare la partecipazione del personale della Marina alla Resistenza. A fine gennaio 1944, Ferreri assunse la direzione del Fronte Clandestino di Resistenza della Marina (F.C.R.dM), mettendosi in contatto con il generale di corpo d’armata Quirino Armellini che, per designazione del Comando Supremo, aveva assunto il comando del F.C.R, con alcune personalità che potevano fornire aiuti finanziari, con il generale Angelo Odone (capo del Fronte Clandestino dell’Esercito) e con il generale Umberto Cappa (capo del Fronte Clandestino dell’Aeronautica). Il collegamento fra il F.C.R.dM. e quello della città fu affidato al capitano di fregata Renato Cordero Lanza di Montezemolo, fratello del colonnello. L’attività della Resistenza laziale fu pesantemente condizionata e legata alle operazioni militari alleate […] L’O.S.S. ottenne anche di poter impiegare un sommergibile italiano per le missioni di sbarco in Adriatico. Inoltre, per diretto intervento del generale Donovan, capo dell’O.S.S., fu deciso l’invio a Roma del giornalista Peter Tompkins, facente parte dell’ala moderata dell’O.S.S. In imminenza dello sbarco ad Anzio, Tompkins, con un agente emiliano di sua fiducia, fu trasportato da un velivolo B-26 fino a Campo Borgo, in Corsica, vicino a Bastia, ove armato di Beretta calibro 9, con 300 sovrane d’oro, i codici segreti e i quarzi per la radio e una macchina fotografica Minox, imbarcò sulla sezione dei due MAS 541 e 543 italiani assegnati alla missione. Costeggiata l’Isola d’Elba, i due MAS sbarcarono, all’alba del 20 gennaio 1944, il gruppo circa 30 km a nord di Tarquinia (probabilmente alla foce del Fosso Tafone) […] Nel settore tirrenico, il 2 gennaio 1944 il MAS 507 (sottotenente di vascello Luigi Mereu) trasportò informatori da Bastia all’Isola d’Elba. A partire dal 6, i MAS italiani iniziarono a fare la spola fra Bastia e l’importante presidio americano dell’Isola di Capraia; così il MAS 510 (sottotenente di vascello Giulio Centurione) vi trasportò dei militari americani; l’8 fu la volta del MAS 507, con personale e materiale e l’11 di nuovo il 510; il 12 e il 16 il MAS 541. Il 27 il MAS 543 trasportò personale a Capraia recuperandone altro. Il 7 febbraio 1944 il MAS 507 effettuò un cambio di personale USA. Il 17 gennaio i MAS 507 e 543 effettuarono una missione a Montecristo. Il 18 il MAS 541 sbarcò all’Isola d’Elba personale, viveri e materiale. Lo stesso giorno avvenne lo sbarco a Orbetello dell’importante missione dell’O.S.S. di Vera Vassalle, Vera, che operò nella zona di Lucca e fu decorata di Medaglia d’Oro al Valore Militare. Il 19 il MAS 541 effettuò uno sbarco di personale sulla costa italiana. Il 20 la sezione MAS 541-543 recuperò un sottotenente di vascello della Marina inglese, un maggiore e un capitano dell’Esercito americano sulla costa italiana. Il 22, il MAS 541 sbarcò personale sulla costa italiana, avendo uno scontro a fuoco con similari unità nemiche. Il
27 il MAS 541 trasportò un gruppo di informatori in Provenza; il 28 il MAS 543 recuperò un capitano di corvetta, un tenente di vascello e due marinai inglesi sulla costa francese. Nel settore adriatico, il 4 gennaio la MS 31 effettuò uno sbarco di informatori a Pesaro, mentre la MS 65 (tenente di vascello Corrado Pinotti) sbarcava guastatori nella stessa zona e le MS 54 (sottotenente di vascello Marcello Ivonetti) e MS 55 (sottotenente di vascello Carlo Ercolessi) sbarcavano informatori a Porto Civitanova. Il 20 la MS 65 sbarcava un informatore e recuperava ex prigionieri a S. Elpidio, e la MS 73 sbarcava guastatori alla foce del Tronto. Il 25 la MS 31 recuperava ex-prigionieri britannici a Porto San Giorgio. Il 26 la MS 73, con a bordo il tenente di vascello della RN Laming, sbarcava 5 guastatori italiani un miglio a sud di Porto Civitanova, operazione ripetuta il 28 dalla stessa motosilurante. Il 29 la stessa motosilurante sbarcò informatori e guastatori sulle coste delle Marche.
