Misi così in condizione il partito d’azione di agganciare la banda Beretta

Relazione di Gostisa Dusan. Fonte Giuseppe “Mac” Fiorucci

Il giorno 9.9.43, trovandomi in licenza di convalescenza, lontano dal mio Reggimento, presi la via dei monti.
Partito la mattina da Genova, giunsi a Chiavari verso mezzogiorno e subito mi avviai verso l’interno. Ero armato di Beretta 9 corta con relative munizioni. Mi avvisarono che nei pressi di Carasco i tedeschi perquisivano i passanti. Lasciai allora a Chiavari in casa del Maggiore di Artiglieria Capaccio Alberto l’arma (che ritirai oltre due mesi dopo) e mi recai al passo delle Cento Croci, passando per il Passo del Bocco.
Avendo notato che lungo le rotabili Chiavari-S. Stefano d’Aveto e Chiavari-Passo del Bocco i tedeschi stavano disponendo presidi e apprestando opere fortificate, fin da quel primo passaggio annotai la maggior parte delle informazioni che prevedevo sarebbero state utili. Si prevedeva una rapida avanzata delle forze alleate e perciò osservai soprattutto i preparativi per le distruzioni che vedevo apprestare su vasta scala.
Presi così nota di tutti i presidi, opere di difesa e apprestamenti per distruzioni posti e preparati dai tedeschi in quella zona.
Più esatte e precise informazioni attinsi in due viaggi a Chiavari e diedi pure incarico a due commercianti ambulanti, che spesso battevano la zona, di segnalarmi se altri punti venissero minati.
Verso la metà di novembre, recatomi a Genova, presi contatto con il Ten. Ferruccio (avv. Renato Piccinino) che ebbe fiducia in me e mi mise a parte della esistenza del VAI.
[…] Verso la metà di febbraio presi contatto con un gruppo di ufficiali che, alle dipendenze del Ten. Zilli (Alberto Boyer) cospiravano nel campo militare.
Per mezzo del Ten. Zilli conobbi pure Sergio (Dott. Giorgio Altaras Levi) del Partito d’Azione.
Quando nei primi di maggio lo Stato maggiore del V.A.I. e quindi anche il Ten. Ferruccio furono arrestati mi allontanai da Genova ritornando a Cento Croci con un incarico di Sergio: studiare la situazione della zona Aveto-Cento Croci col compito di agganciare formazioni partigiane e di costituirne.
Misi così in condizione il partito d’azione di agganciare la banda Beretta (che prese il nome di Brigata e poi di Divisione Cento Croci) poiché già nel marzo 1944 avevo preso contatti con i Fratelli Beretta e con Richetto [o Ricchetto, Federico Salvestri] […]
Gostisa Dusan (capitano Prati), Relazione personale, senza data. Fonte: Giuseppe “Mac” Fiorucci di Vallecrosia (IM)

Il documento, cui sopra si è fatto ampio riferimento, é stato a suo tempo rintracciato da Giuseppe “Mac” Fiorucci per la preparazione del suo “Gruppo Sbarchi Vallecrosia“,  Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM) >, 2007. Quest’ultimo lavoro, in effetti, dedica ampio spazio anche a Domenico Donesi – un nome citato nel promemoria del Capitano Prati – un patriota che, tra l’altro, ebbe un ruolo attivo per consentire l’arrivo in sicurezza nella I^ Zona Operativa Liguria dell’ufficiale alleato di collegamento, il capitano britannico del SOE, Robert Bentley. Adriano Maini

