Il Comandante Pietro ordina al Comandante Vinci di passare le linee portando con sé tutti i partigiani

Altagnana in provincia di Massa-Carrara. Fonte: Wikipedia

Le speranze dei partigiani e della popolazione di Apuania <6 erano rafforzate dal fatto che, durante il ripiegamento dall’Arno alla Linea Gotica, i Tedeschi avevano opposto una debole resistenza, limitando il contatto con il nemico a brevi scontri tra le loro pattuglie di retroguardia e quelle alleate d’avanguardia, con una maggiore, ma sempre modesta, resistenza solo nei pressi dei bunker e delle posizioni fortificate.
Limitato era stato anche l’impiego dei panzer, molto sporadico l’intervento dell’aviazione ed anche l’artiglieria, pur tenendo sotto tiro la prima linea ed aumentando il volume di fuoco quando i reparti nemici raggiungevano i centri abitati, non aveva creato grossi problemi alla Task Force 45, che, invece, aveva incontrato seri ostacoli nei numerosi campi minati e nella distruzione di strade e ponti.
Alla fine di settembre, il comando del IV Corpo d’Armata decise un avvicendamento delle truppe nel settore occidentale del fronte, assegnando alla Task Force 92 il tratto costiero e spostando i Brasiliani in Val di Serchio e la Task Force 45 sulla montagna pistoiese. L’avvicendamento avvenne in pochi giorni, ma alcuni reparti della Task Force 45 raggiunsero in un secondo tempo la destinazione, dovendo svolgere funzioni logistiche e organizzative per favorire lo schieramento in zona delle nuove unità.
Il 5 ottobre, a Viareggio, il generale Edward M. Almond assunse il comando della Task Force 92, formata dai primi contingenti della 92 Divisione di Fanteria “Buffalo” <7, da alcuni mesi in Italia – vale a dire il 370 reggimento di fanteria, il 598 Gruppo d’Artiglieria Campale, il 124 Gruppo d’Artiglieria campale, reparti del genio, sanità e sussistenza – e dall’894 battaglione anticarro, dal 434 e 435 battaglione di fanteria, dal 751 battaglione carri armati e dai reparti britannici, già facenti parte della Task Force 45.
In quei giorni la Quinta Armata si stava preparando ad assestare il colpo definitivo alla Linea Gotica sull’asse Firenze-Bologna e, nell’ambito dell’operazione, alle forze schierate in Versilia e in Garfagnana fu assegnato un compito diversivo, quello di tenere impegnate le truppe nemiche e conquistare alcune posizioni strategiche nel rispettivo settore. In particolare alla Task Force 92 fu ordinato di prendere il m. Canala, sovrastante Seravezza e il Monte di Ripa, che aveva una notevole importanza strategica, essendo il suo controllo indispensabile per poter puntare su Montignoso, Massa e Carrara.
Mentre i Brasiliani, con l’apporto del “Battaglione Autonomo Patrioti Italiani” agli ordini di Manrico Ducceschi (“Pippo”), occuparono Fornaci di Barga, Coreglia e Barga, in Versilia la Task Force 92 non riuscì a prendere il m. Canala, nonostante gli accaniti e sanguinosi combattimenti sostenuti dal 6 all’11 ottobre. Dalla metà di ottobre ai primi di novembre, pattuglie americane arrivarono nelle frazioni montane di Giustagnana, Minazzana, Basati ed Azzano (Comune di Seravezza) e di Terrinca e Levigliani (Comune di Stazzema), poi, il fronte si stabilizzò fino all’aprile 1945, lungo una linea, che seguiva il tratto finale del fiume Versilia, la piana di Porta, le colline di Strettoia e del Monte di Ripa, i monti Folgorito, Altissimo, Corchia ed il gruppo delle Panie. <8
[NOTE]
6 – Nel 1938 i Comuni di Carrara, Massa e Montignoso erano stati unificati nel Comune di Apuania e la Provincia aveva cambiato la denominazione di Massa Carrara in quella di Apuania.
