Un secondo satellite SIRIO non riuscì a raggiungere l’orbita a causa del fallimento del lanciatore Arienne

L’avventura italiana nello spazio prese avvio nel 1964 con il lancio del satellite scientifico San Marco, seguito dal progetto industriale per il satellite SIRIO; tuttavia, i primi interventi di politica spaziale rimasero vincolati ad accordi europei, dapprima ELDO (1960), quindi ESRO (1964), e infine l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel 1975. Un’autonoma politica spaziale vide la luce in Italia solo alla fine degli anni Settanta, grazie all’istituzione del primo Piano Spaziale Nazionale.
A partire dal 1979 la definizione del primo PSN ha permesso un salto di qualità dell’attività spaziale italiana, bilanciando la partecipazione ai programmi dell’ESA con un piano nazionale a scadenza quinquennale. L’emancipazione del programma spaziale italiano dal contesto europeo ha favorito inoltre la collaborazione bilaterale con la NASA e le agenzie di altri paesi <192, inclusa l’Unione Sovietica.
Le competenze scientifiche e tecnologiche maturate in Italia si concentravano nel campo delle telecomunicazioni satellitare, dove i già citati progetti San Marco e SIRIO avevano offerto preziose occasione per accumulare competenze e tecnologia. Il progetto San Marco fu un programma bilaterale di cooperazione scientifica tra Italia e Stati Uniti per la ricerca sperimentale nello spazio ideato da Luigi Broglio, professore all’università La Sapienza <193. Il primo dei cinque satelliti San Marco venne lanciato nel 1964 dalla piattaforma di lancio al largo delle coste del Kenya che oggi è intitolata proprio al professore Broglio <194.
Erede del programma San Marco è stato il progetto SIRIO, un satellite geostazionario sperimentale per le telecomunicazioni progettato dal CNR e costruito in Italia dal consorzio CIA (Compagnia Industriale Aerospaziale; costituita da Aeritalia, Selenia, Montedel, SNIA, CGE-Fiar e OTO Melara) <195 e successivamente affidato in gestione a Telespazio.
Il primo satellite SIRIO fu lanciato dalla base di Cape Canaveral, in Florida, nel 1977 e rimase in attività otto anni, addirittura sei anni oltre i due previsti precedentemente al suo lancio. Un secondo satellite SIRIO non riuscì a raggiungere l’orbita a causa del fallimento del lanciatore Arienne <196.
Il primo PSN aveva come obiettivo il mantenimento della continuità dell’esperienza italiana nel settore delle telecomunicazioni satellitari. Il primo PSN intendeva ridurre il divario tecnologico con i partner europei negli anni 1979-1983 e consentire all’industria italiana di inserirsi saldamente nel settore spaziale. Per questo scopo il piano ha stanziato nel periodo 1979-1983 la somma di 200 miliardi di Lire (744 miliardi attualizzati all’anno 2011, corrispondenti a 384 milioni di Euro) <197.
I programmi del primo PSN si concentravano sulle telecomunicazioni, per sfruttare e dare continuità alle competenze tecnologiche accumulate negli anni precedenti grazie all’esperienza legata allo sviluppo di SIRIO <198. Nel corso dello sviluppo dei programmi fu dato avvio alla ricerca sui sistemi propulsivi che divennero in seguito parte del progetto IRIS (Italian Research Interim Stage) per il trasferimento dei carichi paganti dallo shuttle a orbite maggiori.
Il riconoscimento delle competenze industriali nazionali ha consentito l’aggiornamento del piano per il periodo 1982-1986 lungo linee di sviluppo in settori strategici, individuati nelle telecomunicazioni, nei sistemi di trasporto spaziale, nei sistemi spaziali avanzati, e nell’osservazione della terra. Il piano dava avvio ai programmi relativi al satellite per le telecomunicazioni Italsat <199, successore del programma SIRIO di cui ereditava le competenze tecniche e scientifiche; allo sviluppo del satellite “al guinzaglio” Tethered in collaborazione paritetica con la NASA <200; alla partecipazione al progetto della stessa NASA per il satellite scientifico LAGEOS II (LAser GEOdynamic Satellite) per gli studi di geodinamica della terra; all’avvio di programmi scientifici per l’osservazione della terra; infine, all’approvazione degli studi di fattibilità per la ricerca astrofisica sulle alte energie da compiersi con il satellite SAX.
