Tanto il Presidente del Consiglio quanto gli altri ospiti sovietici hanno palesemente apprezzato l’ospitalità italiana

Nel mese di agosto del 1940, l’Italia aveva iniziato a mettere in atto una serie di provocazioni, volte a generare un casus belli nei confronti della Grecia. I risoluti messaggi ricevuti dall’alleato tedesco, <38 sfavorevole a turbare la pace nei Balcani e propenso invece a fiaccare la strenua resistenza inglese, fecero rinviare, almeno temporaneamente, l’inizio delle operazioni. La situazione era però destinata a mutare repentinamente: la Germania provvide a garantirsi, nell’ottobre successivo, il controllo dei pozzi di petrolio rumeni, scatenando l’ira di Mussolini, che iniziò immediatamente a pianificare l’invasione della Grecia, invasione che ebbe inizio un paio di settimane dopo: “La notizia che i tedeschi intendevano garantirsi la disposizione dei petroli romeni con l’invio di contingenti militari in Romania, appresa da Bucarest e confermata a Berlino, dopo un inutile tentativo di affiancare forze italiane a quelle tedesche, indusse Mussolini a dare il via al progetto di attacco contro la Grecia, accantonato nell’agosto, come mezzo per ristabilire l’equilibrio turbato dall’iniziativa di Hitler”. <39
La campagna di Grecia iniziò il 28 ottobre 1940. Le truppe italiane annasparono nel fango delle montagne dell’Epiro: si rivelarono infruttuosi tutti i tentativi di rinvigorire l’avanzata e di superare lo stallo a cui le truppe greche costrinsero il Regio Esercito: “Le cose non sono andate come si poteva pensare”. <40 Limitatamente al conflitto nell’Epiro non vennero registrate dalla corrispondenza diplomatica significative reazioni sovietiche. Inizialmente si sparse la voce che i «rappresentanti politici del Governo sovietico si sarebbero incontrati con codesto rappresentante diplomatico di Grecia, al quale, sia pure verbalmente, alcuni di essi avrebbero augurato una piena vittoria». <41 Le voci in questione vennero però subito smentite: “Attitudine di questo Governo di fronte conflitto italo-greco può per il momento coscienziosamente definirsi come posizione di attesa. Comportamento della stampa rispetto formale neutralità ed obiettivi. Non mi risulta che dirigenti abbiano finora manifestato simpatia patriottica ad altra parte”. <42
A dicembre infatti, Rosso notò fece notare che «l’attitudine dei dirigenti sovietici nei nostri riguardi è ispirata da un evidente desiderio di migliorare le relazioni fra i due Paesi». <43 Pochi giorni dopo si concretizzò una ghiotta occasione per imprimere un’accelerazione alle trattative: “Il Presidente del Consiglio Molotov, il quale molto raramente e soltanto in casi eccezionali accetta inviti da parte di Rappresentanze diplomatiche straniere, mi ha fatto recentemente conoscere che parteciperà volentieri al pranzo che darò in suo onore alla R. Ambasciata il 13 corrente”. <44 Il pranzo in questione fu un successo: “Tanto il Presidente del Consiglio quanto gli altri ospiti sovietici hanno palesemente apprezzato l’ospitalità italiana, mostrando verso l’Ambasciatrice ed il sottoscritto una cordialità che è stata notata da tutti i diplomatici
presenti ed ha fatto l’oggetto di molti commenti in questi ambienti stranieri”. <45
Ciano, a quel punto, convocò l’Ambasciatore sovietico e gli disse che: “Non esiste alcuna ragione di contrasto tra l’Italia e l’U.R.S.S. Gli interessi dei due Paesi non presentano frizione di alcun genere fra loro, ed anzi in molti settori e per molte ragioni sono complementari. […] l’Italia è disposta ad aggiornare il Patto di amicizia, non-aggressione e neutralità del 1933 dando ad esso un più concreto contenuto”. <46
Pochi giorni dopo provvide a spedire a Rosso il seguente telegramma: “È venuto a vedermi questo Ambasciatore dei Soviet il quale mi ha comunicato che Governo russo è favorevole alla nostra proposta di trattative per un più stretto ravvicinamento sia sul terreno politico che su quello economico e che Governo russo propone che trattative stesse abbiano luogo a Mosca”. <47
La situazione, a meno di sei mesi dall’inizio della campagna di Russia, sembrava quindi particolarmente promettente. L’insuccesso della spedizione militare in Grecia sancì però il fallimento del tentativo italiano di conservare una propria condotta «parallela» e relativamente concorrenziale nei confronti dell’alleato tedesco: a partire dal conflitto italo-greco si verificò infatti la totale subordinazione di ogni iniziativa italiana alla politica tedesca, tanto che quasi ogni telegramma di istruzioni venne spedito solo dopo «consultazione» con il governo tedesco, circostanza che andò quindi ad inficiare sulla trattativa che aveva appena avuto inizio con l’Unione Sovietica. <48
[NOTE]
