Anche durante la sua malattia, il Comandante Pietro non cessò di occuparsi della ricostruzione della 89^ Brigata Poletti

Varenna (LC). Fonte: Wikipedia

Trascritto da Fontana Gabriele il 12/07/07. Carte Galdino Pini: Fascicolo Carte Pini (doc. ex Isrlec) presso sede ANPI Lecco
Documento senza data e senza firma
Appunti del Ten. Col. Pini (Pietro), già comandante interinale della 89^ Brigata Garibaldi Poletti.
Dopo il rastrellamento dell’Ottobre 1944 <109 non è affatto vero che la fiaccola del partigianesimo fosse spenta (lo poteva forse sembrare e volutamente) perché il Comandante Pietro (Ten. Col. Pini Galdino) Comandante Interinale della 89^ Brigata Poletti e capo di S.M. del Raggr. Div. Garib. Lombarde, sceso dalla montagna ove trovavasi ancora con un gruppo di uomini <110 solo il giorno 8/11/1944 per accordi intervenuti col Comandante Lario (col quale venne concretato il piano d’azione fin dal 10 Novembre 1944 iniziava un’ardita quanto attiva segretissima opera di riorganizzazione clandestina della Brigata Poletti e delle forze sbandate della 55^ Brigata Rosselli che ancora stazionavano in Valsassina allorché quest’Ultima si spostò in Valtellina dopo i durissimi rastrellamenti dell’Ottobre-Novembre.
Difatti Pietro si recava immediatamente a Introbio ed a Prato S. Pietro prendendo contatto col Dr. Pietro Magni, Mario Cerati e Sam <111, così pure verso la metà di novembre si recava ad Esino prendendo immediato contatto col Parrocco Don G.B. Rocca <112, con Pepe e col Ten. Nasazzi.
Romualdo per la riorganizzazione delle squadre della Brigata Poletti. Cercò, ma inutilmente di rintracciare il Commmissario politico della 89^ Brigata Poletti Pino Ferro (Giuseppe Riva) <113 che non volle più rendersi reperibile sebbene tramite Don Rocca gli avesse più volte fatto sapere che desiderava incontrarsi con lui. Don Rocca riferì a Pietro in quella occasione che Giulio Villa era già in collegamento con lui, non venne fatto alcun cenno in quell’occasione che il Pirari intendesse formare qualsiasi reparto autonomo. In una successiva visita ad Esino di Pietro, Don Rocca lo informava che avrebbe potuto incontrarsi col Villa a Perledo, per gli opportuni accordi. Pietro poteva così successivamente incontrarsi col Villa a Perledo e ciò verso la fine di novembre; anche il Villa non gli fece in quell’occasione alcun cenno alla cosiddetta brigata Autonoma e neppure ancora il Parroco di Esino Don Rocca dal quale in seguito assieme si recarono.
In quell’occasione anzi Pietro affidò al Villa il Comando di Distaccamento del quale dovevano far parte le squadre di Esino, Perledo, Varenna e Lierna, impartendo contemporaneamente allo stesso la necessarie istruzioni e disposizioni. Precisasi che in quell’occasione al Comando della squadra di Esino veniva destinato il Ten. Nasazzi Romualdo, alla squadra di Lierna G. Silvestrini <114, mentre per il momento il Comando interinale della squadra di Varenna doveva essere mantenuto dal Villa; il tutto però sempre nel quadro della ricostituenda Brigata Poletti e mai di altra formazione.
Circa il viaggio in Grigna del Villa, Pietro ne era già stato informato a suo tempo dal Dr. Travaglini, Comandante della squadra in Era, col quale egli era sempre in contatto perchè unica squadra di montagna autorizzata a funzionare in armi nella Zona delle Grigne e ciò a custodia delle armi e dei materiali occultati. Il Travaglini ebbe a dire del Villa che egli lo riteneva una persona infida e che pertanto aveva dato ordini ai suoi uomini di sparargli qualora si fosse ripresentato. Il Villa ebbe poi a dichiarare a Pietro che lo scopo principale della sua andata in Grigna era il recupero dell’apparecchio radio trasmittente reclamato dal Pirari, perché come egli asseriva, era stato affidato alla Brigata Poletti solo per l’uso e non in proprietà.
II Comandante Pietro nega pertanto al Pirari, a Don Rocca ed a Villa qualsiasi facoltà di impartire disposizioni circa la ricostruzione di una Brigata od altro reparto autonomo, perché in contrasto con le disposizioni da esso impartite, in conformità agli ordini superiori ricevuti; se ciò è stato fatto a sua insaputa, rappresenterebbe un gravissimo fatto di indisciplina se non di ribellione.
II Comandante Pietro si recò ancora in Esino il giorno 12 Dicembre 1944 incontrandosi ancora con Don Rocca ed il Villa nonché con Pepe Viglienghi. In quell’occasione egli lasciò al Villa dei fondi per la necessità del reparto e saldò a Don Rocca un debito della Brigata Poletti. Anche in questa occasione si parlò della riorganizzazione della “Poletti” e mai si tenne parola né si fece alcun cenno al Pirati né alla pretesa Brigata Autonoma.
