Un erbario delle piante della città di Genova (6)

Galinsoga quadriradiata. La Galinsoga ispida, e la sua simile G. comune, sono emigrate dall’America meridionale. La seconda è segnalata in Italia negli Orti botanici di Firenze e Padova dall’inizio dell’800 e diventa comunissima. In Liguria è già vista nel 1891. La prima è arrivata invece alla fine della 2a guerra mondiale, è altrettanto frequente e si ibrida anche con l’altra. G. quadriradiata nella regione di Bogotà è chiamata “guasca” ed è uno degli ingredienti fondamentali di una deliziosa zuppa tipica della capitale della Colombia, l’Ajiaco, insieme a tuberi dell’Arracacia, patate, pollo, mais, capperi, piselli, avocado e riso.

Dichondra micrantha. La Dicondra o Orecchio di topo è una parente del Vilucchione e dei convolvoli (di cui scriveremo in seguito) portata dall’Asia per tappezzare il pavimento dei giardini privati, ma è andata poi a stabilirsi negli spazi pubblici delle crose e sui bordi più poveri delle aiuole trascurate. I fiorellini, molto piccoli e poco colorati, sembrano più rivolti a impollinatori pedestri che alati. Il nome del genere viene dal greco “dίs” (due) e “chòndros” (grano) in riferimento alla capsula del frutto che contiene due semi. In Cina, dove è nativa, viene usata nella medicina popolare contro la dissenteria.

Ranunculus bulbosus. Il Ranuncolo bulboso è specie comune soprattutto nei dintorni erbosi, come orti e prati, ma si trova anche in città. Il contenuto di sostanze tossiche è notevole e pericoloso. Il nome Ranuncolo, derivante da “rana”, è conferito a queste piante per la predilezione, da parte di molte specie, di substrati umidi e paludosi. I Ranuncoli contengono anemonina, una sostanza particolarmente tossica per l’uomo e molto sgradita al bestiame. Anche il contatto con la pelle può provocare irritazioni.

Lepidium draba. La Lattona è una tipica specie “ruderale” cioè diffusa in luoghi vicini agli abitati e modificati dall’azione umana, con presenza di nitrati. Poco conosciuta dalla cucina italiana è invece assai apprezzata da quella francese che la chiama “brocoli sauvage” e ne celebra il sapore gradevole e piccante; con i semi si fa mostarda. Dove non è nativa, è una pianta aggressiva e infesta i campi coltivati. Il danno esercitato sulle coltivazioni deriva dal fatto che la Lattona può ospitare agenti patogeni e trasmetterli al coltivo e produce composti cosiddetti “allelopatici” che possono inibire la germinazione, la crescita e la riproduzione di Grano, Orzo ed Erba medica, tra gli altri.

Trifolium pratense. I bambini delle campagne ne succhiavano i fiorellini per la piccola quantità di nettare in fondo alla corolla, ma l’intera pianta può essere usata nelle insalate. Il Trifoglio rosso è un’ottima foraggera ed è molto amato dai bombi, grandi impollinatori. Recentemente, l’estratto di Trifoglio ha acquisito popolarità ed è divenuto oggetto di studio per la sua somiglianza con il 17-estradiolo, un estrogeno che viene utilizzato per trattare i sintomi della menopausa, dimostrandosi efficace nel metabolismo dei lipidi e nel ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.

Un erbario delle piante di città [a Genova] realizzato da Mario Calbi […] un viaggio alla scoperta delle piante che suscitano poco interesse perché si pensa che abbiano scarsa importanza. […] invece di vederle in un modo diverso.
Le presentiamo a gruppi di 5, seguendo la cronologia con cui sono state raccolte e disegnate da Mario Calbi a cerchi concentrici via via più larghi attorno al punto di partenza, secondo i vincoli delle ordinanze sull’isolamento, in un periodo di tre mesi dal 15 marzo al 12 giugno 2020. Nelle tavole sono riportati il nome scientifico, il luogo e la data di rinvenimento; il nome italiano si trova invece nel testo. Per la nomenclatura è stata seguita la seconda edizione della “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti (Edagricole, 2017-2019).
Le brevi notizie che accompagnano le immagini sono scelte tra la immensa mole di conoscenze che la cultura umana ha accumulato sopra ogni specie; la scelta è quindi arbitraria, ma speriamo utile e interessante.
Testi e disegni di Mario Calbi.
Pietro Pala