Strutturai la Giovane Italia come un movimento completamente nuovo

La Giovane Italia fu forse una delle più importanti associazioni studentesche legate al Movimento Sociale Italiano, nata nella prima metà degli anni ‘50 e confluita nel 1971 nel Fronte della Gioventù <258.
Costituitasi ufficialmente a Roma con un convegno nazionale di studenti medi, tenutosi nei giorni 13 e 14 novembre 1954 nei locali dell’Associazione Artistica Internazionale <259, l’associazione si proponeva, principalmente, di attuare «un’energica azione di difesa e di valorizzazione della cultura nazionale; il promovimento del benessere materiale e morale degli studenti medi» <260. Le origini della Giovane Italia però, sono da ricercarsi altrove e in un altro tempo. Secondo un rapporto del prefetto di Gorizia datato 14 agosto 1952, l’Associazione Giovanile Studentesca “Giovane Italia” sarebbe nata a Trieste <261 nell’aprile del 1951, con sede in via Diaz n. 12 e composta da studenti triestini <262. Questa associazione, dopo le manifestazioni per l’italianità di Trieste e per il ritorno della città sotto la giurisdizione italiana svoltesi il 20 marzo 1951, decise di estendere l’iscrizione anche agli studenti delle scuole medie inferiori, raggiungendo così in breve tempo i 3000 iscritti, quasi tutti iscritti o simpatizzanti missini <263. La particolarità di questa prima versione della Giovane Italia, così come emerge dalla relazione del prefetto goriziano, riguardava le condizioni necessarie per l’ammissione al sodalizio, «subordinata alla condizione, previ accertamenti da parte della direzione, che non solo il richiedente, ma anche i familiari dello stesso, nutrano spiccati sentimenti italiani e nazionalisti» <264.
Evidentemente il modello sperimentato a Trieste si rivelò uno strumento di propaganda tanto efficace da indurre il MSI a estenderlo, come già detto, all’intero territorio nazionale. Dell’organismo nato nel 1954 potevano farne parte tutti gli studenti medi e i diplomati non frequentanti un corso universitario. Nel 1955, la Giovane Italia aveva come presidente il deputato missino Fabio De Felice e Franco Gialdroni come segretario nazionale mentre Luciano Ghirlanda ricopriva il ruolo di segretario generale; il comitato esecutivo era formato da Adalberto Baldoni, Fausto Belfiori, Francesco Colavelli, Gino Ragno, Carmelo La Malfa, Pietro Perretta, Massimo Anderson, Sergio Baronci, Salvatore Curatolo, Giovanni Maccaroni, Mario Gionfrida <265.
E, quasi immediatamente, alcuni di essi si fecero immediatamente notare quando, il 15 marzo 1955 con l’accusa di «danneggiamento aggravato in danno della libreria “Rinascita”, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, radunata sediziosa e aggravata, uso pubblico di uniforme, manifestazione neofascista innanzi alla sede del PCI in Via delle Botteghe Oscure» a Roma furono denunziati e arrestati Baldoni, Anderson e Gionfrida e, denunziato ma irreperibile, il segretario nazionale Gialdroni <266.
Tuttavia, a parte questa vandalica azione e l’avvio – a fine giugno – di un corso di preparazione culturale e politica per i dirigenti scolastici per opporre un’adeguata azione politica a quella svolta dagli organismi studenteschi comunisti <267, l’attività della Giovane Italia fu generalmente scarsa così come quasi nullo, tranne poche eccezioni, il radicamento nelle varie provincie italiane.