38 VON RIBBENTROP, Fra Londra e Mosca: ricordi e ultime annotazioni, p. 271.
39 MARIO TOSCANO, Avvertenza, in D.D.I., IX Serie, Volume V, p. X.
40 Riunione presso il Capo del Governo, Mussolini, del Capo di Stato Maggiore Generale, Badoglio, del Capo di Stato Maggiore della Marina, Cavagnari, del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Pricolo, del Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, Roatta, e del Capo di Gabinetto del Ministro della Guerra, Gorice, Palazzo Venezia, Roma, 10 novembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 71, pp. 57-65.
41 Il Capo di Gabinetto, Anfuso, all’Ambasciatore a Mosca, Rosso, Roma, 2 novembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 31, p. 24.
42 L’Ambasciatore a Mosca, Rosso, al Ministro degli Esteri, Ciano, Mosca, 3 novembre 1940,
D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 37, p. 27; in un successivo telegramma l’Ambasciatore riporterà che «Anche Ambasciatore di Germania sembra escludere che questi uomini di Governo possano essersi apertamente pronunciati a favore della Grecia»; L’Ambasciatore a Mosca, Rosso, al Ministro degli Esteri, Ciano, Mosca, 4 novembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 40, p. 29; infine, il Segretario Generale del Ministero degli Esteri turco affermò all’Ambasciatore americano in Turchia che: «With regard to Soviet Russia as a possible factor on the immediate situation, […] the Russians might be expected to hold aloof from the question»; The Ambassador in Turkey, Mac-Murray, to the Secretary of State, Ankara, 31 ottobre 1940, F.R.U.S., The British Commonwealth, The Soviet Union, The Near East and Africa, 1940, Volume III, Documento 400.
43 L’Ambasciatore a Mosca, Rosso, al Ministro degli Esteri, Ciano, Mosca, 5 dicembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 242, p. 235, il telegramma è pubblicato anche in TOSCANO, Una mancata intesa italo-sovietica nel 1940 e 1941, pp. 76-77.
44 Ibidem.
45 L’Ambasciatore a Mosca, Rosso, al Ministro degli Esteri, Ciano, Mosca, 14 dicembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 294, p. 278, il telegramma è pubblicato anche in TOSCANO, Una mancata intesa italo-sovietica nel 1940 e 1941, pp. 77-78.
46 Il Ministro degli Esteri, Ciano, all’Ambasciatore a Mosca, Rosso, Roma, 26 dicembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 355, p. 336, il telegramma è pubblicato anche in TOSCANO, Una mancata intesa italo-sovietica nel 1940 e 1941, pp. 82-83.
47 Il Ministro degli Esteri, Ciano, all’Ambasciatore a Mosca, Rosso, Roma, 28 dicembre 1940, D.D.I., IX Serie, Volume VI, n. 365, p. 352, il telegramma è pubblicato anche in TOSCANO, Una mancata intesa italo-sovietica nel 1940 e 1941, p. 85.
48 MARIO TOSCANO, Avvertenza, in D.D.I., IX Serie, Volume VI, p. IX.
Filippo Cerantola, Le relazioni italo-sovietiche dal Patto di amicizia alla campagna di Russia (1933-1941), Tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, Anno Accademico 2020-2021