7 – La 92 Divisione di Fanteria “Buffalo” fu costituita il 15 ottobre 1942 a Fort Mc Clellan in Alabama, con una forza iniziale di 128 ufficiali e 1200 soldati, aumentata progressivamente fino al raggiungimento degli effettivi di una divisione. I reparti effettuarono l’addestramento in varie località, poi, nel 1943, si trasferirono a Fort Huachuca. Il 15 luglio salpò per l’Italia il primo contingente, cioè il 370 Regimental Combat Team, formato dal 370 reggimento di fanteria, dal 598 reggimento di artiglieria campale, da reparti del Genio, Sanità, Servizi e Polizia Militare.
8 – Sul settore apuoversiliese della Linea Gotica cfr: Eserciti Popolazione Resistenza sulle Alpi Apuane – Prima parte: aspetti politici e militari, a cura di Gino Briglia, Pietro Del Giudice, Massimo Michelacci, Massa, Tipografia Ceccotti, 1995 – parte seconda: aspetti politici e sociali, a cura di Lilio Giannecchini e Giuseppe Pardini, Lucca, Tipografia San Marco, 1997.- Fabrizio Federigi, Versilia Linea Gotica, Versilia Oggi Edizioni, Roma, 1979 – Davide Del Giudice, La Linea Gotica tra la Garfagnana e Massa Carrara – settembre 1944-aprile 1945, vol. 1-2, Tipografia Glue&c. Massa, 2000.
Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in territorio apuoversiliese, saggio pubblicato in “La Linea Gotica – Settore Occidentale 1943-45”, atti del Convegno di studi svoltosi a Borgo a Mozzano il 9 maggio 2004, a cura dell’Istituto Storico Lucchese – sezione di Borgo a Mozzano

L’operazione militare tedesca partì il 27 novembre e si protrasse sino al 2 dicembre investendo inizialmente la Lunigiana, spostandosi poi verso il versante carrarese e massese delle Apuane. L’urto dell’azione tedesca costrinse i partigiani a ripiegare, gli uomini della Brigata Garibaldi “G. Menconi”, nuovo nome della Brigata “Muccini” di Carrara si portarono verso Massa ma il rastrellamento aveva investito ormai anche il territorio tenuto dal GPA (Gruppo Patrioti Apuani). Moltissimi partigiani furono costretti a passare la linea del fronte e portarsi nel territorio già liberato dalle truppe americane. L’attacco tedesco nel versante di Massa avvenne il giorno 30 con un primo scontro a fuoco in località Tombara, sul monte Belvedere.
Questa zona era presidiata dal secondo plotone della 1° compagnia del GPA, comandato da Ivo Poletti. <373 Il giorno dopo questi inviò al comando una breve relazione: “Circa le ore 15 del giorno 30 una pattuglia tedesca di circa sette o otto uomini si è portata nei pressi del mio distaccamento in Tombara non rispettando la linea di demarcazione di cui agli accordi presi con quel Comando. Pertanto il Capo Squadra dei mitraglieri Ceccarelli Francesco con la mitragliatrice pesante apriva il fuoco ricacciando i tedeschi dalle loro posizioni. Dato l’allarme giungevano di rinforzo alcuni uomini della 7^ compagnia, mentre dalla Tombara il comandante di Plotone, Marcello, non attenendosi alle ultime disposizioni impartite apriva il fuoco contro il comando tedesco. Alle 16,15 le batterie di Po giravano i pezzi in quel di Tombara ed iniziarono il martellamento delle nostre posizioni.” <374
Il 30, quindi, le prime pattuglie naziste si spinsero sulla montagna massese ma, già da alcuni giorni, il grosso della 1° compagnia “G. Minuto”, comandata da “Vico” (Alfredo Gianardi), la cui base operativa era situata sul monte Brugiana, si trovava impegnata in combattimenti contro i tedeschi essendo accorsi in supporto della Brigata Garibaldi “G. Menconi” per respingere l’attacco sul versante di Carrara: “Il giorno 28 veniva dato l’allarme al campo della 1^ compagnia da staffette provenienti da distaccamenti della Brigata Garibaldi che chiedevano immediati aiuti e rinforzi. Da notizie arrivate alla Brugiana era