Marcinkus non venne mai arrestato perché risiedente dello Stato Vaticano

Oltre ai ruoli ricoperti in tentati colpi di Stato e attentati terroristici, uno dei settori di maggiore attività della Loggia P2 sarebbe stato quello delle tangenti private e di partito su affari stipulati da enti e industrie pubbliche. La pratica delle tangenti relative a contratti stipulati da enti pubblici è ampiamente diffusa in quei Paesi, di solito sottosviluppati, dove il potere è sostanzialmente irremovibile e dove viene a mancare il ricircolo governativo caratterizzato dal controllo democratico. Dunque, il mancato ricambio e l’assenza del controllo democratico sono i presupposti che trasformerebbero la corruzione occasionale in un sistema semi-legale, noto e accettato <66. L’Italia, pur rientrando tra i sette Paesi più industrializzati, era ed è ancora oggi un Paese con una burocrazia arretrata, caratterizzato da una mancanza di controllo sulla Pubblica Amministrazione <67.
I prelievi, relativi alle tangenti sugli appalti, sui contratti di commesse, sulle licenze e sui mutui accordati da istituti di credito pubblico, sarebbero così avvenuti alla luce del sole, motivati dal finanziamento di partiti e correnti. Le volte in cui casi del genere vennero rivelati, e finirono, per qualche ragione, dinanzi alla Commissione Parlamentare inquirente, si sarebbero risolti con l’innocenza degli imputati, insabbiando gli eventuali reati e non considerando in quella fattispecie il procacciare fondi ai partiti. Con tale pratica si sarebbe estesa la pregiudiziale di impunità, radicando il “malaffare” nella politica e nelle istituzioni italiane. Il tutto venne praticato in presenza di leggi formalmente severe: il reato di peculato prevede pene detentive fino a 20 anni e l’interdizione dai pubblici uffici. La procedura partiva dai dirigenti della Loggia, per poi passare al “servizio parallelo” che svolgeva le sue pratiche raccogliendo informazioni relative ai soggetti interessati, come ad esempio i politici, per poi arrivare ad un compromesso con questi ultimi che ricevevano il finanziamento illecito. Le due parti, ricattato e ricattatore, si dividevano il compenso. Con il passare del tempo, questa operazione si consolidò, divenendo sempre più facile: spesso ricattato e ricattatore erano entrambi piduisti e, talvolta, non c’era neanche più bisogno del ricatto <68.
Analogo era il processo del controllo del credito bancario. Alcune grandi Casse di Risparmio e Istituti di credito erano diretti da personalità legate alla Loggia che erogavano finanziamenti a partiti e politici in cambio di raccomandazioni e favori in termini di carriera e di potere. L’esempio più emblematico fu la nomina da parte dell’Iri di Maffo Barone ad amministratore delegato del Banco di Roma a seguito delle pressioni di Fanfani, cui era stato segnalato da Michele Sindona; proprio Sindona avrebbe ricevuto numerosi favori bancari da Barone <69.
Il sodalizio tra Sindona e la P2 fece fare alla Loggia un notevole salto di qualità. Michele Sindona avrebbe avuto legami con tutto il mondo finanziario situato tra Dallas (Texas) e Cosa Nostra. Dal momento in cui la P2 stabilì un legame con la Mafia sicula, il potere e la pericolosità del “servizio parallelo” subì un grande incremento anche se, anni dopo, fu proprio quel sodalizio con Sindona che condusse alla luce Gelli e la sua rete, a seguito delle confessioni di Joseph Crimi <70.
L’incontro con Sindona portò Gelli a conoscere Roberto Calvi. Il “finanziere” siciliano avrebbe condotto con Calvi alcune delle più brillanti operazioni della finanza italiana: «dalla Centrale alla Pacchetti, dalla Cattolica del Veneto a una quota importante del Credito Varesino, alla Saffa» <71. Non a caso, quando Sindona volle appropriarsi del controllo della Bastogi, fu proprio il Banco Ambrosiano, diretto da Calvi dal 1971, la banca incaricata di gestire sul mercato l’OPA.
