Sulla missione alleata Roanoke tra i partigiani

Pietragavina, aprile 1945: “Americano” con il capitano Rawleigh W. Taylor e altri militari della missione alleata “Roanake” davanti alla sede del comando – Fonte: ANPI Voghera

Una mattina, all’inizio di marzo 1990, mentre mi preparavo per fare colazione, suonò il telefono e sentii qualcuno che tentava di parlare inglese. Dopo che gli risposi in italiano la sua voce ebbe un sospiro, come per dire «meno male, ho trovato uno con il quale posso comunicare».
Era Giambattista [Lazagna] che mi trasmetteva l’invito del sindaco di Rocchetta Ligure di partecipare all’inaugurazione di un museo dedicato alla Resistenza nella Val Borbera.
Mi chiese di invitare anche il Cap. Leslie Vanoncini, capo missione dell’OSS Operational Group “Peedee”, lanciata nel gennaio 1945 con l’obiettivo di assistere i partigiani della Sesta Zona Operativa Ligure.
Mi comunicò che un giorno prima ci sarebbe stato un convegno all’Università di Genova su Gli Alleati nella Guerra di Liberazione in Liguria.
Albert R. Materazzi, Giambattista Lazagna, Patria Indipendente, 15 giugno 2003

L’uscita delle formazioni partigiane dal drammatico rastrellamento invernale ‘44/’45 e la ripresa di attività – dagli attacchi ai convogli ed ai presidi repubblichini lungo la via Emilia, all’uccisione nel centro di Stradella del torturatore fascista Gipei ad opera di “Fusco” (Cesare Pozzi) fino alla battaglia delle Ceneri od Ortaiolo nel febbraio – fanno dell’Oltrepo la sede ottimale per l’insediamento di una missione, anche se inferiore di numero rispetto a quella della comando partigiano della VI Zona.

Italo Pietra “Edoardo”, al centro, con i calzoni alla zuava – Fonte: ANPI Voghera

Di questo sono convinti anche americani e inglesi. Il 28 febbraio, dopo una esplorazione di Vanoncini accompagnato da “Miro” (Anton Ukmar), che incontra “Americano” (Domenico Mezzadra), “Edoardo” (Italo Pietra) e “Fausto” (Fausto Cossu), arriva il via libera, comunicato a Materazzi. La missione viene paracadutata sul campo di Casanova in Val Trebbia la mattina dell’8 marzo.

Voghera: Americano stringe la mano all’ufficiale americano Fred Orbach della “Roanake” – Fonte: ANPI Voghera

Tre sono i componenti: il capitano americano Rawleigh W. Taylor, il capitano inglese Basil W. S. Irvin (esperto di guerra partigiana, con esperienza in Jugoslavia) ed il caporale radiotelegrafista W. G. Denley.

Zona libera 1945: Americano con 11 membri della missione “Roanake” – Fonte: ANPI Voghera

La missione è denominata “ROANOKE”, mentre il gruppo inglese verrà indicato come “GENESSE”. La “Roanoke”, che arriverà a contare tredici componenti, ha il compito di stabilire contatti con i comandi partigiani, evitare “attriti” con e tra le formazioni, raccogliere e inviare informazioni sui movimenti nemici.

Voghera: “Americano” Domenico Mezzadra tra il capitano Bob Gallaher e un altro militare della “Roanoke” – Fonte: ANPI Voghera

La sede è Pietragavina, dove il 9 aprile 1945 la “Roanoke” si trasforma in missione autonoma e non più sezione della “Peedee” (Mission Peedee).

Pietragavina, aprile 1945: “Americano” Domenico Mezzadra ed alcuni membri della “Roanake” mentre scendono verso Varzi – Fonte: ANPI Voghera

Il capitano Taylor si ferirà, il 31 marzo, accidentalmente con la pistola ad una mano e verrà rimpatriato a fine maggio. In un incontro svoltosi il 20 marzo – presenti “Giorgio” (Giorgio Agliani), “Edoardo”, “Americano” (Domenico Mezzadra), “Riccardo” (Alfredo Mordini), “Albero” (Alberto Mario Cavallotti), “Miro” – Vanoncini garantisce “abbondanti e ripetuti lanci nei prossimi giorni”.

