L’inflazione italiana rimase la più alta del mondo occidentale per tutti gli anni ’70

Il 1971 è l’anno in cui si registra una svolta epocale nel campo economico e finanziario: l’abbandono del gold exchange standard e la nascita di un equilibrio monetario basato esclusivamente sul dollaro e dove i movimenti di capitali sono svincolati dagli scambi commerciali. Già a partire dal 1968 cominciò a manifestarsi la crescente insostenibilità del valore fisso del dollaro rispetto all’oro, cardine dell’ordine economico internazionale varato con gli accordi di Bretton Woods del 1944 <55. Gli enormi costi della guerra in Vietnam, fronteggiati con emissioni di grandi quantità di dollari, avevano reso sempre più evidente l’inadeguatezza del rapporto tra dollari in circolazione e riserve auree e del cambio alla parità di 35 dollari per oncia di oro fissata con Bretton Woods <56.
In questa situazione, il 15 agosto 1971 il presidente Nixon dichiarò la sospensione della convertibilità del dollaro in oro. A ciò, si aggiunse nel 1973 il primo shock petrolifero, quando i paesi arabi principali produttori di petrolio imposero all’improvviso un aumento molto consistente del prezzo.
Secondo Di Gaspare, gli shock petroliferi furono una conseguenza dell’abbandono del gold exchange standard fissato a Bretton Woods e non la causa della crisi economica <57. La volontà dei paesi produttori, riuniti nel cartello dell’OPEC, di mantenere stabile il valore del petrolio, provocò un continuo aumento del prezzo del greggio espresso in dollari <58. Inoltre, anche la guerra del Kippur, cominciata nell’ottobre 1973, può essere considerata come una causa ulteriore dell’incremento del prezzo del petrolio. <59
La crisi americana produsse anche profondi mutamenti nel sistema monetario occidentale. Il fallimento del tentativo di aggancio stabile con il dollaro tra le monete della CEE ebbe un duplice effetto: mentre le monete dell’area del marco si rivalutarono rispetto al dollaro in caduta libera, altre come la lira inflazionarono <60.
In quegli anni si conobbe il fenomeno inedito della stagflazione, ossia l’aumento dei prezzi non accompagnato dall’espansione dell’economia reale. A pagare il prezzo dell’aumento del prezzo del petrolio furono soprattutto paesi europei come l’Italia, dotati di sistemi produttivi profondamente dipendenti dalle importazioni di energia.
Le conseguenze dello shock petrolifero si fecero immediatamente sentire e il governo Rumor varò un programma di austerity, volto a ridurre il consumo di energia <61. Tali misure crearono contrasti tra i partiti favorevoli a una politica deflazionistica, volta a contenere la spesa pubblica, e altri come i socialisti, favorevoli a un rilancio del credito per sostenere produzione e occupazione. <62
L’inflazione italiana rimase la più alta del mondo occidentale per tutti gli anni ’70, raggiungendo il culmine nel 1974 e diminuendo di poco negli anni seguenti. Altri effetti furono l’incremento del settore sommerso dell’economia e il continuo aumento della spesa pubblica. L’inflazione divenne una sorta di sovrattassa invisibile imposta agli italiani da soggetti internazionali su cui non era possibile esercitare alcuna forma di controllo <63.
Il gold exchange standard sopravvisse allo stato latente in attesa di un nuovo punto di riaggancio fra il dollaro e l’oro, che però non avverrà mai <64. Nel 1976, una riunione di governatori delle banche centrali svoltasi in Giamaica segnò l’abbandono consapevole, anche se non dichiarato del gold exchange standard: <65 si consolidò l’idea inedita di un riequilibrio che prescinda dal ristabilimento della parità con l’oro e che si basi esclusivamente sul dollaro.
[NOTE]
55 A. Giovagnoli, La Repubblica degli italiani, Roma, 2016, p.78
56 Giuseppe Di Gaspare, Teoria e critica della globalizzazione finanziaria, Wolters Kluwer, Milano 2011, p.5
57 Ibid. p.6
58 Ibid. p.7
59 A. Giovagnoli, La Repubblica degli italiani, Roma, 2016, p.80
60 G. Di Gaspare, Teoria e critica della globalizzazione finanziaria, Wolters Kluwer, Milano 2011, p.6
61 A. Giovagnoli, La Repubblica degli italiani, Laterza, Roma 2016, p.81
62 M. Salvadori, Storia d’Italia, Einaudi, Torino 2018, p.419
63 A. Giovagnoli, La Repubblica degli italiani, Laterza, Roma 2016, p.80
64 G. Di Gaspare, Teoria e critica della globalizzazione finanziaria, Wolters Kluwer, Milano 2011, p.7
65 Ibid.
Simone Bellomo, Crisi e governi di unità nazionale nella storia d’Italia, Tesi di Laurea, Università Luiss Guido Carli, Anno accademico 2020-2021