L’influenza della letteratura neorealista pasoliniana ha quindi contribuito alla creazione di uno stile che propone immagini parallele contrapposte e indipendenti tra loro

Roma: uno scorcio. Foto: Daniela Desanti

Questo piccolo grande amore era nato come storia d’amore di due ragazzi, poco più che adolescenti, […] che avevano intorno il mondo di oggi, con la scuola, le manifestazioni politiche, […] la famiglia coi genitori, il servizio militare, il giro di amici, tutte cose che però ruotavano intorno alla storia d’amore di questi due, […] e tutto il resto era vissuto nell’ottica di questa storia” <39.
Tutta la prima fase della carriera di Baglioni è costellata da una serie di album di forte carattere narrativo, con una sintassi di tipo colloquiale improntata su scelte di imitazione del parlato che negli anni ’70 iniziano a tempestare la lingua della canzone dopo la rivoluzione dei cantautori <40. Le location di ambientazione degli album sono tutte legate ad ambienti familiari, ricchissime di toponimi (dall’onnipresente Roma, le cui vie e piazze sono sfondo di “Questo piccolo grande amore” del 1972, fino ad arrivare ai luoghi di villeggiatura come Agordo o luoghi a cui è particolarmente legato come il lago di Misurina), in un linguaggio che, partendo da un impianto colloquiale, si rifà soprattutto ai modi di dire amorosi e adolescenziali. È infatti a quella fascia d’età che si rivolgono le prime storie d’amore, anche se fin da subito le storie tendono ad assumere un valore universale. Il mondo che circonda gli adolescenti resta da sfondo, la storia viene narrata nelle «sue possibilità drammatiche, con un taglio quasi cinematografico, ricco di dialoghi» <41 (“Battibecco”, sempre da “Questo piccolo grande amore”, è una vera e propria discussione di gelosia cantata in duetto). “Questo piccolo grande amore”, la canzone eponima dell’album, ha infatti «un testo a suo modo perfetto: per l’assenza di qualunque inarcatura poetica, per l’alternanza tra la sintassi nominale delle descrizioni e la sintassi mossa del vissuto, per l’accorta distribuzione degli inserti di discorso diretto e di una fraseologia più adolescenziale che colloquiale» <42. Questo tipo di stile di riecheggiamento del parlato, con diverse cadute nel romanesco <43 viene gradatamente abbandonato da Baglioni. Dal 1980, dopo una progressione lenta ma continua, la sua lingua si evolverà, insieme alle tematiche, grazie soprattutto all’influenza della grammatica ermetica, aprendosi ad fase completamente nuova.
2.2 1980-1990
È proprio nel decennio che va dal 1980 al 1990 che la lingua di Baglioni si inserisce a pieno titolo nelle novità linguistiche che, dalla fine degli anni ’70, stavano di nuovo rinnovando la grammatica del canzonettese, dopo la prima sterzata data dai cantautori. Dal punto di vista strettamente sincronico Baglioni in questi anni inserisce nei testi una «poderosa poetica» (Talanca 2016, p. 189) resa possibile grazie ad un mutamento di carattere spiccatamente linguistico, che si unisce ad un rinnovamento graduale dal punto di vista musicale. Dal punto di vista diacronico questa evoluzione incarna uno dei tentativi di innovazione della lingua della canzone, che in Baglioni assume soprattutto in questi anni caratterizzazioni decisamente proprie e individuali, concorrendo a creare uno stile riconoscibile, che sarà oggetto di ricerca di questa tesi.
2.2.1 Strada facendo, 1981
“Strada facendo” è il primo album della seconda fase della carriera di Baglioni: dopo anni di attività discografica frenetica (sette album in otto anni) seguono infatti tre anni di pausa, che precedono la sua pubblicazione. Pubblicato nel 1981 da CBS in versione 33 giri, l’album vede Geoff Westley, ex pianista dei Bee Gees, nel ruolo di arrangiatore, mentre Claudio Baglioni è l’unico autore accreditato di tutte le musiche e di tutti i testi. Nel 2011 la Sony pubblicherà una nuova versione dell’album in tre dischi, contente i brani originali rimasterizzati e versioni live o rifatte in studio, già edite o inedite, delle stesse canzoni.
