La Dc era considerata il “bulwark” della democrazia italiana e dello schieramento occidentale dell’Italia

Gli Stati Uniti attribuirono la caduta del governo Segni all’incapacità dei partiti al governo di trovare un accordo in vista delle elezioni politiche, alle divisioni interne e alla tendenza della Dc a ricercare la maggioranza alle spese degli altri partiti di centro <602. Parte delle responsabilità andava attribuita allo scontro in atto tra Gronchi, favorevole ad una collaborazione con il Psi, e Fanfani, contrario alla medesima opzione. Lo ricordiamo, in questa fase gli Usa erano contrari all’inclusione del Psi nel partito di governo, in quanto temevano che il neutralismo di Nenni e la sua vicinanza al Pci spingessero il leader, una volta andato al potere, a chiedere l’uscita dell’Italia dalla Nato. Al partito di Nenni si attribuiva poi una certa dose di opportunismo: non essendo riuscito ad andare al potere con i comunisti, il Psi stava cercando in quel momento di avvicinarsi alle forze democratiche. Contemporaneamente, però, alcuni ambienti di Washington iniziavano a prefigurarsi la necessità di un’“alternativa socialista”, una formula di governo che, pur lasciando fuori dall’area governativa i comunisti, prevedesse una collaborazione tra un partito socialista riunificato e la Dc per l’attuazione delle riforme e lo sviluppo del paese. La priorità in queste settimane restava tuttavia quella di monitorare le attività di preparazione e di propaganda in vista delle elezioni del maggio 1958. Le linee programmatiche seguite dagli Stati Uniti in Italia in questa fase sono espresse nell’Outline Plan dell’Ocb, datato 15 maggio <603. Gli Stati Uniti stabilirono di aumentare il loro sostegno finanziario ai partiti democratici del centro, soprattutto alla Dc, considerata il “bulwark” (= baluardo) della democrazia italiana e dello schieramento occidentale dell’Italia. Altre azioni da intraprendere consistevano nell’incoraggiare gli elementi di destra a rimanere “moderati e responsabili” (qui sorge il dubbio che il riferimento sia alle frange sovversive della destra italiana che, come si vedrà, erano già in azione nel 1957) e nel supportare i sindacati liberi contro il comunismo (ma su questo punto non si riescono a cogliere maggiori dettagli in quanto le righe successive non sono ancora desecretate) <604. Azioni e strumenti già noti, quindi, ma con l’aggiunta di un elemento di discrezionalità nelle interferenze in Italia, sconosciuto durante il primo mandato Eisenhower. Si tratta del principio, cui nel documento viene data una formulazione chiara, per il quale gli Stati Uniti avrebbero dovuto assumere un atteggiamento pubblico di indifferenza nei confronti dell’ammissione di Nenni al governo, evitando sia azioni dirette a palesare il loro interesse perché ne fosse favorito l’ingresso, sia al contrario azioni che ne indicassero la contrarietà <605. Nell’ottica degli Stati Uniti, il sostegno alla campagna elettorale dei partiti di centro doveva rafforzare l’immagine dei leader democratici (in primis Saragat e Fanfani), favorendone il successo alle elezioni. I finanziamenti furono elargiti attraverso i proventi ottenuti dalla vendita di beni alimentari in base alla legge PL-480, che autorizzava la vendita all’estero delle eccedenze dei prodotti agricoli statunitensi con pagamenti a lungo termine e a prezzi vantaggiosi. Tra il 1955 e il 1958 in Italia pervenirono merci alimentari per un totale di 240 milioni di dollari, parte dei quali furono destinati alla campagna elettorale <606. Il supporto ai partiti di centro avvenne anche attraverso la definizione di un programma di aiuti governativi che tra il 1957 e il 1958 fece affluire in Italia oltre 40 milioni di dollari in aiuti. A queste forme di sostegno va poi aggiunta quella, meno ortodossa, attuata da William Colby e caratterizzata come negli anni precedenti da aiuti diretti e clandestini ai politici di destra <607. Infine, l’ultima modalità utilizzata per far affluire capitali in Italia fu messa in atto dell’Usis e consistette nel sostegno delle attività volte a diffondere la cultura americana in Italia e a dimostrare la superiorità del modello americano <608. Altre forme di finanziamento provenivano poi direttamente da industriali italiani. Sempre al medesimo scopo di rafforzare l’immagine dei leader democratici italiani, contribuì infine la visita istituzionale di Saragat a Washington, nel mese di settembre <609.
