L’inesorabile avvicinamento dell’Italia alla Germania nazista

Il 1937 iniziò con la stipula di un trattato che sembrava essere antitetico rispetto alle precedenti azioni di politica estera italiane: bisogna ricordare che solo un paio di mesi prima Mussolini aveva coniato la locuzione “Asse Roma-Berlino”, manifestando il desiderio di creare un solido legame con la Germania nazista. Italia e Gran Bretagna, però, sottoscrissero nel gennaio 1937 il cosiddetto “gentlemen’s agreement”. <1 Alla stipula del patto seguì in realtà un progressivo deterioramento dei rapporti fra Roma e Londra. Durante la stesura dello stesso non era stata affrontata la questione dei volontari italiani impegnati nella guerra civile in Spagna, <2 che in seguito causerà attriti fra i due paesi. Inoltre il Ministero degli Esteri non volle intensificare i rapporti italo-britannici, un orientamento negativo rafforzato dalla convinzione che anche il governo britannico non volesse muoversi in quella direzione. <3
Il momento di massima tensione si raggiunse a causa della decisione italiana di far attaccare dai sottomarini italiani le navi che trasportavano rifornimenti destinati ai Governativi spagnoli. L’azione dei sottomarini italiani suscitò reazioni fortissime: <4 l’Ambasciatore Grandi sostenne che nemmeno durante le fasi più calde della crisi etiopica vi era stata in Gran Bretagna una tale ostilità nei confronti dell’Italia, <5 e, di fronte al crescente pericolo di un conflitto, intimò a Mussolini di interrompere queste aggressioni. <6 Grandi fece inoltre osservare che vari esponenti del mondo politico britannico subissavano di critiche l’Italia, ritenendo che fosse il maggior nemico dell’Impero Britannico. <7 Per porre fine a queste scorrerie, venne indetta una conferenza che si tenne nella città svizzera di Nyon dal 10 al 14 settembre 1937. Il vertice fu guidato da Francia e Regno Unito e vi parteciparono rappresentanti di URSS, Bulgaria, Romania, Egitto, Grecia, Jugoslavia. L’Italia non fu in realtà mai ufficialmente accusata di alcunché alla conferenza, in quanto lo scopo ufficiale della stessa fu il limitare le ingerenze degli stati non coinvolti nel conflitto nelle questioni spagnole.
Sorsero delle divergenze anche fra Roma e Berlino. Venne organizzata una visita di Hermann Göring a Roma, finalizzata a stabilire gli aiuti che Italia e Germania avrebbero dovuto inviare a Franco: la Germania si rifiutò di supportare il generale spagnolo inviando forze di terra rilevanti, come invece stava facendo l’Italia fascista, <8 vista la decisa opposizione dei militari, preoccupati di vedere ritardati i loro programmi di riarmo. <9 Göring si ritenne comunque soddisfatto, <10 ed i rapporti italo-tedeschi continuarono ad essere cordiali nonostante le sensibili differenze di vedute. <11 Il comportamento non privo di riserve del governo tedesco, tra l’altro, accentua l’importanza dell’intervento italiano e le responsabilità del governo di Mussolini nella guerra civile spagnola. <12
Le divergenze vennero in parte appianate grazie alla visita, che si andava allestendo da molto tempo, <13 di Mussolini in Germania, visita effettuata dal 25 al 29 settembre. In quell’occasione non vennero sottoscritti accordi o tracciati programmi comuni d’azione ma la visione della potenza tedesca lasciò in lui una profonda impressione, che influenzerà le sue scelte successive. <14 Il 6 novembre 1937 vi fu infatti l’adesione del Regno d’Italia al patto anti-Comintern, <15 trattato di alleanza politica diretto contro l’Unione Sovietica tra il Reich tedesco e l’Impero giapponese che originò il primo embrione dell’alleanza tripartita. <16
Il governo fascista, a causa della crescente solidarietà con la Germania causata dall’atteggiamento di quest’ultima in merito alla guerra d’Etiopia ed alla guerra di Spagna, rinunciò a difendere l’indipendenza austriaca, circostanza che fece venir meno il più grave motivo di contrasto tra i due stati. <17 Mussolini sperava in realtà che l’Anschluss avvenisse il più tardi possibile e che l’operazione non arrecasse danno alcuno al prestigio dell’Italia fascista. Le speranze fasciste, però, si rivelarono vane. <18
Le mire espansionistiche della Germania nazista nei confronti dell’Austria erano note da tempo: basti pensare al «desperate Nazi attempt to seize power by murder[ing] Dollfuss» <19 menzionato nel secondo capitolo. Nei primi mesi del 1938, però, la situazione andò peggiorando, e, a livello diplomatico, si ebbe il chiaro sentore che qualcosa di grave fosse prossimo ad accadere. <20 I D.D.I. di quel frangente confermano che il governo italiano restò «completamente tagliato fuori dagli avvenimenti». <21 Il movimento di truppe tedesche dalla Bavaria fu repentino, <22 ed il 12 marzo 1938 l’esercito invase l’Austria. La nota dell’Ambasciatore Michael Palairet, il quale affermò che la situazione era critica, <23 precedette le dimissioni del Cancelliere d’Austria Kurt Alois Von Schuschnigg: <24 le sue funzioni furono assunte dal filo-nazista Arthur Seyss-Inquart. <25 La lettera di Hitler che fu consegnata a Mussolini dal principe d’Assia la sera dell’11 marzo, <26 e, secondo il Maresciallo Caviglia, è paragonabile ad una «lettera della serva che ha rubato le camicie della padrona». <27
La perdita di prestigio causata dall’abbandono dell’Austria al proprio destino ed il risentimento nei confronti di Hitler, che aveva occupato l’Austria senza consultarlo, furono foriere di un temporaneo tentativo avvicinamento di Mussolini nei confronti della Gran Bretagna. Vennero infatti sottoscritti gli Accordi di Pasqua, <28 così chiamati in quanto stipulati il 16 aprile 1938, sabato santo. Gran Bretagna e Italia appianarono i contrasti nelle politiche medio-orientali dei due Paesi e garantirono la libera disponibilità al transito nel lago Tana e nel Canale di Suez. <29 Questo riavvicinamento si rivelò però un fuoco di paglia: poche settimane dopo venne organizzato un sontuoso soggiorno del cancelliere tedesco in Italia. Egli ebbe modo di visitare Roma, <30 Napoli <31 e Firenze <32: a detta di Goebbels, la visita fu un successo, e contribuì a rinsaldare nuovamente il rapporto fra i due dittatori. <33
L’implacabile volontà della Germania nazista di inglobare tutti i territori abitati da persone germanofone era però destinata a causare ulteriore subbuglio.
Nel mese di maggio, infatti, le manovre della Wehrmacht fecero ritenere che un attacco tedesco nei confronti della Cecoslovacchia fosse imminente. I tedeschi rivendicavano l’annessione dei Sudeti, territori per l’appunto germanofoni situati nelle vicinanze dei confini settentrionali, meridionali ed orientali dell’attuale Repubblica Ceca. Il governo cecoslovacco decretò la mobilitazione generale, ed Hitler per tutta risposta ordinò di distruggere la Cecoslovacchia entro il mese di ottobre. <34
L’estate trascorse fra febbrili trattative, anche perché, come giustamente notò l’Ambasciatore americano in Germania al culmine del periodo di tensione fra Germania e Cecoslovacchia, «tension will continue in Europe unless and until this problem of the Sudeten Germans is liquidated». <35
Il 29 ed il 30 settembre 1938, venne quindi organizzato a Monaco un incontro fra i capi di governo di Regno Unito, Francia, Germania e Italia, incontro che è forse il «punto più controverso nel quale si imbatte chi si accinga a studiare i preliminari diplomatici, politici e militari della seconda guerra mondiale». <36 Nel corso della conferenza si decisero quali territori della Cecoslovacchia sarebbero stati occupati dai tedeschi, <37 sperando in questo modo di placare la bramosia hitleriana. L’accordo di Monaco ebbe un’eco considerevole nei giornali di tutto il mondo, e Mussolini venne ritenuto, non solo dalla stampa italiana, l’«uomo che ha salvato l’Europa dal baratro di una guerra assurda». <38 Gli eventi successivi dimostrarono però che non era possibile tenere a bada Hitler tramite una politica di appeasement.
[NOTE]
1 Dichiarazione italo-britannica per il rispetto dei reciproci interessi nel Mediterraneo, D.D.I., VIII Serie, Volume VI, n. 5, pp. 6-7; si veda inoltre L’accordo italo-inglese firmato a Roma da S. E. Ciano e da Sir Erick Drummond, La Stampa, 3 gennaio 1937, p. 1.
2 L’Ambasciatore a Londra, Grandi, al Ministro degli Esteri, Ciano, Londra, 14 gennaio 1937, D.D.I., VIII Serie, Volume VI, n. 56, p. 68;
3 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VI, p. XII.
4 «At the end of last July the atmosphere appeared to make it feasible that a declaration [that Abyssinia had ceased to be an independent State] might be made by general, if not universal, agreement. Recent events, however, in the Mediterranean, and the exchange of messages between the Head of the ltalian State and General Franco, have materially changed this atmosphere»; L’Ambasciata di Gran Bretagna a Roma al Ministero degli Esteri, Roma, 9 settembre 1937, D.D.I., VIII Serie, Volume VI, n. 313, p. 376.
5 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VII, p. IX.
6 «Ho dato ordine a Cavagnari [Capo di Stato Maggiore della Marina, n.d.A.] di sospendere l’azione navale fino a nuovo ordine»; CIANO, Diario, p. 33 [4 settembre 1937, n.d.A.].
7 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VII, p. XII.
8 Göring sostenne che «a causa della svantaggiosa situazione geografica della Germania, non si può pensare all’invio di complete unità dell’Esercito che dovrebbe necessariamente passare attraverso il Canale della Manica»; Dichiarazioni del Ministro Göring nel colloquio con Mussolini del 15 gennaio 1937, D.D.I., VIII Serie, Volume VI, n. 60, p. 72.
9 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VI, p. X.
10 The Ambassador in Italy, Hassell, to the Foreign Ministry, Neurath, Roma, 30 gennaio 1937, D.G.F.P, Series C, Volume VI, n. 164, pp. 351-352.
11 The Ambassador in Italy, Hassell, to the Foreign Ministry, Neurath , Roma, 18 febbraio 1937, D.G.F.P, Series C, Volume VI, n. 216, pp. 457-461.
12 La responsabilità dell’Italia fascista nella guerra di Spagna, Italia Contemporanea, n. 17/18 (1952), p. 83.
13 The Ambassador in Italy, Hassell, to the Foreign Ministry, Neurath , Roma, 25 maggio 1937, D.G.F.P, Series C, Volume VI, n. 385, p. 790.
14 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VII, p. X.
15 Si veda F.R.U.S., 1937, Volume I, documenti 619-634.
16 Il Patto era stato sottoscritto da Germania e Giappone il 25 novembre 1936. Il Patto tri-partito venne poi formalizzato il 27 settembre 1940.
17 ENZO COLLOTTI, La formazione dell’Asse Roma-Berlino in uno studio di J. Petersen, Italia Contemporanea, n. 115 (1974), p. 58.
18 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VIII, p. X.
19 The Minister in Austria, Messersmith, to the Secretary of State, Hull, Vienna, 27 luglio 1934, F.R.U.S., 1934, Volume II, documento 47.
20 The Chargé in Germany, Gilbert, to the Secretary of State, Hull, Berlino, 18 gennaio 1938, F.R.U.S., 1938, Volume I, documento 399.
21 GIANLUCA ANDRÉ, Avvertenza, in D.D.I., VIII Serie, Volume VIII, p. XI.
22 Sir N. Henderson (Berlin) to Viscount Halifax, Berlino, 11 marzo 1938, D.B.F.P, Third Series, Volume I, n. 13, p. 7.
23 Mr. Palairet (Vienna) to Viscount Halifax , Vienna, 11 marzo 1938, D.B.F.P, Third Series, Volume I, n. 20, p. 10.
24 Mr. Palairet (Vienna) to Viscount Halifax , Vienna, 11 marzo 1938, D.B.F.P, Third Series, Volume I, n. 33, p. 16.
25 Un riassunto degli eventi che portarono all’occupazione dell’Austria si può trovare in Sir N. Henderson (Berlin) to Viscount Halifax , Berlino, 16 marzo 1938, D.B.F.P, Third Series, Volume I, n. 87, pp. 56-59.
26 Il Cancelliere del Reich, Hitler, al Capo del Governo, Mussolini , Berlino, 11 marzo 1938, D.D.I., VIII Serie, Volume VIII, n. 296, pp. 344-346.
27 CAVIGLIA, Diario, p. 184 [14 marzo 1938, n.d.A.].
28 Accordi tra Gran Bretagna e Italia, D.D.I., VIII Serie, Volume VIII, pp. 567-573.
29 Chamberlain a Mussolini, La Stampa, 17 aprile 1938, p. 1; Mussolini a Chamberlain, La Stampa, 17 aprile 1938, p. 1.
30 Roma accoglie Hitler in trionfo, La Stampa, 4 maggio 1938, p. 1.
31 La poderosa rassegna nel golfo di Napoli di tutte le unità della nostra flotta, La Stampa, 6 maggio 1938, p. 1.
32 Trionfale accoglienza di Firenze, Stampa Sera, 9 maggio 1938, p. 1.
33 GOEBBELS, Diario 1938, pp. 141-154 [4-10 maggio 1938, n.d.A].
34 F.R.U.S., 1938, Volume I, documenti 493-521.
35 The Ambassador in Germany, Wilson, to the Secretary of State, Hull , Berlino, 21 maggio 1938, F.R.U.S., 1938, Volume I, documento 508.
36 ENZO COLLOTTI, Sul significato del patto di Monaco: a proposito di alcuni recenti studi, Italia Contemporanea, n. 58 (1960), p. 42.
37 Protocol signed by the German Foreign Minister and the Ambassadors of Great Britain, France and Italy, Praga, 4 ottobre 1938, D.G.F.P, Series D, Volume IV, n. 30, pp. 32-33.
38 Il Duce ha salvato l’Europa , La Stampa, 30 settembre 1938, p. 1; L’Europa che Mussolini voleva, La Stampa, 30 settembre 1938, p. 6; Mussolini in trionfo, La Stampa, 1 ottobre 1938, p. 1
Filippo Cerantola, Le relazioni italo-elleniche alla vigilia della Campagna di Grecia (1936-1940), Tesi di Laurea, Università Ca’ Foscari Venezia, Anno Accademico 2015-2016