La portabilità di Bella Ciao può essere osservata sia nelle sue versioni future che nelle sue versioni passate

Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»
Nonostante quella appena riportata risulti essere la versione più famosa della canzone “Bella Ciao”, non è la prima. Questa è, infatti, frutto di diversi apporti culturali nazionali e internazionali che l’hanno portata ad essere non solo simbolo di Resistenza antifascista nel corso della Seconda Guerra Mondiale ma anche simbolo di rivoluzioni e proteste successive.
Già negli anni ’80 del XIX secolo, studiosi come Costantino Nigra, lavoravano per analizzare le varianti dei brani popolari alla ricerca della minima modifica che lo stesso canto, in diversi contesti, poteva subire. <1
In questo senso, si è potuto osservare come Bella Ciao non nasca direttamente come canzone partigiana e diverse versioni di questa circolavano già prima dell’ascesa del fascismo. Come osservano Leydi e Crivelli, infatti, il ritornello “oh bella ciao”, deriverebbe da un’altra canzone tipicamente diffusa nel Nord Italia dal titolo “La bevanda sonnifera” così come la melodia, anch’essa tipicamente settentrionale. <2
Spazianti parla, inoltre, di “portabilità”, ossia della possibilità di modificare la canzone allungandola, accorciandola o mescolandola con altre canzoni di simile fattura.
“Where verses or melodies have been replaced for the sole purpose of making the song useful and effective in highly particular situations.” -3
Anche la studiosa Ann Rigney ha fatto uso del concetto di portabilità per andare ad analizzare la creazione di storie destinate a diventare fenomeni e/o modelli culturali. Ha osservato come, nel caso di Bella Ciao, questo tipo di analisi sia possibile solo prendendo coscienza e accettando la sua duplice natura. Se da un lato, la canzone è considerata in primis simbolo della resistenza partigiana al fascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, per altri versi, è stata anche continuamente riscritta e riusata a supporto di diverse cause e contesti italiani e internazionali.
“To study ‘Bella ciao’ as a portable monument, then, means to study the extent to which its musical and textual forms are adapted to new contexts of use.” -4
La portabilità di Bella Ciao può essere osservata sia nelle sue versioni future che nelle sue versioni passate. Questa è stata infatti utilizzata, negli ultimi decenni, come simbolo di lotta per la libertà di scelta di abortire in Argentina e in Polonia dove migliaia di attivisti sono scesi in piazza intonando una loro versione della canzone ma anche nella Rivoluzione cubana degli anni ‘50.
Si può osservare come, nel corso del tempo, Bella Ciao sia stata utilizzata sia nella versione più accreditata come originale attraverso la semplice traduzione, ma come siano state create anche delle contrafacta, ossia degli adattamenti di testo che ne mantengono però il significato di fondo. <5
Ann Rigney, nel 2018, ha identificato tre livelli su cui memoria e attivismo si relazionano definendoli “memory-activism nexus”: memoria nell’attivismo, canzoni del passato possono ispirare nuovi movimenti nel presente (1); memoria dell’attivismo, l’uso di canzoni del passato può mantenere vivo il ricordo di avvenimenti passati (2) e attivismo della memoria, l’utilizzo di una melodia conosciuta per creare versioni nuove della stessa, come anticipato prima, una contrafacta (3). <6
Tra le antenate è possibile trovare anche una canzone nella quale si riscontrano tracce della melodia di Bella Ciao. Si intitola “Fior di Tomba” e racconta, nei suoi versi, la storia di una donna che si uccide per amore e per l’impossibilità di sposarsi con l’uomo che ama. Soprattutto nella strofa finale, infatti, viene descritta la presenza di un fiore posto sulla sua tomba.
[NOTE]
1 Carlo Pestelli, Bella Ciao: la canzone della libertà, 2016, ADD Editore, p. 21
2 Roberto Leydi e Filippo Crivelli, Bella Ciao de Il Nuovo Canzoniere Italiano, 1974 in Carlo Pestelli, Bella Ciao: la canzone della libertà, 2016.
3 Lucio Spaziante, “Who’s afraid of Bella Ciao? Resistance songs as neo-conflict music”, 2013 in Daniele Salerno, Marit van der Warenburg, “Bella ciao: A portable monument for transnational activism”, International Journal of Cultural Studies, 2023
4 Ann Rigney “The Afterlives of Walter Scott: Memory on the Move”, Oxford University Press, 2012.
5 D. Salerno, M. van der Warenburg, “Bella ciao: A portable monument for transnational activism”, International Journal of Cultural Studies, 2023, p. 4
6 Ann Rigney, “Remembering hope: Transnational activism beyond the traumatic. Memory Studies”, 2018 in D. Salerno, M. van der Warenburg, “Bella ciao: A portable monument for transnational activism”, International Journal of Cultural Studies, 2023.
Andrea Rachele De Rosa, Bella Ciao: dalle mondine a “La Casa di Carta: Corea”. L’evoluzione pop della Resistenza, Tesi di laurea, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Anno accademico 2022-2023