La situazione cambia nel 1956 con l’arrivo alla presidenza nazionale del deputato del MSI Angelo Nicosia il quale, allo scopo di riordinare l’attività dei quadri centrali dell’organizzazione, provvide alla soppressione dell’esecutivo e allo scioglimento della direzione nazionale provvedendo a nominarne una nuova, composta da Raffaele Aita, Arnaldo Bello, Germana Borgia, Gianfranco Cagnazzo, Vittorio Castellani, Arnaldo Colombani, Raffaele Della Bona, Aldo Diamanti, Luciano Ghirlanda, Desio Grisanti, Guido Maceratini, Gennaro Mattioli, Giovanni Mazzamuto, Antonino Pantano, Franco Pelù, Gino Ragno, Rosario Giuseppe Rinaldi, Giuseppe Rubinacci, Giovanni Veneziani <268. Un anno dopo, il nuovo presidente nazionale Paolo Gianfranceschi, in seguito all’aggressione di Giuseppe Bottai ad opera di Gino Ragno, avrebbe provveduto ad un ulteriore rinnovamento degli organi dirigenziali della Giovane Italia eliminando molti degli elementi estremisti, facenti capo alla corrente interna del MSI capeggiata da Almirante e fautrice di una politica autonomista basata sul nazionalismo oltranzista, e dando ampio spazio ai moderati appartenenti alla corrente di Michelini <269. L’unica particolarità degna di nota di questa ennesima nuova “classe” dirigente dell’associazione Giovane Italia, è l’inclusione nell’esecutivo nazionale, con delega all’iniziativa nazionale e rapporti con l’estero, dell’allora ventisettenne Guido Giannettini, un nome destinato a ricorrere spesso nelle future trame oscure della Repubblica.
Reggio Calabria
Nella città dello Stretto l’Associazione Giovane Italia si costituì nel dicembre 1953 presso la sede del MSI locale. Vi aderirono soltanto studenti delle scuole medie e ne fu dirigente responsabile lo studente universitario Francesco Attinà, segretario provinciale della federazione giovanile missina <270. Il numero degli aderenti, però, era irrilevante tanto che, allo scopo di incrementare l’efficienza e la presenza dell’organizzazione, nell’aprile 1954 Attinà Francesco fu sostituito da Francesco Franco, il futuro capopopolo della rivolta di Reggio meglio conosciuto come “Ciccio” Franco. Tuttavia, fino al 1957, la Giovane Italia reggina – cui aderivano circa 50 studenti – non svolse attività di rilievo e, sempre nel 1957, ne divenne presidente lo studente universitario Antonio Pezzano <271.
L’associazione continuò a svolgere attività di scarso rilievo fino al 1959, quando venne eletto presidente il ventiduenne sidernese Renato Meduri <272, un quadro dirigente sicuramente preparato e promettente che aveva frequentato a Collagna (Reggio Emilia) un corso di aggiornamento per i presidenti delle associazioni studentesche <273. Sotto la direzione di Renato Meduri aumentò sensibilmente il numero degli aderenti ma pochi mesi dopo, investito della carica di ispettore regionale per la Calabria della Giovane Italia, lasciò la presidenza dell’associazione a Carlo Felice Rafanelli che, proseguendo nell’opera di rafforzamento organizzativo e propagandistico intrapreso da Meduri, portò, nell’aprile 1960, gli iscritti presenti nella provincia a 400, con fiduciari presso gli istituti scolastici medi e la stampa di un periodico quindicinale – “L’Audacia” – supplemento del settimanale “Sport di Reggio” <274. Inoltre, sempre nei primi mesi del 1960, in seno alla Giovane Italia reggina fu costituito il cosiddetto settore “Volontariato” composto da numerosi aderenti con il compito di disturbare le manifestazioni indette dal PCI e dalla FGCI <275.
Una delle azioni di disturbo messe in atto dal settore “Volontariato” avvenne la mattina del 25 aprile 1960 quando 25 studenti appartenenti alla Giovane Italia si diressero presso la piazza Municipio di Messina dove si svolgeva una cerimonia celebrativa dell’anniversario della Liberazione scatenando disordini e incidenti duramente criticati dagli stessi esponenti locali del MSI <276. Proprio questo episodio, giudicato compromissorio della linea politica missina, causò un serio raffreddamento nei rapporti tra l’organizzazione giovanile e il partito che giunse a rifiutare alla Giovane Italia un contributo che era stato richiesto per la celebrazione di una messa in memoria di Benito Mussolini <277; si incrinò definitivamente il rapporto tra MSI e Giovane Italia, tanto da indurre, nel 1961, i vertici reggini missini a imporre d’autorità la sostituzione dalla carica di presidente di Rafanelli per insediare Giuseppe Marcianò. La mossa suscitò un così vivo malcontento tra gli aderenti all’associazione giovanile che la federazione provinciale MSI, allo scopo di tutelare la dignità del partito contro ogni intemperanza da parte dei giovani della Giovane Italia, si vide costretta a deferire al consiglio provinciale di disciplina Francesco Franco, Renato Meduri, Fortunato Borruto, Francesco Amadeo, Antonio Galati, Camillo Pisani, Carlo Felice Rafanelli, Domenico Amadeo e Achille Salinunte <278. Nel settembre dello stesso anno il commissario straordinario della federazione provinciale del MSI Saverio D’Aquino dispose lo scioglimento del comitato provinciale dell’associazione e affidò a due commissari – Giuseppe Marcianò e Antonio Stilo – il mandato di provvedere alla riorganizzazione della stessa <279.