E’ di questi giorni di fine febbraio, nel campo organizzativo, il distacco di un forte gruppo di partigiani della Brigata “Cento Croci” dalla IV^ Zona Ligure, che, al comando di Richetto, aderisce al Comando Unico Parmense. Si costituirà in seguito un Raggruppamento, denominato “La Vecchia Centocroci”, al comando dello stesso Richetto (che si ricorderà come uno dei primi comandanti di bande autonome operanti nel nostro territorio) e che risulterà formato da due nuove brigate, intitolate a gloriosi Caduti: Nino Siligato e Santo Barbagatto (comandanti, rispettivamente, Igor e Aquila). Si inquadrano intanto nella Delegazione del C.U.O. per la Zona Est Cisa le Brigate IV^ Apuana e Borrini, anch’esse staccandosi dalla organizzazione partigiana della Liguria. Della prima è comandante Gianni e commissario Talete, della seconda comandante è Tino, commissario Primo. Il distacco era stato stimolato e promosso dalla Missione alleata della Zona Est (magg. Holland). Le due formazioni sono dislocate oltre il valico del Lagastrello (a sud), nelle alte valli del Taverone e del Rosaro.
Tale schieramento è integrato, come detto, dal Battaglione di montagna della 3^ Julia di stanza intorno a Rigoso, dal quale successivamente si formerà la 8^ Julia (comandante Giuseppe, commissario Tom); e più tardi, dalla 7 Brigata S.A.P. Julia (comandata da Moro) portatasi dalla pianura in montagna e assegnata a presidio del settore Marra-Bosco di Corniglio-Cirone Sesta. Queste quattro brigate (IV^ Apuana, Borrini, 7^ e 8^ Julia) – il cui schieramento conformava, alle spalle delle altre formazioni parmensi, un argine esteso fra la Statale del Cerreto e quella della Cisa, inteso a interdire le provenienze tedesche dal fronte tirrenico – saranno poi raggruppate nella Divisione “Monte Orsaro”, il cui comando sarà affidato al tenente colonnello Ricci (Giorgio).
Leonardo Tarantini, La Resistenza armata nel parmense, Ed. Istituto Storico della Resistenza – Parma, 1978

Nel mese di febbraio 1944 si formò in Val Gotra vicino ad Albareto, la Banda Beretta; si tratta di un gruppo indipendente formato da alcuni uomini guidati dai fratelli Cacchioli, Gino e Guglielmo, nome di battaglia di entrambi: “Beretta”. Nel giro di un mese la Banda fu già operativa: l’8 marzo alcuni uomini del gruppo attaccarono di notte il presidio tedesco stanziato a Centocroci, recuperando un buon bottino di armi. Nel mese seguente, i fratelli “Beretta” si incontrarono con “Ricchetto”, Federico Salvestri, anch’esso comandante di un gruppo autonomo della Val Vara e decisero di unire i due gruppi in un’unica formazione denominata “Centocroci” con Gino Cacchioli comandante e “Ricchetto” come vice. Il gruppo nei mesi successivi opererà sia nel territorio parmense che in quello ligure compiendo principalmente azioni di sabotaggio e attacco a colonne nazifasciste in transito sul loro territorio.
Durante il rastrellamento del luglio 1944 il Gruppo “Centocroci” si frazionò in due parti: il comandante Gino Cacchioli, “Beretta”, con alcuni uomini fuggì dalla Val Gotra e si stabilì ad Osacca, mentre “Ricchetto” il 25 luglio ricostituì la “Vecchia Centocroci” e si unì alla divisione “Liguria”.
Il 15 settembre il gruppo guidato da Cacchioli si costituì formalmente nella I Brigata Beretta, con una forza di circa 80 uomini; il comando era costituito da Guglielmo Cacchioli “Beretta” comandante, Gino Cacchioli “Beretta” vicecomandante e Don Mario Casale “Mario” come commissario e cappellano; la zona operativa si estendeva dalla Val Gotra all’alto Pontremolese. In ottobre la brigata, una volta organizzata, iniziò la fase operativa che consisteva soprattutto in attacchi e sabotaggi ai convogli nemici in transito e alle postazioni fasciste poste lungo la linea ferroviaria Pontremoli-Borgo Taro, importante via di comunicazione per i tedeschi.
Costanza Guidetti, I Brigata Beretta, Aa.Vv., Comando Militare Nord Emilia. Dizionario della Resistenza nell’Emilia Occidentale, Progetto e coordinamento scientifico: Fabrizio Achilli, Marco Minardi, Massimo Storchi, Progetto di ricerca curato dagli Istituti storici della Resistenza di Parma, Piacenza e Reggio Emilia in Rete e realizzato grazie al contributo disposto dalla legge regionale n. 3/2016 “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento”