Fu in questa sua andata ad Esino (a piedi da Mandello sotto la neve) che il Comandante Pietro si ammalò gravemente di Broncopolmonite e pleurite, il che lo costrinse a letto per circa un mese, cioè fino alla data del suo arresto avvenuto nella notte sul 13 Gennaio 1945 in località Roccolo di Somana (Mandello).
Tuttavia anche durante la sua malattia, il Comandante Pietro non cessò di occuparsi della ricostruzione della 89^ Brigata Poletti e della sistemazione degli sbandati della 55^ Rosselli in Valsassina. Difatti egli ricevette più volte il Villa, Toni, Francesco, Sam, Napoleone, Carlone, Franca, Lupo, ecc. e mantenne corrispondenza con Don Battista Rocca, G.B. Todeschini di Premana <115 ecc. Il Villa ebbe a visitare Pietro per l’ultima volta alla fine di Dicembre primi di Gennaio ed anche in quell’occasione ebbe a consegnare una piccola somma per il reparto in ricostruzione.
A comprova che la riorganizzazione era in atto, la squadra di Mandello entrò giù in funzione in modo perfetto per il lancio Alleato di Armi e Munizioni effettuato nella zona di Era verso il 20 Novembre 44 <116, in modo che quanto poté essere recuperato totalitariamente, riuscendo a mantenere nel contempo il più stretto segreto. Ciò a dimostrazione che la fiaccola del partigianesimo non era affatto spenta ma che la riorganizzazione della Brigata Poletti veniva effettuata con la massima serietà, accogliendo pel momento i soli elementi di sicura e indiscussa fede e dedizione assoluta al movimento, a garanzia del successo finale.
Al momento del suo arresto, Pietro poté incaricare suo figlio Franco Pini (Enrico), già Ufficiale addetto ai collegamenti della 89^ Brigata Poletti, di informare il Comandante Lario del fatto, e Carloni (Gino Carugati) perché questi assumesse il Comando interinale della Brigata; purtroppo essendo stato anche il primo tratto in arresto ed il secondo essendosi allontanato per sfuggire al probabile suo fermo, Enrico solo qualche settimana dopo poté ricollegarsi con Pino Marni ed in un incontro avvenuto a Milano venne confermata la volontà di continuare l’opera di riorganizzazione clandestina della Brigata Poletti.
Ernesto trovò però nei contatti suoi avuti con Napoleone freddezza e reticenza il che va ora a conferma che questi fosse effettivamente entrato in rapporti col Pirari e da questi avesse assunto ordini di troncare i rapporti con gli organizzatori della Poletti.
[NOTE]
109 E’ il grande rastrellamento che colpisce direttamente la 55^ Rosselli ma anche investe tutto il gruppo delle Grigne, porta allo scioglimento della Poletti dopo i fatti della Moiola.
110 Non è certo ma l’unico gruppo che resta in montagna dopo lo scioglimento è quello gestito dal milanese Tagliavini. Non ci sono altri gruppi sulle Grigne, altri sono andati al di là del lago e sono confluiti nel Btg. Nannetti della 52^ Brg. Luigi Clerici (saranno poi quelli che reclameranno le armi)
111 Sam è Franco Manzotti di Casatenovo che resterà sulle montagne tutto l’inverno assieme a Agol ed a Elio. Sarà l’uomo che organizzerà nella primavera del ’45 la brigata Mina. Cerati (Romolo) e Magni (Pedro) sono di Introbio e sono stati tra i primi organizzatori della resistenza in Valsassina
112 Parroco di Esino, qui mandato per punizione perché aveva organizzato delle rivolte agrarie nella pianura. Personaggio da riscoprire.
113 Personaggio di cui non sappiamo nulla, lo stesso equivale per i personaggi nominati in seguito.
114 Partigiano di Lierna, la sua testimonianza si trova in Da Testimonianze di guerra Vicende Liernesi Aurelio Goretti
115 Ci sono le lettere di Todeschini a Pini in cui chiede aiuto per alcuni consegnati (sono i quattordici di Premana). Si può ipotizzare che Pini, conoscendo il tessuto industriale dalla zona sia di Lecco che di Mandello, provvedeva a far assumere dalle ditte alcuni “consegnati”. C’è anche la lettera di richiesta specifica di una persona sbandata ma che non riusciva più a stare nascosta per un’assunzione. Le carte sono nel Faldone Carte Pini a Lecco
116 Il racconto che fa Lamberto Caenazzo, partigiano della Poletti su questo recupero è un po’ diverso: lui si dice stupito che gli uomini di Mandello che si erano eclissati a fine ottobre vengono in montagna a riprendere le armi che il gruppo di Travaglini aveva recuperato. Intervista in nostro possesso
Gabriele Fontana, Eugenio Pirovano, Simonetta Carizzoni, Considerazioni sulla 89^ brigata Garibaldi Gianni e Giovanni Poletti. 2^ divisione di assalto Garibaldi Lombardia, Associazione Culturale Banlieu