Intanto il militare tedesco ha tirato un colpo di fucile ad un giovane che sta fuggendo

Velletri – Fonte: Mapio.net

Domenica 14 maggio [1944]
Le giornate affilano piene di sole. I grappoli d’uva sebbene incolti crescono bene. I fichi hanno i fioroni ingrossati; anche i fiori sono tanti e tutta la campagna fa contrasto col continuo martellare delle granate che ogni cosa scompigliano. È necessario essere cauti e accorti quando si è in moto.
[…] Poi ognuno ritorna al proprio ricovero con in cuore una dolce consolazione che viene dalla religione. Tutti siamo visibilmente confortati e incoraggiati.
Quale contrasto! Mentre Gesù Re di pace e di amore viene nell’anima innocente di una bimba, gli uomini si uccidono pur essendo fratelli. Fermatevi aerei, tacete cannoni, oggi è festa d’amore!
Poi proseguo per vigna Mariani. Qui durante la S. Messa di monsignor Moresi, dopo l’aver confessato, resto un momento all’aperto: i tedeschi sbagliano a prendere la stazione, captano Napoli. Percepisco le catastrofiche notizie del fronte di Cassino: gli americani hanno sfondato il fronte e avanzano, il mio cuore esulta di gioia!
Passando per vigna Serangeli, la famiglia Fede ci vuole assolutamente a pranzo per festeggiare la neo-comunicata. Cediamo all’insistenza e promettiamo di ritornare alle 12,30. Siamo in tutti dodici persone: c’è monsignor Moresi, don Giuliano, padre Michele, io e tutta la famiglia Fede, Trombetti e il compare Vita Spartaco.
Pranzo luculliano per questi tempi: minestra, fagioli, carne, poi ancora carne cotta in tutte le maniere, insalata, formaggio, vino e manca il pane… non esiste!
Il piccolissimo Bruno fa le bizze, ma lo calmano facilmente. Pietro Fede da parte e a bassa voce mi dice che ieri ha trovato una somarella ed oggi ha potuto offrirci tanta carne! Abbiamo trascorso un’ora davvero lieta, partecipando alla gioia di questa cara famiglia. Ci affrettiamo poi a far ritorno a vigna Berardi.
Paolino Ricci, che è ancora a vigna Berardi, trasgredendo una precisa ordinanza si è recato alla sua vigna a sud della ferrovia con Nicotera, Pisani, Foletto Luigi e Giovanni e Natale Boscolo per raggranellare vettovaglie. Sono stati scoperti e rastrellati insieme ad altre quaranta persone. La colonna viene da “Rioli”. Avanti il cancello di vigna Berardi, Ricci e i due Boscolo e Foletto riescono a fuggire. Pisani e Nicotera sono a vista del tedesco. Interveniamo ma inutilmente, nonostante le lacrime della moglie e dei figli di Pisani e Nicotera. Il tedesco dice: «Io tanto numero avere in lista, tanto numero dovere consegnare». Allora padre Michele ed io ci associamo alla colonna dei rastrellati e li accompagniamo a “Ponte Rosso” sperando di commuovere il comandante.
Lungo il percorso molti fuggono e la colonna arriva molto assottigliata. A “Ponte Rosso” troviamo il maresciallo Rudolf al quale volgiamo le nostre calorose suppliche perché ci faccia rilasciare almeno Nicotera e Pisani, qualificandoli nostri aiutanti nella assistenza dei malati e feriti. Rudolf ottiene dal comandante il rilascio dei due, peroriamo anche per gli altri, ma non siamo esauditi perché «Si attende l’ordine superiore». Siamo costretti a non insistere. Intanto il militare tedesco ha tirato un colpo di fucile ad un giovane che sta fuggendo. Passa un camion carico di veliterni diretto a Roma e ci salutano agitando le braccia.
A vigna Berardi i familiari di Nicotera e Pisani vogliono baciarci le mani in atto di riconoscenza.
Con monsignor Moresi togliamo a S. Clemente la bandiera turca, avendo saputo che due ufficiali tedeschi han già provato a trafugarla. Poi riempiamo alcune casse dei paramenti sacri più preziosi.
Mi reco da Giuliani per sapere se il sergente Piffar ha ottenuto il permesso di recarci a vigna Petrignani. Vi trovo Piffar il quale mi dice che non è stato possibile avere il permesso, trattandosi di zona pericolosissima divenuta oggi terra di nessuno. Domattina però alle sei verrà personalmente e ci accompagnerà. Mi esorta ad avvisare la popolazione di stare in guardia e di nascondersi perché si prevede uno sfondamento del fronte; che non si facciano atti di sabotaggio: sarebbero inutili, e causerebbero delle rappresaglie dolorose!
