La tragedia del 31° e del 34° Squadron della SAAF

Fonte: The Black Sheeps

Tra le diverse statistiche delle missioni alleate compiute in appoggio alla Resistenza italiana, quelle di fonte statunitense (History of Special Operations) indicano un totale di 4.280 voli compiuti, di cui 2.652 riusciti (1.261 ad opera della USA Air Force e 1.391 ad opera della RAF).
Rifornimenti consegnati (in tonnellate lorde) 5.907, di cui 4.008 USAF e 1.899 RAF, mentre i membri delle missioni lanciati sono 538 in totale, di cui 246 dall’USAF e 292 ad opera della RAF. ANPI Voghera

Il fascicolo contiene – quasi esclusivamente in copia fotostatica – documentazione raccolta dal reverendo Mario Maurino (archivista presso la Curia di Pinerolo) nel corso di una ricerca condotta negli anni novanta del Novecento sul 31st Squadron della South African Air Force, precipitato presso Rorà tra il 12 e il 13 ottobre 1944 durante una missione volta a rifornire unità partigiane operanti presso Bra. In parte si tratta di scambi epistolari con enti pubblici e archivi militari e civili di vari paesi (Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Canada, Italia) e con altri studiosi (in specie Achille Rastelli, Arthur W. Arculus e Giuseppe Barbero); in parte si tratta di documentazione alleata relativa a identità e sepolture dei caduti, alla storia del 31st Squadron e alla sorte di altri aerei della stessa unità caduti nella stessa data in altre località del Piemonte (Ceres, Pianetto di Valprato Soana, Ostana, monte Freidour-Cantalupa); in parte di documentazione istituzionale prodotta dal comune di Luserna, dalla Prefettura di Torino e dal Medme Mres della Raf, primariamente dopo la Liberazione; infine, di documentazione direttamente attinente all schianto sulla punta Cornour, alla sepoltura dei corpi e al funerale (documentazione prodotta da esponenti delle chiese valdesi e cattoliche di Rorà e dal Distaccamento “Venturelli” della 105ª Brigata Garibaldi -comprende, tra l’altro, una breve orazione funebre di Mario Levi).
Redazione, Carteggio / Ricerca nomi caduti / aereo di Rorà, Istoreto

Il 12 Ottobre 1944 16 B-24 Liberator del 31° Squadron e altri 4 del 34° Squadron delle Forze Aeree Sudafricane decollarono per una missione di rifornimento a partigiani italiani sulle Alpi marittime in nord Italia. La missione sarebbe avvenuta durante la notte su 4 differenti zone di lancio assegnate ognuna a 5 aerei. Quella notte vi furono condizioni meteo pessime e scarsissima visibilità tanto che numerosi lanci furono annullati. Dei venti aerei decollati 6 non tornarono alla base, 5 si schiantarono nelle montagne ed di uno non si ebbe più traccia, probabilmente scomparso in mare. Ogni aereo aveva 8 membri di equipaggio.
Warbirds in Italy

Il 12 ottobre 1944, 20 B 24 Liberator del 31° Squadron appartenenti al 2° Wing S.A.A.F. inquadrati nel 205° Heavy Bomber Group della R.A.F. decollarono da Celone (Foggia) per una missione di rifornimento ai partigiani sulle Alpi occidentali in nord Italia.
La missione comportava lanci durante la notte su 4 differenti zone assegnate ognuna a 5 aerei.
Quella notte vi furono condizioni meteo pessime e scarsissima visibilità tanto che numerosi lanci furono annullati.
Dei venti aerei decollati, 6 non tornarono alla base, 5 si schiantarono sulle montagne e di uno, il KH 158 non si ebbe più traccia, probabilmente scomparve in mare.
Ogni aereo aveva 8 membri di equipaggio.
Gli obiettivi erano:
MORRIS: sull’appennino ligure, a circa 22 km a est di Genova, nei pressi di Favale di Malgaro (44° 27’ N; 9° 13’ E).
DODGE: a circa 5 km a nord di Bra, nella pianura piemontese (44° 44’ N; 7° 50’ E)p
PARROT: nei pressi di Vigone, a circa 25 km a sud di Torino (44° 50’ N; 7° 30’ E)
CHRYSLER: nella bassa Val Toce, a nord del lago d’Orta.
