A partire dall’aprile 1944 le deportazioni di massa colpirono anche gli ebrei della regione del Prekmurje

Vlado Valenčič osserva che dopo l’arrivo delle autorità tedesche, a Ljubljana c’erano ancora alcuni ebrei, in parte rifugiati dalla Croazia, alcuni ebrei convertiti e altri ebrei che facevano parte del nucleo storico e per varie ragioni erano ancora presenti in città <1014.
Non sappiamo se qualcuno degli ebrei internati in Italia cercasse di rientrare a Ljubljana dopo l’Armistizio. Il database di Anna Pizzuti riesce però a darci alcune notizie sulla loro sorte. Alcuni membri della famiglia Lorant riuscirono a fuggire in Svizzera, tra cui Nely Lorant con il figlio Carlo, Elisa Lorant con il marito Otto Zweig e i suoi due figli, Edita Weiss con la figlia Katica, mentre il marito Otto alla fine della seconda guerra mondiale si trovava a Ljubljana, sebbene non sappiamo, quando ci fosse giunto <1015. I Moskovič, Felice con i figli Giulio e Vera, vennero prima spostati da Papozze al campo di Fossoli e poi deportati in un campo di concentramento tedesco <1016, da dove non fecero più ritorno <1017. Nel luglio 1944 Giacomo Auerbach riuscì invece ad emigrare negli Stati Uniti <1018.
Per gli ebrei, anche convertiti e sposati con cattoliche <1019, che si trovarono a Ljubljana dopo l’8 settembre 1943 ci furono poche possibilità. Nel settembre 1944 furono arrestati e poi deportati gli ultimi 32 ebrei con i loro congiunti non ebrei che ancora si trovavano a Ljubljana <1020. Qualche mese prima la stessa sorte era toccata a Nikolas e Marija Ebenspanger, figli di Oskar, convertito nel 1905 <1021. Anche Viljem Steinberg con la famiglia venne deportato, nonostante si fosse convertito nel 1911, e poi morì a Buchenwald <1022.
Eugenio Bolaffio, dopo l’arrivo in città dei tedeschi, fu arrestato attorno alla data del 14 settembre 1943. Bolaffio era intenzionato a unirsi ai partigiani, però non riuscì ad aprire tempestivamente i canali giusti. Cercò di nascondersi, ma i tedeschi arrestarono tutta la sua famiglia e allora si presentò da solo alle autorità tedesche che lo interrogarono in merito al suo coinvolgimento nell’emigrazione di ebrei dalla Croazia a Ljubljana e poi in Italia. In carcere rimase tre settimane, come anche sua moglie. In seguito venne liberato con l’obbligo di trovarsi un’occupazione e di presentarsi ogni giorno alle autorità. Così fece da dicembre 1943 a giugno 1944 quando fu deportato. Lui venne destinato a Dachau, dove sopravvisse e il 10 giugno 1945 ritornò a Ljubljana <1023. Sua moglie Malči venne arrestata a metà settembre 1944 e deportata alla fine di quel mese <1024 insieme agli ultimi ebrei ancora presenti in città. Fu destinata ad Auschwitz, da dove non tornò <1025.
A partire dall’aprile 1944 le deportazioni di massa colpirono anche gli ebrei della regione del Prekmurje che dopo l’invasione della Jugoslavia era entrata a far parte dell’Ungheria. Gli ebrei ungheresi fino a quest’ultima data erano riusciti a sopravvivere grazie all’alleanza tra Germania e Ungheria. Nonostante la presenza di una legislazione antisemita, fino al marzo 1944, quando Horty venne sostituito da Sztojay, fu loro garantita la sopravvivenza. In seguito invece sul territorio ungherese iniziò a governare Hitler. Gli ebrei di Lendava e Murska Sobota vennero arrestati tra aprile e ottobre 1944 e successivamente destinati ai campi di concentramento tedeschi, la maggior parte ad
Auschwitz-Birkenau <1026. Morirono 387 ebrei provenienti dal Prekmurje, ne sopravvissero 25 di Murska Sobota e 23 di Lendava <1027.
Marjan Toš sottolinea che la “soluzione finale” in Slovenia ebbe ottimi risultati dal punto di vista dei suoi ideatori, perché fu eliminato il 86,6% della popolazione ebraica del territorio <1028. Di qualche punto inferiore è la percentuale di vittime di religione ebraica per l’intero territorio del precedente Regno di Jugoslavia, circa l’80%, durante la Seconda guerra mondiale morirono infatti circa 55.000-60.000 ebrei e circa 15.000 furono i sopravissuti <1029.
[NOTE]
1014 VALENČIČ V., Židje v preteklosti Ljubljane, Založba Park, Ljubljana 1992, p. 74.
1015 URL: http://www.annapizzuti.it/database/ricerca.php (Lorant) (Consultato in data 22/11/2015).
1016 URL: http://www.annapizzuti.it/database/ricerca.php (Moskovic) (Consultato in data 22/11/2015).
1017 ARS, AS 1931, Republiški sekretariat za notranje zadeve Socialistične republike Slovenije, Uprava državne varnosti, 1946-1966, šk. 457, Bolaffio Evgen, f. 33, Zapisnik o zaslišanju, f. 9. 5668
1018 URL: http://www.annapizzuti.it/database/ricerca.php (Auerbach) (Consultato in data 22/11/2015).
1019 V. VALENČIČ, Židje…, p. 74.
1020 A. PANČUR, Judovska skupnost v Sloveniji na predvečer holokavsta, Zgodovinsko društvo, Celje 2011, p. 89.
1021 ARS, AS 1753, Zbirka gradiva o sodnih zaporih v Ljubljani, Rekonstrukcija transp. liste 23/4.’44 (delo, Salzburg).
1022 ARS, AS 1931, Republiški sekretariat za notranje zadeve Socialistične republike Slovenije, Uprava državne varnosti, 1946-1966, šk. 457, Bolaffio Evgen, f. 33, Zapisnik o zaslišanju, f. 9.
1023 ARS, AS 1931, Republiški sekretariat za notranje zadeve Socialistične republike Slovenije, Uprava državne varnosti, 1946-1966, šk. 457, Bolaffio Evgen, f. 25-26, Zapisnik o zaslišanju, f. 1-2.
1024 ARS, AS 1753, Zbirka gradiva o sodnih zaporih v Ljubljani, Rekonstrukcija transp. liste 23/4.’44 (delo, Salzburg).
1025 ARS, AS 1931, Republiški sekretariat za notranje zadeve Socialistične republike Slovenije, Uprava državne varnosti, 1946-1966, šk. 457, Bolaffio Evgen, f. 27, Zapisnik o zaslišanju, f. 3.
1026 M. TOŠ, Zgodovinski spomin na prekmurske Jude, Založba ZRC, ZRC SAZU, Ljubljana 2012, pp. 72-73.
1027 Ibid., pp. 75-84.
1028 Ibid., p. 84.
1029 H. P. FREIDENREICH, The Jews of Yugoslavia, a quest for community, Jewish Publication Society of America, Philadelphia 1979, p. 192-193.

Jasna Simcic, Gli ebrei di Ljubljana. Rapporti istituzionali e vita comunitaria durante tre diverse stagioni politiche (1867-1943), Tesi di dottorato, Università Ca’ Foscari Venezia, 2016