La radio comunica: «In Italia il nemico ha condotto numerosi deboli attacchi a sud di Aprilia e ad oriente del Golfo di Gaeta. Questi attacchi sono stati respinti con elevate sanguinose perdite per l’avversario. Dalla notte del 12 violenti attacchi sul Garigliano. Inizio di un tentativo di sfondamento. Attacchi nei settori di Minturno, Castelforte, Sant’Ambrogio. Gli americani gettano forze fresche precedute da violenti attacchi di artiglieria».
Lunedì 15 maggio
Giornata di sole. Questa notte sono state sganciate bombe e spezzoni in montagna e su Velletri. Si sono svegliati tutti, io non me ne sono accorto.
Di buon mattino, Paolino Ricci è ritornato a Roma, l’ho pregato di salutarmi tutti. All’ora stabilita il sergente Piffar e Giuliani sono venuti per accompagnare monsignor Moresi a vigna Petrignani: sono tornati dopo un’ora.
Alle ore 8,30 circa è venuto monsignor Carroll ad avvisarci che in Vaticano si è saputo dell’ordine emanato dal comando tedesco di sfollare tutte le zone di operazione, compreso Velletri: nelle altre cittadine dei Castelli è in atto la deportazione totale di tutti i civili. Monsignor Carroll ci consiglia di avvisare tutti, invitando i cittadini a sfollare volontariamente. Prima di prendere una decisione vogliamo recarci al Orst-Kommandantur di via Ariana a vigna Bonini a chiedere notizie. Ci accompagna anche monsignor Carroll. Troviamo la signorina Mosco, la quale non sa nulla dell’ordine di sfollamento. Ci presenta al luogotenente Schultz, il quale ci dice di non avere ordini precisi e telefona alla Feldgendarmeria, ma anche lì non sanno nulla. Il leutenent Schultz ci rinnova il permesso di libera circolazione e ci congeda. La Mosco ci conferma lo sfondamento del fronte di Cassino e le prossime grandi operazioni sul nostro settore. Monsignor Carroll insiste che c’è l’ordine di sfollamento e raccomanda prudenza perché teme qualche tranello!
Passando per S. Martino, vediamo il nostro teatrino sfondato da uno spezzone. I ricoverati sono in grotta. Monsignor Carroll riparte subito per Roma.
La Mosco fu presa dai tedeschi come interprete; ebbe occasione di cono-scere il generale Greiner e il feldmaresciallo Kesselring: non le è perciò difficile sapere anche notizie militari. Finora lei ci ha comunicato spostamenti di truppe, indicato depositi di munizioni; ci ha avvisato quando ci sono stati rastrellamenti di uomini e ci ha agevolato nell’ottenere i permessi, ed ha facilitato la fuga di prigionieri chiusi nelle varie grotte.
Nel pomeriggio continua la distribuzione della farina. Il mio registro nota anche molti numeri della carta annonaria. Se saremo vivi, si potrà sapere quali e quanti furono in questo periodo nel territorio di Velletri.
Alle ore 13 sento il comunicato: «I combattimenti sul fronte dell’Italia sono continuati con una intensità crescente specialmente a nord di Castelforte e a sud di Cassino. Dopo violenti combattimenti, il nemico, con impiego in massa di artiglieria e appoggiato da potenti formazioni di carri armati e di aerei da battaglia è riuscito in un settore a guadagnare terreno. La battaglia continua. Scarsa attività locale nella testa di ponte di Nettuno. Lotta particolarmente aspra a ovest e a nord-ovest di Minturno presso Castelforte, intorno a Monte Faita, nei pressi di Sant’Angelo».
Ci accorgiamo che le cose precipitano per l’acceleramento dei lavori bellici nelle nostre zone. I tedeschi portano via quanto più possono e hanno intensificato la caccia all’uomo, sono più sospettosi e diffidenti; li vediamo smarriti e demoralizzati.
A tarda sera è venuto Giuliani accompagnato dalla mamma: i tedeschi ne hanno circondato la vigna e lo cercano. È sfuggito perché avvisato a tempo da Iole Caporro. A Giuliani viene consigliato di nascondersi in un luogo non sospetto. I tedeschi non avendo trovato chi cercavano, presi da furore, hanno malmenato Cellerino Giovanni, Spataro Carlo, La Bella Alessandro, Rovetta Augusto e Cipolloni Marcello, spaventando tutte le donne. Giuliani sospetta che i quattro uomini bendati che accompagnano i tedeschi siano quelli che giorni orsono furono da lui rimproverati perché trovati a rubare in una vigna vicina.
Sembra che gli anglo-americani abbiano sferrato l’offensiva da Cassino al Mar Tirreno con azione comune della V e dell’VIII Armata.
Padre Italo Mario Laracca, Tra le rovine di Velletri. Appunti di un anno di guerra: 1943-1944, Editore Ve.La, Velletri, 2000