Per comprendere meglio il rapporto tra la formazione Julia e il territorio della Val Taro, e per meglio inquadrare gli avvenimenti di cui si sta trattando, è necessario aprire una parentesi su una particolare situazione che si venne a creare nel giugno del 1944, cioè la formazione del “Territorio Libero Val Taro”. Si tratta di un evento ben noto e presente nella maggior parte della bibliografia sulla Resistenza <351 parmense, per cui in questa sede ci si limiterà a sintetizzare l’argomento, ai fini di una maggior comprensione e contestualizzazione della situazione politica e territoriale in cui operò Dragotte e la sua Brigata. Come ci informa Leonardo Tarantini, “nella prima quindicina di giugno le formazioni operanti nell’alta valle del Taro effettuano numerosi azioni” <352 volte alla liberazione del territorio dal presidio nazifascista. Nonostante i tentativi tedeschi di riconquistare il territorio perduto, i partigiani riescono a difendere la zona liberata, per circa un mese.
[NOTE]
351 Cfr. M. Lodi, Obiettivo Libertà, e G. Vietti, L’Alta Val Taro nella Resistenza
352 L. Tarantini, Resistenza armata nel parmense, p. 134.
Costanza Guidetti, La struttura del comando nel movimento resistenziale a Parma, Tesi di laurea, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Anno Accademico 2017-2018

In maggio il Centocroci si rafforzò grazie all’arrivo di nuovi partigiani, giunti principalmente da La Spezia, che portarono il gruppo a superare di centinaio di uomini. Nei mesi successivi la squadra operò al confine tra il territorio parmense e quello ligure.
Nel giugno 1944 il gruppo procedette alla liberazione dell’alta Val di Vara in Liguria, e sempre nello stesso mese attaccò, con successo, il presidio fascista a Varese Ligure e attaccò Bedonia liberandola dai tedeschi. Con queste azioni, il Gruppo Centocroci contribuì, insieme ad altre formazioni, alla liberazione della Val Taro.
Grazie all’azione partigiana, i cinque comuni dell’Alta Val Taro (Albareto, Bedonia, Borgotaro, Compiano e Tornolo) diedero vita ad uno stato libero e democratico, amministrato da un prefetto, Achille Pellizzari e da un’assemblea dei capi famiglia avente il compito di eleggere sindaci e giunte comunali.
Per circa un mese il Territorio Libero della Taro venne difeso e presidiato dal Gruppo Centocroci, insieme alla I Brigata Julia e ai gruppi Vampa, Poppy, Birra e di Bill. Alla fine di luglio 1944, superato il pericolo del rastrellamento, il gruppo si costituì ufficialmente in Brigata, mantenendo la propria denominazione, Centocroci.
Costanza Guidetti, Brigata “Centocroci”, Aa.Vv., Comando Militare Nord Emilia. Dizionario della Resistenza nell’Emilia Occidentale, Progetto e coordinamento scientifico: Fabrizio Achilli, Marco Minardi, Massimo Storchi, Progetto di ricerca curato dagli Istituti storici della Resistenza di Parma, Piacenza e Reggio Emilia in Rete e realizzato grazie al contributo disposto dalla legge regionale n. 3/2016 “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento”