Nel 1975 Calvi divenne il Presidente del Banco Ambrosiano. Da quel momento la banca cambiò fisionomia: Calvi iniziò a creare varie società off-shore situate in paradisi fiscali, attraverso cui fece transitare operazioni finanziarie losche che videro coinvolte la Mafia, la P2 e lo IOR <72. Il crack del Banco Ambrosiano iniziò nel 1977, a seguito della rottura del rapporto tra Calvi e Sindona. Proprio quest’ultimo avrebbe fatto affliggere, in tutta Milano, dei manifesti che denunciavano le irregolarità del Banco. Un anno dopo, nel 1978, 12 ispettori della Banca D’Italia fecero irruzione all’interno del Banco Ambrosiano e riscontrarono gravi irregolarità durante un’ispezione durata quasi sette mesi. I risultati furono riportati in un verbale, che verrà poi presentato al Magistrato Emilio Alessandrini, incaricato di condurre le indagini. Alessandrini riuscì a gestire il caso per poco più di quattro mesi, poiché fu assassinato da Prima Linea, un gruppo terroristico di estrema sinistra il 20 gennaio 1979 <73. Nella primavera del 1981, a seguito della scoperta della lista degli iscritti alla P2, vennero alla luce le operazioni illecite del Banco Ambrosiano e Calvi, trovatosi senza la protezione conferita da Gelli, fu arrestato. Due mesi più tardi venne condannato a quattro anni per violazione delle norme valutarie ma, in attesa del processo ottenne la libertà condizionata e tornò alla dirigenza del Banco. Senza la P2 e senza Gelli, Calvi si rifugio nelle braccia protettive di Flavio Carboni, faccendiere vicino alla Banda della Magliana e a Pippo Calò, cassiere di Cosa Nostra, e Francesco Pazienza. Non fu un caso che Roberto Rosone, vice di Calvi nel Banco Ambrosiano, subì un attentato, dopo aver espresso perplessità sull’operato di Calvi, per mano di un esponente della Banda romana: Danilo Abbruciati <74. Il consiglio di amministrazione del Banco destituì Calvi dal vertice, a seguito di una lettera da parte della Banca d’Italia, il 17 giugno 1982. Il banchiere milanese, consapevole di essere perseguito penalmente, scappò verso la Jugoslavia, poi in Austria e infine raggiunse Londra, dove venne trovato impiccato sotto il Blackfriars Bridge il 18 giugno 1982 <75. Il 9 luglio 1982 avvenne la liquidazione coatta amministrativa del Banco Ambrosiano.
Mario Draghi scrisse un articolo sul «Corriere della Sera» in cui esaminò le cause e le conseguenze dello scandalo del Banco: «Poca concorrenza in un mercato del credito minutamente regolato dalle Autorità; mercati finanziari di scarso spessore al servizio di pochi individui; onnipresente commistione tra banche e politica; rigidi controlli sui movimenti di capitale che mortificavano la già debole proiezione internazionale delle nostre banche più grandi, mentre le piccole, orgogliose del campanile, respingevano ogni cambiamento» <76.
Oltre a Calvi, anche Licio Gelli, Umberto Ortolani e Flavio Carboni vennero condannati nel processo del crack dell’Ambrosiano; lo scandalo vide anche l’assunzione di responsabilità da parte dello IOR: il responsabile, l’arcivescovo Paul Marcinkus non venne mai arrestato perché risiedente dello Stato Vaticano, il quale non concesse l’estradizione <77. La P2, grazie ai suoi adepti nel mondo della finanza, riuscì ad impossessarsi anche della stampa, definita da Gelli come un’arma molto potente.
[NOTE]
66 Andrea Barberi, Scalfari, Turani, Pagani, Buongiorno, De Luca, Pansa, Rognoni, L’Italia della P2, Mondadori Editore, Milano, 1981.
67 Ibidem.
68 Andrea Barberi, Scalfari, Turani, Pagani, Buongiorno, De Luca, Pansa, Rognoni, L’Italia della P2, Mondadori Editore, Milano, 1981.
69 Ibidem.
70 Ibidem.
71 Andrea Barberi, Scalfari, Turani, Pagani, Buongiorno, De Luca, Pansa, Rognoni, L’Italia della P2, Mondadori Editore, Milano, 1981, P. 21.
72 Johnny Zotti, Banco Ambrosiano: storia del crack con radici in Vaticano, 26 dicembre 2020. https://investire.biz/articoli/analisi-previsioni-ricerche/economia-politica-diritto/crac-banco-ambrosiano-storia-fallimento-banca-roberto-calvi-ciclone-finanza-vaticano
73 Andrea Stradi, Lo scandalo del Banco Ambrosiano, 7 settembre 2018. https://startingfinance.com/approfondimenti/lo-scandalo-del-banco-ambrosiano/
74 Ibidem.
75 Andrea Stradi, Lo scandalo del Banco Ambrosiano, 7 settembre 2018. https://startingfinance.com/approfondimenti/lo-scandalo-del-banco-ambrosiano/
76 Mario Draghi, La lezione del crac Ambrosiano, 6 agosto 2007. https://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/08_Agosto/06/ambrosiano_crac_draghi.shtml
77 Andrea Stradi, Lo scandalo del Banco Ambrosiano, 7 settembre 2018. https://startingfinance.com/approfondimenti/lo-scandalo-del-banco-ambrosiano/
Mattia Carnevali, Il deep-state italiano, Tesi di laurea, Università Luiss, Anno Accademico 2022-2023