Ciò che manca lo fa notare il comandante“Mauri” in una relazione diretta al Comitato

Le Langhe: Narzole (CN). In zona agiva la 48^ Brigata Garibaldi

Il trimestre novembre ’44-gennaio ’45 è il periodo più duro per i partigiani. In primo luogo è da considerare il morale degli uomini, che dopo aver combattuto per tutta l’estate nella convinzione di veder liberato il proprio territorio si trovano a dover fare i conti con l’inevitabile proseguimento della guerra. Il ritiro dalle città, dai paesi e in generale dalla pianura segna l’inizio di un periodo di stallo delle operazioni partigiane. Le formazioni si limitano a difendersi dai grandi rastrellamenti invernali che coinvolgono le valli alpine, del Tanaro e della Bormida.
Anche in questa fase il punto di forza delle brigate sta nella loro mobilità e velocità. I gruppi più consistenti si dividono in previsione dei rastrellamenti tedeschi, con l’obiettivo di attraversare le linee nemiche con maggiore facilità.
Il numero dei partigiani presenti nelle Langhe è però aumentato in modo esponenziale rispetto al primo inverno. Se le bande del novembre ’43 contavano solo poche decine di uomini, a fine estate ’44 si contano nelle sole Langhe circa 3000 partigiani; anche se si considera un loro fisiologico ridimensionamento in seguito ai rastrellamenti e sbandamenti, nell’autunno-inverno ’44 siamo comunque di fronte a un numero consistente di combattenti. <345
A rendere ancora più problematico il contesto della guerriglia partigiana – come abbiamo visto – sono l’esaurimento dei fondi della IV armata e la scarsità di generi alimentari reperibili nelle aree più montuose e meno ricche dal punto di vista agricolo. Il problema del finanziamento tra l’altro rischia di ledere i rapporti tra comando centrale e brigate e di condannare i combattenti a semplici “banditi”. In una relazione del 14 ottobre, il CMRP [Comitato Militare Regione Piemonte] criticava il CLNRP [Comitato di Liberazione Nazionale Regione Piemonte] e il CG [Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà] per la mancanza di praticità nel trovare soluzioni al problema del finanziamento “quando è stato cercato di moralizzare l’ambiente vietando le contribuzioni forzose, le taglie, le imposizioni è stato risposto: “le rimesse del C.M.R.P. sono insufficienti e incerte. Poiché prima necessità è quella di assicurare la
vita ai patrioti, le formazioni provvedono dove e come possono a procacciarsi i mezzi di sussistenza”. Il C.M.R.P. ritiene suo dovere affermare esplicitamente al C.L.N. e al Comando Generale che ove non si vuole che la resistenza traligni in associazione di semplici renitenti occorrono denari, armi, mezzi di collegamento”. <346
E aggiungeva che “[…] le formazioni per obbedire ad un organo vogliono prima da questo organo essere aiutate. Fino ad ora l’aiuto è stato pressocchè [sic] puramente cartaceo e di fede” <347
Considerando questa situazione, il CLNRP – come abbiamo visto sopra – <348 approva dapprima la circolare del CMRP e poi il decreto del 7 febbraio ’45 del CG in base al quale «gli enti pubblici, gli enti, le ditte e i singoli privati» sono soggetti a tassazione «in rapporto alle loro capacità patrimoniali». <349
Nonostante queste disposizioni, la guerriglia partigiana deve purtroppo rallentare inevitabilmente, anche a dispetto delle migliori intenzioni a proseguire la lotta. Il depotenziamento partigiano, avanzato anche dai comandi alleati, diventa una necessità alla vigilia dell’inverno ’44-45. I Comandi generali delle formazioni danno indicazioni per affrontare la nuova fase e superare la stagione invernale: da una parte si fa affidamento «sullo spirito di cameratismo di tutte le formazioni autonome perchè [sic] l’attuale crisi sia superata al più presto e possa essere ripresa la lotta nelle migliori condizioni, <350 dall’altra si dispone di «accertare che le armi siano in consegna ai migliori e che, negli scontri, sia seguita la più severa disciplina del fuoco in modo da limitare il consumo delle munizioni.» <351 Di fronte alle difficoltà nel reperimento di armi, alcuni comandi rispondono a volte con la retorica politica “l’armamento della squadra [di villaggio, NdA] deve venire per propria attività e non dal cielo. Si tenga presente la massima: due disarmati intelligenti e coraggiosi valgono uno armato specie quando questo è un tedesco od un repubblicano e i disarmati si sentono veri italiani”. <352
