Una donna ligure tra i volontari antifascisti nella guerra di Spagna

Da Savona emigrò a Parigi anche un’altra militante professionale comunista, Emilia Belviso, che non ebbe però rapporti diretti con Michelangeli o Grillo e si inserì piuttosto nella rete comunista dirigenziale genovese. Si trattava di Emilia Belviso, la “Berettina” conosciuta perché lavorò a Radio Barcellona durante la guerra di Spagna. Orfana di entrambi i genitori, la Belviso si era trasferita a Genova, dove aveva trovato lavoro presso un’agenzia di commercio con l’Unione Sovietica. Non fu un caso dunque che i suoi rapporti con il Pcd’I non si fossero consolidati nell’ambiente savonese, quanto piuttosto in quello genovese. Poco legata alla terra d’origine, Emilia aveva sposato il comunista Attilio Tonini, bolognese, e si era trasferita nella città del marito, dove aveva continuato a militare per il partito.
Solamente nel 1935, come fecero molti quadri sperimentati che furono impiegati a lungo dal partito prima di essere inviati all’estero, fu organizzata la fuga clandestina dei due coniugi a Parigi. Fu in questa fase che si collocò perlopiù la migrazione dei dirigenti locali genovesi del Pcd’I.
[…] Teresa Viberti, Elvira Angella, Adria e Marisa Marzocchi, Adele Dell’Isola, Anna Michelangeli, Teresa Marcolla, Emilia Belviso, Bianca Diodati, Ornella Musso furono attive organizzatrici nei gruppi “Pro Spagna” di campagne informative, di sottoscrizioni e donazioni coordinando l’attività dei più giovani e delle donne apolitiche, con raccolte di cibo, indumenti, medicinali. Alcune di esse presero anche parte attiva agli incontri con le compagne francesi e spagnole <212.
L’impegno in favore della causa spagnola era frutto di una scelta volontaria e non scontata anche per le donne, italiane e francesi, date le posizioni attendiste del governo Blum e dei partiti, che scoraggiavano quel moto spontaneo di solidarietà, intimidito anche dalle ammonizioni tedesche e persino della democratica Inghilterra. Non solo, ma l’adesione ad associazioni connotate politicamente testimoniava una precisa consapevolezza, poiché l’Unione popolare con le sue organizzazioni satelliti per le donne e per l’infanzia offriva forme di identificazione alternative alla politica, fondate sulla comune appartenenza nazionale e sul tradizionale assistenzialismo femminile. Così, mentre i partiti costruivano la credibilità delle donne italiane attraverso un’immagine di soccorritrici premurose, le donne imparavano a coniugare l’assistenza con una militanza dinamica e propositiva, maturando una precisa coscienza delle proprie facoltà indipendentemente dai cliché diffusi dalla mentalità dei compagni uomini <213.
[…] Furono piuttosto numerosi gli antifascisti liguri che partirono volontari per la guerra di Spagna, soprattutto anarchici e comunisti emigrati in Francia, per la maggior parte giunti attraverso le reti più politicizzate, oppure arrivati con i flussi più tardi dell’esilio <214.
[…] L’anno seguente anche Pieragostini partì da Mosca per raggiungere Barcellona, dove fu ancora una volta al fianco della Belviso alla Radio italiana. Emilia Belviso era stata inviata a Parigi dal partito assieme al marito Attilio Tonini, ma questi fu scoperto e arrestato dopo breve tempo ed ella continuò sola l’avventura da esule. Nella primavera 1937 partì volontaria per la Spagna dove lavorò come radiotrasmettitrice e un anno più tardi rientrò, ferita, a Parigi <222.
[NOTE]
212. Cfr. Gabrielli Col freddo nel cuore cit., Ead., Fenicotteri cit. Af Grillo: Dattiloscritto di Teresa Viberti cit. Interviste ad Anna Michelangeli, Adria Marzocchi, Alessandra Grillo, Martine Martini cit. Cpc: b. 135, f. Elvira Angella; b. 1694, f. Adele Ernesta Maria Dell’Isola; b. 3042, f. Teresa Marcolla; b. 478, f. Emilia Belviso; b. 3469, f. Felice Musso; b. 3470, f. Lorenzo Musso.
213. Af Grillo: Dattiloscritto di Teresa Viberti cit.; De Luna, Donne in oggetto cit., pp. 96, 99, 103-109; Gabrielli, Fenicotteri in volo cit., pp. 9, 14, 216; Ead., La pace e la mimosa. L’Unione donne italiane e la costruzione politica della memoria (1944-1955), Donzelli Editore, Roma 2005; Ead., Luisa Cigognetti, Marina Zancan, Madri della Repubblica: storie, immagini, memorie, Carocci, Roma 2007.
