Libri di testo italiani ed ex-colonie italiane

«Il mancato dibattito sul colonialismo e la mancata condanna dei suoi aspetti più cupi e ripugnanti hanno ovviamente impedito che si giungesse ad una revisione critica del fenomeno, per cui ancora oggi, all’inizio degli anni ’90, a più di mezzo secolo dall’ultima e più ingiustificata impresa coloniale, lo studente di scuola media non dispone di testi aggiornati e depurati, e soltanto quando approda all’università può disporre di alcune opere scientificamente valide […].» <109
Così scrive Angelo Del Boca nel 1992 denunciando le carenze dei testi scolastici italiani per gli studenti. Con l’intento di avere una testimonianza effettiva di quanto affermato da Del Boca, si prendono ora in analisi alcuni libri di testo per le scuole medie, dalla fine degli anni ’90 fino ad oggi, e quelli per le scuole superiori, editi in diversi periodi; lo scopo è anche quello di andare a mettere in evidenza la sostanziale differenza nella trattazione del tema delle colonie e del colonialismo, soprattutto in contrapposizione alla propaganda fascista.
Per le scuole medie, il primo testo analizzato è il terzo volume di Nuovo progetto storia di Riccardo Neri del 1994 <110. Nel capitolo 7, riguardante l’Italia dopo l’Unità, vengono trattate in maniera piuttosto concisa la politica estera italiana e le colonie conquistate: viene proposto un brevissimo accenno agli inizi delle esperienze coloniali italiane con la conquista della Baia di Assab e la nascita della colonia Eritrea. Successivamente si passa all’aggressione ai danni dell’Impero etiope e la sconfitta di Adua. Un breve trafiletto è infine dedicato alla scelta di dare il via alla guerra contro l’Impero Ottomano per la conquista della Libia. Nonostante la presenza di una cartina, che illustra la situazione nel Corno d’Africa e che evidenzia la cosiddetta Africa italiana, nessuna menzione è fatta riguardo la Somalia. Nel capitolo 9 viene trattato il periodo successivo alla salita al potere del fascismo con particolare attenzione alla politica estera. Per quanto riguarda le colonie, si fa menzione della volontà di riconquista della Libia, dove l’Italia controlla solamente le coste, con l’istituzione di campi di concentramento, stermini della popolazione locale ed espropri ai danni della stessa ed in favore dei coloni italiani. Viene inoltre brevemente trattata la Campagna d’Etiopia, sottolineando l’uso di armi chimiche e delle politiche repressive successive alla conquista. Per quanto riguarda gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale e alle sue conseguenze sul sistema coloniale, nel capitolo 12 viene solo fatta una panoramica generale della perdita dei possedimenti e dell’indipendenza da questi ottenuta; nessuna menzione è fatta alla questione dell’Italia e delle sue ex colonie e al mandato fiduciario che essa ha ottenuto sulla Somalia fino al 1960.
Un secondo libro di testo per le scuole medie è Il nuovo tutto storia di Giuliano Gliozzi e Ada Ruata Piazza del 1997. <111 Un breve paragrafo del capitolo 3 viene dedicato all’esperienza coloniale italiana alla fine del XIX secolo: si parla della volontà italiana di espansione, dell’aggressione all’Etiopia e della sconfitta di Adua; un semplice accenno è fatto all’Eritrea e alla Somalia. Un altro breve paragrafo è questa volta destinato alla Libia nel capitolo 4, dove si parla dell’attacco italiano del 1911, della pace di Losanna a cui è costretto l’Impero ottomano e della ventennale resistenza della popolazione libica soprattutto nelle aree interne. Mentre si scrivono alcune righe a proposito dell’abbandono delle colonie da parte del Regno Unito e della lacerante guerra d’Algeria che coinvolge la Francia, la perdita delle colonie da parte dell’Italia non viene riportata in nessuna pagina; qualche riga viene spesa in favore dei Paesi del Corno d’Africa solamente per rimarcare i regimi dittatoriali di Siad Barre in Somalia e di Menghistu in Etiopia.
