Un corpus documentario che risulterà particolarmente prezioso nel dopoguerra per ricostruire la storia degli ebrei francesi durante la guerra

Tutte le ricostruzioni ad oggi disponibili datano la nascita del Centre de Documentation Juive Contemporaine nel 1943 quando, tra il 28 e il 29 aprile, Isaac Schneersohn convoca una riunione per avviare il lavoro di raccolta della documentazione sulla tragedia che incombe sugli ebrei di Francia.
Schneersohn nasce nel 1879 a Kamenetz-Podolsk, una piccola città dell’impero russo, oggi nella parte occidentale dell’Ucraina. Di lui si hanno informazioni scarse e spesso incerte <174. Discendente di una celebre famiglia hassidica della dinastia dei rabbini Lubavitch, viene avviato in tenera età agli studi rabbinici, da cui ben presto si allontana, attratto dalla politica e dalle idee del sionismo. Diviene quindi membro del Partito Democratico Costituzionale (Конституционная Демократическая партия, detto dei Cadetti dalle iniziali K-D) e assume diversi incarichi politici. Parte del governo provvisorio del principe Georgij L’vov e dello schieramento antibolscevico, il partito dei Cadetti viene messo fuori legge nei mesi antecedenti la Rivoluzione di Ottobre. Nel 1920 Schneersohn emigra a Parigi, facendo molto probabilmente parte di quella ondata che negli anni Venti porta migliaia di rifugiati russi bianchi in Francia <175. Per quanto la componente ebraica di detto gruppo migratorio risulti esigua, essa rappresenta una minoranza molto attiva sia all’interno delle élites éxilées, sia in seno alla comunità ebraica di acquisizione ed è formata principalmente da persone di alta estrazione sociale. Schneersohn rientra a pieno titolo in questa dinamica poiché riesce ad affermarsi in Francia come amministratore delegato dell’industria Travaux Métalliques <176 e fa della propria casa un salotto frequentato da personalità della politica e della cultura degli ambienti degli expat russi e da esponenti della comunità ebraica francese. Nient’altro sappiamo della vita di Schneersohn e del suo ruolo all’interno della comunità ebraica parigina, poiché le fonti e la bibliografia si concentrano alternativamente sulla fase russa della sua vita <177 oppure sul periodo della fondazione del centro di documentazione, obbligandoci a compiere un salto di vent’anni.
Nella primavera del 1940, gli eventi bellici travolgono la popolazione francese: dopo lo sfondamento del fronte settentrionale, avvenuto il 13 maggio, le truppe tedesche avanzano senza incontrare particolare resistenza, entrando il 14 giugno in una capitale che il governo francese ha già abbandonato da quattro giorni <178. Lacerato dalla scelta tra la prosecuzione della guerra e la dichiarazione della sconfitta, il governo si sfalda definitivamente il 16 giugno
con le dimissioni del Presidente del Consiglio, Paul Reynaud. Il Presidente della Repubblica, Albert Lebrun, invita dunque il maresciallo Philippe Pétain a formare un nuovo governo che, pochi giorni dopo, sceglie di mantenere il più possibile una parvenza di sovranità, firmando l’armistizio con l’occupante tedesco. Entrato in vigore il 25 giugno 1940, l’accordo produce la suddivisione del territorio francese in una zona nord (che include Parigi) amministrata
dall’occupante, con la collaborazione dell’amministrazione francese, e una zona sud, definita libera, lasciata alla gestione del governo francese, seppur con poteri estremamente ridotti.
Nella zona nord, quindi, i nazisti procedono da subito con l’introduzione del sistema messo a punto negli altri territori occupati, dove gli ebrei vengono censiti, spogliati dei propri beni, cacciati oltreconfine o rinchiusi in campi di prigionia <179. Schneersohn racconta vividamente il terrore che scatena nella popolazione tutta, specie in quella ebraica, l’arrivo dei tedeschi a Parigi.
“Elles défilent dans la capitale, musique en tête et font retenir des marches militaires. Les talons de leurs bottes heurtent audacieusement le pavé et ce bruit produit un écho d’angoisse dans le coeur de la population. Mais plus grandes encore sont l’anxiété et la frayeur des habitants juifs. La Gestapo a pris ses quartiers et elle inaugure sa sinistre besogne” <180.
