Trieste 1948: Togliatti e la truffa all’americana

“Il Popolo” – Dichiarazione Tripartita
Nell’articolo del “Il Popolo” [quotidiano della Democrazia Cristiana] del 20 marzo 1948, in prima pagina a caratteri cubitali venne data la notizia della dichiarazione tripartita, e dell’invio della proposta a Mosca:
«Se l’URSS acconsente, si riparerà a un’ingiustizia e ad una decisione assurda»
«Restituire Trieste all’Italia propongono a Mosca, Francia S.U. Inghilterra»
L’articolo prosegue che comunicati simultanei furono inviati da Londra, Parigi e Washington ai governi italiano, sovietico e jugoslavo. L’improvvisa notizia produsse in tutta Italia una vivissima emozione. La decisione di questa nota congiunta fu presa alla luce degli ultimi avvenimenti.
“In attesa che venisse nominato un governatore, il Territorio Libero di Trieste è stato amministrato nella parte settentrionale dal comandante delle forze americane e britanniche e nella parte meridionale dal comandante delle forze jugoslave. Nella parte sottoposta al controllo del Regno Unito e degli Stati Uniti le autorità anglo-americane si sono comportate come due «reggenti» per conto del futuro governatore e degli organi di rappresentanza popolare previsti dallo statuto permanente del Territorio. La Jugoslavia ha adottato invece nella sua zona delle misure tali che la eventuale applicazione dello statuto ne è definitivamente compromessa.
“E’ in base a questi fatti che fatti che i tre governi sono venuti alla conclusione che la sistemazione attuale non può garantire il mantenimento dei diritti fondamentali e degli interessi della popolazione del Territorio Libero.”
“I governi americano, britannico e francese hanno, in conseguenza, deciso di raccomandare che il Territorio Libero di Trieste sia posto di nuovo sotto sovranità italiana, ciò che appare la soluzione migliore se si vuole tenere conto delle aspirazioni democratiche della popolazione e della necessità di restaurare la pace e la stabilità di quella regione.”
“Avendo il Consiglio di Sicurezza assunto la responsabilità del mantenimento della indipendenza e della integrità del Territorio di Trieste, i governi americano, britannico e francese sottoporranno all’approvazione del Consiglio stesso le sistemazioni da raggiungere di comune accordo.”
L’ “Unità” – Dichiarazione Tripartita
L’articolo del 20 marzo 1948 [n.d.r.: in effetti l’articolo in questione è di domenica 21 marzo 1948] di Ingrao su l’Unità [quotidiano del PCI] inveiva contro i “lustrascarpe dell’America” e ribadiva che solo accordi diretti potevano risolvere la disputa su Trieste, Togliatti assicurava da Siracusa, durante l’ennesimo comizio, che il giorno in cui l’Italia avesse avuto un governo libero, pure la questione di Trieste sarebbe stata “risolta in quattro e quattr’otto”.
Sulle pagine de l’Unità, organo di stampa ufficiale del partito, vi erano stati sporadici articoli sul tema della questione di Trieste, finché non era arrivata la dichiarazione tripartita a sconvolgere il quadro della situazione.
Da allora la stampa comunista si era scatenata per alcuni giorni affermando:
«IL COMPAGNO TOGLIATTI DENUNCIA I FINI NASCOSTI DELLA MANOVRA DI BIDAULT»
«Solo un governo democratico e indipendente potrà risolvere la questione di Trieste»
Le dichiarazioni di Togliatti in prima pagina:
«Al termine del discorso pronunciato a Siracusa il compagno Togliatti è stato avvicinato da un nostro redattore il quale lo ha informato delle dichiarazioni fatte a Torino dal ministro Bidault. Ecco quanto ha risposto in merito Togliatti:
“Mi pare chiaro che si tratta non solo di una speculazione elettorale, ma di un volgare tentativo per trascinare l’Italia in un’atmosfera di guerra speculando sul sentimento degli italiani. Questo tentativo deve essere respinto. L’attuale soluzione della questione di Trieste è stata fissata nel trattato di pace il quale è firmato da numerosi Stati europei. Per rivederla bisogna che tutti questi Stati siano d’accordo. La dichiarazione di alcune potenze favorevoli alla revisione di uno dei punti del trattato non ha nessun valore decisivo. La questione di Trieste in particolare interessa in prima linea l’Italia e la Jugoslavia; le potenze occidentali hanno fatto finora di tutto per impedire che Italia e Jugoslavia si mettessero d’accordo fra di loro: oggi esse cercano ancora una volta di seminare discordia fra i due Paesi. La mia opinione è quella che ho espressa oggi nel mio comizio. Risolveremo la questione di Trieste quando l’Italia avrà un governo democratico indipendente il quale farà una politica di collaborazione e di fraternità col popolo jugoslavo; non la risolveremo mai fino a che avremo un governo di vassalli”.»
