Verso la fine dell’inverno del 1944 si assistette a una ripresa degli attacchi gappisti in Roma

Roma: una vista dal Circo Massimo

La forza ciellenista principale artefice della lotta antifascista a Roma fu, come detto, il Partito Comunista che, appurata l’impossibilità di giungere a una decisione collegiale univoca sull’organizzazione della guerriglia urbana, decise di svolgere in maniera autonoma la lotta armata. A tal scopo sin dal novembre ’43, anche su sollecitazione dei dirigenti settentrionali del partito che lamentavano la scarsa operatività delle squadre comuniste nella capitale, l’organizzazione militare del partito capitolino – alla cui guida vi era Amendola – stabilisce la costituzione dei Gruppi di Azione Patriottica, più noti con l’acronimo di GAP. Vi era un Gap per ogni zona.
[…]  Verso la fine dell’inverno (fine febbraio-marzo) del 1944 si assistette a una ripresa degli attacchi gappisti, che in questa fase si concentrarono soprattutto su esponenti fascisti. Testimonianza di questo rinnovato “interesse” nei confronti dei fascisti è l’ardito piano di uccidere Giuseppe Pizzirani, da pochi giorni nominato vicedirettore del PFR nazionale, il quale in veste di commissario straordinario del Fascio romano si era distinto per il suo zelo nel collaborare con i tedeschi, a cui regolarmente denunciava antifascisti ed ebrei. Per quanto riguardo la data e il luogo del tentato omicidio vi sono alcune discordanze tra le testimonianze dei vari gappisti coinvolti nell’azione (per l’importanza speciale del bersaglio si era deciso di affidarla a un gruppo di 5 partigiani, Calamandrei, Capponi, la Musu, Fiorentini e Franco Di Lernia); si può concordare che la versione più realistica- semplicemente perché quella più in linea con il verbale steso dalla polizia accorsa sul luogo- sia quella della Musu, che colloca l’azione il 18 febbraio in via Cheren (quartiere Triste-Nomentano), dove aveva luogo l’abitazione di Pizzirani. La dinamica dell’azione è difficile da ricostruire per le differenze con cui viene raccontata nelle testimonianze dei partigiani coinvolti. In linea con l’orientamento volto a mettere fuori gioco i più tenaci esponenti della RSI è l’agguato teso il 22 febbraio al commissario di polizia Armando Stampacchia, il quale per la sua forte opposizione al movimento antifascista era stato mandato a reprimere lo stesso nell’area più politicamente calda delle borgate a sud di Roma. Il tentativo – non andato a buon fine – fu attuato da parte dei comunisti della VIII zona che avevano lanciato invano delle bombe a mano contro la sua autovettura. Non scampò alla morte in un nuovo attentato il 25 febbraio.
Via Rasella e le Fosse Ardeatine […]
Guglielmo Salimei, Roma negli anni della liberazione: occupazione nazista e lotta partigiana Tesi di laurea, Università Luiss “Guido Carli”, Anno accademico 2020-2021

1944
15 febbraio
Le SS, nella zona di Ponte Milvio, arrestano Romualdo Chiesa <234, dirigente dei Cristiano Sociali che opera anche con Bandiera Rossa. Viene accecato durante le torture. Assassinato alle Ardeatine. Viene arrestato Gaetano Butera <235 del Fronte Clandestino Militare. La banda Koch si installa alla Pensione Oltremare, in via Principe Amedeo 2.
16 febbraio
I ferrovieri e partigiani socialisti della Garbatella, guidati da Edoardo Vurchio, fanno saltare in aria quattro vagoni di un treno in transito alla stazione Ostiense, carichi di materiale bellico tedesco. Una bomba, messa da una partigiana nella cantina, fa saltare in aria la palazzina del comando di zona tedesco, nei pressi di Grottaferrata. Vengono arrestati, per una spiata dei fascisti, a Tor Pignattara i gappisti Sergio e Giovanni Maggi. Lancio di chiodi a quattro punte sulla via Appia, da parte dei GAP del PCI. Bombardamento a Trastevere.