Schneersohn e la moglie lasciano immediatamente la capitale, rifugiandosi nella zona sud. In questo punto sembra possibile formulare un’ipotesi per superare la frammentarietà delle fonti. Annette Wieviorka sostiene che Schneersohn lasci Parigi proprio perché i quadri del gruppo che dirige vengono arianizzati <181, mentre Annie Sikcik sostiene che egli lasci Parigi per l’arrivo dei tedeschi, spostandosi nella città di Mussidan, in Dordogne, dove l’industria che dirige ha delle officine e che qui, qualche tempo dopo il suo arrivo, debba lasciare l’azienda poiché arianizzata <182. Per quanto sia difficile ottenere un quadro chiaro delle vicende biografiche di Schneersohn, possiamo ritenere fondato che egli si sposti con l’arrivo dei tedeschi a Mussidan, dove è probabile che avesse dei contatti proprio in forza della presenza delle officine dell’industria che dirigeva. Che vi fossero effettivamente degli stabilimenti della Travaux Métalliques a Mussidan è confermato dalle pubblicità che vengono pubblicate nel dopoguerra sui numeri di Le Monde Juif, la rivista del futuro CDJC <183.
Nel frattempo, nella zona sud, il governo insediatosi nella città di Vichy introduce, a partire da luglio – dopo soli dodici giorni dalla sua instaurazione e ben prima di ricevere pressioni tedesche – le prime misure antiebraiche. I primi colpiti sono gli ebrei naturalizzati, a cui viene ritirata la cittadinanza francese ove ottenuta dopo il 1927. Nel corso dell’estate viene abrogata la legge Marchandeau <184, togliendo il freno giuridico che sanziona attacchi antisemiti a mezzo stampa e preparando di fatto il terreno per l’introduzione, a ottobre, del primo Statut des Juifs <185. Il primo articolo della legge sancisce la definizione di ebreo e introduce il parametro della razza <186. Gli ebrei sono progressivamente discriminati e ridotti in condizioni di vita precarie, tagliate le loro reti sociali e negati i loro diritti di cittadini liberi. A pochi giorni di distanza, inoltre, il governo approva una legge speciale per gli ebrei stranieri, che possono ora essere internati in campi speciali <187. Nonostante tutto, coloro che non riescono a lasciare la Francia cercano di raggiungere la zona libera a causa delle pressioni tedesche, che si fanno progressivamente più gravi. Ad agosto, infatti, in seno alla Direzione generale per la sicurezza del Reich (RSHA) della zona occupata viene creato un dipartimento speciale per gli affari ebraici, a capo del quale viene nominato l’Hauptsturmführer SS Theodor Danneker. Se fino alla fine del 1940 la politica antiebraica del Reich nei confronti degli ebrei mira principalmente a espellerli dalle zone occupate, a partire dai primi mesi del 1941, essa prevede un incremento degli sforzi per portare il problema ebraico verso una risoluzione <188. È in questo quadro che Danneker propone al governo di Vichy di creare un ufficio centrale per ottimizzare le politiche antiebraiche francesi e dare sostegno alle operazioni dell’occupante, che ora prevedono un piano di concentramento e di trasferimento. Se nel piano di Danneker la proposta è pensata per la zona occupata, Vichy, nello sforzo costante di tenere insieme il territorio francese, tramite una politica il più possibile unificata per le due zone, propone di estendere l’applicazione del piano alla zona sud <189. Nel marzo 1941, il regime francese istituisce il Commissariat Général aux Questions Juives (CGQJ), guidato dal maurrassiano Xavier Vallat, il quale procede con l’inasprimento delle misure contro gli ebrei. Nell’interesse congiunto di una gestione francese del “problema ebraico”, il CGQJ inaugura a maggio i primi rastrellamenti nella zona nord, a fianco della polizia tedesca, apre i primi campi di detenzione posti sotto la sua diretta responsabilità e, parallelamente, procede con gli internamenti della componente maschile della categoria degli ebrei stranieri a sud. All’inizio di giugno vengono introdotti una nuova edizione dello Statut des Juifs <190 che amplia il raggio di azione delle disposizioni del precedente statuto, il censimento della popolazione ebraica della zona sud e dei beni in loro possesso <191, giungendo a luglio a un vasto sistema di arianizzazione delle proprietà ebraiche in entrambe le zone <192. Verso la fine del 1941, inoltre, Vichy, sotto la pressione dell’occupante, mette fuori legge tutte le principali organizzazioni ebraiche creando l’Union Général des Israélites de France (UGIF), un’organizzazione ebraica unica, a cui tutti gli ebrei francesi dovevano obbligatoriamente iscriversi e che doveva funzionare da strumento di controllo e di agevolazione al servizio delle polizie antiebraiche, francese e tedesca.