Dagli anni ’90 si passa ora all’analisi di due libri di testo più recenti. Il Filo del tempo <112 del 2020, nei suoi capitoli 4 e 5 dedicati alla storia dell’Italia dall’Unità fino alla vigilia della Prima guerra mondiale, riserva poche righe all’avviamento della politica coloniale con l’acquisto della Baia di Assab e la guerra contro l’Etiopia; un paragrafo più lungo è invece accordato alla guerra di Libia, esplicitando i motivi che spingono all’impresa, attestando al 1912 l’anno della vittoria e della conquista, senza però menzionare i campi di concentramento dove viene confinata la popolazione libica espropriata di tutti i terreni. Nel capitolo 12, sono presentate sinteticamente la guerra di conquista dell’Etiopia e la proclamazione dell’Impero da parte di Mussolini; nel capitolo 14, invece, con la frase «L’Italia […] perse tutte le colonie» <113, si liquida il passato coloniale senza nessun altro riferimento ad esempio all’assetto di questi Paesi o all’AFIS.
Il secondo testo è Crescere con la storia <114 del 2021, il quale presenta una generalissima “spartizione delle colonie” nel capitolo 2, senza specificare nulla a proposito dell’Italia così come degli altri Stati europei, e un breve paragrafo sulla conquista della Libia nel capitolo 3, riportando anche qui la fine del conflitto al 1912. Nel capitolo 7 viene accennata la riconquista della Libia, della quale gli italiani controllavano effettivamente solo le zone costiere, e l’invasione dell’Etiopia; nel capitolo 10 dedicato alla fine della Seconda guerra mondiale, viene riportato come l’Italia è costretta ad abbandonare tutte le colonie africane e quelle nel Mar Egeo ed infine, il paragrafo 4 del capitolo 13 parla brevemente dell’assetto delle ex colonie italiane, senza riferimento all’AFIS ma solo all’indipendenza somala raggiunta nel 1960 e con un passaggio sull’Eritrea che riguarda solo la sua annessione all’Etiopia per volere di Hailè Selassiè.
Spostandosi all’analisi dei libri di testo scolastici per le scuole secondarie di secondo grado ne vengono presi in analisi due pubblicati negli ultimi anni. Per il primo si tratta di Nuovo dialogo con la storia e l’attualità: nel secondo volume, al paragrafo 14.6 si fa un breve accenno alla politica estera portata avanti dalla Sinistra storica che non si sottrae alla spartizione coloniale, menzionando solo Assab e Massaua e la sconfitta di Dogali con il conseguente consolidamento della presenza in Eritrea. <115 Il paragrafo 2.4 del terzo volume è invece dedicato alla guerra italo-turca e all’occupazione della Libia riportando in maniera abbastanza dettagliata i punti principali del conflitto e le sue conseguenze. <116 All’inizio del capitolo 6, una cartina illustra l’impero coloniale dell’Italia fascista, mentre al paragrafo 6.6 è trattata in via esclusiva la guerra di conquista dell’Etiopia; infine il paragrafo 11.2, il quale affronta il tema della fine degli imperi coloniali in Africa, riporta brevemente l’indipendenza rispettivamente dell’Etiopia e della Libia senza nessuna menzione per l’Eritrea e la Somalia.
In Passaggi. Dalla città al mondo globale. Riforme e rivoluzioni (1650-1900), al capitolo 20 paragrafo 1 è descritto l’avvio del colonialismo italiano della fine degli anni ’80 dell’Ottocento, da Assab e Massaua alla sconfitta di Dogali subita dall’Italia <117; al paragrafo 2 dello stesso capitolo, il discorso viene ripreso con il riferimento al Trattato di Uccialli e alla sua distorta interpretazione da parte italiana, con le successive due disfatte italiane di Amba Alagi e Adua rispettivamente nel 1895 e 1896 <118.