214. Cfr. ad esempio: Antonio Martino, Antifascisti savonesi e guerra di Spagna. “Miliziani rossi” e altri “sovversivi” nelle carte della R. Questura di Savona, Isrec Savona, Savona 2009; Nicholas Lucchetti, La Spezia e la guerra civile spagnola, Edizioni Cinque Terre, La Spezia 2012; Francesco Biga, Compañeros: Imperiesi e Albenganesi nelle Brigate Internazionali in Spagna, Dominici, Imperia 1999.
222. Fg: A Pci: fondo biografie, memorie, testimonianze: b. Stefano Schiapparelli: f. anni Quaranta. Cpc: b. 4376, f. Domenico Rolla; b. 3954, f. Raffaele Pieragostini; b. 478, f. Emilia Belviso; b. 1142, f. Antonio Silvio Casella. Cfr. Il diario di Ugo Muccini cit.; Cfr. Martino, Antifascisti savonesi e guerra di Spagna cit.; http://www.anpi.it/donne-e-uomini/domenico-rolla/; http://www.anpi.it/donne-e-uomini/raffaele-pieragostini/.
Emanuela Miniati, La Migrazione Antifascista dalla Liguria alla Francia tra le due guerre. Famiglie e soggettività attraverso le fonti private, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Genova in cotutela con Université Paris X Ouest Nanterre-La Défense, Anno accademico 2014-2015

Consistenza del fondo
Consistenza fisica: 3 buste (a descrizione sommaria), 248 fascicoli (conservati in 12 buste), 16 album
Consistenza cronologica: 1896-1989
Nota biografica
Berardo Taddei, abruzzese di origini e veronese di adozione, a 15 anni si iscrive alla Federazione Comunista; subisce a 18 anni il primo arresto, in seguito al quale viene condannato dal Tribunale speciale fascista nel 1928 a un anno e otto mesi di carcere.
Nel 1931 emigra a Verona dove lavora come barbiere e nel 1936 viene nuovamente incarcerato; durante la guerra, torna in Abruzzo dove aderisce alla Resistenza dal 1943 al 1944, operando in particolare per la ricostituzione del Partito comunista e poi nell’Associazione soccorso rosso per prestare aiuto ai perseguitati.
Rientrato a Verona nel dopoguerra, lavora come funzionario del Partito comunista, consigliere comunale e giornalista corrispondente per “Panorama”. E’ socio dell’Anppia, probabilmente fino agli anni ’80 e membro del Comitato direttivo nel 1949. Partecipa, attraverso ricerche presso gli archivi di Stato e altre indagini, ai lavori della Commissione per il riconoscimento della medaglia d’oro al valore militare a Verona nel 1979 insieme a Licisco Magagnato, Gilio Albi e De Mori.
[…] B. 1, fasc. 28
Belviso Emilia
1931-1942, [ante 1990]
Contiene anche: revisione scheda biografica; nota biografica fascicolo OMS 1980; revisione scheda biografica Emma Maria Bronzo
Redazione, Fondo “Berardo Taddei” – Intervento di riordino: 2010-2015 (G. Turrina) -, Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea

X – 12, fascicolo 4
Spagna -appunti e ricordi
Estremi cronologici
1936 – 1947
Contenuto
Appunti, fotografie e documenti di Emilia Belviso circa la sua partecipazione alla lotta antifranchista in Spagna.
A) Appunti: Dattiloscritto di 9 pagine intitolato “Solidarietà 1936-1938, solidarietà 1948” che sembra rappresentare la bozza per una breve pubblicazione o un discorso in cui Emilia Belviso racconta il suo arrivo a Barcellona con altri partigiani e la propria esperienza da Radio Barcellona; “Cattura ed esecuzione di Mussolini e complici”, relazione dattiloscritta di 8 pagine.
B) Fotografia di gruppo di volontari italiani in Spagna: fotografia di 18 x 12 cm. ritraente un folto gruppo di volontari delle Brigate Internazionali in Spagna – secondo quanto vergato sul verso dalla Belviso la foto è scattata davanti alla “Casa degli Italiani” a Barcellona nel marzo 1938 e nella foto sono ritratti “Anacleto Boccalatte, Belviso Emilia, Potenza, Bertolini, ecc.”; presente stessa foto in ingrandimento 24×18 cm.
C) Diplomi di medaglia Garibaldina: diplomi al valor militare conferiti a Belviso Emilia per aver combattuto nelle Brigate Internazionali, XII Divisione della Brigata Garibaldi al fianco dell’Esercito repubblicano spagnolo – Roma, 8 settembre 1947.