17 febbraio
Preparata da Carlo Lizzani, ha luogo la manifestazione degli studenti universitari. Viene ferito e catturato Raffaele Garofalo. Portato al Policlinico, prima che i tedeschi lo trasferiscano a via Tasso, viene organizzato un piano di fuga che ha successo. I GAP eliminano un dirigente del Comitato fascista di Tor Pignattara. A Porta San Sebastiano viene fatto saltare in aria un vagone ferroviario di materiale bellico. Due soldati tedeschi vengono attaccati e feriti da sconosciuti. Tagliati i cavi telefonici della via Casilina.
18 febbraio
I partigiani di due GAP, nelle vicinanze di piazza Venezia, attaccano Giuseppe Pizzirani, segretario della Federazione fascista romana, a bordo della sua auto blindata. Carla Capponi cerca, senza successo, di colpire Pizzirani. Vengono feriti Serafini, vice segretario del partito fascista repubblicano di Roma, l’autista di Pizzirani e tre militi della scorta. Vengono richiamate alle armi le classi 1922 e 1923, e il primo quadrimestre 1924. I richiamati devono presentarsi entro il 25 febbraio. Uccisa una SS in via Tuscolana. In via Tabarrini uccisa dai GAP comunisti una spia della Gestapo. Danneggiati carri armati tedeschi sulla Casilina. Con il decreto n. 30, a sua firma, Mussolini ordina che gli iscritti alla leva e i militari in congedo che non si presenteranno alle armi entro due giorni da quello prefissato, vengano puniti con la pena di morte e fucilati al petto.
19 febbraio
In via Due Allori cade in un agguato partigiano un ufficiale superiore tedesco. Su di lui vengono trovati documenti sulla dislocazione dei campi minati dell’aeroporto di Centocelle, che vengono fatti avere al Comando Militare Cittadino.
In serata un gruppo partigiano cerca di sabotare una postazione antiaerea all’aeroporto di Ciampino. In questa operazione cadono Otello Vaselani, di Bandiera Rossa, e Ilario Caucci di Tor Pignattara. A Velletri, in località Prato Lungo per rappresaglia per l’uccisione di un militare e il ferimento di un secondo che stavano violentando la moglie di un contadino, i tedeschi uccidono 14 ostaggi.
20 febbraio
Ricevute segnalazioni dai ferrovieri su treni in transito con uomini e rifornimenti tedeschi, gli Alleati bombardano il ponte di Poggio Mirteto, la stazione di Capranica, Settebagni e Viterbo. Luigi Zanasso e Nello Mancini con le loro squadre attaccano un treno alla stazione Tiburtina, per impossessarsi degli alimenti caricati sui carri. Dopo uno scontro a fuoco con i tedeschi, l’intero treno è incendiato. Alla stazione Ostiense le squadre di Edoardo e Cosimo Vurchio fanno saltare cinque vagoni di armi tedesche.
21 febbraio
In piazza Re di Roma, attaccato un reparto di cavalleria tedesca. Il Comando tedesco invia a Tor Pignattara Armando Stampacchia, quale Commissario di Polizia. Il suo primo provvedimento è di fare arrestare e consegnare ai tedeschi molti giovani, renitenti alla leva obbligatoria. Alla sera sui muri del Quadraro appaiono delle scritte: “Calmati Stampacchia se no ti facciamo la pelle”. Vengono arrestati Aldo Angelai della “Brigata Matteotti”, Giovanni Angelucci e
Francesco Ciavarella di Bandiera Rossa, Sandor Kereszty del Partito d’Azione. Verranno assassinati alle Ardeatine. Attacco ai tedeschi nella borgata Ottavia.