La denominazione “Giustizia e Libertà” si riferisce in generale alle formazioni che, nel corso della Resistenza, hanno riconosciuto la propria filiazione nel Partito d’Azione e nel movimento “Giustizia e Libertà”.
[…] Giustizia e Libertà nel territorio Spezzino
Nello Spezzino la costituzione di nuclei armati resistenziali aderenti a “Giustizia e Libertà”, precoce e quantitativamente rilevante, si colloca in due zone diverse: la prima è quella afferente a Torpiana e monte Picchiara, nell’Alta Val di Vara; la seconda è quella del Calicese.
[…] La Brigata d’Assalto Lunigiana, che ha da poco assunto il nome di Colonna “Giustizia e Libertà”, dipende dal Comando Unico, insieme alle Brigate partigiane “Cento Croci”, “Vanni”, “Gramsci”, ma, nonostante la rilevanza quantitativa che la contraddistingue, non assume posizioni di comando dentro la neo nata struttura generale.
[…] A partire dal dicembre 1944, cioè dalla costituzione della IV Zona Operativa, dal Comando Unico di tale Zona dipendono due Divisioni: la Divisione “Liguria-Picchiara” e la Divisione “Liguria Centocroci”. Della prima fanno parte la Colonna “Giustizia e Libertà” e le formazioni del Raggruppamento “Garibaldi”, trasformatosi in Brigata Garibaldi “A. Gramsci”; della seconda fanno parte le Brigate “Varese” e “Zerasco”.
(a cura di) Maria Cristina Mirabello, Colonna Giustizia e Libertà, ISR La Spezia

Alcuni documenti firmati da “Ricchetto”. Fonte: art. Divisione Coduri cit. infra

[…] Doc. n.2: “Disposizioni”: Lett. dal Com.do “Brigata Cento Croci” a tutti i comandanti di Compagnia – Loro sedi. (A sinistra: doc. comp. da 1 f., 1 p. copiata a mano su f. quadrettato, d. 11 settembre 1944, f.to Il Com.te di Brigata “Richetto”, c/o A.I.S.R.L. di La Spezia). (A destra in: C. Del Maestro, op. cit., p. 188, n. prg. 38, Ed. Associazione Partigiani Centocroci, Varese Lig., 1982).
Doc. n.3: “Patrioti puniti e espulsi”: Lett. dal comando “Brigata Cento Croci” a tutti i comandi dipendenti, e p.c. al Comando di Divisione – (Doc. in fotocopia composto da 1 f., 1 p. dattil., d. 26/11/1944, f. Il com.te di brigata “Richetto” e Il comm.rio “Benedetto”), c/o A.I.S.R.L. di La Spezia AM/H b) 8) Sip. (Sull’argomento vedere anche ivi successivo Doc. 8).
Doc. n.4: “Ordine del giorno n. 1.” – Dal comando Brigata “Cento Croci” a Tutti i Comandi Dipendenti, e p.c. al Comando della Divisione “Cento Croci”, Loro Sedi – (Doc. in fotocopia comp. da 1 f., 1 p. dattil., d. 23/12/1944, f.to Il com.te di brigata “Aldo” e il comm.rio “Renzo”), c/o A.I.S.R.L. di La Spezia AM/U b) 2). Anche in: C. Del Maestro, op. cit. p. 212, n. prg. 71, Ed. Ass. Part. “Centocroci”, Varese Lig., 1982.
[…] Doc. n.5: “Proposte del Comando Divisione Liguria alla Costituenda Giunta di Varese Ligure” – (Doc. in fotoc. comp. da 2 f., 2 p. dattil., d. 24/12/1944, f.to Il Com.te della Divisione “Richetto”), c/o A.I.S.R.L. di La Spezia – AM/U b) 2). Anche in: C. Del Maestro, op. cit. p. 213, n. prg. 72, Ed. Ass.ne Part. “Centocroci”, Varese Lig., 1982).
[…] Doc. n.6 – Brg Centocroci: “Istituzione CORPO DI POLIZIA PATRIOTTICA – Avviso alle popolazioni”, (da Camillo Del Maestro, op. cit. p. 180, n. prg. 31, Ed. Ass. Part. “Centocroci”, Varese Lig., 1982).
[…] Doc. n.8: “Esempio di punizione erogata ai partigiani”, (da Camillo Del Maestro, op. cit. p. 203, n. prg. 59, Ed. Ass. Part. “Centocroci”, Varese Lig., 1982). (Sull’argomento vedere anche ivi Doc. 3).
59. 21 ottobre 1944
COMANDO BRIGATA CENTOCROCI (I.S.R.L.)
AL COMANDANTE LA 3a COMPAGNIA – SEDE
e p.c. A TUTTI I COMANDANTI DI COMPAGNIA – LORO SEDI
Il Comando di Brigata ha punito con ore 8 (otto) di palo il Patriota Florindo del 2° Plotone della 3a Compagnia per il seguente motivo: «Rifiutava di scontare per intero la punizione inflittagli la sera del 19 u.s. per aver sparato alcuni colpi di arma da fuoco.
Rispondeva inoltre al proprio Comandante in modo arrogante.»
Si pregano i comandanti di compagnia di portare quanto sopra a conoscenza dei propri dipendenti.
Il Commissario Politico II Comandante della Brigata
(Benedetto) F.to BENEDETTO (Richetto) F.to RICHETTO
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
ARCOLA, Comune di: Il diario di Ugo Muccini, La Spezia, I.S.R. «Pietro M. Beghi», 1973.
CANESSA, don Luigi: La strada era tortuosa. Sedici mesi di guerriglia sull’appennino ligure -emiliano, Genova, Edizioni AVA, 1947.
DEL MAESTRO, Camillo: Centocroci per la Resistenza, Varese Ligure, Ed. Associazione Partigiani Centocroci,1982.
I.S.R. «Pietro M. Beghi»: Pietro Mario “Beghi”, Discorsi e scritti 1954/ 1966. La Spezia, 1972.
I.S.R. «Pietro M. Beghi»: La Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana, La Spezia, 1973.
I.S.R. «Pietro M. Beghi»: I fatti di Valmozzola. 13/17 Marzo 1944, La Spezia, 1974.
I.S.R. «Pietro M. Beghi»: La battaglia del Gottero (20 gennaio 1945), La Spezia, 1974
Redazione, FASCICOLO Nr. 11: “Corrispondenza – Circolari – Disposizioni varie”. Documenti contenuti 8: fotocopiati o ricopiati a mano (5); scanditi OCR (3) tratti dal libro di Camillo Del Maestro “Centocroci per la Resistenza”, Ed. Assoc. partigiani Centocroci, Varese Ligure, 1982), Divisione Coduri. Fonti per la Storia