Segnatura definitiva
PCI – X.72
X – 12, fascicolo 5
Spagna: Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna Archivio Fondazione Diesse Genova – Fondo P.C.I. Federazione di Genova
pag. 286 di 295
Estremi cronologici
1937 – 1985
Contenuto
Documenti e lettere prodotte o raccolte dalla Belviso nel corso della propria attività nell’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna.
A) Articoli di giornali e riviste: “Suport”, n° del 2 ottobre 1937 della rivista edita “Pel socors roig de Catalunya”, ove compare anche Emilia Belviso; articolo tratto da L’Unità del 5 gennaio 1961 dedicato al battaglione Garibaldi in Spagna; articoli tratti da numeri de L’Unità del 17 e 18 novembre 1971 circa la nascita dell’associazione tra i combattenti antifascisti della guerra di Spagna; Articolo estratto da La Patria del 15 dicembre 1968 sulla nascita a Bologna dell’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna; due articoli tratti da l’Unità dell’8 maggio e 18 luglio 1971 circa la solidarietà degli ex combattenti volontari verso gli operai spagnoli; “Garibaldini in Spagna e nella Resistenza bolognese”, quaderno di “La Lotta” edito a Bologna nel 1966 incentrato sulle brigate garibaldine in Spagna; articolo tratto da Il Giorno del 4 febbraio 1969 sulle figure di Pietro e Paolo Gobetti.
B) Corrispondenza con il Comitato direttivo dell’Associazione: tredici lettere (e alcuni allegati) scambiate negli anni 1969 – 1971 tra il Comitato centrale dell’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna, nella figura soprattutto di Renato Bertolini, e Emilia Belviso per Il Comitato Provinciale genovese della stessa – nelle lettere si tratta soprattutto il tesseramento degli ex combattenti che Emilia riusciva ad affiliare all’Associazione e i problemi degli stessi nel vedersi riconosciuti indennizzi per la militanza nelle brigate Garibaldi (si veda minuta della lettera di Belviso a Sandro Pertini del 29 ottobre 1970 a sollecitare la discussione sulla proposta di legge
a riguardo); sono presenti le ricevute del denaro inviato dalla Belviso per le tessere sottoscritte.
C) Tessere dall’ Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna: 4 tessere a nome Emila Belviso (anni 1972, 197, 1974, 1985) e una tessera Archetti Oreste (!) del 1971.
D) Volantino/programma dell’Assemblea costituente dell’ Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna – Bologna, 16/17 novembre 1968.
E) 40° Anniversario della costituzione della costituzione delle Brigate Internazionali in Spagna – volantino e invito per la celebrazione della ricorrenza a Firenze il 9 e 10 ottobre 1976.
Segnatura definitiva
PCI – X.73
X – 12, fascicolo 6
Ricordi vari
Estremi cronologici
1946 – 1976
Contenuto
Contiene ricordi stesi dalla Belviso, sue citazioni sulla stampa e rievocazioni di altre donne partigiane e combattenti.
A) Stampa con citazioni della Belviso: N° 6 dell’ottobre 1949 di “Genova – rivista del Comune” dove, in articolo di Gaetano Perillo sul movimento di esistenza a Genova, si cita la Belviso; inserto de Il Lavoro del 25 aprile del 1976, con articolo dedicato a “Berettina” in Spagna.
B) “Un’ex combattente della guerra di Spagna, Emilia Belviso “Carmen” alle donne genovesi”: volantino con appello della Belviso (che qui compare con il terzo nome di battaglia da lei utilizzato) alle donne genovesi per appoggiare il movimento democratico e antifranchista in Spagna (forse 1968) – in duplice copia.
[…] X – 12, fascicolo 7
50° Anniversario del PCI – Gruppo Lavoro Spagna
Estremi cronologici
1971
Contenuto
Corrispondenza relativa alla Commissione per le celebrazioni del 50° anniversario del Partito che, con un gruppo dedicato alla partecipazione antifranchista in Spagna, organizzò un convegno di studi e diverse iniziative sul tema.
A) Tre lettere datate 15 marzo, 9 aprile e 15 aprile 1971 inviate dal Gruppo Lavoro Spagna presso La Direzione del PCI di Botteghe Oscure per comunicare programma delle celebrazioni e sollecitare la partecipazione.
B) Corrispondenza con Colombo circa memorie del periodo in Spagna: minuta di lettera delle Belviso nella quale trasmette ricordi e informazioni sulla militanza in Spagna – si tratta di 4 fogli non datati e senza indirizzo ma probabilmente spediti a Colombo, presso l’Istituto Gramsci, che doveva averle sollecitate nel quadro delle commemorazioni previste per il 50° del Partito, come risulta dalla presenza della lettera di risposta con la quale Colombo ringrazia appunto delle informazioni ricevute (lettera del 6 maggio 1971).