Fra il 18 e il 30 gennaio 1944 si svolse la seconda missione del sommergibile Nichelio (tenente di vascello Gaspare Cavallina), che trasportò sulla costa italiana dell’alto Adriatico tre gruppi di informatori; il primo sbarcò nella notte sul 20 gennaio; il secondo nella notte sul 22; nella notte il sommergibile recuperò un gruppo di operatori; l’ultimo gruppo sbarcò nella notte sul 28 gennaio. Le azioni furono disturbate dalla presenza di unità veloci nemiche. Il 7 febbraio il MAS 507 effettuò il trasporto da Bastia a Gorgona di personale americano, riportando indietro alcuni membri del presidio; lo stesso MAS, il 13, effettuò una ricognizione della costa italiana e rifornì di viveri Montecristo. Lo stesso giorno il MAS 543 trasportò personale inglese e americano a Capraia e a Gorgona, recuperando da quest’ultima alcuni soldati statunitensi e una donna gravemente malata, in barella. Il 18 febbraio 1944 il MAS 507 effettuò uno sbarco di sabotatori sulla costa ligure, mentre il 546 trasportò personale vario (un tenente di vascello inglese, due ufficiali e cinque soldati americani, un informatore civile e un soldato italiani) sulla costa. Il 20, motovedette tedesche e un MAS della RSI effettuarono una ricognizione all’Isola di Capraia; vi fu uno scontro a fuoco con il personale del presidio americano presente, tanto che il giorno dopo alcune PT statunitensi fecero a loro volta un sopralluogo, riferendo che la situazione era normale; fu allora inviato il MAS 546 (tenente di vascello Paolo Jappelli) che, mentre stava ormeggiandosi, saltò in aria per effetto di una mina lasciata dalle unità germaniche. Vi furono tre soli superstiti; perirono anche il tenente di vascello della RN Charles Edward Buste e i tenenti Rapal Naw e Brown. Nello stesso giorno il MAS 543 trasportò un informatore sulla costa italiana. Fra il 25 febbraio e il 2 marzo il sommergibile Nichelio (tenente di vascello Ugo Esmenard) effettuò una missione sbarcando un gruppo di operatori, nella notte sul 27 febbraio, poco a nord di Pesaro. Il 27 la MS 65 effettuò una operazione da Manfredonia per la A-Force. Il 14 marzo 1944 il MAS 543 trasportò a Capraia un gruppo di ufficiali britannici per esaminare le mine trovate e per trasportare viveri americani alla popolazione. Il 16 il MAS 543 effettuò uno sbarco a Pianosa, in mano tedesca, di un gruppo di personale francese (oltre a un ufficiale britannico vi erano un capitano di corvetta, un maggiore e 4 soldati francesi) per effettuare osservazioni. Il 17 i MAS 507 e 517 effettuarono un’azione di sbarco a Voltri, mentre il MAS 541 sbarcava operatori sulla costa; azione condotta anche dal MAS 543, che aveva a bordo due ufficiali di Marina inglesi, un capitano dell’esercito britannico, un marinaio e quattro civili; furono recuperati un ufficiale e un marinaio inglese; l’azione fu contrastata dal nemico e si ebbe uno scontro a fuoco. Il 18 il MAS 541 sbarcò informatori sulla costa italiana. Il 21 marzo il MAS 541 (sottotenente di vascello Guido Cosulich) lasciò Bastia con a bordo 10 italiani e un gruppo di commando francesi dell’Africa settentrionale (capitano Reumi, tenente Gerber, aiutanti Seta, Stevens e Verdier) oltre al responsabile della parte navale, tenente di vascello RN Dow. Inoltre, per assistere allo svolgimento dell’operazione, erano anche a bordo il capitano di fregata De Vieux (alias de Lajudie) e il capitano Riotto, ambedue francesi. L’unità scomparve senza lasciare tracce. Giuliano Manzari, La partecipazione della Marina alla guerra di liberazione (1943-1945) in Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Periodico trimestrale – Anno XXIX – 2015, Editore Ministero della Difesa

11 marzo 1944. Alle 18 il motoscafo MAS 541 – equipaggio italiano e comando britannico con il tenente Dow – lasciò Bastia con a bordo un distaccamento di commandos africani. Missione: far saltare un ponte ferroviario e una galleria stradale tra Genova e Savona. I capitani De Vieux Martin e Riotto, entrambi membri dello staff del generale Henry Martin, si imbarcano per assistere all’operazione. Nessuno vedrà mai più il MAS 541. Corse Matin, Commandos marini ed operazioni speciali, 16 febbraio2011