22 febbraio
Un GAP garibaldino, sul tram diretto a Tor Pignattara, giustizia un agente di P.S. che si vantava di aver richiesto l’onore di fare parte del plotone di esecuzione per la fucilazione di partigiani. A Villa Certosa fallisce un attentato al commissario Armando Stampacchia. Ad Ariccia i partigiani della formazione Castelli Romani eliminano il fascista Luigi Menicocci, spia e delatore dei tedeschi. A Palestrina viene ucciso Camillo Barcaroli, collaborazionista e fondatore del fascio repubblicano. Durante un attacco ad una autocolonna tedesca, viene catturato Enrico Di Pietro, condotto a via Tasso e torturato. Riesce poi a fuggire dall’Hotel Flora, sede del Tribunale tedesco.
23 febbraio
Viene arrestato il partigiano Bruno Roazza, nel corso di una operazione di distribuzione di volantini incitanti alla lotta contro i nazisti. Viene arrestato il capitano dei Carabinieri Raffaele Aversa.
24 febbraio
Le spie Sabelli e Testorio <236 tendono un agguato a Ferdinando Agnini, animatore del movimento giovanile di Montesacro, capo dell’USI-Unione Studenti Italiani. Dopo averlo catturato, con la collaborazione di alcuni poliziotti, lo portano al commissariato locale sottoponendolo ad un pesante interrogatorio. Di nuovo cadendo in un tranello dei fascisti, involontariamente coinvolge il padre che viene a sua volta arrestato. Entrambi, consegnati ai tedeschi, vengono portati a via Tasso. Il 24 marzo, dopo aver subito dodici interrogatori, Agnini viene assassinato alle Ardeatine. Attacco a tedeschi e fascisti sulla via Casilina. Il ministro degli Interni della RSI, Buffarini-Guidi, decreta che “i disertori e i renitenti alle chiamate di leva saranno passati per le armi”.
25 febbraio
All’Arco di Travertino viene giustiziata una spia delle SS di via Tasso che il 29 gennaio aveva reso possibile l’arresto di molti patrioti dell’organizzazione della Marina Militare. Sciopero alla Manifattura tabacchi di piazza Mastai.
Scontri a fuoco tra partigiani e tedeschi a Frascati.
26-27 febbraio
Ripetuti bombardamenti aeronavali alleati su Cisterna.
27 febbraio
Un camion tedesco carico di munizioni viene fatto saltare dai partigiani con un lancio di bombe a mano, in via dell’Acqua Bullicante. Tagliate le linee telefoniche sulla Casilina e sulla Tuscolana. In via dell’Acqua Bullicante attacco a un reparto tedesco, ferendo due soldati. Un autocarro tedesco viene fatto saltare in viale Africa.
28 febbraio
La RSI istituisce l’Ispettorato militare del lavoro che, come la Todt <237 nazista, deve reclutare “volontariamente” i lavoratori. A capo il generale del Genio, Francesco Palladino. Opererà, con scarsissimi risultati, soprattutto nelle province in cui la RSI ha sue strutture, ostacolata apertamente dai tedeschi. Viene anche istituito un Commissariato del lavoro, alle dipendenze del ministero degli Interni. Viene arrestato Aldo Finzi <238, del Partito Democratico del Lavoro “Banda Rubeis”.
Primi giorni di marzo
Vengono ricostituiti i GAP che erano stati sciolti per ordine del Comando militare clandestino subito dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio, riprendendo così le azioni di guerriglia nel centro della città.La Banda Moro fa saltare in aria 4 chilometri di strada ferrata alla Magliana, bloccando così per due settimane il flusso dei rifornimenti tedeschi, destinati al fronte.
1 marzo
La Banda Koch arresta il professor Pilo Albertelli, membro del Comitato militare del CLN. Portato alla prigione di via Principe Amedeo, è sottoposto a torture che gli rendono il volto irriconoscibile ed il corpo martoriato. Viene assassinato alle Cave Ardeatine. Medaglia d’Oro al Valor Militare. Viene arrestato Nicola Angelucci, membro del CLN per la Democrazia Cristiana. Viene imprigionato alla Caserma Mussolini. Con lui vengono arrestati anche Giuseppe Intersimone, la figlia di Ercole Chini, comandante militare dell’organizzazione democristiana e il figlio del capitano Luigi Sartori. Rastrellamento nel centro città, tra piazza Venezia, piazza Barberini e piazza di Spagna.