Per gli aerei destinati a DODGE e PARROT i due obiettivi erano da considerarsi alternativi vista la vicinanza ed il fatto di essere probabilmente sotto il controllo di missioni alleate in contatto tra loro.
Gli aerei decollarono ad intervalli tra le 16:00 e le 16:40 dirigendosi a Nord Ovest sin sulla verticale di Ponza e poi direttamente sugli obiettivi, sorvolando l’isola d’Elba.
Le condizioni atmosferiche risultarono peggiori di quanto previsto, sia lungo la rotta che sugli obiettivi con cielo coperto, variabile da 7 a 10/10 e nuvolosità estesa tra i 1500 e i 3000 metri di quota.
Due aerei rinunciarono in prossimità della costa ligure e rientrarono alla base dopo poco più di 5 ore di volo riportando le prime notizie sullo stato atmosferico lungo la rotta.
Altri nove rientrarono con i loro carichi per l’impossibilità di individuare gli obiettivi pur cercando di scendere sotto le nubi o dopo essere rimasti in volo sulle aree presunte di lancio, alcuni per oltre trenta minuti, sperando in una schiarita.
Tre rientrarono dopo aver effettuato i lanci, due su Chrysler e uno su Dodge, grazie a momentanei miglioramenti delle condizioni atmosferiche.
[…]
L’aeroporto di CELONE, che fu per tutto il periodo di permanenza in Italia la base del 2° WING S.A.A.F., si trovava ad una altitudine di 62 m, a 10,5 km. a nord di Foggia ed a 4 km. ad est della strada Foggia-San Severo, delimitato a sud dal fiume Celone.
Realizzato alla fine degli anni ’30 quale base della Regia Aeronautica venne intensamente utilizzato da reparti aerei germanici e nel 1944 era ancora costellato da numerose carcasse di aerei tedeschi, in particolare JUNKERS 88. L’area del campo, di 1830 m (NE-SW) per 2.135 m (NW-SE), era costituita da 111 piazzole di decentramento e relative corsie di rullaggio e da una pista di 46 m x 1830 m orientata a 34° W, tutte con fondo in piastre di acciaio nervato in quanto il terreno, in prevalenza tufaceo ed in pendenza verso nord e verso est, risultava, seppur ben drenato, molto soffice e soggetto ad allagamenti, soprattutto in occasione delle piogge invernali.
Unito alla strada Foggia-San Severo da una strada in Macadam era inoltre collegato a Foggia mediante la ferrovia, Stazione di Arpi, a 2 km. dal campo.
[…]
La prima quindicina del mese di Ottobre 1944 fu caratterizzata sul fronte italiano da maltempo persistente con intense piogge che contribuirono, unitamente ad alcuni gravi errori tattici, a rallentare lo sforzo offensivo della V^ e della VIII^ armate alleate che ormai si andavano affacciando sulla pianura Padana […] Nel nord Italia ed in particolare in Piemonte, il movimento partigiano si era rapidamente ripreso dall’offensiva estiva tedesca, tendente ad occupare la linea delle alpi per contenere un’eventuale avanzata alleata da ovest e a liberare le retrovie dall’insidia partigiana, mentre la possibilità dello sfondamento alleato della linea Gotica e dell’insurrezione per la liberazione appariva a tutti imminente. Fiorirono così i territori liberati, le “Repubbliche Partigiane” dell’Ossola, di Alba, del Monferrato, mentre anche i reparti delle altre zone erano all’offensiva contro i demoralizzati reparti della RSI ed i sempre temibili tedeschi. Lo stesso comando alleato, che non aveva ancora del tutto rinunciato alla possibilità del successo a breve termine, aumentò i rifornimenti alla resistenza, conscio dell’apporto che i partigiani potevano fornire operando in appoggio alle forze Alleate nella fase offensiva […] In questo quadro s’inseriscono i lanci previsti il 12 Ottobre 1944 in Piemonte e Liguria anche se individuare i destinatari dei rifornimenti è possibile solo mediante il confronto tra l’ubicazione delle aree di lancio e le formazioni che potevano aver influenza sulle stesse. Sono infatti disponibili poche informazioni sulle missioni alleate di collegamento e sulle operazioni, oltre alle coordinate e i riferimenti topografici dei Sortie Reports, così come non è stato possibile rintracciare memoria precisa di tali lanci o della loro attesa nella documentazione partigiana.