Segnatura definitiva
PCI – X.75
Archivio Fondazione Diesse Genova, Fondo P.C.I. Federazione di Genova. Inventario, Intervento realizzato con il finanziamento della Sopritendenza Archivistica della Liguria, Novembre 2020

Belviso Emilia (nata il 28.1.1898 a Savona): comunista nota all’Ovra come Berettina o Carmen. Emigrata in Francia dal 1937 fu al servizio del Commissariato delle Brigate Internazionali quale spekerin delle trasmissioni in lingua italiana. Uscita dalla Spagna nel 1938 collaborò a Parigi con il Comitato di Aiuto Pro Spagna. Rientrata in Italia fu riconosciuta Partigiana col grado di sergente <484.
484 Cfr. A. Martini, Antifascisti savonesi e guerra di Spagna, op. cit.
Giulia Medas, ¿Quiénes fuerón los voluntarios? Identità, motivazioni, linguaggi e vissuto quotidiano dei volontari italiani nella guerra civile spagnola, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Cagliari in collaborazione con Universitat de València, 2014

Eppure, nonostante la durezza dei contrasti, l’impegno antifascista a Savona riesce a mantenersi unitario, come unitaria era stata la lotta ai tempi della guerra civile, quando fra il settembre 1936 e l’estate 1937 ben 27 savonesi erano andati a combattere e a morire per la libertà del popolo spagnolo, mentre altri 19 risultano essere stati inquisiti, processati e confinati per attività di appoggio alla causa repubblicana.
Vicende ricostruite in un libro di Antonio Martino, “Antifascisti savonesi e guerra di Spagna”, edito anch’esso a cura dell’ISREC. Una ricerca incentrata sullo spoglio scrupoloso dei fascicoli della Regia Questura oggi depositati presso l’Archivio di Stato di Savona. Dalle schede biografiche dei personaggi studiati non emergono tanto le motivazioni politiche e i percorsi individuali, quanto la vigilanza assidua esercitata su di loro dall’apparato repressivo del regime (ma anche in qualche caso dello Stato repubblicano). Un limite che si spiega con la natura di carte di polizia dei materiali analizzati, più rivolti alla scoperta della attività pratica e dei contatti personali dei potenziali antifascisti che alla definizione delle loro effettive posizioni politiche e ideologiche.
27 savonesi di cui 21 già residenti all’estero, per lo più in Francia, espatriati per motivi politici o di lavoro, in larghissima parte giovani e di condizione operaia. Dati in sintonia con il quadro complessivo dei 4000 combattenti italiani in Spagna, in gran parte già residenti all’estero (in Francia soprattutto, ma anche in Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Unione Sovietica e Argentina), con un’età media di trent’anni, di condizione prevalentemente operaia.
Di questi 27 antifascisti 3 (Giuseppe Dughetti, Francesco Siri e Attilio Strazzi) cadranno in combattimento , mentre altri 8, rifugiatisi in Francia dopo la caduta della Repubblica, verranno consegnati alle autorità italiane dopo lo scoppio della guerra e l’armistizio fra i due paesi. Elevatissimo è il numero di coloro fra questi ex combattenti di Spagna che continueranno la lotta armata antifascista nella Resistenza francese dopo l’invasione nazista e poi dopo l’8 settembre 1943 in quella italiana. Sono 14 (Emilia Belviso, Libero Bianchi, Giacomo Calandrone, Tommaso Carpino, Costanzo Cecchin, Carlo Gazzaniga, Stefano Giordano, Amedeo Isolica, Umberto Marzocchi, Italo Oxilia, Pietro Pajetta, Vincenzo Raspino, Silvio Torcello, Luigi Vallarino) i resistenti già combattenti in Spagna, alcuni di essi ricopriranno incarichi di comando nella guerra partigiana grazie proprio all’esperienza militare accumulata nella guerra civile spagnola. Quattro di essi (Cecchin, Pajetta, Raspino e Torcello) perderanno la vita, fucilati dai nazifascisti o caduti in combattimento. Pietro Pajetta “Nedo” sarà insignito della Medaglia d’oro al valor militare.
Interessante anche l’appartenenza politica dei volontari savonesi in Spagna, rispecchiante perfettamente il più generale dato nazionale. Troviamo infatti soprattutto militanti del Partito comunista, ma anche socialisti, repubblicani, anarchici (Umberto Marzocchi). Fra loro una straordinaria figura di donna, quell’Emilia Belviso, già militante dell’apparato clandestino del PCI in Italia, poi voce di Radio Barcellona, infine coraggiosa combattente partigiana nel maquis prima a Parigi e poi a Nizza. […]
Giorgio Amico, Antifascisti savonesi nella Guerra di Spagna, Vento largo, 23 dicembre 2015