2 marzo
Da un aereo vengono lanciati spezzoni sull’Oratorio di San Pietro. Un morto e tre feriti tra i cittadini del Vaticano. I tedeschi uccidono uno sconosciuto con un colpo alla nuca. Ferito da ignoti un caposquadra dei battaglioni M. Nei pressi di Roma viene ucciso dai nazifascisti il dirigente democristiano, Luciano Maffucci. Vengono arrestati dalla banda Koch, su delazione, Aldo Eluisi <239, Vincenzo Saccottelli, <240 Fernando Norma, Renato Fabri, Cesare Leonelli, del Partito d’Azione. Assassinati alle Ardeatine. Vengono catturati anche il carabiniere Gaetano Forte <241, del Fronte Clandestino Militare “Banda Caruso”, Antonio Ayroldi (FCMR) <242, Amedeo Ladonnici (FCMR-banda Finzi) e Gioacchino Di Salvo del Partito Democratico del Lavoro. Assassinati alle Ardeatine.
3 marzo
Un maresciallo tedesco uccide Maria Teresa Gullace, di 37 anni, madre di cinque figli ed in attesa del sesto. <243 La sua colpa è quella di essere, con una moltitudine di donne romane – e tra loro le partigiane Carla Capponi, Lucia Ottobrini e Marisa Musu – davanti alla caserma del LXXXI° reggimento di fanteria in viale Giulio Cesare, per ottenere il rilascio dei loro mariti e figli, destinati ad essere inviati dalla Todt al lavoro coatto in Germania. Sul luogo, nel pomeriggio due squadre di gappisti, comandate da Mario Fiorentini, Franco Calamandrei e Alfredo Orecchio, attaccano la caserma. Viene ucciso un fascista e altri due sono feriti. Carla Capponi viene arrestata, ma riesce a salvarsi grazie ad un rapido intervento di Marisa Musu che le infila in tasca una tessera del gruppo fascista “Onore e combattimento”. Viene così rilasciata. A Tor Pignattara e Centocelle i GAP eliminano una spia fascista e ne feriscono altre
due. Viene arrestato dalla banda Koch il ferroviere Armando Bussi <244, antifascista e dirigente delle formazioni azioniste. Viene torturato alla pensione Oltremare. Assassinato con altri 5 ferrovieri, tra i quali Michele Bolgia, alle Cave Ardeatine. Con lui, nella stessa giornata finisce nella mani di Koch anche l’ingegner Elio Bernabei <245, del Partito d’Azione, impiegato al Ministero delle Comunicazioni. Bombardamenti alleati al Tiburtino e Ostiense.
4 marzo
Viene ucciso dal patriota Clemente Scifoni, a casa sua, in piazza Ragusa, il commissario di polizia di Centocelle, Armando Stampacchia, un fascista di assoluta fedeltà e di inaudita durezza. Che si vantava di non aver alcun timore dei partigiani, muovendosi, per sfida, nel quartiere senza scorta. E che aveva diretto personalmente rastrellamenti di civili e arresti di ebrei. I nazisti mettono una taglia di 200.000 lire sull’attentatore. Dopo la liberazione della città, Scifoni verrà arrestato con l’accusa di omicidio premeditato. Dopo due anni di carcere verrà assolto in quanto aveva agito nel corso di una operazione militare. A piazza Esedra viene danneggiato un camion tedesco. Fucilati a Forte Bravetta l’operaio Eugenio Messina e l’impiegato Antonio Lalli, del PCI.