I risultati delle elezioni politiche del 25 maggio 1958 furono accolti con soddisfazione a Washington. Gli sforzi profusi nei mesi precedenti sembravano produrre i loro frutti <610. Dc e Psi ottenevano consensi oltre ogni aspettativa. A prima vista, l’elettorato italiano sembrava approvare l’apertura a sinistra del partito cattolico, in quanto premiava entrambi i partiti al centro del dialogo con un incremento percentuale di voti rispetto alla tornata del 1953. In realtà, un’analisi più attenta dei risultati elettorali confermava la regola dei “vasi comunicanti”, ovvero un flusso di voti in entrata e in uscita tra Dc e partiti di destra a seconda delle circostanze, che in questa occasione faceva confluire nel partito cattolico tutti i voti persi da Msi e Pmp/Pnp. Questo meccanismo induce a ridimensionare la misura in cui i risultati elettorali confermavano la tendenza della popolazione italiana ad appoggiare l’apertura al Psi <611. Gli Stati Uniti riposero a questo punto la loro fiducia nel programma del nuovo gabinetto guidato da Fanfani e appoggiato dal Pri e dal Psdi, nonostante Washington temesse che la ristrettissima maggioranza su cui Fanfani poteva contare, con uno scarto di soli tre voti, ne potesse compromettere la capacità di iniziativa <612. Per consolidare l’appoggio al suo gabinetto, Fanfani di recò a Washington <613. Nel corso dei vari incontri con esponenti dell’amministrazione statunitense furono sollevate numerose questioni di carattere politico-istituzionali, a partire dal ruolo di maggiore rilevanza che Roma intendeva ricoprire in Medio Oriente <614. Fanfani rassicurò i suoi interlocutori dell’appartenenza filo-occidentale dell’Italia, dimostrata dal sostegno italiano all’invio di truppe statunitensi in Libano in risposta al colpo di stato che in Iraq aveva causato la fine della monarchia <615. Nel tentativo di appianare gli storici contrasti con le compagnie petrolifere americane, inoltre, Fanfani cercò di sondare la posizione statunitense nei confronti di Enrico Mattei. Il leader democristiano diede infine la propria approvazione all’istallazione dei missili Jupiter e chiese la permanenza delle forze statunitensi presso la base Setaf di Verona. Le ambizioni italiane furono accolte a Washington soltanto in maniera parziale: l’Italia restava pur sempre un paese secondario, a cui preferire ad esempio la Gran Bretagna. Restavano molte le perplessità nei confronti dell’abbandono di una formula di governo centrista e dell’attivismo politico di Mattei. I timori sulla stabilità del governo Fanfani furono confermati dalla sua caduta, cui seguì la formazione di un nuovo governo Segni. Washington ripose un cauto ottimismo nel nuovo gabinetto che, sin dalle sue primissime iniziative politiche, aveva dimostrato di garantire la collocazione atlantica italiana e di voler ostacolare la riabilitazione morale dei comunisti in seguito alla duplice crisi del 1956 <616. Su queste basi vi fu la firma dell’accordo per l’installazione di missili nucleari intermedi sul territorio italiano. Le ambizioni italiane a livello internazionale furono tuttavia frustrate parzialmente dall’esclusione della pensiola dalla Conferenza di Ginevra nell’autunno dello stesso anno. Nonostante la vita breve dei governi italiani, e la loro scarsa incisività sul terreno delle riforme, in questa fase Washington riteneva opportuno continuare a finanziare i partiti di centro e della sinistra moderata, così da tentare di ricostruire la formula del quadripartito o la formula del centro-sinistra <617.
Il secondo ordine di problemi incontrato in Italia durante il secondo mandato Eisenhower era relativo alle tendenze che, dopo la crisi di Suez, la politica estera della nazione sembrava assumere in senso più dinamico nel Mediterraneo e in funzione terzomondista. Questo “nuovo corso” della politica estera italiana apriva scenari internazionali tutti nuovi, in quanto avrebbe potuto dare avvio ad un progressivo sganciamento dell’Italia dal blocco occidentale, avviando un percorso della penisola verso il neutralismo. I timori di Washington crebbero quando Gronchi, in un incontro con il vicepresidente degli Stati Uniti Richard Nixon prima (16 marzo), e in una lettera indirizzata allo stesso Eisenhower poi, ribadì la necessità di una più stretta “collaborazione fra i paesi dell’Occidente” sui temi che riguardavano i rapporti con i paesi di nuova indipendenza, specie del Medio Oriente. L’Italia, scriveva Gronchi, “una delle nazioni alleate dell’America avente maggiore interesse, anche di sicurezza, al settore medio-orientale, potrebbe utilmente essere uno dei primi paesi a dare il contributo fattivo della sua collaborazione” <618. La richiesta di un maggiore coinvolgimento nelle decisioni di carattere internazionale si estendeva anche allo sviluppo dei paesi del terzo mondo e a tematiche di più stretto interesse mediterraneo, come