L’amministrazione Kennedy si disse pronta ad appoggiare gli sforzi del Psi sulla strada dell’autonomia

All’interno dell’amministrazione Kennedy si andarono profilando due indirizzi sulla politica da adottare in Italia <663. Da un lato, vi era un nutrito gruppo formato da alcuni funzionari del Dipartimento di Stato e dell’Ambasciata americana molto preoccupati dell’eventualità dell’ingresso dei socialisti al governo, vista come una minaccia alla stabilità democratica del paese e come l’antefatto dell’ingresso dei comunisti al potere, con tutti i rischi connessi per la Nato e per la collocazione internazionale dell’Italia. Tra gli oppositori dell’apertura a sinistra vi erano anche giornalisti e associazioni a libro paga dei servizi per svolgere un’azione di orientamento democratico in senso anticomunista, la Confindustria, circoli conservatori italo-americani, membri del partito repubblicano e della Cia <664. Dall’altro vi erano invece personalità molto vicine al presidente, come Arthur Schlesinger, James E. King, analista dell’Institute for Defense Analysis e alcuni funzionari della Cia come Dana Durand e Robert Amory. Questo secondo filone era favorevole all’ingresso del Psi nella compagine governativa come unica strategia realmente efficace per isolare politicamente il Pci e come test case da adottare successivamente in altri paesi europei e dell’America latina con una forte presenza comunista <665. Per diffondere i benefici legati all’apertura a sinistra, i fautori di una politica estera progressista organizzarono il convegno euroamericano (Bologna 22-24 aprile 1961). La due giorni dimostrava la vicinanza tra gli ambienti liberal dell’amministrazione Kennedy e alcuni settori intellettuali della società italiana, come il gruppo editoriale “Il Mulino” coordinato da Fabio Luca Cavazza e promotore della conferenza stessa, che consideravano gli Stati Uniti un modello di sviluppo e modernizzazione da applicare in Italia con l’avvento del centro-sinistra <666.
Il nuovo corso della politica statunitense in Italia fu suggellato dal viaggio di Fanfani a Washington, nel giugno 1961 <667. L’8 giugno si svolse un incontro tra alcuni esponenti delle istituzioni americane allo scopo di preparare i briefing papers che sarebbero serviti a Kennedy nei suoi incontri con Fanfani. Nel corso della riunione, personaggi particolarmente inclini ad un cambiamento di rotta nei confronti di Nenni si scontrarono con personalità più vicine all’ambasciata e al Dipartimento, contrarie invece ad un’apertura frettolosa. I primi ritenevano necessario palesare la volontà statunitense di sostenere Nenni come unico antidoto all’instabilità di governo. I più conservatori erano invece inclini ad evitare qualsiasi accenno all’appoggio statunitense nei confronti dell’apertura a sinistra, in quanto erano preoccupati del possibile neutralismo del Psi in politica estera e del perdurare dei rapporti con il Pci, e sembravano più propensi ad insistere sulla necessità che il nuovo governo si impegnasse sul fronte della lotta al comunismo. Durante un incontro privato con Fanfani, Kennedy lasciò trasparire che gli Stati Uniti avrebbero guardato con una certa “simpatia” un’eventuale inclusione dei socialisti nel governo, e che non vi avrebbero opposto alcuna resistenza, purché il governo fosse andato avanti sulla strada delle riforme, isolando politicamente il Pci e garantendo il suo allineamento in senso atlantico e anticomunista <668. L’amministrazione Kennedy si disse pronta ad appoggiare gli sforzi del Psi sulla strada dell’autonomia, facendo però attenzione a non dare l’impressione di essere disposti ad accettare senza riserve il Psi all’interno della coalizione di governo <669.