Nell’ultimo volume Passaggi. Dalla città al mondo globale. L’età globale (1900-oggi), al paragrafo 5 del capitolo 3 si ritrova una brevissima sintesi della guerra di Libia e una cartina raffigurante l’espansione coloniale in Africa (1880-1890) dove si evidenzia anche la Somalia. <119 Dell’imperialismo fascista si parla al paragrafo 4 del capitolo 10 dove viene precisato il consolidamento dei possedimenti in Eritrea, Somalia e Libia, con la conseguente repressione della rivolta; il capitolo si focalizza poi sull’invasione e l’annessione dell’Etiopia con la nascita dell’Impero e un piccolo riferimento anche all’eccidio di Debrà Libanòs. <120 Il paragrafo 5 nel capitolo 15, tratta in maniera abbastanza dettagliata del caso dell’indipendenza della Libia nel 1951, passando dal regno di Idris fino al colpo di stato di Muammar Gheddafi e alle sue politiche nazionalistiche. Si menziona l’Etiopia, il ristabilimento di Hailé Selassié sul trono dell’Impero, la federazione con l’Eritrea e la volontà di annessione da parte dell’impero che conduce alla lunga guerra d’indipendenza da parte eritrea. Si accenna anche, ed è l’unico testo a riportarlo, all’amministrazione fiduciaria italiana in Somalia decisa dall’ONU, al successivo colpo di Stato di Siad Barre e alla lunghissima guerra civile di cui è ancora preda la Somalia. <121
L’analisi dei libri di testo evidenzia come venga riservato poco spazio alla narrazione del passato coloniale italiano. Sebbene quest’ultimo sia difficile da sintetizzare ai fini dell’inserimento nei programmi scolastici, significative sono le scelte che vengono fatte nella selezione degli eventi da riportare: in tutti i libri si parla della sconfitta italiana subita in territorio etiopico ad Adua nel 1896, in pochi casi si accenna alla resistenza libica e ai crimini commessi contro di essa, mai (ad eccezione di un testo) viene riportato l’affidamento del mandato fiduciario sulla Somalia all’Italia da parte delle Nazioni Unite.
Il «complesso di Adua», così come definito da Nicola Labanca, <122 sembra essere l’unico evento di rilievo della politica coloniale liberale: lo spettro di una dura sconfitta come quella subita dagli italiani da parte di un nemico ritenuto inferiore, ha condizionato anche negli anni a seguire la politica ed è stata sottolineata maggiormente durante il periodo fascista con l’obiettivo di riscattare l’orgoglio ferito; questa narrazione, sebbene si sia smarcata dalle connotazioni fasciste, sembra perdurare ancora oggi. Come già Angelo Del Boca constatava nel 1992, i libri di testo delle scuole medie e superiori sembrano non essere ancora in grado di fornire una lettura completa del passato coloniale italiano, riflesso del mancato dibattito a livello pubblico e politico. Negli anni ’50 e ’60 si assiste a una sostanziale ripresa delle narrazioni riconducibili al periodo precedente, le quali si ritrovano pressoché immutate nei testi odierni.
[NOTE]
109 A. Del Boca, L’Africa nella coscienza degli italiani (cit.), p.116
110 R. Neri, Nuovo progetto storia 3, La Nuova Italia Editrice, 1994
111 G. Gliozzi, A. R. Piazza, Il nuovo tutto storia 3, Petrini Editore, 1997
112 C. Cartiglia, B. Gallesio, Il filo del tempo. 3.Il Novecento e l’età attuale, Lœscher Editore, Torino, 2020
113 Ivi, p.299
114 F. Bertini, Crescere con la storia 3. Dal Novecento ai nostri giorni, Mondadori Education, Milano, 2021
115 A. Brancati, T. Pagliarani, Nuovo dialogo con la storia e l’attualità 2, La Nuova Italia, Rizzoli Education, Milano, 2015, p.503
116 A. Brancati, T. Pagliarani, Nuovo dialogo con la storia e l’attualità 3, La Nuova Italia, Rizzoli Education, Milano, 2015, p.64
17 M. Gotor, E. Valeri, Passaggi. Dalla città al mondo globale. Riforme e rivoluzioni (1650-1900), Mondadori Education, Milano, 2021, p.500
118 Ivi, pp.505-506
119 M. Gotor, E. Valeri, Passaggi. Dalla città al mondo globale. L’età globale (1900-oggi), Mondadori Education, Milano, 2021, p.79
120 Gotor, Valeri, Passaggi. L’età globale (1900-oggi) (cit.), pp.312-313
121 Ivi, pp.499-501
122 N. Labanca, Memorie e complessi di Adua. Appunti, in Angelo Del Boca (a cura di), Adua. Le ragioni di una sconfitta, Roma-Bari, Laterza, 1997
Valeria Miscia, La rimozione del passato coloniale nella memoria storica dell’Italia repubblicana, Tesi di laurea magistrale, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 2020-2021