5 marzo
In Piazza dei Mirti <246 i partigiani mettono in fuga, dopo un furioso conflitto a fuoco, un gruppo di tedeschi che, armi spianate, terrorizzavano i cittadini e rastrellavano tutti gli uomini validi. E’ colpito a morte un soldato tedesco. Viene messa una taglia di 5.000 lire su ciascun autore dell’attacco. I tedeschi violentano e uccidono una donna, di cui non si conosce l’identità, sotto le mura di Porta Pia. <247 Attaccata la caserma dell’8° Genio e sottratte armi. Gruppi di donne e bambini protestano per la mancanza di pane, in via Latina, via Appia Nuova e in via Albalonga.
[NOTE]
234 Vicecomandante di brigata della Banda Ossicini e capo settore del Movimento Cattolici Comunisti nei quartieri Aurelio, Trionfale e Borgo Cavalleggeri. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
235 Gaetano Butera (1924-1944). Artigiano decoratore, richiamato alle armi allo scoppio della guerra. A Roma, l’8 settembre 1943, nel 4° reggimento carristi, combatte contro i tedeschi. Entra nella Resistenza nelle “Bande armate del
Lazio”. Cade in una imboscata e viene imprigionato a via Tasso. Assassinato alle Ardeatine. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
236 Altri collaboratori e spie dei nazisti furono Ubaldo Cipolla, Alberto (Mario) Pistolini, Dante Bruna, Domenico Campani, Alfredo Leboffe, Giovanni Malmo, Giovanni Amidei.
237 TODT: grande impresa di costruzioni operante in Germania e nei paesi occupati, creata nel 1933 da Fritz Todt, ministro degli Armamenti e degli Approvvigionamenti. La maggior parte del “lavoro pesante” veniva svolta da prigionieri di guerra e da lavoratori volontari, ma più soventemente rastrellati dai nazisti.
238 Aldo Finzi (1891-1944). Di origine ebraica. Sottosegretario agli Interni nei giorni del delitto Matteotti. Dopo l’8 settembre, rifugiatosi nella sua abitazione di Palestrina, collaborò con la Resistenza. Scoperta la sua attività clandestina, viene arrestato dai fascisti e assassinato alle Ardeatine.
239 Aldo Eluisi (1898-1944). Negli “Arditi” nel corso della Prima guerra mondiale. Antifascista vicino al pensiero anarchico, molto legato a Vincenzo Baldazzi. Ferito alla schiena negli anni ’20 in uno dei tanti scontri con i fascisti. Si avvicina poi al Partito d’Azione. L’8 settembre 1943 si batte contro i tedeschi e partecipa poi alla Resistenza nella formazione di Giustizia e Libertà con “Cencio” Baldazzi. Tradito da un delatore viene imprigionato da Koch nella
stessa cella di Pilo Albertelli. Assassinato alle Ardeatine. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
240 Vincenzo Saccottelli (1897-1944). Falegname. Assassinato alle Ardeatine.
241 Gaetano Forte (1919-1944). Assassinato alle Ardeatine. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
242 Medaglia d’Argento al Valor Militare.
243 Accanto a Teresa Gullace c’era il figlio Umberto, di 14 anni. Terrorizzato e bagnato dal sangue della madre, fu trascinato via da alcune manifestanti. Il corpo di Teresa fu portato, inutilmente, all’ospedale San Giacomo.
244 Partigiano combattente. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
245 Anche Bernabei verrà assassinato alle Ardeatine. Gli altri ferrovieri, vittime alle Ardeatine, sono: Renzo Piasco, Goffredo Romagnoli e Mario D’Andrea.
246 A piazza dei Mirti, nell’osteria di Franco, si riunivano i compagni partigiani per bere e per dibattere e cantare. Due ragazzi che erano tra i fascisti repubblichini, alla sera, rientrando a casa davano i loro mitra ai partigiani che, dopo averli usati nella notte, glieli restituivano all’alba. Rosario Bentivegna, op. cit. pag. 122.
247 Registro dell’Obitorio dell’Università di Roma.
Aldo Pavia, Resistenza a Roma. Una cronologia, in resistenzaitaliana.it