Dal confronto della documentazione disponibile si può ricavare il quadro seguente:
CHRYSLER: era sotto la responsabilità di una missione americana dell’OSS e i lanci dovevano avvenire nella zona libera della Repubblica dell’Ossola che era sotto controllo partigiano dall’Agosto per le alte valli e dall’otto Settembre per le zone della bassa Val Toce e della riva occidentale del lago Maggiore.
Dai primi giorni di Ottobre era in corso la violenta offensiva, sostenuta soprattutto da reparti della Repubblica Sociale, per l’eliminazione dell’enclave partigiana che risulterà una delle più importanti esperienze di autogoverno. Il giorno 13 Domodossola cadde per aggiramento dalla Val Cannobina ma nella bassa valle i combattimenti, sostenuti da Autonomi e Garibaldini, continuarono intensi con le valli laterali ancora saldamente in mano partigiana come dimostrato dall’utilizzo della rete elettrica di interi paesi per le segnalazioni terra aria descritte dagli equipaggi alleati.
MORRIS: l’ubicazione ad Est di Genova e subito a Nord di Uscio consente di ricondurre ad una missione del SOE inglese presso le formazioni Garibaldine della divisione “CICHERO” che controllavano l’entroterra Ligure alle spalle del capoluogo ferocemente contrastati da reparti Tedeschi e della Divisione “MONTEROSA” della RSI impegnati a garantire le vie di collegamento con la pianura padana.
DODGE e PARROT: queste due aree di lancio sembra fossero sotto il controllo della stessa missione o di due missioni collegate, tra cui sicuramente quella di Parrot dell’OSS, e l’identificazione dei destinatari risulta più incerta trattandosi di zone in cui operavano diverse formazioni, Autonome, G.L. e Garibaldi. Dagli elementi disponibili si ritiene però che i più probabili beneficiari fossero per la zona nei pressi di Bra (DODGE) i partigiani della XII^ Divisione Autonoma “BRA” e per la zona tra Vigone e il Torrente Pellice (PARROT) la 5^ Divisione Alpina Giustizia e Libertà “SERGIO TOJA” operante nelle valli Germanasca e Pellice con le relative aree di pianura.
L’elevato numero di luci e segnalazioni luminose da terra, rilevate dagli equipaggi che riuscirono a vedere qualcosa tra le nubi, dimostra comunque come, al minimo rumore di motori in cielo, in molti tentassero di farsi notare sperando di poter magari fortuitamente beneficiare di parte di quei materiali che, seppure in quantità irrisoria rispetto alle esigenze dell’esercito partigiano, costituivano pur sempre una vera e propria “manna dal cielo” per coloro che avevano la fortuna di ottenerli.
[…]
KG 874 […] La sera di martedì 12 Ottobre 1944 la valle Po era, come da ormai quattro anni, immersa nel buio totale dell’oscuramento ed inoltre, per il coprifuoco imposto dal comando tedesco a partire dalle ore 19, tutti i paesi erano deserti. Il maltempo che durava ormai da alcuni giorni aveva poi costretto in casa anche gli abitanti delle borgate più isolate e non presidiate, dove solitamente era possibile qualche libertà di movimento in più.
Verso le 20:30 si sentì un rumore di motori proveniente da Est: non era una novità in quanto da anni ormai formazioni sempre più possenti di bombardieri alleati sorvolavano la valle, sia di giorno che di notte, ed inoltre gli abitanti di Paesana e Crissolo avevano direttamente sperimentato il bombardamento degli STUKA tedeschi nel giugno 1944, ma questa volta l’aereo pareva essere ad una quota molto bassa e in breve tutta la valle fu piena del rombo dei motori che risuonava sui versanti.
Coloro che uscirono all’aperto nella zona di Paesana e della bassa valle videro, sullo sfondo delle nubi, quattro scie luminose parallele in cielo rilevando così la posizione dell’aereo, sicuramente un grande quadrimotore, che percorreva la valle verso monte. Sulla verticale di Calcinere il rombo dei motori crebbe di intensità e anche le scie aumentarono di luminosità; trascorsero pochi secondi mentre il rumore dei motori sembrò giungere al massimo poi un sordo boato ed un lampo indicarono chiaramente che quello che doveva essere un disperato tentativo di prendere quota si era concluso contro il versante orografico sinistro della valle, da qualche parte verso Ostana o Crissolo.
Nelle borgate di Ostana il rumore dei motori fu udito quasi contemporaneamente all’esplosione mentre un chiarore a monte della borgata Bernardi indicava che qualcosa era successo verso la Croce e Pian d’la Ciarm.
Gruppi di valligiani si recarono in breve sul luogo e videro che un’aereo si era schiantato sulle rocce poste al bordo del pianoro detto Pian da Ciarm e che rottami fiammeggianti erano sparsi sotto la cresta e lungo il ripido pendio del vallone del rio Laità.
Avvicinarsi maggiormente ai resti del velivolo risultò impossibile per il furioso incendio causato dal carburante, che non si sarebbe estinto sino alle prime ore del mattino seguente, e pertanto non restò altro da fare che assistere alla scena, mentre qualcuno si recò a Crissolo per avvisare del fatto le autorità comunali ed il presidio tedesco.
KG 875 […]
KH 154 […] Rapporto dei Partigiani 105a Brigata D’Assalto “Garibaldi” – Carlo Pisacane:
Il giorno 12 Ottobre 1944 alle ore 20 veniva segnalato il passaggio di un apparecchio che volava a bassissima quota in direzione EST-OVEST; si notava il difettoso funzionamento dei motori; immediatamente dopo veniva notata una grande fiammata in direzione del monte Cornour, seguita da una detonazione imprecisabile.
Subito venivano invitate pattuglie di Garibaldini sul posto; verso le ore 22 una staffetta ritornava precisando che un velivolo alleato aveva urtato contro le falde del Monte Cornour precipitando in una localita situata a mezz’ora circa dalla frazione Rumer (Luserna) ; una pattuglia aveva trovato un’aviatore ferito e, con l’aiuto di civili, accorsi subito sul luogo, lo stava trasportando […]
Si accertava che l’equipaggio era composto da: un comandante Australiano, un ufficiale Sud-Africano, un ufficiale irriconoscibile, cinque graduati specialisti, un militare, completamente carbonizzato irriconoscibile. Venivano rinvenuti , in una busta intatta, un Vangelo di San Matteo in versione cattolica Apostolica Romana, un Vangelo in versione Protestante ed il libro dei salmi. L’apparecchio, era completamente distrutto.
[…]
KH 158 Disperso nella stessa missione, aveva come obiettivo MORRIS, i rottami del velivolo e i resti dell’equipaggio non furono mai trovati.
[…]
KH 239 Punto d’impatto Monte Freidour Cantalupa – Torino Area di lancio Drop zone PARROT. Nei pressi di Vigone, a circa 25 km Sud di Torino (44° 50’ N; 7° 30’ E) A Cantalupa, nei pressi di Pinerolo, sul monte Freidour, così come sulle pendici della Punta Rous nel comune di Ala di Stura e nel vallone Arlens di Pianetto, località del comune di Valprato Soana altri tre aerei si schiantarono in luoghi più impervi e difficili da raggiungere. Per questi non ci furono testimoni o si udì solo il rumore dei motori e dell’esplosione e i relitti furono rinvenuti nei giorni successivi.
KG 999 […] Testimonianze, Ala di Stura. […] La sera del 12 ottobre 1944 nella valle completamente al buio e coperta da una fitta nebbia verso le 20,30 il silenzio venne rotto da un grande fragore seguito da una terribile esplosione. Il KG999 con il suo equipaggio di 8 uomini giovanissimi, da 19 anni ai 29 del più anzianos si era schiantato contro la punta del Rous. I soccorritori poterono giungere sul posto soltanto alcuni giorni dopo e ai loro occhi si presentò una scena agghiacciante, corpi dilaniati dall’impatto e dal calore del fuoco. Solo un corpo fu trovato apparentemente intatto proiettato sotto una balma. Le salme furono portate a valle e composte, prima nel cimitero di Ala di Stura e successivamente in quello di Ceres, dove rimasero fino al termine della guerra. Ad Ala l’episodio fu fonte di gravi tensioni fra partigiani e pastori delle baite vicine al luogo della sciagura. Nell’impatto non si erano distrutti diversi contenitori di rifornimenti che i pastori avevano prontamente nascosti. Dopo qualche giorno i partigiani venuti a conoscenza del luogo e dei materiali occultati, ne pretesero la consegna ed alla resistenza dei pastori non esitarono a minacciare l’uso delle armi, ottenendo così i rifornimenti. Ora i caduti riposano nel cimitero britannico di Milano Trenno.
The Black Sheeps