Il comando della 48ª brigata Garibaldi, nello specifico, emana poi alcune disposizioni per superare la fase invernale. Vengono date indicazioni per la «perfettissima conservazione delle armi esuberanti» e per il loro utilizzo solo nei casi di necessità. Inoltre, viene riorganizzata la brigata attraverso la suddivisione «in piccoli nuclei (5-8 [uomini])», in grado di spostarsi velocemente e con rischi minori. I comandi poi insistono su altri aspetti, che concernono il comportamento degli uomini. Viene trasmesso l’ordine di «abolire assolutamente i divertimenti» e di non «gravare» troppo sui civili che offrono ospitalità. Infine, altre disposizioni vengono date in materia di sicurezza. Considerata l’alta vulnerabilità a cui sono esposte le brigate nel periodo invernale i comandi ordinano una «spietata epurazione» delle bande dagli elementi nocivi o non adatti ad affrontare l’inverno <353 e «la fucilazione [di] ogni genere di spia». <354 Altre disposizioni vengono date per la difesa dei presidi partigiani, dove vengono costituite squadre di villaggio con il compito di distruggere tutti i mezzi e le strutture che possano rivelarsi utili al nemico. <355
La costituzione di «elementi mobili di entità tale da poter affrontare il combattimento con una certa sicurezza di successo e senza sorprese», <356 seppur applicata «in scala ridotta», sembra aver consentito, a quanto dice “Mauri” [Enrico Martini], un migliore superamento dell’inverno da parte del suo gruppo rispetto alla scelta di ridurre gli organi «mediante concessioni di licenze invernali, allo scopo di alleggerire i reparti e renderli così più mascherabili». <357 “Mauri” stesso, nel febbraio ’45, scrive al CLNRP che la seconda opzione ha «determinato la cattura di numerosi elementi che sono stati sistematicamente rastrellati nelle proprie abitazioni e nei cascinali». <358
In generale, si può notare un sostanziale cambiamento nelle tattiche di guerriglia, che si riducono a piccole azioni, rapide e con pochi uomini, finalizzate all’acquisizione di armi e al sabotaggio delle operazioni nemiche: <359 ma ciò non basta alla sopravvivenza delle brigate. Ciò che manca lo fa notare “Mauri” in una relazione diretta al Comitato: «con un milione al mese […] non mi è assolutamente possibile provvedere al mantenimento di neppure un quarto della forza inquadrata nelle [ventun] brigate dipendenti». Condizione che obbliga il maggiore a una notevole riduzione dei reparti. <360
[NOTE]
345 G. Rochat, Atti del Comando Generale, cit., pp. 110-111
346 “Funzionamento CMRP”, CMRP al CLN Piemonte e al C. G. CVL, 14.10.44 in AISRP, B 59 a
347 Ibidem
348 “Finanziamento delle formazioni”, CMRP ai Comandi della Formazioni, al CLNRP, ai Comandi di zona, 18.12.44, in AISRP, C 14 d
349 Ibidem
350 “Direttive per le formazioni autonome nelle Langhe”, Comando Militare Formazioni Autonome del Piemonte, Comandante “Nito”, 28.11.44, in AISRP, B 45 b
351 Ibidem
352 Documento senza data e senza firma, ma presumibilmente per il linguaggio e per i contenuti da attribuire alle brigate Garibaldi, periodo inverno ’44-45, in AISRP, B AUT/mb 2 g. L’espressione «non dal cielo» invita a conquistarsi le armi sul campo, senza dover attendere un aiuto alleato.
353 Già a fine novembre, la 48ª aveva avviato una prima epurazione dei distaccamenti. Secondo una comunicazione del capo di Stato Maggiore all’intendenza della brigata, dopo l’epurazione i distaccamenti “Piero”, “Simon”, “Michel” e “Islafranc” più il Comando di brigata raggiungono le 150 unità circa. Naturalmente si tratta di circa la metà dei distaccamenti dipendenti dalla brigata, ma se consideriamo che il volume degli uomini nel periodo estivo-autunnale variava dai 500 agli 800 elementi possiamo ritenere che l’epurazione abbia ridimensionato la consistenza numerica della 48ª brigata di circa il 40%, “Situazione attuale della forza dei distaccamenti”, Capo di Stato Maggiore all’Intendenza della brigata, 30.11.44 in AISRP, C 14 d
354 “Disposizioni di carattere contingente”, Comando 48ª brigata Garibaldi a tutti i distaccamenti dipendenti e, p.c. Al Comando VI Divisione “Langhe”, 18.12.44 in AISRP, B AUT/mb 2 g
355 Documento senza data e senza firma, cit., periodo inverno ’44-45, in AISRP, B AUT/mb 2 g
356 “Relazione sull’attività svolta nel periodo dal 16 gennaio al 25 febbraio 1945 e sulla situazione delle Unità”, EILN – Comando 1° GDA al CLNRP, “Mauri”, 28.2.45, in AISRP, B 45 b; si veda anche “Relazione sull’attività svolta nel periodo dal 1° al 15 gennaio 1945”, EILN – Comando 1° GDA al CLNRP, “Mauri”, 18.1.45, in AISRP, MAT/ac 14 e
357 Ibidem
358 Ibidem
359 Documento senza data e senza firma, ma presumibilmente per il linguaggio e per i contenuti da attribuire alle brigate Garibaldi, periodo inverno ’44-45, in AISRP, B AUT/mb 2 g
360 “Relazione sull’attività svolta nel periodo dal 16 gennaio al 25 febbraio 1945”, cit.; si veda anche “Relazione sull’attività svolta nel periodo dal 1° al 15 gennaio 1945”, cit.
Giampaolo De Luca, Partigiani delle Langhe. Culture di banda e rapporti tra formazioni nella VI zona operativa piemontese, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Pisa, Anno Accademico 2012-2013