il problema tedesco <619. A Washington si riteneva che le idee di politica estera del Presidente della Repubblica, apertamente schierato in favore del neutralismo e dell’apertura a sinistra, avessero generato la crisi che, nel maggio 1957, aveva portato alla caduta del ministero Segni <620. Queste preoccupazioni erano accresciute dalla spregiudicatezza e dalla dinamicità con cui Enrico Mattei guidava l’Eni. Una legge dell’11 gennaio 1957 aveva ridimensionato fortemente la presenza di compagnie straniere sul suolo italiano. Nel marzo 1957, Mattei aveva firmato un accordo con la National Iranian Oil Company per ottenere la concessione di effettuare ricerche petrolifere sul suolo iraniano a condizioni molto vantaggiose per l’Iran, sulla base di una formula che faceva salire la quota dei profitti netti del paese ospite dal 50% al 75% <621. La strategia imprenditoriale di Mattei presentava un carattere fortemente innovativo, perché trasformava il paese ospite da affittuario passivo in socio attivo, che agiva di concerto con l’impresa petrolifera per la valorizzazione delle risorse locali. Questo approccio totalmente rivoluzionario alla gestione delle risorse petrolifere di paesi terzi, fino ad allora soggetti alle politiche e alla supremazia occidentale, rischiava di compromettere il rapporto tra governi locali e compagnie straniere <622. Il nuovo sistema danneggiava infatti gli interessi delle compagnie occidentali, dal momento che anche altri produttori di petrolio avrebbero potuto rivendicare lo stesso trattamento riservato all’Iran, causando un netto abbassamento dei profitti per le compagnie straniere <623. Oltre a costituire un ostacolo per gli interessi delle compagnie statunitensi, l’imprenditorialità dell’Eni nel campo petrolifero rappresentava un problema per la stabilità della democrazia italiana. I successi conseguiti da Mattei in Africa e in Medio Oriente, inoltre, avevano una loro rilevanza politica in quanto rafforzavano l’immagine italiana in queste aree strategiche e accreditavano Mattei come effettivo rappresentante della politica nazionale. Se si considera poi che Mattei, come Gronchi, aveva manifestato le sue considerazioni in merito alla necessità di una politica estera neutralista e in favore dell’apertura a sinistra del governo italiano, si capisce meglio anche come per gli Usa fosse diventata una priorità riuscire contenere lo spirito imprenditoriale di Mattei <624. Per queste motivazioni Zellerbach intervenne presso il Ministro delle partecipazioni statali Togni, al fine di riuscire a fermare le negoziazioni dell’Eni e a contenere l’attivismo di Mattei, ottenendo da quest’ultimo la proposta di riuscire a eliminare il controllo di Mattei sui fondi dell’Eni e di cercare di mobilitare l’opinione pubblica <625. Per non dare spazio alle tendenze ricattatorie di Mattei, inoltre, gli Usa decisero di adottare una linea di finto disinteresse e di accettare ufficialmente la formula del 25-75%. Contemporaneamente, però, fu attivata la Cia in funzione di studio e di opposizione al problema rappresentato dall’Eni. Per bloccarne l’iniziativa in Libia, con cui Mattei si preparava a stipulare lo stesso accordo firmato con l’Iran, il Dipartimento di Stato e l’Ambasciata esercitarono pressioni su re Idris perché non ratificasse l’accordo con l’Eni e concedesse l’area oggetto di interesse ad una compagnia vicina alla Texaco <626. L’obiettivo statunitense di contenere l’iniziativa di Mattei veniva pienamente condiviso dal governo Zoli, che temeva ripercussioni sul prestigio internazionale dell’Italia e, ad ogni modo, la considerava incompatibile con lo spirito di solidarietà atlantica incarnato dal suo gabinetto <627.
[NOTE]
602 Frus, 1955-57, vol. XXVII, Ocb, Progress Report on Italy (NSC 5411/2, April 15, 1954), Washington, 3 settembre, 1957, pp. 420-424, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_420.
603 Frus, 1955-57, vol. XXVII, Outline Plan Prepared by the Operations Coordinating Board, 15 maggio, 1957, pp. 412-415, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_412.
604 Ibidem.
605 “We should on one hand do nothing publicly or privately to indicate that we favor the admission of the Nenni Socialists as presently oriented into the ranks of the democratic parties, but on the other hand we should avoid giving the impression that the Nenni Socialists would be unacceptable under absolutely all conditions”. Ibidem.
606 Frus, 1958-1960, vol. VII, Report by the Operations Coordinating Board, Operations Coordinating Board Report on Italy, Washington, 30April, 1958, pp. 449-453, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_453; L. Nuti, GliStatiUniti e l’apertura a sinistra, pp. 113 e ss.
607 W. Colby, Honorable Men, cit. p. 125.
608 Nara, rg. 306, Records Relating to Select U.S. Information Agency (USIA) Programs, MLR Number A1-1061, Basic strategy of Usis Operations.