Tra la necessità di favorire il Psi in funzione anticomunista e quella di segno opposto volta ad appoggiare un governo apertamente schierato a favore dell’Alleanza atlantica e contro il neutralismo, nel biennio 1961-1962 prevalse una linea ufficiale di non intervento nella politica interna italiana sulla base del documento “Guidelines for Policy and Operations” <670. Gli Stati Uniti avrebbero dovuto astenersi dal prendere posizioni nette riguardo la presenza del Psi al governo <671. Per i sostenitori dell’apertura a sinistra questo provvedimento era dannoso, in quanto i rischi connessi all’inattività nei confronti del Psi erano maggiori rispetto a quelli connessi al suo sostegno finanziario e politico. Se il Psi doveva svolgere un ruolo analogo a quello dalla Dc negli anni cinquanta, era indispensabile assicurare a Nenni un flusso regolare di finanziamenti analogo a quello di cui aveva goduto la Dc tramite la Cia. Per supportare la linea autonomista di Nenni, la Cia intraprese una strada parallela con la cosiddetta “Operation Nenni”, basata sul sostegno finanziario al Psi e sul rafforzamento della leadership di Nenni <672. Attraverso la Esso, sarebbero confluiti nelle casse del Psi oltre 48 milioni di dollari, a beneficio soprattutto dell’ala autonomista del partito <673. La consistenza dell’aiuto fornito ai socialisti autonomisti non è facile da quantificare, ma sembra lecito supporre che si sia trattato di cifre notevolmente inferiori a quelle messe a disposizione della Dc nel decennio precedente, anche perché all’inizio degli anni sessanta i massicci finanziamenti politici del decennio precedente furono drasticamente ridotti.
Il problema del centro-sinistra in Italia subì dei profondi ripensamenti da parte degli Usa tra il 1962 e il 1963. Nel gennaio 1962 un rapporto top secret del Dipartimento di Stato tornava a manifestare la sua preoccupazione nei confronti dell’instabilità politica italiana: “la Dc, alla quale le fazioni pro-occidentali hanno fatto riferimento sin dalla guerra, ha solo il 46% dei seggi nella Camera dei deputati. Il partito, di conseguenza, non può governare senza il supporto di uno o più partiti della destra o della sinistra. Tale difficoltà è il risultato di marcate divergenze all’interno del partito, dove alcune fazioni favoriscono un allineamento con i partiti di destra (liberali, monarchici e persino neofascisti) e altre preferiscono un allineamento con la sinistra democratica. Ogni fazione è abbastanza forte da evitare una vera e propria scissione. Ne risultano una serie di governi instabili e di breve durata, tesi verso una certa direzione piuttosto che un’altra, ma incapaci di svolgere programmi nuovi e ben strutturati. L’assenza di un’alternativa democratica nel governo al potere che noi sosteniamo è potenzialmente pericolosa. Pur essendo preoccupati dalla scarsa capacità e dalla mancanza di una leadership autorevole nei governi che si sono alternati nel corso degli ultimi 8 o 10 anni, dobbiamo riconoscere che sono stati raggiunti risultati importanti in special modo nell’attuazione di politiche finanziarie ed economiche che hanno portato ad un’eccezionale crescita economica. Vi sono, tuttavia, alcuni elementi particolarmente preoccupanti per le implicazioni politiche che potrebbero determinare, come ad esempio il fallimento di alcune aree geografiche e di settori economici incapaci di beneficiare della generale prosperità economica italiana, cosa che vale invece per altre aree del paese” <674. Il documento proseguiva con alcune considerazioni che ci fanno capire bene la svolta all’interno dei vertici americani in senso favorevole ad una apertura a sinistra: “la recente e graduale indipendenza del Psi dal Pci ha fatto sperare che tutta o gran parte della forza del Psi (il 14% dell’elettorato) provenga dalle fila delle forze democratiche. Sarebbe questo un importante risultato in quanto porterebbe all’isolamento a sinistra dei comunisti. […] Considerando i forti legami storici, psicologici e pratici che legano il Psi e il Pci, il partito potrebbe ancora tirarsi indietro e abbandonare questa condizione di autonomia. Qualunque sostanziale inversione del Psi verso il comunismo rappresenterebbe comunque un serio problema per l’Italia e per gli interessi degli Stati Uniti in Italia e, di conseguenza, il fatto che gli Stati Uniti favoriscano l’indipendenza del Psi è assolutamente normale […] Dovremmo incoraggiare il Psi verso una maggiore e reale indipendenza politica dai comunisti e dovremmo inoltre favorire alcuni cambiamenti nelle politiche chiave dello stesso partito in tema di politica estera e sicurezza nazionale. Nel dar prova del nostro incoraggiamento in tal senso dovremmo, tuttavia, fare attenzione a non superare la linea politica seguita dai leader progressisti responsabili del partito della Dc, a cui resta la responsabilità finale di mantenere la democrazia e la sicurezza dell’Italia. La scelta delle specifiche azioni da intraprendere per raggiungere l’obiettivo di un’eventuale evoluzione del Psi dovrebbe riflettere la nostra attuale valutazione delle opportunità e dei pericoli relativi alla situazione. La nostra influenza dovrebbe avere la finalità di incoraggiare il partito a rompere i suoi legami con i comunisti in qualunque settore possibile e, in particolar modo, nel quadro della Cgil, al fine di creare amministrazioni locali in associazione con i partiti democratici piuttosto che con il Pci e per modificare la politica estera del Psi, fondamentalmente neutralista”. Nel mese di febbraio, Schlesinger e Robert Kennedy effettuarono un viaggio istituzionale a Roma. La loro presenza in Italia alla vigilia della formazione del primo governo fondato sull’appoggio dei socialisti (marzo 1962) fu interpretato come un avallo indiretto degli Stati Uniti alla realizzazione di quell’operazione. Il gabinetto diretto da Fanfani, formato da Dc, Pri e Psdi con l’appoggio esterno del Psi, nacque dunque sotto il segno dell’alleanza atlantica.
Il primo anno del nuovo governo fu connotato da un’intensa attività riformatrice: nell’agosto 1962 venne nominata una commissione per la programmazione economica, nel novembre si procedette alla nazionalizzazione delle industrie elettriche e fu istituito l’Enel, in dicembre la Scuola Media Unica, che veniva incontro alla massiccia richiesta di scolarizzazione determinata dallo sviluppo della società italiana. Gli impegni presi dal governo non furono però mantenuti per quanto riguardava l’ordinamento regionale e la politica di programmazione economica. Washington temeva che l’atteggiamento riformatore dimostrato nei primi mesi di attività del nuovo governo potesse influenzare il corso della politica estera italiana in senso sfavorevole agli Stati Uniti <675.
Un atteggiamento inverso rispetto al passato fu adottato anche nei confronti di Mattei, nel tentativo di ricomporre le storiche fratture con l’Eni. Gli Stati Uniti cercarono di riconoscere il ruolo e l’importanza di Mattei nella politica italiana e nell’industria petrolifera internazionale, al fine di facilitare la trattativa tra l’Eni e le compagnie americane e creare alternative ai rifornimenti sovietici <676. Nell’ottobre 1962 fu concordata un’intesa in base alla quale l’Eni riceveva dalla Esso greggio a prezzi molto vantaggiosi in cambio di equipaggiamenti industriali prodotti dall’Eni. Mentre l’intesa stava per essere perfezionata e il rapporto tra l’Eni e le compagnie petrolifere andava migliorando, Mattei rimase vittima di un disastro aereo a Bascapè, il 27 ottobre 1962. Inizialmente le cause dell’incidente vennero attribuite ad un guasto tecnico, ma in anni più recenti indagini minuziose hanno appurato che si è trattato di un attentato. A far precipitare l’aereo era stata un’esplosione all’interno del velivolo. Se da un lato resta comunque da escludere un coinvolgimento diretto dell’amministrazione Kennedy, impegnata in quelle settimane nella risoluzione della crisi di Cuba e comunque ben predisposta nei confronti di Mattei, non altrettanto certa sembra l’estraneità dei servizi segreti italiani e della Cia, che invece consideravano inamovibile la figura di Mattei a meno di ricorrere a misure estreme. Con Mattei scompariva comunque una delle figure più apertamente schierate in favore del neutralismo e del terzomondismo, oltre che un punto di riferimento per coloro che appoggiavano l’apertura a sinistra del governo <677. Negli anni successivi Eugenio Cefis avrebbe smantellato i programmi riformatori introdotti da Mattei instaurando un rapporto di stretta collaborazione con gli Stati Uniti e con i servizi segreti italiani in funzione anticomunista.
Le elezioni amministrative del 1962 segnarono un’ulteriore avanzata del partito comunista. Un memorandum Cia di poco successivo metteva in luce le azioni da intraprendere per arginare la deriva comunista della penisola italiana. In particolare, il documento indicava la necessità di: 1 Programmare azioni diversificate per eventuali situazioni di emergenza; 2 Intensificare i finanziamenti alle forze che si opponevano alla svolta politica; 3 Sostenere all’interno della Dc singoli leader e correnti disponibili a fare quadrato attorno alla figura del nuovo presidente della Repubblica Antonio Segni; 4 Appoggiare qualsiasi azione idonea a indebolire la compattezza del Psi e a favorire eventuali scissioni interne; 5 Rafforzare le fonti di informazione capaci di influenzare l’opinione pubblica nei campi economici e politici.
