Una ragazza Cadet Ensign durante la guerra

Rossana Banti – Fonte: Corriere Roma

“Hanno fatto tutto a mia insaputa”. Rossana Banti non se lo sarebbe mai aspettato di ricevere a 90 anni tre medaglie al valore dal governo britannico, un riconoscimento per il coraggio dimostrato quando era una giovane partigiana prima e un agente del Soe (i servizi inglesi durante il secondo conflitto mondiale) poi. La scoperta Qualche mese fa a Palermo, a casa della figlia, ha raccontato davanti ad una coppia di amici inglesi la storia che l’aveva vista protagonista 70 anni fa. Lui, un ex brigadiere generale dell’esercito, tornato a Londra ha cercato se ci fosse traccia della donna nei registri militari dell’epoca e scoprì che c’erano tre medaglie ancora da consegnare, assegnate dal governo di Sua Maestà a quella ragazza non ancora maggiorenne che aveva contribuito a salvare l’Italia e l’Europa dalla minaccia del nazifascismo e di Hitler. Hanno “architettato” tutto i figli di Rossana: contattato l’ambasciata, fatto firmare le carte e poi l’hanno informata appena 10 giorni fa.
[…] “Non avevo ancora 20 anni e ci sembrava l’unica cosa da fare – racconta Rossana – Nel gennaio del ’44 entrai nei Gap [a Roma] , facevo parte della rete clandestina che combatteva il nazifascismo. Spesso dovevo fare ‘la coppietta’, cioè andare in missione con qualcuno e fare finta di essere fidanzati per non destare sospetti: portavo la stampa clandestina e a volte anche dell’esplosivo. Si andava con mezzi di fortuna, in bicicletta, a piedi, da piazzale Clodio alla Nomentana e a Monte Sacro. Uno dei referenti era un macellaio di Monte Sacro che aveva un deposito: poi lo presero, lo portarono al forte Bravetta e lo fucilarono”. “Iniziò a diffondersi la voce che ‘la ragazza con il cappotto rosso’ portava la stampa clandestina – prosegue – quindi dovetti mettere da parte il cappotto e andare a dormire fuori casa per un po’ di tempo”. Quando Roma venne liberata arrivarono gli inglesi e gli americani. “Nel giugno ’44 era estate, la guerra continuava e c’era tutto il Nord Italia ancora occupato. Un mio vicino di casa faceva il misterioso e un giorno mi disse che c’erano degli ufficiali inglesi che avevano rapporti con i partigiani al Nord: questo mi interessava molto. Andai ad un appuntamento con uno di loro in una villa sopra piazza Euclide e mi fecero un colloquio. Parlavo bene inglese e mi presero”. Gli inglesi la portarono in segreto verso il Sud Italia. Così lasciò Roma, gli inglesi la portarono in segreto verso il Sud Italia, destinazione il centro addestramento degli agenti tra Bari e Brindisi. Gli inglesi dovettero chiedere il permesso al padre di Rossana, antifascista liberale, che lo concesse considerando la libertà d’Italia un valore che viene prima di tutto. La giovane coraggiosa iniziò ad occuparsi soprattutto di formazione delle “spie” da mandare dall’altra parte del fronte. Teneva i contatti con la Resistenza italiana grazie all’ottimo inglese imparato da bambina (“Persi la mamma molto presto così fui educata da una bambinaia inglese”) : traduceva, trasmetteva i messaggi ma soprattutto assisteva i volontari che sarebbero stati lanciati oltre le linee nemiche. L’amore Durante i due anni di guerra la 007 conobbe anche l’amore: un italiano, agente operativo Soe. E’ Giuliano Mattioli, figlio di Raffaele, il banchiere ed economista. Giuliano per gli inglesi è Julian Matthew, diventò capitano dell’esercito di sua Maestà. Poi il matrimonio, i due figli. Rossana inizia a lavorare in Rai negli anni ’50, collabora anche con la Bbc […]
Carlotta Macerollo, Rossana Banti, la ‘ragazza col cappotto rosso’ che combatteva Hitler, RAI News, 6 gennaio 2015