“Americano” Domenico Mezzadra – Fonte: ANPI Voghera

Il 18, 20 e 21 marzo cinque aerei con i rifornimenti per l’Oltrepo sganciano il materiale sul Chiappo. Seguono il 12, 18 e 26 aprile altri tre lanci con materiali – secondo Taylor – distribuiti tra i partigiani dell'”Aliotta” ed in misura minore per la “Gramsci” e la “Masia”.

Mission Roanoke

ANPI Voghera

[Qui sopra pagine di rapporti autografi americani relativi alla Missione Roanoke – Fonte: U.S. Militaria Forum]

L’inverno 1944-45 fu indubbiamente difficile per la Resistenza ligure: le forze partigiane subirono pesanti rastrellamenti, cui parteciparono anche i mercenari “mongoli” della divisione Turkestan. La situazione iniziò a migliorare, tuttavia, a partire da gennaio. Fu proprio l’inizio del 1945, secondo Paolo Emilio Taviani, il momento di svolta della Resistenza in Liguria: in quel periodo vennero paracadutate una missione inglese, guidata dal tenente colonnello Peter McMullen e dal maggiore Basil Davidson <135, e una missione americana, con a capo il maggiore Leslie Vanoncini <136. La prima, denominata Clover, dipendeva direttamente dallo Special Operations Executive (Soe); la seconda invece Peedee e faceva riferimento all’Office for Strategic Service (Oss): grazie ad esse i patrioti poterono essere riforniti di armi ed equipaggiamenti moderni e adeguati <137.
Il movimento resistenziale poté pertanto estendersi a tutta la regione, fino a contare, in aprile, circa 15.000 effettivi.
[NOTE]
135 Nato a Bristol nel 1914, Basil Davidson era entrato nel 1939 nel servizio segreto britannico e venne poi aggregato allo Special Operations Executive (Soe). Dopo varie esperienze in Europa, dalla fine del 1942 alla prima metà del 1943 diresse, dal Cairo, la sezione operativa del Soe per la Jugoslavia. Nel novembre 1944 raggiunse la base del Soe a Bari, unendosi alla missione Clover, agli ordini del tenente colonnello Peter McMullen, che il 18 gennaio 1945 venne paracadutata nella VI Zona. Pur all’interno delle direttive del Soe, tese a limitare il ruolo della Resistenza, Davidson intrattenne rapporti leali e amichevoli con i comandi partigiani italiani, e fu tra i pochi testimoni alleati dell’insurrezione genovese. Subito dopo la Liberazione il Comune di Genova conferì a lui e a McMullen la cittadinanza onoraria. Cfr. G. Gimelli, P. Battifora (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, op. cit., p. 126.
136 Nato in California nel 1917 da una famiglia di origini italiane, nella Seconda guerra mondiale Leslie Vanoncini entrò a far parte dell’Operational Group A, attivo in Italia e dipendente dall’Oss. In qualità di comandante della missione americana di collegamento Peedee venne paracadutato, nel gennaio 1945, nell’entroterra ligure con il compito di trasmettere informazioni sull’attività partigiana e sulla dislocazione delle truppe tedesche. Operò in stretto contatto con i comandi delle divisioni partigiane della zona e il 23 aprile 1945, al momento di lasciare la Zona, inviò ad Aurelio Ferrando, comandante della Pinan-Cichero, un messaggio di congratulazioni per la conduzione della lotta. Giunto a Genova dopo l’insurrezione, l’ufficiale vi rimase fino al 18 maggio, data in cui ebbe termine la sua missione operativa. Fu decorato con la Legion on merit e con la cittadinanza onoraria di Genova. Gimelli, Battifora (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, op. cit., p. 352).
137 Cfr. Taviani, Breve storia dell’insurrezione di Genova, op.cit., p. 6. Sulle missioni alleate si rinvia a M. Fiorillo, Gli Alleati, in Tonizzi (a cura di), “A wonderful job”, op. cit., pp. 133-166.
Paola Pesci, La famiglia Lazagna tra antifascismo e Resistenza, Storia e Memoria, n. 2, 2015, Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea