Dalla Valtellina agli USA, dalla Grande Guerra a Pigna (IM)

Aveva gli occhi blu…

Venne dalla Valtellina nel primo dopoguerra a Pigna [IM]. Valtellinesi, bresciani e bergamaschi lavorarono tenacemente nei boschi di Pigna. Allora l’edilizia era incentrata quasi tutta sul legno.

Il nonno reduce della Grande Guerra con il grado di sergente maggiore, era venuto volontario dall’America a combattere.

Fu inquadrato in quei battaglioni dislocati sui monti Zebrú, Ortles, Cevedale, Adamello, dove si combatté la Guerra bianca. Uomini e muli scaraventati ad oltre 3000 mila metri di altitudine: un esempio di abnegazione unico. Il loro comandante era il Capitano Nino Calvi, Medaglia d’oro, poi deceduto nel 1920 sull’Adamello (la montagna lo reclamava scrisse la sua povera madre).

Il nonno era emigrato in America nei primi del 1900, insieme suo padre Andrea, che ebbe amputata  una gamba, ed a suo fratello. Lavorarono come boscaioli e su di una chiatta di legname mio bisnonno perse la gamba. Le vicissitudini lo portarono a New York, dove approfondí la lingua inglese e conobbe, come diceva la nonna, gli ebrei russi in fuga dallo Zar.

Nel 1915, forse per la propaganda, forse per il pagamento del viaggio o semplicemente perché volle rientrare per combattere la “sua di guerra”, venne a combattere come volontario e fu inviato in quei reparti di nuova costituzione sui ghiacciai del gruppo Ortles Cevedale Presanella. Fu ferito gravemente alla testa in seguito allo scoppio di una mina sul finire del 1916 e perse la vista temporaneamente. Fu ricoverato a Verona per 40 giorni, poi rinviato al fronte. Era uno dei tanti uomini sacrificabili, ma fu tenace e le sue medaglie lo testimoniano.

Divenne poi cieco completo nei primi anni 30.

Ma questa è un’altra storia.

di Roberto Trutalli di Pigna (IM)