In questo contesto Schneersohn, almeno fino all’estate del 1941, rientra tra i “privilegiati”, come egli definisce tutti coloro che avevano potuto mantenere la cittadinanza francese <193. Stando alle sue memorie, è nel 1942, quando assiste a un feroce rastrellamento di ebrei polacchi da parte della polizia di Vichy, che emerge la necessità di attivarsi.
“Personne d’entre-nous pensait sortir vivant de cette atmosphère étouffante où l’on ne pouvait littéralement plus respirer. Et quel espectacle navrant que de voir la France […] associée à travers Vichy, aux crimes hitlèriens. Je n’avais alors q’un seul désir: enregistrer tous ces cromes nazis afin que ceux qui survivraient puissent transmettre les faits aux générations futures et perpétuer dans l’Histoire le souvenir des atrocités commises par les nazis à l’égard des Juifs” <194.
Sappiamo che, a partire dal 1942, in una data non meglio identificata, Schneersohn intraprende numerosi viaggi nella zona libera per incontrare rappresentanti di diverse organizzazioni ebraiche da coinvolgere nel proprio progetto. Tra queste, ve ne sono alcune già impegnate da mesi in vari lavori di raccolta documentaria. Renée Poznanski introduce alcune novità importanti in questo senso, facendo emergere due casi significativi per il nostro studio <195. Già dal 1941, Marc Jarblum, direttore della Fédération des Sociétés Juives de France (FSJF) impegnata nel soccorso agli ebrei stranieri, invia un emissario nella zona occupata per compilare un rapporto sulle condizioni degli ebrei. Da allora in poi, ogni volta che un membro della federazione raggiunge la zona sud, gli viene chiesto un report di aggiornamento. Il secondo caso è quello più strutturato del Consistoire central, il quale, da un lato assegna al movimento giovanile degli Èclaireurs israélites de France lo svolgimento e la redazione di un’inchiesta sulle condizioni degli ebrei nella zona sud e, dall’altro, fonda una Commission d’information confessionnelle incaricata di raccogliere periodicamente informazioni riguardo alle reazioni degli ebrei di fronte alle persecuzioni razziali e di contrastare la propaganda antisemita, così come eventuali abusi nell’applicazione dello Statut des Juifs. Tale commissione dispiega un’azione massiccia in difesa degli ebrei, coinvolgendo, inoltre, una quarantina di intellettuali ai quali viene chiesto di redigere delle monografie su temi legati alla cosiddetta ‘question juive’ <196. Entrambe le organizzazioni, danno vita, quindi, a un corpus documentario che risulterà particolarmente prezioso nel dopoguerra per ricostruire la storia degli ebrei francesi durante la guerra.
Nonostante questi precedenti, l’impresa di coinvolgere diverse organizzazioni rimane particolarmente difficile. Molte istituzioni ebraiche operano ormai in clandestinità e molti dei rappresentanti, tra i primi ad essere ricercati dalla polizia antiebraica, hanno lasciato il paese.