dichiarato che imponenti forze nazi-fasciste avevano bloccato da ogni lato la città di Carrara, ed altre protette da carri armati ed autoblinde pesanti armate da cannoni e da mitragliere da 20 mm tentavano l’attacco alle nostre posizioni del Monte Brugiana dal lato di Carrara. Il comandante Vico, visto che dalla parte di Massa non si delineava niente che facesse minimamente supporre un attacco anche dalla nostra parte, partiva con la totalità degli uomini e di armi per ricacciare le forze avanzanti nemiche. A difesa della nostra base rimanevano il distaccamento Bargana con 20 uomini comandati da Grassi […] ed il distaccamento di Bergiola Maggiore con 50 uomini comandato dal Corsaro. Detti uomini rimanevano schierati sulle prime pendici sovrastanti la città di Massa, per eventuali attacchi anche da quella parte.” <375
Il reparto di Vico combatté due giorni assieme ai garibaldini presso il paese di Santa Croce sino a quando dalle alture sopra la città di Carrara non videro, nel pomeriggio del giorno 29, l’arrivo di un’imponente colonna tedesca, decidendo così lo sganciamento: “Verso le 15,30 dopo circa due ore che la città era completamente sguarnita da truppe tedesche e controllata da noi si cominciò a sentire in lontananza il fragore di una colonna in marcia. Dalla strada che da Marina porta a Carrara si cominciò a distinguere delle grosse macchine tedesche, cariche di soldati, accompagnate e scortate da carri armati e autoblinde.” <376
Un altro comandante che ci descrive lo scontro è Vinci che, appena tornato dal fronte della Garfagnana, si trovò subito al centro dei combattimenti. La sua compagnia venne schierata, nelle prime ore del 2 dicembre di rinforzo alla 7^ compagnia, comandata da Mario Angelotti, “Conte Giò”, presso il paese di Altagnana: “Ore una la 4^ compagnia arriva ad Altagnana. Ore 6 le sentinelle danno l’allarme, subito la 4^ lascia Altagnana dirigendosi al Bandito, ma quivi giunta viene presa di infilata dal fuoco delle mitragliatrici tedesche. Il nemico proveniente dal monte Fragolito e da Montignoso ha già occupato le posizioni più alte del Monte Belvedere.[…] Dalle ore 7 alle ore 10 tiene in scacco il nemico meglio armato ad in posizione dominante. Il fuoco si fa intensissimo e le armi sono roventi. La mitragliatrice pesante si inceppa e non si riesce più a farla sparare; 3 mitragliatrici subiscono la stessa sorte per il troppo riscaldamento. Il nemico ne approfitta per circondare la compagnia. Salva la situazione il valoroso capo squadra Marchini Andrea che gettandosi sopra i mitragliatori apre un fuoco micidiale sul nemico che è costretto a rompere in più punti l’ala aggirante.[…] La compagnia si ritira fino ad Altagnana ed alle ore 11 è in Canevara. Qui presi accordi col comandante Pietro la 4^ compagnia si porta a Gronda, Redicesi e si dirige verso il passo di Campiglia per impedire una eventuale discesa nemica. A metà strada è raggiunta da una staffetta del comando che reca ordine di recarsi a Renara, dove si sono riuniti tutti i partigiani sbandati. Quindi viene tenuto un rapporto ufficiali ed a seguito delle delibere prese il Comandante Pietro [Pietro del Giudice] ordina al Comandante Vinci di passare le linee portando con sé tutti i partigiani che assommano a circa 260 uomini. Ore 24 si parte da Renara per attraversare il fronte. 3 dicembre ore 7 arrivo degli uomini oltre le linee.” <377
Oltre agli uomini del GPA, attraverseranno la linea del fronte, in quegli stessi giorni, partigiani e comandanti della Brigata Garibaldi “G. Menconi” di Carrara e delle formazioni lunigianesi. A seguito del rastrellamento, morirono nel versante massese sei partigiani e due civili. Molte case di Altagnana ed Antona furono date alle fiamme dai tedeschi.