Fonte: Corriere Roma
Rossana Banti (Cadet Ensign,FANY) e
Giuliano Mattioli (alias Julian Mathews,British Army) – Fonte: Special Forces Roll of Honour

La signora Banti ha ricevuto la War Medal 1939-45, per aver servito nell’esercito britannico durante la Seconda Guarra Mondiale; la 1939-45 Star, per i servizi resi oltremanica durante la guerra; e la Italy Star, per il suo operato in Italia.
La signora Banti, che compirà 90 anni l’8 gennaio 2015, figlia di un generale italiano, si arruolò nell’esercito britannico all’età di 17 anni nel FANY (corpo di infermeria di primo soccorso a cavallo) come operatrice radio nell’Unità ‘Forza speciale numero 1’ dello Special Operations Executive (SOE), rimanendovi in servizio fino alla fine della guerra. Nel corso di quegli anni difficili si occupò di mantenere i contatti via radio con gli agenti dietro le linee nemiche e divenne poi membro del team che dava istruzioni e chiamava a rapporto gli agenti in missione nell’Italia occupata.
Questa coraggiosa ragazza, che dopo la guerra ha intrapreso con successo una carriera nella produzione in ambito televisivo, è rimasta ignara dell’impatto del suo operato durante la guerra e riceve finalmente il giusto riconoscimento, 70 anni dopo.
[…] Rossana Banti (divenuta in seguito la signora Mathews) si arruolò sul campo nelle Unità Speciali del FANY (corpo di infermeria di primo soccorso a cavallo) il 23 settembre 1944, dopo aver prestato servizio nella Resistenza italiana. (Il 18 luglio 1944 il governo italiano le aveva inviato una lettera di riconoscimento per il suo servizio come ‘combattente sul campo’ dal 1 ottobre 1943 al 4 giugno 1944).
L’unità del FANY con cui avrebbe prestato servizio fino al 29 maggio 1945 faceva parte dello Special Operations Executive (SOE) in Italia, di nome ‘Forza speciale Numero 1’. Il ruolo principale del personale di segnalazione del FANY era la codifica e decodifica dei messaggi, e la loro trasmissione e ricezione da e verso gli agenti del SOE in Italia. L’attività di segnalazione era gestita con il sostegno di personale amministrativo del FANY.
Rossana Banti era di stanza presso lo scaglione amministrativo del quartier generale delle operazioni speciali per il Mediterraneo, a Torre a Mare. Come segretaria qualificata, fu trasferita alla base militare ME 61 l’8 dicembre 1944. ME 61 (facente parte del quartier generale delle operazioni speciali per il Mediterraneo) aveva sede a Mola di Bari.
Nominata istruttrice amministrativa del FANY l’8 maggio 1945, fu promossa al grado di lance corporal. Il grado temporaneo dei membri del FANY in servizio all’estero era Cadet Ensign, e questa sarebbe stata la decorazione indossata sull’uniforme di Rossana Banti.
Oltre all’inglese, Rossana Banti parlava corrrentemente italiano e francese. Conseguiva successi sportivi nell’equitazione, nello sci, nel nuoto e tiro a segno e ricevette addestramento da paracadutista nel SOE. Il suo certificato con la qualifica di paracadutista fu firmato dalla scuola di paracadutismo O.C., Sub-area 71, Comando Centrale Mediterraneo (CMF) il 14 ottobre 1944.
Il 25 settembre 1945 il comandante della Forza Speciale numero 1, Tenente Colonnello Hewitt, encomiò Rossana Banti per il suo prezioso servizio.
“Durante questo periodo ha sempre indossato l’uniforme di Cadet Ensign del corpo britannico FANY e da tutti i punti di vista aveva lo status di ufficiale britannico. Ha lavorato con lealtà e coraggio per la causa alleata, guadagnandosi il rispetto e l’affetto delle truppe per la sua cordialità, il suo entusiasmo e il suo giudizio. Questo quartier generale desidera che il suo servizio al suo Paese e agli Alleati non resti senza riconoscimento.”[…]
Ambasciata Britannica Roma, Rossana Banti, veterana della Seconda Guerra Mondiale, riceve tre medaglie, GOV.UK, 5 gennaio 2015