Anche la crisi di Cuba del 1962 mutò le condizioni esterne di riferimento e contribuì a muovere gli Stati Uniti verso un ripensamento delle impostazioni strategiche in Italia <678. La reazione moderata di comprensione, espressa dal Psi in occasione della decisione statunitense di smantellare i missili in Italia, dimostrò quanto fosse possibile instaurare un dialogo con la sinistra moderata e che, tutto sommato, che i rischi impliciti nell’apertura a sinistra fossero piuttosto limitati <679.
[NOTE]
663 A. A. Platt, US Policy toward the “Opening to the Left”, cit.; A. Platt, R. Leonardi, American Foreign Policy and the Postwar Italian Left, in “Political Science Quarterly”, 93, 2 (1978): pp. 197-215.
664 R. Faenza, Il Malaffare, cit. 342.
665 “The only thought I would suggest adding on the ‘Opening to the Left’ would be that Italy’s series of delicately balanced Centrist governments, hobbled by barely half of the parliamentary votes, have been characterized by a form of ‘immobilismo’ which has hampered dynamic movement toward reform. Meanwhile, Communist strength has been inching up on the Left. A final break between the PCI and the PSI, which would result from an opening to the Left, would destroy Communist hopes of achieving a parliamentary majority and create a dynamic non-Communist alternative.” Kennedy Library, National Security Files, Italy—General, Memorandum by Komer, 9 giugno 1961; R. Faenza, Il Malaffare, cit. p. 264; M. Margiocco, Stati Uniti e Pci, cit. p. 76; L. Wollemborg, Stelle, strisce e tricolore, cit. pp. 62 e ss; H. Kissinger, White House Years, Boston, Brown and Boston, 1979, p. 95.
666 Kennedy Library, National Security Files, J. E. King, Notes on Italian-American Relations Based Upon a Visit to Italy, April 1961; Department of State, Central Files, Telegram 4320 from the Embassy in Rome to the Department of State, May 8, 765.00/5–861; A. Varsori, L’Italianellerelazioniinternazionali, cit. p. 143.
667 Le minute degli incontri sono in: Frus, 1961-63, vol. XIII, Memorandum of Conversation, Washington, 12 giugno, 1961, pp. 807 e ss., disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_804.
668 Kennedy affermò “If the Italian Prime Minister thought it a good idea, we would watch developments with sympathy”. A. Schlesinger, A Thousand Days, cit. p. 878; A. Platt, R. Leonardi, American Foreign Policy and the Postwar Italian Left,p. 206.Su questo punto, si vedano anche: Frus, 1961-63, vol. XIII, Memorandum from the President’s Special Assistant (Schlesinger) to the Under Secretary of State (Ball), Washington, 1 novembre, 1961, p. 822-23, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_819; L. Wollemborg, Stelle, strisce e tricolore, cit. p. 121.
669 Frus, 1961-63, American Posture Toward Italian Socialist Party, cit. p. 803.
670 Kennedy Library, Guidelines for US Policy toward Italy, 7 gennaio 1961; Frus, 1961-63, vol. XIII, Editorial Note, pp. 811-12, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_808.
671 Frus, 1961-63, vol. XIII, Telegram From the Department of Stateto the Embassy in Italy, Washington, 8 novembre, 1961, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/d293.
672 Kennedy Library, Notes on the Current situation of the Italian Socialist Party, 8 agosto 1961; Kennedy Library, Suggested Approach to Operation Nenni, 9 agosto 1961.
673 US Congress, Senate Select Committee, Report on Multinational Activity, Exhibit, 16 luglio 1975, pp. 2-270.
674 Kennedy Library, Department of State, Italy. Department of State Guidelines for Policy and Operation, gennaio 1962, Secret.
675 Frus, 1961-63, vol. XIII, Memorandum from Secretary of State Rusk to President Kennedy, Washington, 20 febbraio 1962, pp. 826-29; disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_823; Frus, 1961-63, vol. XIII, Telegram from Secretary of State Rusk to the Department of State, London, 24 giugno, 1962, pp. 847-48, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_844.
676 Frus, 1961-63, vol. XIII, Telegram from the Embassy in Italy to the Department of State, Rome, 25 aprile, 1962, pp. 837-39, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_834; B. Li Vigni, La grande sfida, cit. pp. 228-230.
677 L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 535.
678 L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 538
679 L. Nuti, Socialisti e missili, cit. p. 467.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020