L’album è composto da dodici tracce: otto sono canzoni tradizionali <44, quattro invece sono canzoni più brevi formate da una o due strofe che si muovono su una musica sempre uguale suonata solo da una chitarra. Questi brani hanno titoli numerici in progressione (1, 2, 3, 4) e sono di carattere prettamente autobiografico: raccontano difatti la vita dell’autore dalla nascita fino ai 16 anni, attraverso alcuni aneddoti slegati tra di loro. Nelle canzoni tradizionali prevale la tematica amorosa, ma il punto di vista è completamente nuovo: non si raccontano più amori adolescenziali con gli occhi dei ragazzini ma amori maturi, ricchi di angosce e paure. Dal punto di vista linguistico Baglioni «rompe con lo schema classico della canzone d’amore» <45 non articolando più il discorso su elementi narrativi ma inserendo un’aggettivazione originale <46 (imburrati, raspose, moschina, acquoso – quest’ultimo già in Cardarelli <47), descrizioni di paesaggi e luoghi che perdono il realismo e iniziano a far intravedere elementi allusivi e astratti («un orizzonte di cani abbaia da lontano», Fotografie). L’album «accetta le tensioni e le pulsazioni, i problemi ed i dilemmi della contemporaneità, riconducendoli dentro il mondo del suo autore» (Berselli 1999, p. 146).
Vicino al clima compositivo dell’album è il singolo “Avrai”, pubblicato su 45 giri da CBS il 9 giugno del 1982, e contenente nel lato A il brano omonimo e nel lato B “Una casa nuova”, brano costruito come le quattro canzoni autobiografiche del disco, costituendone in pratica la quinta parte, a riprova dell’appartenenza di questo 45 giri al clima compositivo di “Strada facendo”.
Appartengono all’album i brani: 1. – Via – I vecchi – 2. – Notti – Ragazze dell’est – Strada facendo – 3. – Fotografie – Ora che ho te – 4. – Buona fortuna .
2.2.2 La vita è adesso, 1985
La nuova scelta linguistica raggiunge una maggior maturazione espressiva nel successivo “La vita è adesso”, pubblicato da CBS nel 1985, e, secondo la SIAE, ad oggi, il disco italiano più venduto di sempre in Italia <48. Arrangiato da Celso Valli e registrato in Inghilterra, vede ancora una volta Baglioni come unico autore di tutte le musiche e di tutti i testi <49. Le dieci canzoni dell’album sono articolate come un racconto ideale di una giornata: si parte dal risveglio di “Un nuovo giorno, un giorno nuovo” fino ad arrivare all’addormentarsi di “Notte di note, note di notte”, che chiude l’album con circolarità, marcata anche dai chiasmi dei due titoli, che già segano, con la paronomasia notte/note, la nuova attenzione linguistica dell’autore.
L’album si presenta come una «rilettura ed una risposta alla visione pasoliniana del mondo delle borgate romane», apparendo come un’opera neorealistica per tematiche, soluzioni e stile, ricchissima tra l’altro di citazioni tratte da “Una vita violenta” e “Le ceneri di Gramsci” (Ciabattoni 2007, p. 233) <50.
La bassissima frequenza di verbi al passato, completamente assenti in alcuni brani <51, e quindi la naturale insistenza sul tempo presente, sono il segno del nuovo stile compositivo di Baglioni, che non racconta più una storia ma alterna sequenze di immagini tutte al presente, come l’obiettivo di una macchina da presa che si muove tra le strade della città <52. L’influenza della letteratura neorealista pasoliniana ha quindi contribuito alla creazione di uno stile che propone immagini parallele contrapposte e indipendenti tra loro, ottenendo questo effetto cinematografico grazie ad un uso particolare della sintassi, ritmata dall’asindeto e dalla paratassi: si può parlare in questo caso di sintassi descrittivo-cinematografica. Il brano che meglio esemplifica questo nuovo stile di scrittura è “Tutto il calcio minuto per minuto”, una vera «panoramica […] con dissolvenze incrociate» (Pedrinelli 2007, p. 94-95) che racconta in parallelo l’evoluzione di tre storie d’amore di persone appartenenti a diverse fasce d’età <53. L’insistenza sul presente è evidente anche nella scelta tematica e lessicale: nei brani compaiono film, cinema, antenne, tivù e radio, negli anni del boom degli elettrodomestici, della televisione e della diffusione su larga scala del cinema in Italia.