Obiettivo del nuovo PSN era promuovere lo sviluppo della potenzialità industriale a livello sistemistico mediante un intervento organico <201. Tale intervento avrebbe dovuto quindi essere articolato in piani quinquennali scorrevoli, ovvero calibrati sulla base di un livello annuale di finanziamenti. Allo stesso tempo il CNR, responsabile in via temporanea della gestione delle attività spaziali, lamentava l’assenza di strumenti adeguati alla gestione dell’organismo tecnico per la conduzione dell’attività spaziale, sia per i programmi nazionali che europei, e poneva a condizione del funzionamento ottimale del piano la risoluzione del problema relativo alla struttura tecnica <202. Infatti, l’assenza di un’istituzione dedicata alla gestione dei piani di attività ha impedito per lungo tempo alle industrie italiane di assumere il ruolo di capo-commessa nei programmi ESA, che pure avevano offerto alle imprese nazionali numerose opportunità per maturare un elevato livello di competenza tecnologica <203.
L’Italia, praticamente unico caso in Europa e tra gli altri paesi industrializzati nel mondo <204, non si era dotata di un’organizzazione idonea a sostenere le iniziative a livello nazionale che le consentissero la qualificazione necessaria a partecipare alle gare per l’assegnazione delle commesse europee. Il gruppo di lavoro responsabile del PSN ravvisava la necessità di “dar corso a una struttura tecnico-gestionale, in grado di costruire una valida interfaccia tra il governo da una parte e le industrie e i laboratori di ricerca dall’altra” <205. Ovvero, la creazione di un intermediario tra politica della ricerca e imprese.
L’aggiornamento del piano fissava una integrazione di 352 miliardi (928 mld. di Lire 2011, pari a circa 480 milioni di Euro) per il triennio 1984-1986 per poter far fronte agli impegni già in atto e ai progetti a cui si intendeva dare avvio. Nuovi importanti programmi erano in fase di discussione con le industrie del settore, ma si ritenne opportuno non introdurli per la necessità di considerare un aumento della spesa per le attività spaziali, a condizione di una totale razionalizzazione del sistema di gestione delle attività nazionali ed europee che consentisse una verifica dell’impegno globale e del potenziale tecnologico industriale, oltre che della capacità di espansione del settore. <206
Solamente due anni più tardi, nel 1984, il PSN è stato ulteriormente aggiornato per dare avvio al centro di geodesia spaziale e di osservazione della Terra di Matera. Il successivo aggiornamento per gli anni 1987-1991 ha ribadito la linea di sviluppo nel settore delle comunicazioni satellitari, a cui ha affiancato la ricerca sui sistemi di propulsione solida derivati dalla tecnologia IRIS. Il programma nazionale ha inoltre dovuto tenere conto dell’evoluzione delle attività dell’Agenzia Spaziale Europea, indicate nel “piano a lungo termine 1987-2000” <207, che introdusse i progetti Columbus e Hermes. Gli obiettivi di politica industriale dell’ESA consistevano nell’armonizzare i singoli programmi nazionali con il programma europeo e nel ridurre così costi e sovrapposizioni; migliorare la competitività delle industrie europee attraverso la promozione delle tecnologie spaziale e lo sviluppo di un’appropriata struttura industriale; assicurare a tutti gli stati membri un’equa partecipazione ai progetti di interesse tecnologico; sfruttare i vantaggi di una libera competizione industriale dove questa non fosse incompatibile con gli obiettivi europei <208.
Oltre al CNR, anche il CIPE lamentò nella delibera per l’approvazione del piano la situazione di stallo dovuts alla mancata istituzione dell’Agenzia Spaziale Italiana <209. Il CIPE, inoltre, sosteneva la necessità di riconoscere la natura economica alle attività spaziali, per cui auspicava ritorni industriali diretti e indiretti proporzionati all’entità dell’investimento e il coinvolgimento di nuove imprese industriali al fine di crescere la qualificazione dell’intero sistema produttivo italiano <210.