D’altro canto, il progetto è spesso accolto da critiche e da scetticismo, soprattutto in un contesto in cui le emergenze legate alle condizioni quotidiane cui era sottoposta la popolazione ebraica risultano sempre più pressanti. Sono in molti a pensare che il lavoro di documentazione non sia prioritario e che non ci si possa permettere – come scrive il delegato del Consistoire central a Grenoble – il lusso di scrivere, passatempo che presuppone la possibilità di trascorrere molte ore davanti a una scrivania, con la mente distesa <197. É Schneersohn stesso a includere nella celebrazione delle origini del centro, dieci anni più tardi, lo scetticismo con cui molti ebrei accolgono inizialmente il progetto <198. Anche una figura come Léon Meiss, che diventerà uno dei pilastri dell’iniziativa, diffida di un personaggio che non conosce e di un progetto di registrazione e accentramento di dati e prove documentarie sulla popolazione ebraica, in un momento in cui la maggior parte degli ebrei cerca di nascondere la propria identità e di rimanere il più possibile nell’ombra <199.
In aggiunta, nel novembre 1942, temendo uno sbarco alleato sulle coste della Francia meridionale, tedeschi e italiani invadono la zona libera. Da un lato, l’oppressione nazista si estende sulla quasi totalità del territorio francese, aumentando esponenzialmente il pericolo per la popolazione ebraica, dall’altro, la zona di occupazione italiana si rivela progressivamente un asilo insperato <200. Nel primo caso, infatti, gli ebrei vengono sottoposti al regime di persecuzione e deportazione che i nazisti applicano a tutti i territori occupati; nel secondo caso, essi vengono protetti dall’occupante italiano, che si oppone alle diverse misure antiebraiche suggerite e richieste contemporaneamente da Vichy e dall’alleato tedesco.
[NOTE]
174 Nel 2006, un saggio pubblicato sulla rivista del CDJC introduce addirittura un dubbio sull’anno della sua nascita. Cfr. Afoumado D., 1946-2006 Soixante ans dans l’histoire d’une Revue, «Revue d’Histoire de la Shoah», 2006/2, n. 185, pp. 485-518.
175 Gousseff C., Les Juifs russes en France. Profil et évolution d’une collectivité, «Archives Juives», 2001/2, vol. 34, pp. 4-16, in particolare pp. 13-14.
176 Mentre tutte le fonti parlano genericamente della sua posizione di dirigente d’industria, Diane Afoumado cita la Travaux Métalliques, società anonima che l’autrice localizza in 10, rue Marbeuf a Parigi, dove effettivamente nel dopoguerra si organizzano diverse riunioni del comitato direttivo del CDJC, cfr. Afoumado D., 1946-2006, cit., p. 15.
177 Schneersohn I., Lebn un kamf fun jidn in tzarišn Rusland, 1905-1917, Éditions Polygottes, Parigi, 1968. Alcuni capitoli sono stati tradotti in francese e pubblicati su Le Monde Juif. Cfr., ad esempio, Les Mémoires de Isaac Schneersohn, «Le Monde Juif», 1968/2 (n. 54), pp. 12-19.
178 Per una sintesi efficace delle tappe della sconfitta francese e dell’instaurazione del governo di Vichy si veda Rousso H., La Francia di Vichy, Il Mulino, Bologna, 2010 (ed. or. Paris, 2007), pp. 11-25; per un approfondimento sulla complessità delle posizioni del governo francese di fronte alla conquista tedesca e sulle diagnosi contemporanee della disfatta cfr. Paxton R. O., Vichy, Il Saggiatore, Milano, 1999 (ed. or. New York, 1972), pp. 33-47.
179 Per un approfondimento della vicenda ebraica in Francia si vedano almeno Wieviorka A., Déportation et génocide, cit.; Joly L., L’état contre les juifs: Vichy, les nazis et la persécution antisémite (1940-1944), Éditions Grasset & Fasquelle, Paris, 2018; Marrus M. R., Paxton R.O., Vichy France and the Jews, Basic Books, New York, 1981 (nuova ed. Stanford University press, Stanford, 1995).
180 Schneersohn I., La création du Centre de documentation juif contemporaine, «Le Monde Juif», nn. 63-64, marzo-aprile 1953, p. 3.
181 Wieviorka A., Déportation et génocide, cit., p. 416. Il termine assume due significati differenti nella politica fascista italiana e quella applicata dal governo di Vichy. In quest’ultimo caso si tratta della riassegnazione di beni e in particolare industrie a persone considerate “ariane”.
