Un erbario delle piante della città di Genova (10)

Antirrhinum latifolium. La Bocca di leone gialla mette in mostra i suoi grandi fiori bicolori sui muri, di cui è ornamento voluto dall’uomo europeo da tempi lontani. Il frutto ha una sorta di naso a becco che spiega il nome latino: fiore a naso. Nei buchi dei nostri muri è presente anche un’altra bocca di leone, Antirrhinum majus, facilmente distinguibile per i fiori rosati o porpora e le foglie lineari molto più strette.

Matthiola incana. La Violaciocca rossa, orgoglio floreale del Mediterraneo, è stata apprezzata dai floricoltori che ne hanno tratto molte varietà (cultivar) di forme e colori diversi. I fiori hanno un profumo intenso e gradevole e pare che per i fioristi simbolizzino la felicità di una vita piena e lunga ma anche una bellezza che non decade. Originariamente questa pianta si trova benissimo nelle scogliere o nei substrati rocciosi o sabbiosi a portata dell’areosol marino. I fiori profumati sono edibili e assai decorativi per dessert o insalate gourmet ma l’utilità alimentare della pianta potremmo esprimerla così: “nelle carestie, se proprio non c’è altro…”.

Hyoscyamus albus. Il Giusquiamo bianco è una delle piante più velenose della nostra flora. I suoi principi attivi, potenti alcaloidi analoghi a quelli della Belladonna e della Mandragora (anch’esse della famiglia delle Solanaceae, come anche pomodori, patate e melanzane a cui però la millenaria coltivazione ha sottratto i veleni), sono stati usati come anestetici, prima del cloroformio, per alleviare il dolore di operazioni chirurgiche o di altri mali, ma anche per scopi meno benefici. La magia nera e i ladri propiziavano deliri e allucinazioni amati dalle streghe e dai delinquenti e condannati dagli inquisitori.

Allium fragrans. Il nome latino è oggi sostituito da un epiteto specifico “inodorum” che sembra il contrario. L’Aglio fragrante, di origini nordamericane, da alcuni anni fiorisce nelle aiuole spartitraffico e, pur essendo un aglio, non ne emana l’odore inconfondibile del genere, ma invece un profumo gradevole.

Lobularia maritima. La Filigrana comune è un abbellimento delle Mura della Marina che riempie di fiorellini olezzanti quasi tutto l’anno. Originariamente nativa della Macaronesia e del golfo di Biscaglia si è naturalizzata in tutto il Mediterraneo. Spesso il tipo “spontaneo”, come quello raffigurato, si mescola alle varietà coltivate, che sono però sfuggite alla cattività. Vi sono varietà coltivate dai fiori viola o rosati. I petali, le foglie e i fusticini sono commestibili crudi o cotti.

Un erbario delle piante di città [a Genova] realizzato da Mario Calbi […] un viaggio alla scoperta delle piante che suscitano poco interesse perché si pensa che abbiano scarsa importanza. […] invece di vederle in un modo diverso […] Nelle tavole sono riportati il nome scientifico, il luogo e la data di rinvenimento; il nome italiano si trova invece nel testo. Per la nomenclatura è stata seguita la seconda edizione della “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti (Edagricole, 2017-2019).
Le brevi notizie che accompagnano le immagini sono scelte tra la immensa mole di conoscenze che la cultura umana ha accumulato sopra ogni specie; la scelta è quindi arbitraria, ma speriamo utile e interessante. Testi e disegni di Mario Calbi.
Pietro Pala