L’analisi del primo PSN (1979-1983) e dei tre successivi aggiornamenti (1982-86; 1984-88; 1987-91) mostra una chiara concordanza tra le direttive politiche espresse dal CIPE in sede di approvazione dei programmi e l’attuazione delle attività spaziali, fino al 1988 coordinate dal CNR, di cui è ulteriore testimonianza la corrispondenza delle dotazioni finanziarie confermate dal Parlamento nella legge finanziaria sulla base delle disposizione redatte dal CIPE.
All’interno della valutazione del buon risultato ottenuto dai primi dieci anni del Piano Spaziale, deve essere considerata positivamente la strategia di bilanciamento dei programmi europei con i programmi nazionali, fortemente caratterizzati dalla collaborazione con la NASA. Tutte le maggiori missioni nazionali avviate durante i primi dieci anni del PSN furono infatti completate con successo: Italsat fu lanciato nel gennaio 1991; Tethered <211 nel luglio 1992; Lageos II e IRIS nell’ottobre 1992. Il maggiore successo dei primi PSN si può però trovare nella consolidata cooperazione internazionale avviata dalle imprese Italiane non solo con la NASA e i partner europei, ma anche con l’Unione Sovietica, il Giappone e la Cina <212.
[NOTE]
192 ArchASI; “Nota sullo sviluppo delle attività spaziali”; p. 1, 26/3/93, n.c., ASI.
193 Sebesta, L.; Alleati competitivi; op. cit., p. 126.
194 Cfr. De Maria, M., Orlando, L., Pigliacelli, P. HSR-30, Italy in Space, 1946–1988, Noordwijk, The Netherlands, ESA Publications Division, 2003, pp. 13-20.
195 Sulla formazione del consorzio CIA vedi: Battistelli, F.; Armi: nuovo modello di sviluppo? L’industria militare in Italia; Torino, Einaudi, 1980, pp. 126–142.
196 Cfr. Ivi, pp. 21-24.
197 ArchASI; PSN 84-88, “Proposta di aggiornamento dicembre 83. Analisi economica 84-88”; p. 43.; n.c., ASI.
198 ArchASI; “Nota sviluppo attività spaziali italiane”; p. 2, 26/3/93; n.c., ASI.
199 Una storia dal taglio giornalistica di Italsat si trova in: Caprara, G.; La stella Italsat; Roma, Ervin, 1990.
200 Nones, M.; Il mercato spaziale Italiano; L’Industria, 1, 1988, p. 132.
201 Archivio ASI; PSN 84-88, “ Proposta di aggiornamento dicembre 83. Premessa”; p. 3; n.c., ASI.
202 Ibidem.
203 Arch.ASI; PSN 84-88, “Proposta di aggiornamento dicembre 83. Quadro di riferimento”; p. 6; n.c., ASI.
204 Ibidem.
205 ArchASI; Ivi, p. 7; n.c., ASI. Cfr. De Maria et al.; Italy in Space; op. cit., p. 29.
206 ArchASI; PSN 84-88, “Proposta di aggiornamento dicembre 83. Analisi economica 84-88”; p. 44; n.c., ASI.
207 ESA/C(87)3 Long Term Plan 1987-2000.
208 ArchASI; PSN 90-94, “Long term plan 1987-2000”; ESA(87), p. 7; n.c., ASI.
209 ArchASI; CIPE, “Delibera 12/12/86”, approvazione PSN; p. 2; n.c., ASI.
210 Ibidem.
11 Il volo del satellite Tethered si interruppe a causa della rottura del cavo dopo 260 metri di spiegamento, tuttavia i risultati ottenuti dalla missioni furono ritenuti di grande interesse.
212 ArchASI; “Nota sviluppo attività spaziali italiane”; p. 5, 26/3/93; n.c., ASI
Matteo Landoni, Lo sviluppo dell’industria spaziale italiana. Coevoluzione di imprese e istituzioni nazionali dello spazio, 1969-2007, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano, 2013