“Il sogno è sempre”, inedito che accompagna nel 1986 l’uscita dell’innovativo live “Assolo”, è vicino al clima compositivo di quest’album, di cui condivide lo stile e l’idea di fondo, e ne costituisce l’ideale prosecuzione <54. Il critico e giornalista Enrico De Angelis nel 1986 elogia i testi dell’album rispetto alla musica, affermando che «sono proprio i nuovi testi ad essere bellissimi: dicono in bella forma e con ispirata commozione cose sensate, comprensibili e concrete, al contrario dell’andazzo corrente (anche tra i cantautori) e in linea invece con la canzone d’autore classica» <55.
Appartengono all’album i brani: Un nuovo giorno, un giorno nuovo – L’amico e domani – Uomini persi – La vita è adesso – Tutto il calcio minuto per minuto – Andiamo a casa – Amori in corso – E adesso la pubblicità – Un treno per dove – Notte di note, note di notte.
[NOTE]
39 BAGLIONI 1978, p. 29.
40 Alcuni di questi tratti saranno analizzati nel cap. 4.
41 BAGLIONI 1978, p. 29.
42 ANTONELLI 2010, p. 235.
43 Del romanesco si parlerà nel cap. 4.
44 Per canzoni tradizionali si intendono quelle canzoni che superano i tre minuti, suonate da più di uno strumento e che sono formate o da strofe tutte uguali (la ballata) o dall’alternarsi di strofe, ritornelli e riff musicali.
45 CALDERONI 1994, p. 125.
46 Laddove non è precisato, sono riportarti solo alcuni esempi tra le tante occorrenze dei fenomeni all’interno del corpus. Gli stessi argomenti saranno trattati in dettaglio nei Cap. 3 e 4.
47 In Autunno veneziano, v. 12, «sotto la luna acquosa», in Prologhi [1916], in CARDARELLI, 1981.
48 Dato riportato su www.wikipedia.it alla voce Claudio Baglioni, e in rivista su Claudio Baglioni, 30 anni fa il record di «La vita è adesso», TV Sorrisi e Canzoni, 8 agosto 2015.
49 La prima pubblicazione dell’album in vinile del 9 giugno 1985 reca la dicitura «composto con Paola Massari», all’epoca sua moglie.
50 In CIABATTONI 2015 si trova un confronto dettagliato con i testi di Pasolini.
51 Come per esempio Un nuovo giorno, un giorno nuovo (unica forma passata è un congiuntivo) e La vita è adesso, dove si alternano presente e futuro semplice.
52 ELIAS 2015, p. 98.
53 Apparentemente sembra che le scene si svolgano tutte nel medesimo luogo, ma in realtà si potrebbe trattare anche di un’unica storia narrata nel suo evolversi temporale. L’ambiguità dell’interpretazione è dettata dai versi finali «la radio dietro le persiane / e tutto il calcio minuto per minuto…» con una forte reticenza che dà alla celebre trasmissione radiofonica il ruolo misterioso di accompagnamento al finale delle storie d’amore.
54 Il titolo dell’album è correlato al sottotitolo Il sogno è sempre (La vita è adesso, il sogno è sempre).
55 DE ANGELIS 2009, pp. 202-203.
Luca Bertoloni, La lingua delle canzoni di Claudio Baglioni (1980-1990), Tesi di di Laurea, Università degli Studi di Pavia, Anno accademico 2016-2017