Il 19 settembre 1944 il primo Comando Unico, composto dal Comandante Pablo (Giacomo Di Crollalanza) e dal Commissario Mauri (Primo Savani) inviò una missiva al Comando della 32a, della I Julia e della Brigata Beretta, nella quale venivano fornite le nuove indicazioni per i collegamenti tra queste formazioni e il Comando Unico. Venne inoltre fatta la richiesta ai Comandi di inviare quotidianamente una staffetta presso la sede del Comando Operativo per ricevere la posta. <480 Nonostante questa richiesta, il Comando della 32a Brigata non provvide all’invio della staffetta; questo si evince dalla missiva inviata dal Comando Provinciale al Comandante Bill, il 29 settembre. Nel documento, oltre a ribadire il compito attribuito alla Brigata, cioè la sorveglianza del Passo delle Cento Croci, il Comando Unico esorta ad inviare una relazione settimanale sull’attività militare svolta dalla Brigata, da tempo richiesta. Lo scritto conclude con un’ulteriore sollecitazione, cioè di provvedere a migliorare i collegamenti, finora insufficienti, con il Comando Provinciale: “infine si fa presente che i collegamenti con questo C.U. sono assolutamente trascurati. La staffetta di questa Brigata che doveva prestare servizio presso il C.U. non ha fatto più ritorno presso questo Comando, si prega di rimandarla immediatamente”. <481
[NOTE]
480 Cfr. AISRECP, Fondo Lotta di Liberazione, busta 1CU, fasc. ZO, f.57.
481 Ivi, f. 39
Costanza Guidetti, La struttura del comando nel movimento resistenziale a Parma, Tesi di laurea, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Anno Accademico 2017-2018