Togliatti non aveva atteso molto per attaccare la Dichiarazione tripartita: il 26 marzo su l’Unità scriveva un articolo intitolato “Truffa all’americana”, in cui appunto paragonava il governo italiano a chi nel corso di una truffa per strada cerca di distrarre la vittima designata (in questo caso il popolo italiano) mentre il truffatore vero e proprio (gli Stati Uniti) mette a segno il colpo. Per risolvere la questione di Trieste in “quarantott’ore”, il segretario PCI proponeva invece la già sostenuta soluzione delle trattative dirette con la Jugoslavia, tornando a chiarire anche il significato della sua iniziativa diplomatica del novembre del 1946:
“[…] I disgraziati uomini politici che oggi dicono di dirigere la nostra politica estera – in realtà essi non dirigono nulla, ma vanno e lasciano andare il nostro Paese alla deriva nel vortice pauroso che trascina verso una nuova guerra e una nuova catastrofe i popoli d’Europa – non solo non posseggono nè il senso della realtà né il senso delle necessità nazionali, ma nei confronti dei gruppi imperialistici che vorrebbero imporci una nuova guerra per conto loro, compiono esclusivamente la degradante funzione del compare che tiene a bada il poveretto cui si sta cercando di portare via il portafogli con una truffa all’americana. […] I ministri occidentali hanno proposto, in sostanza, di risolvere la questione di Trieste senza tener conto della Jugoslavia, del cui parere, nella loro nota, nemmeno si fa cenno. Ma il trattato è firmato anche dalla Jugoslavia e non si vorrà negare che questo paese è, insieme con l’Italia, il più interessato alla questione triestina. Che cosa vuol dire rivedere un tratto collettivo per atto d’una sola parte, senza nemmeno consultare l’altra parte interessata? Credo non occorra possedere grande scienza storica e diplomatica per sapere cosa vuol dire. Nel migliore dei casi vuol dire una rottura di relazioni. Ma quando si leggono i discorsi di Truman e, come commento alla nota triestina dei tre occidentali, uomini di stato americani annunciano a suon di tromba che le navi americane nel Mediterraneo sono già cariche di bombe atomiche, è più che legittimo pensare che i guerrafondai d’oltre Oceano pensano probabilmente a qualcosa di molto più grave che a una rottura di relazioni: pensano di scatenare un nuovo flagello tremendo e hanno scelto Trieste unicamente come un pretesto, per poter trascinare l’Italia nell’abisso sin dal primo momento, servendosi del nostro povero Paese come punto d’appoggio per i loro delitti… Quanto agli americani, agli inglesi ai francesi, se essi vogliono davvero aiutare l’Italia a riavere Trieste entro le sue frontiere e sotto la sua sovranità, essi non hanno da fare altro che una cosa: togliere il loro divieto alle conversazioni e alle trattative dirette tra la Repubblica italiana e la Repubblica jugoslava circa la questione di Trieste e tutte le altre che sono pendenti tra i due paesi; il pretesto del preteso richiesto scambio con Gorizia è una cosa che fa ridere chiunque si intenda di trattative diplomatiche. Nessuno lo sa meglio di me, che condussi quelle conversazioni con Tito nel novembre 1946 e al ritorno dichiarai che non vi era nessun “prendere o lasciare”, nessuno “scambio” tassativamente richiesto, ma vi era unicamente una prima impostazione, da parte jugoslava, del problema, tanto per aprire la trattativa.”
Stefano Toracca, Questione di Trieste nel dopoguerra. 1943-1954, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pisa, Anno Accademico 2018-2019