Al posto di sbarco di Voltri arrivava nel febbraio del ’44 [il 1° febbraio] una prima missione capitanata da un certo Siro [Cavallino Italo, tenente del genio guastatori] con un istruttore di sabotaggio portante il nome di Annibale [Bellegrandi Nino, sottotenente di artiglieria] (che fu poi fucilato dalle S.S. [a Cravasco]) e dal R.T. Biagio [Secondo Balestri, sottocapo r.t.]. Siro e il R.T. furono avviati nella zona di Mondovì e messi a disposizione della organizzazioni partigiane del Basso Piemonte alle dipendenze dell’ufficiale di collegamento responsabile di zona Repetto; l’Annibale tenuto a disposizione ed utilizzato in vari settori (anche a Genova città) come istruttore di sabotaggio. La missione era denominata LLL2-CHARTERHOUSE, proveniva da Bastia con un MAS italiano e operò, fino all’arresto di “Siro” avvenuto il 13 marzo 1944, comunicando alla base informazioni per i lanci di rifornimenti alle formazioni operanti in Val Pesio, Val Ellero, Val Corsaglia e Val Casotto. “Biagio” fu arrestato il 22 aprile, fu costretto con le minacce e le torture a trasmettere alla base false notizie date dai tedeschi, ma riuscì a cambiare alcuni gruppi cifrati ed a far capire, in questo modo, di essere in mano delle SS. Riuscì a fuggire il 31 luglio e a riprendere contatto con i partigiani garibaldini operanti a nord di Imperia. Verso la metà di settembre [invero, ai primi di ottobre], attraversò il confine con la Francia insieme al capitano Michael Lees, comandante della missione FLAP2-BARSTON, e da Avignone, in aereo tornò a Bari il 15 settembre 1944. A Balestri è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare…
Antonio Martino, L’attività di intelligence dell’Organizzazione OTTO nella relazione del prof. Balduzzi, pubblicato su Quaderni savonesi. Studi e ricerche sulla Resistenza e l’età contemporanea dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della Provincia di Savona, n. 24, Savona, 2011

In arrivo – LLL 2 N. 26 – Da comando valle Pesio alt Avevamo chiesto che Biagio [Secondo Balestri] rimanesse con noi per evitare che con l’eventuale ritorno di Siro fosse trasferito in altro luogo alt Il posto più sicuro per lui et radio est qui in alta montagna inaccessibile ed ben protetto dalle nostre forze ormai ben armate et munizionate in seguito vostri preziosi lanci alt Sarebbe grave imprudenza viaggio di Biagio at Genova così pure sarebbe assai pericoloso in questo momento eseguire trasmissioni da altro luogo alt. Vi facciamo presente che pur essendo in alta montagna et per mezzo del nostro servizio informazioni potrà ancora rendervi prezioso servizio alt Dateci conferma se autorizzate sua permanenza qui alt Comando Valle Pesio alt. Ricevuto il 29 marzo 1944. NOTA del Capo-sezione: Consigliamo aderire – Preghiamo sempre che banda garantisca incolumità stazione non impegnando combattimento.
In arrivo – LLL 2 N. 28 – Da Comando Valle Pesio alt. Siamo ancora bloccati ma il nemico non osa attaccarci alt Continuiamo la preparazione difensiva alt Abbiamo avuto due scontri di pattuglie quattordici feriti al nemico alt Patrioti… un ferito alt Ricevuto lancio ringraziamo sentitamente abbiamo recuperato trentasette casse di viveri alt Vi preghiamo mandarci gallette scatolette carne duecento gavette inglesi cento zaini da montagna due mortai munizioni per mitragliatrice Bren razzi rossi et verdi cinque radio Wirelesse n. trentotto MK due et venti pile ricambio alt Banda Valle Grana chiede lancio urgente alt messaggi positivo “La terra est gelida” alt Negativo “La stufa fa fumo” alt Biagio. Ricevuto il 31 marzo 1944. NOTA del Capo-sezione: Bravo questo ragazzo [“Biagio“, Secondo Balestri]
trascrizione di messaggi cifrati della missione CHARTERHOUSE (LLL 2) in Claudia Nasini, Una guerra di spie. Intelligence anglo-americana, Resistenza e badogliani nella sesta Zona operativa ligure partigiana (1943-1945), Tangram Edizioni Scientifiche, Trento, 2012