182 Sikcik A., Le centre de documentation juive contemporaine des origines à la création du Mémorial du Martyr Juif Inconnu (1943-1956), p. 6. Tuttavia, l’arianizzazione e l’alienazione dei beni ebraici della zona sud viene introdotta nel luglio 1941. Cfr. Marrus M., Paxton R.O., Vichy et les Juifs, Calmann-Lévy, Parigi, 1981, p. 100; per il testo completo della legge del 22 luglio 1941 che introduce le misure relative alle imprese, ai beni e ai valori ebraici cfr. ivi, pp. 407-411.
183 Cfr. «Le Monde Juif», n. 27, gennaio 1950 e numeri segg., quarta di copertina. All’interno di detti annunci la società si trova a Mussidan, in Dordogne, elemento che risulta difficile slegare dall’evolvere dei contatti di Schneersohn che durante la guerra, vi si rifugia a più riprese.
184 La cosiddetta legge Marchandeau è la LOI portant modification des Art. 32 (Peines prevues en cas de diffamation), «Journal Officiel de la République Française », 25 avril 1939. L’intervento del regime di Vichy consiste nella LOI portant abrogation du décret-loi du 21 avril 1939, modifiant les articles 32, 33 et 60 de la loi du 29 juillet 1881 sur la liberté de la presse, «Journal Officiel de la République Française», 30 agosto 1940, p. 4814. Questo e alcuni dei numeri citati di seguito sono interamente consultabili online, sul sito del governo francese all’indirizzo https://www.legifrance.gouv.fr/ [consultato il 10 novembre 2020], mentre le leggi citate qui di seguito sono tutte pubblicate in appendice in Marrus M, Paxton R. O., Vichy et les Juifs, cit., pp. 387-414.
185 LOI portant statut des juifs, «Journal Officiel de la République Française», 18 ottobre 1940, p. 5323. Per una panoramica sulle prime misure cfr., Marrus M., Paxton R. O., Vichy et les Juifs, cit., pp. 17-33.
186 L’art. 1 stabilisce che è da considerarsi ebreo «[…]toute personne issue de trois grand-parents de race juive ou de deux grand-parents de la même race, si son conjoint lui-même est juif», LOI portant statut des juifs, in «Journal Officiel de la République Française», 18 ottobre 1940, p. 5323.
187 LOI sur les ressortissant étrangers de race juive, «Journal Officiel de la République Française», 18 ottobre 1940, p. 5324.
188 Marrus M., Paxton R. O., Vichy et les Juifs, cit., p. 83.
189 Ibidem.
190 LOI du 2 juin 1941 remplaçant la loi du 3 octobre 1940 portant statut des juifs, «Journal Officiel de la République Française», 14 giugno 1941, p. 2475.
191 LOI du 2 juin 1941 prescrivant le recensement des juifs, «Journal Officiel de la République Française », 14 giugno 1941, p. 2476.
192 LOI du 22 juillet 1941 relative aux entreprises, biens et valeurs appartenant aux juifs, «Journal Officiel de la République Française », 26 agosto 1941, p. 3594.
193 Schneersohn I, La création du Centre, cit., p. 3.
194 Ibidem.
195 Poznanski R., La création du centre, cit.
196 Ivi, pp. 57-59.
197 « […] la rédaction de notre martyrologe estime heure actuelle trop de problèmes tragiques et urgents absorbent notre activité pour il soit possible de trouver les loisirs pour le travail de rédaction qui suppose que on peut passer des heures tête reposée devant un bureau », Lettera di Samy Lattès alla sede del Consistoire di Lione, 4 Agosto 1943, citata da Poznanski R., La création du centre, cit., p. 55.
198 Schneersohn I., La création du Centre, cit., p. 3.
199 Meiss L., Conserver une documentation irrécusable, «Le Monde Juif», nn. 34/35, luglio-dicembre 1963, p. 29.
200 Paxton R. O., Vichy, cit., p. 171.
Sara Buda, «Mais il n’y a pas uniquement l’historique à faire». Uno studio comparativo sui centri di documentazione ebraica contemporanea di Italia e Francia, Tesi di dottorato in cotutela tra Università degli Studi di Genova e Université Paris 8 – Vincennes-Saint-Denis, 2002