Un erbario delle piante della città di Genova (5)

Arum italicum. Il Gigaro o Pan di serpe fa parte di una famiglia che comprende anche le esotiche Calle e il Fillodendro delle foreste tropicali. In Italia ha una fioritura appariscente, con forme inconsuete, la spata, e lo spadice, che hanno suggerito agli inglesi il nome di “lord and lady”. Gli insetti, sopratutto piccole mosche, sono attirati da odori che a loro piacciono molto, e noi chiamiamo puzze. Una volta scesi in fondo alla spata troveranno lo spadice con fiori femminili, maturi, ma non riusciranno a uscire finché quelli maschili soprastanti non saranno pronti a rilasciare il polline, aprendo la “nassa” in cui sono caduti. Arum deriva dal greco “Aron” o dall’ebraico “Arche”, entrambi i termini significano “calore”, in riferimento al calore che queste piante emettono quando sono in piena fioritura. Le piante con questa caratteristica sono dette termogeniche per la loro abilità nel far aumentare la temperatura dell’aria a loro circostante. Non è ancora del tutto chiaro che funzione abbia questo calore, generato dai mitocondri come sottoprodotto della respirazione cellulare, sebbene si ipotizzi che possa facilitare la diffusione di composti chimici che attirano gli impollinatori, che fornisca un rifugio “caldo” per gli insetti o che serva ad evitare il congelamento della pianta nei climi freddi o temperati.

Lunaria annua. I frutti della Lunaria comune, detti anche “Occhiali del papa” sono comunemente usati per le qualità decorative dei frutti maturi, che diventano traslucidi e perlacei come madreperla. Negli Stati Uniti viene chiamata “silver dollar plant” per i frutti che paiono monete d’argento o “honesty” per la loro trasparenza rivelatrice. I semi possono essere usati per preparazione di salse e mostarde come sostituti dei semi di senape, i quali provengono da varie specie di Sinapis e Brassica, appartenenti anch’esse alla famiglia delle Brassicacee o Crocifere. E’ una pianta tanto apprezzata come ornamentale quanto “pericolosa” se introdotta in ambienti dove non è presente per la rapidità ed efficacia con cui si riproduce.

Plantago lanceolata. La Piantaggine femmina o Lingua di cane e le sue congeneri , come le genovesi P. major e P. media sono impollinate dal vento, e quindi noi non facciamo caso ai numerosissimi fiorellini – quasi ridotti alle sole antere – anche quando sono agitati dalla corrente. Le Piantaggini condividono proprietà alimentari e medicinali importanti. Anche la magia se ne servì, per usare la virtù delle foglie di resistere al calpestio, contro le contusioni subite dai nostri arti. Tuttavia, data la sua presenza in aree cittadine potenzialmente molto inquinate, se ne sconsiglia l’approvvigionamento locale poiché può contenere quantità non indifferenti di metalli pesanti come cadmio e piombo. Per la sua indifferenza al passeggio e poche pretese in termini di suoli, è molto presente nei marciapiedi e bordi di aiuole da Genova alle Ande ed oltre.

Anagallis arvensis. Usualmente a fiori arancioni, a volte violetti, risulta molto tossica per gli uccelli e i mammiferi di piccola taglia. La ricerca genetica ha collocato la Bellichina o Mordigallina nella famiglia delle Mirsinacee, in seguito alla scomposizione su base molecolare della famiglia delle Primulacee alla quale prima era attribuita. Il nome Anagallis significa “rido” poichè si riteneva che queste piantine avessero proprietà esilaranti, ma per quanto simpatica, la Bellichina non sembrerebbe capace di causare accessi di risa.

Raphanus raphanistrum. Dal Ravanello selvatico la selezione della coltivazione ha ricavato i ravanelli rossi e bianchi delle nostre insalate. L’uso alimentare è conosciuto, come verdura cotta, e le parti sotterranee hanno il sapore piccantino dei suoi discendenti. Come altri membri delle Crocifere, i semi contenuti nel frutto, illustrato nella tavola, si possono usare come quelli della senape. I semi sono prodotti in enormi quantità (fino a circa 17.000 semi/m²) e hanno la capacità di persistere nel suolo anche per 20 anni prima di trovare l’occasione per germinare.

Continua la rassegna delle piante di strada e delle loro proprietà perché se ne possa apprezzare l’importanza. È ovvio che gli esemplari che vivono negli ambienti strettamente urbani non possono essere raccolti per usi, per esempio, alimentari; tuttavia basta allontanarsi dall’abitato per ritrovarle nelle zone rurali e selvatiche. In passato queste specie aiutavano a mitigare le carestie, arricchire le mense, riempire le “farmacie” di casa o di paese […]

Un erbario delle piante di città [a Genova] realizzato da Mario Calbi […] un viaggio alla scoperta delle piante che suscitano poco interesse perché si pensa che abbiano scarsa importanza. […] invece di vederle in un modo diverso.
Le presentiamo a gruppi di 5, seguendo la cronologia con cui sono state raccolte e disegnate da Mario Calbi a cerchi concentrici via via più larghi attorno al punto di partenza, secondo i vincoli delle ordinanze sull’isolamento, in un periodo di tre mesi dal 15 marzo al 12 giugno 2020. Nelle tavole sono riportati il nome scientifico, il luogo e la data di rinvenimento; il nome italiano si trova invece nel testo. Per la nomenclatura è stata seguita la seconda edizione della “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti (Edagricole, 2017-2019).
Le brevi notizie che accompagnano le immagini sono scelte tra la immensa mole di conoscenze che la cultura umana ha accumulato sopra ogni specie; la scelta è quindi arbitraria, ma speriamo utile e interessante.
Testi e disegni di Mario Calbi.
Pietro Pala