Nonostante le perdite e le defezioni subite, il movimento partigiano apuano riuscì a riorganizzarsi in breve tempo. Molti partigiani nei giorni successivi ritornarono ad occupare le precedenti posizioni. Il 3 dicembre Pietro scrisse al CPLN per relazionare sulla situazione e descrivere gli avvenimenti del giorno prima: “La sfortuna ci ha perseguitato ma noi siamo ancora in piedi. Ieri abbiamo avuto una giornata calda, asfissiante: in breve ora, nonostante che tutti fossimo pronti al combattimento, ci siamo trovati in un cerchio di fuoco.[…] Alle ore 9.30 circa, mi è arrivata comunicazione che la Brigata Garibaldi aveva occupato i valichi ed avrebbe tenuto saldamente sul nostro fianco destro: contrariamente, dopo pochi minuti, le pesanti tedesche tiravano dal Vergheto sopra la Filanda ed i nemici cominciavano a scendere da più lati. La situazione veniva ad essere quasi disperata specialmente per il settore Brugiana. […] Vico accortosi di avere i nemici alle spalle, faceva sganciare Renzo colla maggior parte degli uomini mentre lui rimaneva in posizione per proteggergli la ritirata. Solo a notte alta poteva sganciarsi completamente per rientrare a Forno dove è giunto oggi, verso le ore 12, dopo faticosissima marcia. La 2^ compagnia si è battuta fino all’ultimo per sbarrare il passo agli assalitori che venivano da Montignoso, ha ceduto quando si è vista presa alle spalle da reparti alpini.[…] Un reparto della 7^ compagnia con la squadra di Canevara comandata da Balloni e da Fra Diavolo ha resistito per lungo tempo alla pressione nemica in località Capannelle, fino a che non si sentita alle spalle il nemico che scendeva da Pariana. Il plotone Poletti della 1^ compagnia ha dovuto abbandonare Tombara perché il Belvedere formicolava di tedeschi. Si è ritirato in buon ordine portando in salvo la mitragliatrice pesante. Nel combattimento prima di sganciarsi perdeva 5 uomini. La 3^ compagnia che si trovava a Forno di riserva per bloccare un’eventuale discesa del nemico dai passi del Vergheto e Foce di Navola visto che perfettamente inutile sarebbe stato il sacrificio di uomini dopo il cedimento della Brigata Garibaldi[…] non veniva impegnata e si sganciava dirigendosi ai Canali. […] La 5^ compagnia che difendeva il monte di Antona col passo di Campiglia, Canal d’Angiola, è stata attaccata frontalmente e di fianco con mezzi infinitamente superiori, pezzi di artiglieria e mitraglieri da 20. […] A Renara la situazione, data la presenza di tanti patrioti, circa 300, in gran parte della Brigata Garibaldi, si presentava molto complicata poiché l’unica via di uscita era bloccata dal nemico. Abbiamo fatto un breve rapporto presente il commissario politico della Brigata, Cavallino, in cui è stato deciso lo sfondamento del cerchio di fuoco per portare al di là delle linee i Patrioti presenti.” <378
Il rapporto per il CLN si concludeva con una frase piena di ottimismo ed orgoglio; nonostante la sconfitta subita, la formazione era ancora in grado di combattere: “NOI siamo in piedi più decisi che mai a lottare contro il nostro secolare nemico” e con un progetto che come vedremo fra poco Pietro inseguiva da diverso tempo e che realizzerà solo in parte: attraversare le linee per farsi armare ed essere inquadrati nelle forze combattenti alleate: “Ma oggi ci domandiamo, e non certo solo per la immeritata sorte toccataci, se sia il caso di continuare qui ad essere di peso alla popolazione nei lunghi mesi che verranno, oppure passare inquadrati le linee per farci armare più efficacemente e dare un più valido contributo alla liberazione della zona. Propendo per quest’ultima ipotesi quindi con ogni probabilità lascerò una compagnia qui e passerò con le altre il fronte per ottenere dagli Alleati di essere inquadrati nelle forze combattenti per la liberazione d’Italia.” <379
Già dal mese di settembre, con l’avvicinarsi delle truppe alleate alla zona di Massa, il GPA cercò di stabilire un contatto con i comandi americani.
[NOTE]
373 AAM busta 3, fascicolo 29. Il documento indirizzato al comando GPA con la dicitura urgentissimo dà notizia dell’inizio dell’attacco tedesco.
374 AAM busta 18, fascicolo 13.
375 AAM busta 7, fascicolo 14.
376 Ivi pag. 3.
377 AAM Busta 28, fascicolo 5.
378 AAM busta 8, fascicolo 3.
379 Ibidem.
Marco Rossi, Il Gruppo Patrioti Apuani attraverso le carte dell’archivio A.N.P.I. di Massa. Giugno – Dicembre 1944, Tesi di laurea, Università di Pisa, 2016