609 Frus, 1955-57. vol. XXVII, Memorandum of conversation, Department of State, Washington, 10 settembre 1957, pp. 425-27, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_425; E. Ortona, Anni d’America, vol. II, cit. pp. 250-252.
610 La Dc passava dal 40,1% dei voti del 1953 al 42,4% del 1958; il Psi dal 12,7% al 14,2%, infine il Pci e il Psdi restavano tutto sommato stabili nel tempo passando, il primo dal 22,6% al 22,7%, e il secondo da 4,5% al 4,6%. La destra missina e monarchica perdevano invece consensi, scesi rispettivamente per il Pnm e Pmp dal 6,9% al 4,9% e per il Msi dal 5,8% al 4,8%. S. Colarizi, Storia politica della Repubblica, cit. pp. 70-71.
611 Ibidem.
612 Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, NIE 24-58,The Political Outlook in Italy, pp. 484- 85, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_484; Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, Report by the Operations Coordinating Board, Report on Italy (Nsc 5411/2), Washington, 10 dicembre 1958, pp. 496-501, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_496.
613 Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, Telegram from the Emabssy in Italy to the Department of State, Rome, 20 luglio, 1958, pp. 464-65, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_464.
614 Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2,Memorandum of conversation, Washington, 29 luglio 1958, p. 466-83, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_466; E. Ortona, Anni d’America, cit. pp. 308; A. Brogi, L’Italia e l’egemonia americana, pp. 320-24.
615 Ibid., p. 306-312.
616 Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, The Stability of the Present Italian Government, Rome, 19 maggio, 1959, pp. 515-521, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_515. Le minute degli incontri tra Segni ed esponenti delle istituzioni statunitensi, durante la visita che il politico italiano effettuò nel mese di settembre, sono in: Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, pp. 537-71, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_537.
617 Frus, 1958-60, vol. VII, p. 2, Report by the Ocb, Ocb Report on Italy, 1 luglio, 1959, 523-25, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_523; Frus, 1958-60, vol. 7, p. 2, Report by The Operations Coordinating Board, Operation Plan for Italy, 8 luglio 1959, pp. 526 e ss., disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1958-60v07p2/pg_525; C. Pinzani, L’Italia nel mondo bipolare, cit. p. 92.
618 Il testo originale della lettera indirizzata a Eisenhower fu trattenuta dal Ministero degli Esteri e mai trasmessa al Presidente degli Stati Uniti a causa dell’eccessivo attivismo di Gronchi in materie ritenute di esclusiva competenza ministeriale. L. Wollemborg, Stelle, strisce e tricolore, cit. pp. 583-589.
619 Frus, 1955-57, vol. XXVII, Despatch from the Embassy in Italy to the Department of State, Rome, 28 marzo 1957, pp. 406-407, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_406; L. Wollemborg, Stelle, strisce e tricolore, cit. pp. 51-56; A. Varsori, L’Italia nelle relazioni internazionali, cit. p. 69.
620 Frus, 1955-57, vol. XXVII, Telegram from the Embassy in Italy to the Department of State, Roma, 30 aprile 1957, pp. 407-409, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_407; Nara, Intelligence Report, Neo-Atlanticism as an Element in Italy’s Foreign Policy, n. 7641, 10 gennaio, 1958, Secret, Prepared by Division of Research for Eastern Europe, Department of State.
621 La stessa formula verrà applicata negli anni successi ad altri paesi della regione, iniziando a guardare con interesse il petrolio algerino e la possibilità di stringere accordi con l’Fln in guerra contro la Francia colonialista. Department of State, Central Files, Memorandum From the Secretary of State’s Special Assistant for Intelligence (Cumming) to the Under Secretary of State (Herter), Washington, 20 agosto, 1957, 888.2553/8–2057.
622 B. Li Vigni, La grande sfida. Mattei, il petrolio e la politica, Milano, Mondadori, 1996, p. 179.
623 Frus, 1955-57, vol. XII, p. 920-932, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v12/pg_920.
624 Frus, 1955-57, vol. XII, Memorandum from the Secretary of State’s Special Assistant for Intelligence (Cumming) to the Under Secretary of State (Herter), Washington, 20 agosto 1957, pp. 937-938, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v12/pg_937.
625 L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 138; A. Brogi, L’Italia e l’egemonia americana nel mediterraneo, cit. p. 238; G. Buccianti, Enrico Mattei. Assalto al potere petrolifero mondiale, Milano, Giuffré, 2005, p. 47.
626 B. Li Vigni, La grande sfida, cit. p. 196.
627 Frus, 1955-57, vol. XXVII, Telegram from the Embassy in Italy to the Department of State, Rome, 29 maggio, 1957, pp. 415-16, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1955-57v27/pg_415; L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 142; M. Brosio, Diari di Manlio Brosio: Diari di Washington, 1955-1961, Bologna, Il Mulino, 2008, p. 283.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020