[NOTE]
258 Il Fronte della Gioventù fu un’organizzazione politica giovanile prima del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale e successivamente del Movimento Patria. Nacque nel settembre 1971 dalla fusione dell’organizzazione studentesca Giovane Italia con il Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori del MSI.
259 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1952-1966, 21 giugno 1955.
260 Ivi, 12 aprile 1955.
261 La città di Trieste sarebbe ritornata sotto la sovranità dello Stato italiano solo nel 1954.
262 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1952-1966, 14 agosto 1952.
263 Ibidem.
264 Ibidem.
265 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1951-1966, 12 aprile 1955.
266 Ivi, 1 giugno 1955.
267 Ivi, 4 luglio 1955.
268 ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1951-1966, 14 agosto 1956.
269 Ivi, 26 febbraio 1957.
270 Ivi, 27 aprile 1960.
271 Ibidem.
272 Ivi, 18 maggio 1959.
273 Ivi, 7 aprile 1960.
274 Ibidem.
275 Inoltre, per meglio conseguire i loro scopi, uno dei giovani missini era riuscito ad inserirsi all’interno della FGCI ottenendone l’iscrizione, e così riuscendo a riferire ogni notizia alla Giovane Italia. Però, dopo qualche tempo, la manovra fu scoperta dai comunisti. (ACS, Partiti politici 1944-1966, b. 89, f. “Giovane Italia”, 1951-1966, 27 aprile 1960).
276 Ivi, 2 maggio 1960.
277 Ibidem.
278 Ivi, 5 marzo 1961.
279 Ivi, 27 settembre 1961.
Domenico Sorrenti, Il neofascismo nell’Italia meridionale tra eversione e legalità, Tesi di dottorato, Università della Calabria, 2017

Ad un MSI accusato costantemente di “aver perso la bussola”, espressione che si ritrova in numerosi articoli, oltre che quelli che valutò essere errori politici, quali il voto in favore dell’ingresso italiano nell’UEO o dell’elezione di Gronchi a presidente della Repubblica, o ancora l’alleanza con il Partito Nazionale Monarchico, o il fallimento dell’azione anticomunista “arenata dinanzi ai vetri della libreria «Rinascita»” <264, Ordine Nuovo rimproverava, come detto nel primo capitolo, la fallimentare politica giovanile. Già all’interno della rubrica “I Panni Sporchi”, dedicata alle critiche “interne”, del numero del settembre 1955, viene contestato l’orientamento assunto dalla Associazione studentesca di azione nazionale (ASAN) Giovane Italia, l’organizzazione degli studenti medi. “Questa associazione – si legge – che aveva ed ha tuttora tante possibilità d’azione politica e di proselitismo, in un ambiente, quale quello giovanile, che è estremamente favorevole per noi, si sta lentamente accartocciando su se stessa, e sciupa gran parte del suo tempo a tessere inutili approcci con i cosiddetti ambienti cattolici” <265.
Costituita nel novembre precedente per iniziativa della direzione nazionale del RGSL (che gli ordinovisti consideravano ormai “esistente solo nei quadri di una mastodontica e burocratizzata D[irezione] N[azionale]” <266), all’ASAN furono inizialmente preposti Anderson, Fausto Belfiori e Gino Ragno, che fu anche messo alla guida del gruppo provinciale romano. Nel corso del primo convegno provinciale romano, questi in effetti definì “le finalità della “Giovane Italia”, tendenti alla difesa della cultura e delle tradizioni nazionali” <267.
“Strutturai la Giovane Italia – ha ricordato recentemente lo stesso Ragno – come un movimento completamente nuovo, che si lasciava alle spalle le nostalgie fasciste e puntava sui valori patriottici, cattolici e anticomunisti” <268. Qualche mese dopo lo stesso Ragno rivendicò sulla rivista l’autonomia politica ed organizzativa del RGSL come unico necessario viatico per il recupero delle attività e delle adesioni giovanili affinché il MSI potesse “tornare a quella funzione storica, a quelle origini di movimenti che affermammo nel lontano ’48 e ’49 nei quartieri rossi della periferia della capitale […]. I giovani per la loro stessa capacità dinamica, per la loro genialità, per il loro congenito entusiasmo, non possono esser usati come mero strumento di manovra nell’attività politica; essi per poter esternare le proprie possibilità è necessario che vivano in un organismo proprio, dove dalla collaborazione quotidiana scaturiscano i nessi ideologici e politici fra giovane e giovane. L’attivismo si crea quando il giovane sente la diretta partecipazione alla creazione di un fatto nuovo e alla collaborazione di una linea politica” <269.
La rivendicazione andava in realtà oltre gli aspetti organizzativi, che pure l’avevano in parte innescata. Essa era inquadrata in una critica integrale al MSI, basata sulla mancata offerta ai giovani di una definizione ideologica e di culturale (identitaria in sostanza) da parte del partito. Tale manchevolezza nella formazione veniva presentata anche in relazione alla costante propensione allo sviluppo culturale dell’area liberale e, soprattutto, socialista e comunista: “Si pensi per un momento alla ben diversa attrezzatura dei nostri avversari. Si pensi alle biblioteche intere che sono state scritte sull’Idea, sulla storia e sui metodi di lotta del Partito liberale; ma si pensi soprattutto alla enorme e spaventosamente minuziosa elaborazione scientifica del marxismo […] che raggiunge la forma e la consistenza, per organicità e per completezza, di una vera e propria disciplina scientifica […] mentre la sua carenza costituisce la vera origine della nostra crisi. […] A proposito, che fine ha fatto quel famoso «Centro Studi» del Partito?” <270.
[NOTE]
264 P. Rauti, Il MSI alla deriva?, cit.
265 I Panni Sporchi, in «Ordine Nuovo. Mensile di politica rivoluzionaria», a. I, n. 6, settembre 1955.
266 C. Graziani, L’equivoco del realismo politico, ivi, a. I, n. 7, ottobre 1955.
267 ACS, MI, PS, Cat. G (1944-1986), b. 190, fasc. “Associazione studenti medi “Giovane Italia” (I fascicolo)”, segnalazione della Questura di Roma n. 073232/UP, “Associazione studentesca di azione nazionale Giovane Italia” con sede presso il “Fronte Universitario di Azione Nazionale” del MSI, in via Piè di Marmo n. 18: I° convegno provinciale romano, domenica 7 corr., nella sala del teatro “Goldoni”; I° convegno nazionale, sabato 13 e domenica 14 corr., in Roma, nella sede dell’Associazione Artistica Internazionale, in via Margutta n. 54, 16/11/1954; cfr. anche ivi, segnalazione della Questura di Roma n. 073232/UP, “Associazione studentesca di azione nazionale Giovane Italia” – costituzione, 2/11/1954.
268 Testimonianza di Gino Ragno in A. Carioti, I ragazzi della fiamma, cit., p. 147.
269 G. Ragno, L’autonomia del «Raggruppamento» premessa per una ripresa giovanile, in «Ordine Nuovo. Mensile di politica rivoluzionaria», a. II, n. 9, settembre 1956. Il riferimento alle periferie rosse di Roma non è casuale, venendo Ragno dalla Garbatella. Si veda inoltre il già citato articolo, sempre di Ragno, I giovani all’avanguardia, pubblicato sul doppio numero di ottobre/novembre in cui rivendicava un ruolo più ampio per i giovani rispetto a quello “attacchini o di manganellatori”.
270 M. Basile, Stare all’opposizione, in «Ordine Nuovo. Mensile di politica rivoluzionaria», a. II, n. 10/11, ottobre/novembre 1956.
Carlo Costa, “Credere, disobbedire, combattere”. Il Neofascismo a Roma dai FAR ai NAR (1944-1982), Tesi di dottorato, Università degli studi della Tuscia, Viterbo, 2014